Biblioteca Adelphi

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La Biblioteca Adelphi è una collana editoriale dell'editore Adelphi, fondata nel 1965 a Milano da Luciano Foà e Roberto Olivetti. La prima uscita fu il libro L'altra parte di Alfred Kubin. La collana è stata guidata da Roberto Calasso fino alla sua morte, avvenuta nel 2021.

Con una media di un titolo al mese, ha pubblicato 762 volumi di vario genere, di cui solo un centinaio di scrittori italiani. Gli altri volumi sono prevalentemente traduzioni di opere scritte in oltre 30 lingue straniere e l’importazione in Italia di tali testi e autori si deve maggiormente all'editore. Adelphi è stata in grado di introdurre nomi poco noti nel panorama mondiale, rivelatisi poi di grande influenza sulla cultura contemporanea.

La Biblioteca Adelphi si contraddistingue per un carattere di apertura totale verso tutti i generi, verso ogni specie di autore, dal giovane e ignoto scrittore vivente fino all'autore anonimo, oscuro e remoto, perché pubblicare "libri unici"” all'interno di una collana serve a dar loro un supporto che li tenga insieme pur nelle loro disparate fisionomie.

Romanzi, saggi, autobiografie, opere teatrali vengono scelti secondo un fondamentale criterio: la profondità dell'esperienza da cui nascono e di cui sono viva testimonianza.

I libri della collana Biblioteca Adelphi si distinguono inoltre per il loro aspetto. Si presentano con una copertina di carta opaca con colori che esplorano le varie gamme di toni intermedi; la scritta "Biblioteca Adelphi" è posta su una striscia superiore nera e sottostante ad essa si trova una cornice che introduce un elemento essenziale: l'immagine, ovvero l'equivalente del testo in una singola figura.

Volumi pubblicati

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  • 754. Georges Simenon, La prigione (La Prison, 1968), trad. di Simona Mambrini
  • 755. Israel Joshua Singer, La nuova Russia (Nay-Rusland (bilder fun a rayze), 1928), trad. di Marina Morpurgo, a cura di Elisabetta Zevi, con una nota di Francesco Matteo Cataluccio
  • 756. Peské Marty, Qui il sentiero si perde (Ici le chemin se perd, 1955), Nota di Jean-Pierre Sicre (del 1985), trad. di Daniele Petruccioli
  • 757. Vasilij Grossman, Il popolo é immortale, traduzione di Claudia Zonghetti, a cura di Robert Chandler e Julija Volochova
  • 758. Roberto Calasso, Opera senza nome
  • 759. Elias Canetti, Processi. Su Franz Kafka (Prozesse. Über Franz Kafka, 2019), trad. di Renata Colorni e Ada Vigliani, a cura di Susanne Lüdemann e Kristian Wachinger
  • 760. Georges Simenon, La porta (La Porte, 1962), trad. di Laura Frausin Guarino
  • 761. Peter Flamm,[1] Io? (Ich?, 1926) trad. di Margherita Belardetti, Nota di Manfred Posani Löwenstein
  • 762. Sándor Márai, Bébi, il primo amore (Bébi, vagy az első szerelem, 1928), trad. di Laura Sgarioto
  1. ^ pseudonimo di Erich Mosse (Berlino, 1891 - New York, 1963)

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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