Nella stagione 1969-1970 c'è aria di cambiamento, dopo undici anni di presidenza Ignazio Marcoccio, si chiude un'era ed un'altra se ne apre, tutto purché lo stendardo rossazzurro garrisca ancora. Il suo posto lo prende un imprenditore catanese, con la passione del calcio della sua città. Si chiama Angelo Massimino, ha 42 anni e promette di far fronte agli impegni societari più pressanti. Il "Cavaliere dell'Etna" non ha laurea, ma è una persona onesta e generosa, insieme ai suoi fratelli ha creato il miracolo "Massimiana", una squadra catanese che ha lanciato in orbita Pietro Anastasi nella Juventus ed in Nazionale. Inciampa sulla grammatica ma è caparbio e concreto, ha il pallone nel sangue, nel cervello e nel cuore.
Conferma la guida tecnica di Egizio Rubino, il quale pretende dal suo nuovo presidente solo un uomo d'area che sappia abbinare potenza e precisione. Sbarca alle falde dell'Etna, allora, Aquilino Bonfanti, ala sinistra di ventisei anni acquistata dal Verona, diventerà capocannoniere del torneo con 13 reti, insieme ai varesotti Braida e Bettega. Il campionato di Serie B sarà avvincente fino all'ultimo, sarà proprio l'ultima giornata del torneo a sancire la promozione, vincendo (1-3) a Reggio Calabria, il Catania di Angelo Massimino centra l'obiettivo al primo anno di presidenza ed entra nel cuore dei tifosi, riappropriandosi del pallone che conta. In città si risvegliano entusiasmi sopiti da alcuni anni, la gente festeggia per le strade, nel cielo un elefante ricomincia a volare. Con gli Etnei salgono in Serie A Varese e Foggia.