La stagione 1952-1953 del Catania è un romanzo con un finale trilling che lascia l'amaro in bocca. Il presidente Michisanti è ambizioso e vuole la Serie A, che Catania fino ad oggi ha solo sognato. L'inizio di stagione è altalenante, poi sul finire del girone di andata si comincia a risalire la classifica con due successi su Siracusa e Fanfulla, si mette fine a quattro sconfitte esterne con il pareggio a Cagliari contro la capolista. Nel finale di campionato il Genoa piazza lo scatto decisivo che lo porta alla promozione, per il secondo posto la rimonta del Catania sul Legnano si materializza alla penultima giornata nella partita di Padova, persa sul campo (1-0), ma vinta a tavolino per le intemperanze del pubblico patavino, dopo una rete annullata al Padova, vengono lanciati in campo oggetti, uno di questi colpisce il guardalinee Zecca, che è costretto a lasciare il campo. Tre giorni dopo la partita il 27 maggio 1953 arriva la vittoria catanese a tavolino, il Catania arriva a 39 punti con il Legnano all'ultima giornata, che entrambe vinceranno. Lo spareggio è fissato per il 14 giugno a L'Aquila, ma alla vigilia dell'incontro il ricorso del Padova scombina ogni programma. In attesa del verdetto d'appello lo spareggio è rinviato. Il 10 luglio arriva il verdetto definitivo che dà la vittoria al Catania e ripropone lo spareggio, da disputarsi a Firenze il 28 luglio, a distanza di quasi due mesi dalla fine del campionato cadetto. Finirà (4-1) per i lombardi, i duemila catanesi saliti in toscana vedono sfuggire ancora la massima serie, con un solo rammarico: non poter sapere come sarebbe andata a finire se si fosse disputato a metà giugno, alla fine di un campionato concluso in crescendo.