Con la panchina affidata al paraguaiano Heriberto Herrera – il quale, alla guida della Juventus, aveva sopravanzato i meneghini sottraendo loro lo Scudetto nel 1967 –,[4] nell'estate 1969 la società acquistò dal Cagliari il centravanti Boninsegna:[5] l'ingaggio di Bonimba avvenne nell'ambito di una trattativa che portò Gori, Poli e Domenghini in Sardegna, per un totale di 300 milioni di lire incassato dai milanesi.[6] Lievi polemiche interessarono il trasferimento di Domingo,[6] complice un paragone tra questi e Corso instaurato dalla moglie del presidente, Renata Fraizzoli.[7]
In campionato i nerazzurri tentarono di contendere il primato ai suddetti isolani,[8] lamentando un ritardo di 3 lunghezze al giro di boa.[9] Contestualmente impegnata in Coppa delle Fiere,[10] l'Inter fu eliminata dal Torino (dopo una triplice sfida) nei quarti di finale della Coppa Italia;[11] sul versante continentale i lombardi, capaci d'imporsi ai catalani del Barcellona nel corso del torneo,[12] videro la propria rincorsa frenata dal belga Anderlecht nelle semifinali.[13][14]
Perso fatalmente terreno dai rossoblù in campionato,[6] la squadra lombarda si classificò seconda a 4 punti dagli uomini di Scopigno.[15]
^Gara inizialmente in programma il 14 dicembre 1969 ma rinviata al giorno seguente per impraticabilità di campo dovuta alla nebbia; cfr. Giovanni Arpino, Oggi Inter-Bari, in Stampa Sera, 15 dicembre 1969, p. 7.
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, pp. 239, ISBN978-88-95684-11-6.
Almanacco Illustrato del Calcio 1971, Modena, Panini Editore, 1970, pp. 451, ISSN 11293381 (WC · ACNP).