Adolfo Baloncieri
Adolfo Baloncieri | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionalità | Italia | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Calcio | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ruolo | Allenatore (ex centrocampista, attaccante) | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Termine carriera | 1944 - giocatore 1962 - allenatore | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Carriera | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanili | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Squadre di club1 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Nazionale | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Carriera da allenatore | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Palmarès | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato. Il simbolo → indica un trasferimento in prestito. | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Adolfo Baloncieri (Castelceriolo, 27 luglio 1897 – Genova, 23 luglio 1986) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista o attaccante.
La critica è sostanzialmente unanime nel collocarlo tra i più grandi calciatori d'ogni epoca. Gianni Brera lo considerava il miglior interno di tutti i tempi al pari di Giuseppe Meazza e Valentino Mazzola[2], e Carlo Felice Chiesa ha scritto nel 2010: «Se fosse possibile una graduatoria assoluta dei grandi registi del calcio mondiale di ogni epoca, probabilmente Adolfo Baloncieri, atleta di un tempo tanto remoto rispetto al nostro, finirebbe tra i primi, se non il primo in assoluto»[3]. Fu l'ultimo superstite della spedizione azzurra di calcio alle Olimpiadi del 1920.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Adolfo Baloncieri era nato a Castelceriolo, sobborgo di Alessandria, da una famiglia originaria di Caselle Torinese[4]. Durante l'infanzia visse per dodici anni[5] con la famiglia in Argentina[3], a Rosario, e qui venne in contatto col mondo del calcio[6] all'età di nove anni[7]. Desideroso di dedicarsi allo sport, non completò gli studi di ragioneria[8].
Tornato in Italia, entrò nelle giovanili dell'Alessandria nel 1913[7]; debuttò in prima squadra nel 1914, a 17 anni, prima che la Grande Guerra costringesse al blocco delle competizioni. Durante il conflitto fu al fronte come artigliere[9]. Alla ripresa delle attività si distinse tra i calciatori più celebri degli anni 20; ottenne importanti successi col Torino, con cui vinse due titoli nazionali (uno revocato per il "Caso Allemandi"). Nel 1930 fu nominato Cavaliere della Corona d'Italia[10] su proposta del presidente della Federcalcio Leandro Arpinati[11]. Smise di giocare nel 1931; interessato alla crescita dei giovani atleti, s'impegnò attivamente per la creazione del settore giovanile granata[7]. Divenne poi allenatore, conoscendo alterne fortune.
Il fratello maggiore Mario fu calciatore dilettante nell'Alessandrina[12] e poi giornalista[13], mentre il cugino Guglielmo Brezzi, morto in giovane età, fu suo compagno di squadra nell'Alessandria e in Nazionale. Fu colpito da altri lutti per via delle premature dipartite del fratello Carlo, annegato a Finale Ligure nell'agosto 1933[14], e del figlio Bruno, morto dodicenne nel 1945[8][15]. Con la figlia Flora, insegnante, e una sorella visse a Genova negli ultimi anni[8]. Morì nel 1986, pochi giorni prima di compiere 89 anni, per una broncopolmonite[16].
Caratteristiche tecniche
[modifica | modifica wikitesto]Giocatore
[modifica | modifica wikitesto]«Mezzala goleador di limpidissimo stile»[17], veniva lodato da Gianni Brera per la «nevrile eleganza», il «genio» e l'«istinto goleadoristico»[18]. Lo stesso Brera lo definì «il più classico prodotto del calcio italiano negli anni 20 e uno dei più classici di sempre»[17].
Franco Ossola junior scrisse su di lui: «Sapeva fare veramente di tutto: impostare, dettare i tempi dell'azione, scattare, dribblare, contrastare e andare, a volte meravigliosamente in gol»[19]. «Capace di dare nerbo non solo alla sua, ma anche all'altrui azione» è considerato da molti critici «il primo vero, autentico regista del nostro calcio»[19]. Per Antonio Ghirelli aveva «il senso della manovra, la percezione del movimento, l'intuito della posizione, la rapidità del tiro»[17].
Renato Casalbore sottolineò che, forte della sua esperienza di vita in Argentina, esportò nel nostro calcio elementi stilistici tipici dei giocatori sudamericani inediti nel gioco all'italiana, come il tocco elegante, il virtuosismo, l'arte della manovra[3]. «Con la sua andatura caratteristica - scrisse Vittorio Pozzo - scattava dalla posizione arretrata che è solito assumere, sguasciava via all'avversario, ed un suo tocco della palla generava un attacco, inscenava un'avanzata»[11].
Allenatore
[modifica | modifica wikitesto]Divenuto allenatore durante la transizione da metodo a sistema, ma memore della piramide, Baloncieri si era posto il problema «di ridare alle ali la funzione offensiva; tatticamente conservare la bellezza stilistica spettacolare del gioco ed impedire che questo precipiti o degeneri in un balbettante linguaggio di dissolvimento tecnico»[20].
Il gioco del Liguria 1938-1939, da lui allenato, osservato durante la partita del 1º gennaio 1939 contro il Torino, fu così descritto da Vittorio Pozzo: «tutto penetrazione, tutto spirito pratico questo giuoco, che ha per base il tenere la palla il meno possibile e lo sfruttare l'opera delle ali il più possibile»[21].
Carriera
[modifica | modifica wikitesto]Giocatore
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]Alessandria (1914-1925)
[modifica | modifica wikitesto]Dopo aver militato nella Juventus, formazione amatoriale alessandrina[5][22], esordì a 17 anni nella prima squadra dell'Alessandria; per diverso tempo si è indicato come giorno del suo debutto il 28 marzo 1915: in quell'occasione l'allenatore George Arthur Smith lo schierò all'ala sinistra, in sostituzione dell'infortunato Bosio, contro il Milan. La partita, decisiva per l'esito del girone semifinale del campionato 1914-1915, terminò 0-0[23][24]. Nel 2010 il giornalista Ugo Boccassi ha invece anticipato la data del debutto al 6 dicembre 1914, in Alessandria-Andrea Doria (2-2)[25]: Baloncieri giocò per sopperire all'assenza di Dellacasa, in una partita non brillante della linea d'attacco dell'Alessandria[26]. In seguito allo scoppio della guerra, la società interruppe temporaneamente le attività.
Durante il periodo di guerra Baloncieri, come altri giocatori dell'Alessandria, disputò alcune partite amichevoli con l'Unione Sportiva Alessandrina, squadra dilettantistica sorta in quel periodo per sopperire all'assenza di società calcistiche in città[12]. Ritornò tra i grigi nella primavera 1919, in occasione della Coppa Brezzi, competizione organizzata dalla stessa società e vinta superando Valenzana, Juventus e Casale[27].
Negli anni seguenti l'Alessandria disputò campionati nazionali di buon livello, senza mai riuscire a vincere il titolo, ma sfiorando le finali per tre volte (1920, 1922 e 1923) e raggiungendole nel 1921, quando fu sconfitta dalla Pro Vercelli. Baloncieri, che faceva parte di un famoso trio di centrocampo con Guglielmo Brezzi e Carlo Carcano[7], contribuì con continuità al conseguimento di questi risultati, segnando, a seconda delle fonti, tra le 72 e le 75 reti, dato che lo colloca al quarto posto tra i giocatori più prolifici in maglia cinerina[28].
Nell'estate 1923 fu aggregato alla rosa del Genoa per la tournée sudamericana che vide i rossoblu impegnati tra l'altro contro la nazionale uruguaiana e quella argentina[29].
Sebbene fosse ormai considerato il simbolo della squadra alessandrina[30], secondo diverse fonti attorno al 1925 il suo rapporto con la società era prossimo ad incrinarsi. Chiesa riporta che «l'Alessandria», dove era «costretto a fare la vedette», «ormai gli andava stretta»[3]. Certo furono avviate segretamente trattative per la sua cessione al Torino del conte Marone Cinzano; i granata offrirono la cifra, fra le più alte per l'epoca, di 70 000 lire[17]. La dirigenza dell'Alessandria accettò, e il presidente Ronza si giustificò con i tifosi amareggiati esclamando «Non è il caso di disperare, abbiamo ceduto un vecchio ronzino»[30].
Il rapporto con dirigenza e tifosi dell'Alessandria si sarebbe riallacciato solo nel 1929, quando nell'amichevole per l'inaugurazione nel nuovo stadio Hardturm di Zurigo contro il Grasshoppers Baloncieri avrebbe accettato d'indossare nuovamente la maglia grigia[31].
Torino (1925-1932)
[modifica | modifica wikitesto]Quello di Baloncieri al Torino fu, per la cifra e per il valore del giocatore, uno dei primi trasferimenti clamorosi nella storia del calciomercato italiano, assieme a quelli di De Vecchi dal Milan al Genoa e di Rosetta dalla Pro Vercelli alla Juventus[32].
Nel Torino Baloncieri andò a far parte con Julio Libonatti e Gino Rossetti del cosiddetto «Trio delle Meraviglie», terzetto offensivo «a dir poco irresistibile» all'interno di un modulo «prettamente danubiano», in cui anche il centravanti Libonatti contribuiva alle incursioni in area avversaria dei compagni di reparto[33].
Secondo Ossola il Torino, con l'innesto di Baloncieri, fece «un salto di qualità eccezionale»[19]. La squadra granata vinse il campionato 1926-1927, superando le più accreditate Bologna e Juventus, per poi vederselo revocare dalla Federcalcio per il "Caso Allemandi"[19]; Baloncieri considerò la sottrazione del titolo il rimpianto più grande della sua carriera e, denunciando in prima persona presunti lati oscuri dell'indagine, dichiarò che «il dilemma venne risolto in maniera sbrigativa»[34].
L'anno successivo il Torino si ripeté; il 5 febbraio 1928 Baloncieri segnò sette reti nel 14-0 con cui i granata sconfissero la Reggiana, record non più eguagliato o superato da nessun giocatore granata[19][35]. Avendo segnato in totale 100 gol con la maglia del Torino, si trova al nono posto della classifica dei marcatori di tutti i tempi. Vestì i colori del club torinese fino alla fine della carriera, datata 1932.
Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Casalbore sottolineò che, all'ingresso di Baloncieri in Nazionale, questa compì un decisivo «salto di qualità», passando dall'epoca precedente, definita dello «sbaraglio» che trovava il suo massimo esponente nell'irruento Giuseppe Milano, ad un gioco più ordinato e ragionato: Baloncieri era pertanto definito «un riformatore»[3].
Debuttò nel 1920, a Genova, contro i Paesi Bassi (1-1); il 2 marzo 1930, assieme a Umberto Caligaris, superò per numero di presenze il primatista dell'epoca Renzo De Vecchi (43 gare in azzurro)[11][36]. Raggiunse le 47 gare e mantenne questo record per meno di un anno, poiché sarebbe stato migliorato dallo stesso Caligaris il 25 gennaio 1931[37]. Resistette più a lungo il primato di azzurro a portare più volte la fascia di capitano (28 gare), battuto da Giacinto Facchetti l'11 giugno 1970. Furono famosi, all'epoca, i suoi "duelli" con il portiere della Spagna Ricardo Zamora; fu il primo azzurro a segnargli una rete, il 29 maggio 1927, nella gara inaugurale dello Stadio Littoriale di Bologna[38][39].
L'apice della sua esperienza decennale in Nazionale fu alle Olimpiadi di Amsterdam nel 1928, le terze e ultime a cui partecipò; fino al 1960 fu l'unico ad aver segnato in tre Olimpiadi consecutive, quando questo primato venne condiviso con il britannico Jim Lewis. Secondo Ermanno Aebi queste «levarono sugli scudi Baloncieri come il miglior attaccante europeo del Torneo»[40]. L'Italia vinse la medaglia di bronzo, ottenendo il primo risultato di prestigio a livello internazionale. Questo successo giunse peraltro dopo un periodo in cui la titolarità di Baloncieri in Nazionale era stata messa in discussione, in particolare dopo un'amichevole persa l'anno prima a Bologna contro l'Austria, nell'anniversario della fine della Grande Guerra[40].
Allenatore
[modifica | modifica wikitesto]Le prime esperienze
[modifica | modifica wikitesto]In un'intervista del 1932 dichiarò di aver avuto esperienze da trainer sin dagli anni Venti, allenando l'Alessandria nella stagione 1924-1925 (anno in cui altre fonti danno come allenatore l'ungherese Gonda[41]), seguendo la preparazione di «ben cinque squadre di Macerata e dintorni» nell'estate 1927 e occupandosi attivamente della creazione, nel 1928, della formazione giovanile del Torino, chiamata in suo onore Balon Boys e allenata da Karl Stürmer. Dalle giovanili granata di quel periodo passarono in prima squadra e militarono in Serie A diversi giocatori (Bo, Lorini, Rosso, Borel I)[7].
Cresciuto calcisticamente alla scuola alessandrina di George Smith, ne portò avanti le istanze, mostrando interesse in particolare per la crescita dei giovani calciatori; oltre a quelli già citati, durante la sua carriera lanciò, tra gli altri Luigi Cassano e Michele Borelli ad Alessandria e Carlo Alberto Quario a Napoli[42].
Debuttò nel 1932 alla Comense, in Serie B, conquistando un buon sesto posto finale; Baloncieri scese in campo in tre occasioni, quando la rosa fu ridotta all'osso da infortuni e squalifiche[43]. Nella stagione successiva la squadra lariana chiuse quarta nel suo girone, sfiorando l'ammissione alle finali per la promozione in A.
Al termine del campionato Baloncieri passò al Milan, in massima serie; la formazione rossonera, per esigenze di bilancio, affidò a Baloncieri una rosa giovane e italiana (definita da Leone Boccali «strapaesana»[44]); l'allenatore la condusse in due tornei alla media classifica. Durante la terza stagione il neoeletto presidente rossonero Emilio Colombo, rilevando la mancanza di un salto di qualità nella crescita della squadra, lo esonerò[45]; Baloncieri concluse dunque il campionato di Serie A 1936-1937 al Novara, che retrocesse tra i cadetti al termine della stagione[46].
Il Liguria, il Napoli e i tornei di guerra
[modifica | modifica wikitesto]Approdato al Liguria nel 1937, ottenne importanti risultati nella stagione 1938-1939; la squadra, «data per spacciata in partenza»[42], fu artefice di un campionato al vertice e duellò per il titolo col forte Bologna. Il merito di Baloncieri, scrisse Eugenio Danese, fu l'«aver inoculato nella sua squadra, egli giocatore di attacco, la manovra offensiva»[47]. La squadra declinò poi nel girone di ritorno, secondo Chiesa, per l'assenza di un attaccante prolifico, ma chiuse quinta, piazzamento al di là di ogni previsione iniziale[48].
Al termine di quel torneo Baloncieri era considerato «il tecnico del momento»[42]; l'anno successivo lasciò però la squadra genovese in aperta polemica con la dirigenza, a causa di un dissidio legato alla cessione del giocatore Cassano: il suo acquisto (10 000 lire) era stato finanziato in primis dall'allenatore, e la sua vendita al Napoli portò 100 000 lire senza che a Baloncieri fosse stato riconosciuto un premio per il rischio corso in proprio[49]. Proprio la squadra partenopea, che aveva già manifestato l'intenzione d'ingaggiarlo nel 1932[50], si affrettò ad assumerlo: divenne il quarto allenatore italiano della storia azzurra dopo Terrile, Mattea e Iodice[51]. La stagione non fu brillante, e Baloncieri fu esonerato ai due terzi di campionato, con la squadra partenopea in piena zona retrocessione.
Tornò dunque al Liguria, con cui ottenne una promozione in massima serie[52] e una salvezza, l'anno successivo. Nel 1942 Baloncieri fu ricondotto ad Alessandria dal nuovo presidente Pietro Mignone[53]. Allenò i grigi nel campionato di Serie B 1942-1943 e nel Campionato Alta Italia 1944, due tornei resi difficili dagli avvenimenti legati all'evento bellico, che ridussero la rosa e complicarono notevolmente lo svolgimento delle partite. Il 23 aprile 1944, per evitare ai suoi uomini ridotti in dieci la sconfitta a tavolino, scese in campo, a 46 anni, da titolare a Torino, contro i granata, in una gara persa 0-7[54].
Il dopoguerra, tra Italia e Svizzera
[modifica | modifica wikitesto]Nel dopoguerra tornò ad allenare il Milan durante la Divisione Nazionale 1945-1946, in collaborazione col direttore tecnico Antonio Busini; non fu confermato per la successiva Serie A, malgrado un buon campionato, e si trasferì al Chiasso, in terza serie svizzera, con cui ottenne una promozione[55][56]. Negli anni successivi tornò ad allenare in due occasioni i rossoblù elvetici, conducendoli al terzo posto in Lega Nazionale A nel 1951-1952[57], e alla vittoria della Lega Nazionale B nel 1961-1962[58].
Fu inoltre per tre stagioni l'allenatore della Sampdoria dell'attacco «atomico» Baldini-Bassetto, ricordata per un quinto posto (1948-1949) rimasto per oltre un decennio il miglior risultato dei blucerchiati in Serie A[59][60]. Tornò sulla panchina blucerchiata nel 1958, subentrando a William Dodgin e conducendo la squadra alla salvezza[61].
Nel 1950 fu ingaggiato dalla Roma; conobbe difficoltà a interagire con i tre neo-acquisti svedesi Sune Andersson, Sundqvist e Knut Nordahl[62] e rimediò l'esonero dopo quindici giornate di campionato; dell'esperienza il giornalista Vittorio Finizio scrisse che fu «presto silurato a favore del più energico Pietro Serantoni. Ma il "duro" non ottenne risultati migliori del "molle"»[63]. La squadra giallorossa al termine del campionato retrocesse in Serie B per la prima volta nella sua storia.
Nel 1954 fu assunto dal Palermo, in Serie B; venne sbrigativamente esonerato dalla dirigenza rosanera dopo appena cinque giornate, a causa di un deludente inizio di campionato, e sostituito da Mario Sperone[64].
Statistiche
[modifica | modifica wikitesto]Presenze e reti nei club
[modifica | modifica wikitesto]Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Totale | |||||
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Comp | Pres | Reti | Comp | Pres | Reti | Pres | Reti | ||
1914-1915 | Alessandria | 1ª Cat | 2 | 0 | – | – | – | 2 | 0 |
1919-1920 | 1ª Cat | 20 | 12 | – | – | – | 20 | 12 | |
1920-1921 | 1ª Cat | 15+1 | 11+1 | – | – | – | 15+1 | 11+1 | |
1921-1922 | 1ª Div | 21 | 15 | – | – | – | 21 | 15 | |
1922-1923 | 1ª Div | 21+1 | 11 | – | – | – | 21+1 | 11 | |
1923-1924 | 1ª Div | 21 | 13 | – | – | – | 21 | 13 | |
1924-1925 | 1ª Div | 20 | 12 | – | – | – | 20 | 12 | |
1925-1926 | Torino | 1ª Div | 22 | 20 | – | – | – | 22 | 20 |
1926-1927 | DN | 27 | 17 | CI | 2 | 4 | 29 | 21 | |
1927-1928 | DN | 34 | 31 | – | – | – | 34 | 31 | |
1928-1929 | DN | 28 | 13 | – | – | – | 28 | 13 | |
1929-1930 | A | 32 | 10 | – | – | – | 32 | 10 | |
1930-1931 | A | 30 | 4 | – | – | – | 30 | 4 | |
1931-1932 | A | 19 | 2 | – | – | – | 19 | 2 | |
Totale Torino | 192 | 97 | – | 2 | 4 | 194 | 101 | ||
1932-1933 | Comense | B | 3 | 0 | – | – | – | 3 | 0 |
1944 | Alessandria | DN | 1 | 0 | – | – | – | 1 | 0 |
Totale Alessandria | 121+2 | 74+1 | – | – | – | 123 | 75 | ||
Totale carriera | 318 | 172 | – | 2 | 4 | 320 | 176 |
Cronologia presenze e reti in nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Statistiche da allenatore
[modifica | modifica wikitesto]Stagione | Squadra | Campionato | Coppe nazionali | Totale | % Vittorie | ||||||||||||
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Serie | G | V | N | P | Piazz. | Comp | G | V | N | P | G | V | N | P | % | ||
1932-1933 | Comense | B | 32 | 15 | 4 | 13 | 6º | – | – | – | – | - | 32 | 15 | 4 | 13 | 46,88 |
1933-1934 | B | 24 | 12 | 4 | 8 | 4º | – | – | – | – | – | 24 | 12 | 4 | 8 | 50,00 | |
Totale Comense | 56 | 27 | 8 | 21 | – | – | – | – | – | - | 56 | 27 | 8 | 21 | 48,21 | ||
1934-1935 | Milan | A | 30 | 8 | 11 | 11 | 10º | – | – | – | – | – | 30 | 8 | 11 | 11 | 26,67 |
1935-1936 | A | 30 | 10 | 8 | 12 | 8º | CI | 4 | 3 | 0 | 1 | 34 | 13 | 8 | 13 | 38,24 | |
set.-nov. 1936 | A | 10 | 3 | 4 | 3 | sost. | CI | – | – | – | – | 10 | 3 | 4 | 3 | 30,00 | |
dic. 1936-1937 | Novara | A | 20 | 6 | 4 | 10 | sub.15º | CI | 1 | 0 | 0 | 1 | 21 | 6 | 4 | 11 | 28,57 |
1937-1938 | Liguria | A | 30 | 8 | 8 | 14 | 11º | CI | 4 | 1 | 2 | 1 | 34 | 9 | 10 | 15 | 26,47 |
1938-1939 | A | 30 | 12 | 7 | 11 | 6º | CI | 1 | 0 | 0 | 1 | 31 | 12 | 7 | 12 | 38,71 | |
1939-feb. 1940 | Napoli | A | 21 | 5 | 4 | 12 | 14º | CI | 1 | 1 | 0 | 0 | 22 | 6 | 4 | 12 | 27,27 |
1940-1941 | Liguria | B | 34 | 22 | 5 | 7 | 1º | CI | 3 | 2 | 0 | 1 | 37 | 24 | 5 | 8 | 64,86 |
1941-1942 | A | 30 | 10 | 7 | 13 | 11º | CI | 1 | 0 | 0 | 1 | 31 | 10 | 7 | 14 | 32,26 | |
Totale Liguria | 124 | 52 | 27 | 45 | - | – | 9 | 3 | 2 | 4 | 133 | 55 | 29 | 49 | 41,35 | ||
1942-1943 | Alessandria | B | 32 | 11 | 6 | 15 | 11º | CI | 1 | 0 | 0 | 1 | 33 | 11 | 6 | 16 | 33,33 |
1944 | A.It. | 18 | 4 | 2 | 12 | 9º | – | – | – | – | – | 18 | 4 | 2 | 12 | 22,22 | |
Totale Alessandria | 50 | 15 | 8 | 27 | - | – | 1 | 0 | 0 | 1 | 51 | 15 | 8 | 28 | 29,41 | ||
1945-1946 | Milan | DN | 40+2 | 19+1 | 8+1 | 13 | 3º | – | – | – | – | – | 42 | 20 | 9 | 13 | 47,62 |
Totale Milan | 110+2 | 40+1 | 31+1 | 39 | - | – | 4 | 3 | 0 | 1 | 116 | 44 | 32 | 40 | 37,93 | ||
1946-1947 | Chiasso | PL | 22+4 | 12+3 | 5+1 | 5 | 1º | CS | 2 | 1 | 0 | 1 | 28 | 16 | 6 | 6 | 57,14 |
1947-1948 | Sampdoria | A | 40 | 13 | 10 | 17 | 14º | – | – | – | – | – | 40 | 13 | 10 | 17 | 32,50 |
1948-1949 | A | 38 | 16 | 9 | 13 | 5º | – | – | – | – | – | 38 | 16 | 9 | 13 | 42,11 | |
1949-1950 | A | 38 | 13 | 7 | 18 | 13º | – | – | – | – | – | 38 | 13 | 7 | 18 | 34,21 | |
set.-dic. 1950 | Roma | A | 15 | 2 | 4 | 9 | Sost. | – | – | – | – | – | 15 | 2 | 4 | 9 | 13,33 |
1951-1952 | Chiasso | A | 26 | 15 | 5 | 6 | 3º | CS | 3 | 2 | 0 | 1 | 29 | 17 | 5 | 7 | 58,62 |
set.-ott. 1954 | Palermo | B | 5 | 1 | 1 | 3 | sost. | – | – | – | – | – | 5 | 1 | 1 | 3 | 20,00 |
feb.-mag. 1958 | Sampdoria | A | 13 | 5 | 4 | 4 | sub. 12º | – | – | – | – | – | 13 | 5 | 4 | 4 | 38,46 |
Totale Sampdoria | 129 | 47 | 30 | 52 | - | – | – | – | – | – | 129 | 47 | 30 | 52 | 36,43 | ||
nov. 1961-1962 | Chiasso | B | 26+1 | 14+1 | 7 | 5 | 1º | CS | – | – | – | – | 27 | 15 | 7 | 5 | 55,56 |
Totale Chiasso | 74+5 | 41+4 | 17+1 | 16 | - | – | 5 | 3 | 0 | 2 | 84 | 48 | 18 | 18 | 57,14 |
Palmarès
[modifica | modifica wikitesto]Calciatore
[modifica | modifica wikitesto]Club
[modifica | modifica wikitesto]- Campionato italiano: 1 (revocato)
- Torino: 1926-1927
- Torino: 1927-1928
Nazionale
[modifica | modifica wikitesto]Allenatore
[modifica | modifica wikitesto]Competizioni nazionali
[modifica | modifica wikitesto]- Serie B: 1
- Liguria: 1940-1941
- Chiasso: 1961-1962
- Prima Lega: 1
- Chiasso: 1946-1947
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ https://ilnobilecalcio.it/2023/02/06/la-tournee-sudamericana-del-genoa-nel-1923/
- ^ Brera, p. 183.
- ^ a b c d e Chiesa, Il secolo azzurro, pp. 165-166.
- ^ Gianni Brera, Centrocampo quasi euclideo, in La Repubblica, 9 agosto 1988, p. 46.
- ^ a b Adolfo Baloncieri, Il calcio, che passione!, da La Domenica del Corriere, 1930
- ^ Baroni e Rovelli, p. 28.
- ^ a b c d e Vittorio Zumaglino. Adolfo Baloncieri si congeda... , da Il Littoriale, 28 giugno 1932, 156 (VI), p. 3
- ^ a b c Gianni Brera, Ciao Maestro mio, in La Repubblica, 25 luglio 1986, p. 32.
- ^ Gianpaolo Ormezzano, È morto il mitico Baloncieri, da La Stampa, 24 luglio 1986, p. 22
- ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 269/1930, 19 novembre 1930, p. 4905
- ^ a b c Vittorio Pozzo, Onorificenze e sportivi: Baloncieri, da La Stampa, 20 aprile 1930, p. 5
- ^ a b Boccassi e Cavalli, p. 550.
- ^ Boccassi e Cavalli, p. 477.
- ^ Lutto di Baloncieri, da Il Littoriale, 210 (VII), 25 agosto 1933, p. 4
- ^ Necrologio su Il Piccolo, 23 febbraio 1945, p. 2
- ^ Si vedano in proposito le notizie su Il Secolo XIX, 24 luglio 1986, p. 18; Il Corriere Mercantile, 24 luglio 1986, p. 7
- ^ a b c d Sappino, p. 54.
- ^ Brera, p. 154.
- ^ a b c d e Franco Ossola, Adolfo Baloncieri. Il regista con la retina in testa, citato in Sappino, p. 726
- ^ Adolfo Baloncieri, Il nuovo gioco del calcio nella concezione di Adolfo Baloncieri, da Il Littoriale, 46 (XIII), 23 febbraio 1939, p. 3
- ^ Vittorio Pozzo, I tre tempi della partita di fuoco..., da «La Stampa», 2 gennaio 1939, p. 3
- ^ Boccassi e Cavalli, pp. 542-543.
- ^ Boccassi, Dericci e Marcellini, p. 10.
- ^ Caligaris, pp. 14-15.
- ^ Boccassi e Cavalli, p. 227.
- ^ Il corrispondente del giornale alessandrino L'Osservatore Melito Larco scrisse il 16 dicembre 1914 che nell'occasione il debuttante Baloncieri «s'impressionò troppo». Citato in Boccassi e Cavalli, p. 227
- ^ Boccassi e Cavalli, pp. 466-467.
- ^ Secondo il volume del 1973 di Boccassi, Dericci e Marcellini, Baloncieri segnò 72 reti (p. 298), delle quali 23 nel periodo 1919-1921 (pp. 14, 20); il più recente conteggio del volume di Boccassi e Cavalli assegna invece a Baloncieri 24 reti nel periodo 1919-1921. Riguardo alla stagione 1922-1923, vi sono invece due reti attribuite dal volume del 1973 a Guglielmo Brezzi (Alessandria-Milanese e Lucchese-Alessandria, pp. 26-27) e dalla Stampa dell'epoca a Baloncieri, che passerebbe dunque da 9 a 11 reti stagionali.
- ^ Padovano, p. 181.
- ^ a b Franco Marchiaro. Poi Balon se ne andò e fu un gran tradimento, da La Stampa di Alessandria, 25 luglio 1986, p. 17
- ^ Franco Marchiaro. Quando Balon tradì i grigi, da La Stampa di Alessandria, 6 marzo 1987, p. 21
- ^ Brera, p. 75.
- ^ Brera, p. 70.
- ^ Brera, p. 68.
- ^ Franco Ossola, 101 gol che hanno fatto grande il Torino, Roma, Newton Compton, 2010, capitoli 14 e 22
- ^ Beltrami, p. 461.
- ^ Beltrami, p. 462.
- ^ Baroni e Rovelli, pp. 28, 95.
- ^ Brera, p. 95.
- ^ a b Ermanno Aebi, Gli azzurri protagonisti dell'ultima vittoria sulla Svizzera, da «Lo Sport Fascista», 5 (I), 1928, p. 13
- ^ Boccassi, Dericci e Marcellini, p. 33.
- ^ a b c Presentiamo il Napoli 1939-40, da Il Littoriale, n. 181 (XIII), 28 luglio 1939, p. 3
- ^ CRONOLOGIA 1930 - 1949, su calciocomo1907.it, Calcio Como srl. URL consultato il 3 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 24 luglio 2012).
- ^ Leone Boccali. Le squadre milanesi e il nuovo campionato, da Il Littoriale, 230 (VIII), 13 settembre 1934, p. 3
- ^ Della sua esperienza parla Paul Edgerton, biografo di William Garbutt, allenatore destinato a sostituire Baloncieri alla guida del Milan nel dicembre 1936: «Il presidente Colombo diede prova di una spietata dose di cinismo licenziando [...] Adolfo Baloncieri. [...Il Milan arrivava] da una serie di risultati inaccettabili per un club della [sua] statura [...]. Le dieci partite disputate sotto la guida di Baloncieri in quell'ultima stagione non avevano mostrato alcun reale miglioramento e, a un terzo del campionato, il Milan languiva in decima posizione su sedici squadre, con appena dieci punti». Si veda Edgerton, p. 114
- ^ Baloncieri a Novara, da Il Littoriale, 297 (X), 4 dicembre 1936, p. 4
- ^ Eugenio Danese, Il fenomeno Liguria, da Il Littoriale, 2 (XIII), 3 gennaio 1939, pp. 1, 4
- ^ Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna chiude il suo ciclo, da Calcio 2000, aprile 2002, p. 43
- ^ Carlo F. Chiesa. Il grande romanzo dello scudetto. Terza puntata: Il Bologna chiude il suo ciclo, da Calcio 2000, aprile 2002, p. 50
- ^ Baloncieri alla Comense in qualità di allenatore, da Il Littoriale, 151 (VI), 21 giugno 1932, p. 4
- ^ Carratelli, p. 418.
- ^ Ennio Mantella. Le squadre della Serie B nella prossima stagione, da Il Littoriale, n. 210, 28 agosto 1940, p. 1
- ^ Caligaris, p. 65.
- ^ Caligaris, pp. 66-67.
- ^ Addio, vecchio Balon, da MilanInter del 16 luglio 1946. L'articolo è leggibile sul sito Magliarossonera.it
- ^ Switzerland 1946/47, da Rsssf.com
- ^ Switzerland 1951/52, da Rsssf.com
- ^ Switzerland 1961/62, da Rsssf.com
- ^ Caliceti, pp. 72-73.
- ^ È morto Baloncieri campione negli anni '30, in La Repubblica, 24 luglio 1986, p. 17.
- ^ Notizia su «Stampa Sera», 20 febbraio 1958, p. 7
- ^ Sappino, p. 34.
- ^ Vittorio Finizio, Finizio rievoca la giostra dei tecnici succedutisi sulla panchina della Roma, da «Corriere dello Sport», 85 (LII), 10 aprile 1971, p. 10
- ^ Si vedano: Sperone allenatore del Palermo, da «Corriere dello Sport», 249 (XXXV), 19 ottobre 1954, p. 4. L'articolista è particolarmente critico nei confronti dei dirigenti «convinti di poter risolvere così [...] i grossi problemi della squadra rossonera (sic) che invece sono in gran parte il frutto dei loro errori»; Sperone nuovo allenatore dei rosanero palermitani, da L'Unità 20 ottobre 1954, p. 5.
- ^ (ripetizione)
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enzo Baroni e Angelo Rovelli, Azzurri 1910-1983. Storia della Nazionale di calcio tre volte campione del Mondo, Milano, Rizzoli, 1983.
- Arrigo Beltrami (a cura di), Almanacco illustrato del calcio 1995, Modena, Panini, 1994.
- Ugo Boccassi e Anna Cavalli, La sostenibile certezza dell'essere "grigi" prima del 1912, Alessandria, I Grafismi Boccassi, 2010.
- Ugo Boccassi, Enrico Dericci e Marcello Marcellini, Alessandria U.S.: 60 anni, Milano, G.E.P., 1973.
- Gianni Brera, Storia critica del calcio italiano, Milano, Baldini & Castoldi, 1998.
- Carlo Caliceti, Momenti di Doria, in Calcio 2000, febbraio 2003, pp. 70-77.
- Mimma Caligaris, Grig100. Un secolo di Alessandria in cento partite, Alessandria, Il Piccolo, 2012.
- Mimmo Carratelli, La grande storia del Napoli, San Lazzaro di Savena, Gianni Marchesini, 2008.
- Carlo F. Chiesa, Il secolo azzurro, Bologna, Minerva, 2010.
- Paul Edgerton, William Garbutt. Il padre del calcio italiano, Roma, Castelvecchi, 2012.
- Dizionario del calcio italiano - Vol. 2, a cura di Marco Sappino, Milano, Baldini, Castoldi & Dalai, 2000.
- Aldo Padovano, Accadde domani... un anno con il Genoa, Genova, De Ferrari, 2005, ISBN 88-7172-689-8.
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Baloncièri, Adòlfo, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Adolfo Baloncieri, su national-football-teams.com, National Football Teams.
- (DE, EN, IT) Adolfo Baloncieri (calciatore), su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- (DE, EN, IT) Adolfo Baloncieri (allenatore), su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
- Adolfo Baloncieri, su smr.worldfootball.net, HEIM:SPIEL Medien GmbH.
- (EN, RU) Adolfo Baloncieri, su eu-football.info.
- (EN, FR) Adolfo Baloncieri, su olympics.com, Comitato Olimpico Internazionale.
- (EN) Adolfo Baloncieri, su Olympedia.
- (EN) Adolfo Baloncieri, su sports-reference.com, Sports Reference LLC (archiviato dall'url originale il 1º novembre 2017).
- (IT, EN) Adolfo Baloncieri, su coni.it, Comitato olimpico nazionale italiano.
- Convocazioni e presenze in Nazionale di Adolfo Baloncieri, su FIGC.it, FIGC.
- Dario Marchetti (a cura di), Adolfo Baloncieri, su Enciclopediadelcalcio.it (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2011).
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