Dimetilcarbonato | |
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Abbreviazioni | |
DMC | |
Nomi alternativi | |
metilcarbonato | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | C3H6O3 |
Massa molecolare (u) | 90,08 |
Aspetto | liquido incolore dall'odore caratteristico |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 210-478-4 |
PubChem | 12021 |
SMILES | COC(=O)OC |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 1,069 |
Solubilità in acqua | 139 g/L (20 °C) |
Temperatura di fusione | 2-4 °C (275,15-277,15 K) |
Temperatura di ebollizione | 90 °C (363,15 K) |
Tensione di vapore (Pa) a 298,15 K | 7400 |
Indicazioni di sicurezza | |
Punto di fiamma | 18 °C (291,15 K) |
Limiti di esplosione | 4,2-12,9 %V in aria |
Temperatura di autoignizione | 458 °C (731,15 K) |
Simboli di rischio chimico | |
Frasi R | 11 |
Frasi S | 9-16 |
Il dimetilcarbonato, indicato spesso DMC in forma abbreviata, è un liquido incolore dall'odore caratteristico. Rappresenta l'estere metilico dell'acido carbonico e tra i suoi utilizzi figura quello come agente metilante, con il vantaggio rispetto ad altri analoghi reagenti, quali lo iodometano e il dimetilsolfato, di essere biodegradabile e molto meno tossico.[1]
Sintesi
[modifica | modifica wikitesto]Il dimetilcarbonato può essere sintetizzato facendo reagire il metanolo con fosgene o metilcloroformiato in soluzione concentrata di idrossido di sodio. Sono stati sviluppati anche altri metodi di sintesi che fanno a meno dell'utilizzo su vasta scala del fosgene, tra i quali la carbonilazione ossidativa del metanolo in presenza di CuCl quale catalizzatore, la transesterificazione tra metanolo e propilene (o etilene) carbonato, e la metanolisi dell'urea catalizzata da ossidi metallici (con formazione di un carbammato quale intermedio).[2]
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Il dimetilcarbonato viene utilizzato in miscela con il carbonato di etilene per produrre soluzioni non acquose di elettroliti usate nelle batterie al litio.[3] Nella sintesi organica viene utilizzato come reagente verde per la metilazione e la metossicarbonilazione: è in grado di metilare aniline, fenoli e acidi carbossilici, ma molte di queste reazioni richiedono l'utilizzo di un'autoclave.[4] Un'alternativa si basa sull'utilizzo di DBU come catalizzatore.[4][5] Viene utilizzato anche come solvente in sostituzione di solventi alogenati come il clorobenzene, ed inoltre permette di produrre policarbonato senza ricorrere al fosgene altamente tossico.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pietro Tundo; Maurizio Selva, The Chemistry of Dimethyl Carbonate, in Acc. Chem. Res., vol. 35, n. 9, 2002, pp. 706–16, DOI:10.1021/ar010076f.
- ^ Sang-Eon Park, Jong-San Chang; Kyu-Wan Lee, Carbon Dioxide Utilization for Global Sustainability, Elsevier Science, 2004, p.197, ISBN 978-0-444-51600-8.
- ^ Ding, M.S.; Xu, K.; Jow, T.R. (2000): "Liquid-Solid Phase Diagrams of Binary Carbonates for Lithium Batteries", J. Electrochem. Soc. 147(5): 1688-1694
- ^ a b Wen-Chung Shieh, Dell, Stephen; Repič, Oljan, Nucleophilic Catalysis with 1,8-Diazabicyclo[5.4.0]undec-7-ene (DBU) for the Esterification of Carboxylic Acids with Dimethyl Carbonate, in J. Org. Chem., vol. 67, n. 7, 2002, pp. 2188–2191, DOI:10.1021/jo011036s.
- ^ Shieh, Wen-Chung; Dell, Stephen; Repič, Oljan (2002). "Nucleophilic Catalysis with 1,8-Diazabicyclo[5.4.0]undec-7-ene (DBU) for the Esterification of Carboxylic Acids with Dimethyl Carbonate". J. Org. Chem. 67(7): 2188–2191 DOI: 10.1021/jo011036s
- ^ O. Haba, I. Itakura, M. Ueda, S. Kuze (1999); "Synthesis of polycarbonate from dimethyl carbonate and bisphenol: A through a non-phosgene process". Journal of polymer science. Part A. Polymer chemistry 37(13): 2087-2093
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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