La sessione di calciomercato portò una delusione ai tifosi: la stella della FiorentinaLuciano Chiarugi, a lungo cercata dai nerazzurri, si accasò ai rivali del Milan; in sostituzione, venne acquistata la giovane coppia d'attacco dell'Atalanta composta da Sergio Magistrelli e Giuseppe Doldi, due nomi che non scaldarono il cuore dei sostenitori interisti e che in effetti non lasciarono il segno nella loro esperienza al club di via Durini[3]. Il presidente Fraizzoli venne criticato ed egli, sempre più insofferente alle rimostranze del tifo, dichiarò: «Chi vuole la società si faccia avanti»[3].
Dopo una discreta prima fase di campionato[7], un rallentamento nella tornata conclusiva generò l'avvicendamento in panchina con Masiero[8]: benché accolto freddamente da spogliatoio e tifoseria[4], l'ex calciatore ottenne un quarto posto a pari merito con la Fiorentina.[4]
Da segnalare tra l'altro l'esordio in prima squadra del ventenne Martina — lanciato titolare a difesa dei pali contro il Palermo nella gara del 6 maggio 1973 —[9] e l'ultima apparizione interista di Corso, avvenuta il 17 giugno successivo nel derby d'Italia[10]: il confronto con la Juventus risultò valido per il secondo turno della coppa nazionale, ostacolo superato dagli stessi bianconeri centrando l'accesso alla finalissima.[11]
^Risultato assegnato sub iudice per invasione di campo da parte della tifoseria locale; gara terminata 1-2 sul campo. Cfr. Giulio Accatino, L'arbitro colpito da un pugno, in Stampa Sera, 18 dicembre 1972, p. 10.
^Risultato assegnato sub iudice per impraticabilità di campo dovuta ad un guasto dell'impianto d'illuminazione; partita sospesa al 61' sul punteggio di 2-3. Cfr. L.B., Sabotaggio a Reggio, gara vinta all'Inter ?, in La Stampa, 2 giugno 1973, p. 16.
Filippo Grassia e Gianpiero Lotito, INTER - Dalla nascita allo scudetto del centenario, Antonio Vallardi Editore, 2008, pp. 239, ISBN978-88-95684-11-6.