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Fu anche eletto nel [[1979]] come indipendente nella lista del PCI al primo [[Parlamento europeo]] a elezione diretta e, successivamente, fu rieletto nel [[1984]]<ref>[https://www.europarl.europa.eu/meps/it/1643/ALTIERO_SPINELLI_home.html Scheda del Parlamento europeo] |
Fu anche eletto nel [[1979]] come indipendente nella lista del PCI al primo [[Parlamento europeo]] a elezione diretta e, successivamente, fu rieletto nel [[1984]]<ref>[https://www.europarl.europa.eu/meps/it/1643/ALTIERO_SPINELLI_home.html Scheda del Parlamento europeo] |
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Il 14 febbraio [[1984]] propose un progetto costituzionale per gli Stati Uniti d'Europa; il progetto di un Trattato per l'Unione Europea venne approvato dal Parlamento europeo, mentre i rappresentanti degli Stati membri nel [[Consiglio europeo]] bocciarono successivamente la proposta del movimento federalista di trasformare la comunità in una confederazione europea di Stati, mediante una drastica menomazione della loro sovranità nazionale.<ref name="Spinelli,1otto1980" /> Entrambe le decisioni influenzarono in maniera significativa il primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom, l'[[Atto unico europeo]]. |
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Versione delle 10:59, 4 mar 2021
Altiero Spinelli | |
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Deputato della Repubblica Italiana | |
Durata mandato | 5 luglio 1976 – 11 luglio 1983 |
Legislatura | VII, VIII |
Gruppo parlamentare | Misto-Indipendenti di sinistra |
Circoscrizione | Lazio |
Collegio | Roma |
Sito istituzionale | |
Europarlamentare | |
Durata mandato | 17 luglio 1979 – 23 maggio 1986 |
Legislatura | I, II |
Gruppo parlamentare | Gruppo Comunista e Apparentati |
Incarichi parlamentari | |
I legislatura:
II legislatura
| |
Sito istituzionale | |
Commissario europeo per gli Affari Industriali, per la Ricerca Generale e la Tecnologia e per il Centro comune di ricerca | |
Durata mandato | 1º luglio 1970 – 6 gennaio 1973 |
Presidente | Franco Maria Malfatti (1970-1972), Sicco Mansholt (1972-1973) |
Predecessore | Guido Colonna di Paliano |
Successore | Altiero Spinelli (Politica industriale e tecnologica) |
Commissario europeo per la Politica Industriale e Tecnologica | |
Durata mandato | 6 gennaio 1973 – 1976 |
Presidente | François-Xavier Ortoli |
Predecessore | Altiero Spinelli (Ricerca e Industria) |
Successore | Cesidio Guazzaroni (Politica industriale e tecnologica [senza l'acciaio]), Henri François Simonet (Politica industriale e tecnologica [acciaio]) |
Dati generali | |
Partito politico | PCI (1921-1937) Pd'A (1943-1946) CDR (1946) Sinistra indipendente (1948-1986) |
Titolo di studio | Diploma di liceo classico |
Professione | Scrittore, politico |
Altiero Spinelli (Roma, 31 agosto 1907 – Roma, 23 maggio 1986) è stato un politico e scrittore italiano, sovente citato come padre fondatore dell'Unione europea per la sua influenza sull'integrazione europea post-bellica.
Fondatore nel 1943 del Movimento Federalista Europeo, poi cofondatore dell'Unione dei Federalisti Europei, membro della Commissione europea dal 1970 al 1976, poi del Parlamento italiano (1976) e quindi del primo Parlamento europeo nel 1979. Fu promotore di un progetto di trattato istitutivo di un'Unione Europea con marcate caratteristiche federali che venne adottato dal Parlamento europeo nel 1984.
Questo progetto influenzò in maniera significativa il primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi della CEE e dell'EURATOM, l'Atto unico europeo. Fu membro del parlamento europeo per dieci anni, eletto nelle liste del Partito Comunista Italiano come indipendente, e rimase uno degli attori politici principali sulla scena europea attraverso il Club del coccodrillo, da lui fondato e animato nel 1981.
Biografia
Ambiente familiare e formazione culturale
Nato a Roma il 31 agosto 1907, trascorse la prima infanzia nella città brasiliana di Campinas, dove il padre esercitava la funzione di viceconsole del Regno d'Italia. Quando compì cinque anni, suo padre decise di interrompere la carriera diplomatica per quella imprenditoriale e ritornò in patria, con la famiglia.
Durante gli anni al liceo Mamiani di Roma, Spinelli dimostrò una discreta capacità di assimilare le lingue che studiava, come il latino, il greco antico, il tedesco e il francese. Fin da giovanissimo approfondì da autodidatta il pensiero marxista grazie ai libri della biblioteca paterna, ma la lettura gli risultò molto complessa. Per descrivere il suo livello di conoscenza della filosofia marxista in quel tempo, Spinelli coniò l'espressione cattedrale di granito e nebbia con la quale indicava la fede cieca nella dottrina del partito, nonostante le lacune e la mancata comprensione di alcune questioni[1].
Riuscì a diplomarsi all'età di sedici anni e poi si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza all'Università "La Sapienza".
Impegno politico
La reazione dei giornali italiani ad una manifestazione fascista del 1921 mirante a traslare la salma di Enrico Toti al Cimitero del Verano, spinse Spinelli ad avvicinarsi al comunismo, sul piano delle idee. Quasi tutti i giornali, infatti, avevano taciuto la reazione degli abitanti del quartiere San Lorenzo, tranne un giornale comunista. Ciò lo convinse del fatto che i comunisti fossero più coraggiosi e più coerenti rispetto ai socialisti, maggiormente portati al dialogo con le forze borghesi. Da ciò derivò la frattura tra il giovane Spinelli e il padre, tenacemente ancorato al Partito Socialista[2].
Si iscrisse al Partito Comunista d'Italia nel 1924, l'anno dell'assassinio di Giacomo Matteotti, col fascismo ormai al potere e i comunisti costretti alla clandestinità. Tale situazione non lo scoraggiò e divenne ben presto il leader della cellula del quartiere Trionfale, grazie alla conoscenza della dottrina marxista, che gli permetteva di offrire spiegazioni ai garzoni e bottegai che facevano parte della cellula. L'attività di partito ben presto lo sottrasse agli affetti familiari e lo costrinse a trasferirsi a Milano per sfuggire alla polizia. Il tentativo comunque fu inutile perché il 3 giugno 1927 fu arrestato e, sulla base delle leggi speciali per gli oppositori politici introdotte dal fascismo, condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato a sedici anni e otto mesi di carcere, dopo un anno già passato a San Vittore.
Periodo in carcere
Spinelli scontò circa dieci anni di carcere dal 1928 al 1937 in tre città diverse: a Lucca (1928-1931), a Viterbo (1931-1932) e a Civitavecchia (1932-1937). A queste tre fasi vanno aggiunti pochi mesi passati a Roma nel 1937, nel carcere di Regina Coeli, nell'attesa di tornare in libertà, essendogli stati condonati cinque anni nel 1932, in occasione del decennale della Marcia su Roma e per altri motivi[cioè?]. In questi anni, a causa della lontananza, si concluse il suo rapporto con Tina Pizzardo (nipote del cardinale Giuseppe Pizzardo).
Trascorse tale periodo approfondendo i suoi studi nel campo della filosofia, soprattutto Hegel e Marx, della storia e dell'economia, ma anche in quello letterario (imparò il russo e lo spagnolo leggendo i classici in lingua originale). Tra i compagni di reclusione, Spinelli stimava Giuseppe Pianezza[3], Umberto Terracini e Leo Valiani. Pur rimanendo iscritto al partito, maturò gradualmente il suo distacco dal marxismo, considerandolo ormai troppo liberale per fare l'interesse del proletariato. Non si avvicinò ancora, tuttavia, ad altre ideologie politiche e, per questo, fu costantemente guardato con sospetto dagli altri detenuti politici. Nel 1937 fu trasferito a Roma ma, mentre attendeva con ansia il momento del rilascio, ricevette la brusca notizia del trasferimento al confino di Ventotene.
Anni del confino
Altiero Spinelli fu confinato in due località diverse: a Ponza (1937-1939) e a Ventotene (1939-1943)[4][5]. In quegli anni di confino fu uno dei pochi esponenti comunisti a prendere le distanze da Stalin, dai Processi di Mosca e dal comunismo sovietico in generale.
Spinelli non rifiutava solo l'interpretazione del terrore staliniano come di un necessario periodo «giacobino» che avrebbe rafforzato la rivoluzione, bensì negava alle fondamenta tutto l'insieme della politica comunista quale si era configurata dal periodo del «socialfascismo» fino alla politica dei fronti popolari, colpendo anche le basi della dottrina marxista[6]. Celeste Negarville scrive nel suo diario un commento proprio alle posizioni di Altiero nell'isola in quel periodo, commentando che «la posizione di Altiero è pericolosissima: “condizione per la rivoluzione in Europa, l'abbattimento della dittatura staliniana”». Spinelli rilevava come «la dittatura del proletariato si era trasformata in dittatura del partito, poi del Comitato centrale, poi personale di Stalin»
Nel 1937, quindi, Altiero Spinelli fu espulso dal Partito Comunista d'Italia con l'accusa di voler "minare l'ideologia bolscevica, e di essersi trasformato in un piccolo borghese", quindi ritenuto trotskista, definizione infamante per un comunista ortodosso dell'epoca.
Il periodo del confino, tuttavia, fu fondamentale nel suo percorso intellettuale e politico. Ebbe l'opportunità di leggere una serie di articoli scritti negli anni venti da Luigi Einaudi sul Corriere della Sera, pubblicati col titolo "Lettere di Junius", e condivise tale esperienza con uomini politici di primaria importanza nella storia d'Italia, come il futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini e, in particolare con l'esponente GL Ernesto Rossi e il socialista Eugenio Colorni.
Manifesto di Ventotene
Nel giugno del 1941, durante il soggiorno forzato sull'isola di Ventotene, Spinelli, con la collaborazione di Ernesto Rossi e di Eugenio Colorni, scrisse il documento base del federalismo europeo: il Manifesto per un'Europa Libera e Unita, meglio conosciuto come Manifesto di Ventotene.
La stesura del Manifesto, le sue successive versioni e la sua diffusione sono avvolte nella leggenda. Non è stata rintracciata nessuna delle versioni dattiloscritte o ciclostilate del documento che circolavano tra il 1941 e il 1943. Così le testimonianze circa il modo in cui il Manifesto uscì clandestinamente da Ventotene non concordano. Decisivo fu sicuramente il contributo di Ursula Hirschmann, moglie di Colorni che, non essendo confinata e avendo la possibilità di mantenere rapporti costanti col marito, riuscì a far giungere lo scritto nella penisola e a diffonderlo. Secondo la versione più suggestiva, il testo, per mancanza di carta, fu scritto sulla carta da sigarette e, per evitare i controlli della polizia, nascosto nel ventre di un pollo arrosto e portato sul continente dalla Hirschmann[7]. Quest'ultima, poi, rimasta vedova, sposerà Spinelli; fra i loro figli: la giornalista Barbara.
Spinelli fu liberato da Ventotene dopo l'arresto di Benito Mussolini, ai primi di agosto del 1943. Di fronte a quella che era stata la catastrofe europea, Spinelli aveva maturato la convinzione che solo un'organizzazione federale avrebbe potuto farla rientrare da protagonista nel quadro internazionale. Per servire tale convinzione, Spinelli non fondò un partito, bensì un movimento trasversale ai partiti politici.
Il 27 e il 28 agosto 1943, in casa di Mario Alberto Rollier in Via Poerio, a Milano, dove una lapide ricorda l'evento, si tenne il congresso di fondazione del Movimento Federalista Europeo. Erano presenti, tra gli altri, Spinelli, Colorni, Rossi, Ursula Hirschmann, Manlio Rossi Doria, Giorgio Braccialarghe e Vittorio Foa[8]. Il movimento adottò come programma il Manifesto di Ventotene.
A metà settembre, essendosi rifugiato in Svizzera, per sfuggire all'occupazione tedesca, Spinelli, insieme a Rossi e alla Hirschmann, tentò di contattare altri democratici europei di convinzione federalista. In autunno, anche l'esule Luigi Einaudi si aggiunse al gruppo[8]. Il Manifesto, ciclostilato e tradotto in diverse lingue, riuscì a circolare clandestinamente anche fra la resistenza italiana.
Nella primavera del 1944, a Ginevra, Spinelli e Rossi tennero alcuni incontri con i rappresentanti dei movimenti di Resistenza di otto Paesi. Spinelli preparò loro un testo di "Dichiarazione federalista", che i resistenti votarono il 20 maggio 1944[8]. Subito dopo, Spinelli aderì al Partito d'Azione e, nel luglio del 1944 rientrò a Milano, per partecipare attivamente alla Resistenza. Fu subito cooptato nella segreteria del Partito d'Azione-Alta Italia, e diresse per qualche mese l'Italia Libera di Milano e Unità europea[8].
Nel mese di marzo 1945 ebbe luogo, a Parigi, la prima Conferenza federalista europea. Spinelli ne fu l'animatore e Ursula Hirschmann l'organizzatrice. Tra i partecipanti, gli scrittori Albert Camus e George Orwell e il filosofo Emmanuel Mounier[8]. Nel febbraio del 1946, insieme a Ferruccio Parri e Ugo La Malfa, Spinelli abbandona il Partito d'Azione per fondare il Movimento della democrazia repubblicana (poi Concentrazione Democratica Repubblicana)[9]. Tale esperienza fu però di breve durata e si concluse dopo pochi mesi.
Politico europeo
Spinelli ebbe un ruolo rilevante nella nascita e nella definizione in chiave moderna del concetto di Europa. La sua speranza che, finita la guerra, si sarebbe potuta costruire una federazione europea poggiava sul presupposto che le potenze vincitrici si sarebbero ritirate dall'Europa; tuttavia l'instaurarsi di un clima di guerra fredda tra le superpotenze americana e sovietica e la creazione di un duplice protettorato vanificarono una tale prospettiva.
Nel 1947, Spinelli tornò alla carica con la battaglia federalista[10] (alla quale partecipò anche Giuseppe Motta), vedendo nel Piano Marshall la prima forma di integrazione europea. Una stagione particolarmente favorevole gli si aprì inoltre a partire dal 1950 in occasione dell'elaborazione del trattato CED (Comunità Europea di Difesa).
Nel 1954 propose un mandato costituente per l'Assemblea comune della CED, che fu bloccato per l'opposizione della Francia. L'accantonamento della CED gettò Spinelli nello sconforto. Egli si stava accorgendo che, soprattutto dopo la morte di Stalin, la questione europea si stava via via eclissando. Si rivolse allora a Jean Monnet per proporgli di diventare l'animatore di un partito europeo che tendesse alla creazione di una federazione europea, ma senza esito.
Ulteriore tentativo venne fatto quando si propose di trasformare la CECA in una comunità federale per mezzo di un'evoluzione dei suoi organi e un allargamento delle competenze. Fallita anche tale prospettiva, si dedicò alla campagna in favore di un Congresso del popolo europeo e alla stesura del secondo manifesto federalista. L'idea era di cercare di convocare una serie di assemblee locali, ciascuna delle quali doveva eleggere persone che sarebbero andate a costituire un organismo che prefigurava un Parlamento federale. Anche i risultati di tale iniziativa si rivelarono scarsi, tanto che lo stesso Spinelli l'abbandonò precocemente.
Nel suo discorso per il Congresso del popolo europeo, tenuto a Torino nel 1957, Spinelli mise in discussione e criticò la legittimità del concetto di stato-nazione. Nel 1965, su iniziativa di Altiero Spinelli, che ne fu il primo direttore, la Fondazione Adriano Olivetti, l'Associazione di cultura e politica il Mulino e il Centro studi "Nord e Sud" crearono l'Istituto affari internazionali (IAI), un ente privato senza fini di lucro, con lo scopo di contribuire alla conoscenza dei problemi internazionalistici, con un'attenzione particolare verso il processo di integrazione europea e l'area mediterranea[11].
Fu membro della Commissione europea ininterrottamente dal 1970 al 1976[12]. Il 1º luglio 1970, il Presidente della Commissione Europea, Franco Maria Malfatti, nominò Spinelli Commissario europeo per gli Affari Industriali, per la Ricerca generale e la Tecnologia, e per il Centro comune di ricerca[13]. Il 22 marzo 1972, fu confermato nel suo incarico all'interno della nuova Commissione guidata da Sicco Mansholt[14]. Il 6 gennaio 1973, fu nuovamente confermato Commissario europeo per la Politica Industriale e Tecnologica nella Commissione presieduta da François-Xavier Ortoli. Mantenne tale incarico sino al 1976.
Deputato alla Camera e al Parlamento europeo
Nel 1976, Spinelli si presentò alle elezioni politiche italiane per la Camera dei deputati, come indipendente di sinistra nelle liste del PCI e fu eletto deputato[15]. Si iscrisse al Gruppo Misto, di cui fu presidente per l'intera legislatura. Nello stesso periodo fu anche eletto componente della rappresentanza italiana al Parlamento europeo[16]. Fu confermato deputato nella legislatura successiva (1979-1983), nella quale fece parte della III Commissione Esteri e poi della VII Commissione Difesa[17].
Fu anche eletto nel 1979 come indipendente nella lista del PCI al primo Parlamento europeo a elezione diretta e, successivamente, fu rieletto nel 1984[18]. Ad ottobre del 1980, lanciò la rivista Crocodile – Lettre aux Membres du Parlement européen, nel cui primo editoriale espresse il progetto politico di costruzione di una comune volontà dell'Europa.[19]
Il 14 febbraio 1984 propose un progetto costituzionale per gli Stati Uniti d'Europa; il progetto di un Trattato per l'Unione Europea venne approvato dal Parlamento europeo, mentre i rappresentanti degli Stati membri nel Consiglio europeo bocciarono successivamente la proposta del movimento federalista di trasformare la comunità in una confederazione europea di Stati, mediante una drastica menomazione della loro sovranità nazionale.[19] Entrambe le decisioni influenzarono in maniera significativa il primo tentativo di profonda revisione dei trattati istitutivi della Cee e dell'Euratom, l'Atto unico europeo.
Spinelli fu membro del parlamento europeo per dieci anni[20] e rimase uno degli attori politici principali sulla scena europea[21] attraverso il Club del coccodrillo, da lui fondato nel 1981 e animato successivamente[22]. Nel 1985 intervenne al XXXI Congresso del Partito Radicale di Marco Pannella per esortare i radicali a promuovere a livello europeo le loro campagne portate avanti in Italia[23].
È morto in una clinica romana il 23 maggio 1986[24].
Riconoscimenti
- Premio Robert Schuman, 1973
- Nel 1993, una delle due ali dell'edificio che ospita il parlamento europeo a Bruxelles fu dedicata a Spinelli in omaggio alla sua vita spesa per la comunità europea.[25] L'altra ala dell'edificio è intitolata a Paul-Henri Spaak. La costruzione è comunemente conosciuta con la sigla ASP (Altiero SPinelli).
- È dedicata a Spinelli l'aula magna dell'Università degli Studi di Enna "Kore" e anche l'aula magna della Facoltà di Scienze politiche dell'Università degli Studi di Napoli Federico II.
- È intitolato a Spinelli anche il Gruppo Spinelli, creato nel 2010 per il rilancio dell'integrazione europea.
- È intitolata a Spinelli anche la Civica Scuola Interpreti e Traduttori "Altiero Spinelli", fondata nel 1980, che tra l'altro forma traduttori e interpreti per la Commissione europea.
- È intitolata a Spinelli la Scuola Internazionale Europea Statale, fondata a Torino nel 1996.
Opere su Spinelli
Televisione
- Un mondo nuovo (2014) film TV per la RAI di Alberto Negrin, con l'attore Vinicio Marchioni nel ruolo di Spinelli.
Teatro
- "Ventotene" (2016) spettacolo teatrale della compagnia ALIBI artisti liberi indipendenti di Tricase (LE), scritto da Walter Prete, regia di Gustavo D'Aversa.
Opere
- Per un'Europa libera e unita. Progetto d'un manifesto, con Ernesto Rossi, 1941. [prima stesura del manifesto di Ventotene, perduto]
- Il Manifesto del Movimento Federalista Europeo. Elementi di discussione, in "Quaderni del Movimento Federalista Europeo", n. 1, agosto 1943. [seconda stesura del manifesto di Ventotene]
- Tesi politiche federaliste, settembre 1943, ne "L'Unità europea", n. 3.
- Problemi della Federazione europea, con Ernesto Rossi, Roma, Edizioni del Movimento italiano per la Federazione europea, 1944. [terza stesura del manifesto di Ventotene]
- Considerazioni di un federalista sulla Germania, Firenze, La nuova Italia, 1948.
- Dagli stati sovrani agli Stati Uniti d'Europa, Firenze, La nuova Italia, 1950.
- Manifesto dei Federalisti Europei, Parma, Guanda, 1957.
- L'Europa non cade dal cielo, Bologna, Il mulino, 1960.
- Tedeschi al bivio, Roma, Opere Nuove, 1960.
- Repressione politica e opposizione clandestina. Il Tribunale speciale, in Trent'anni di storia politica italiana, 1915-1945, Torino, ERI, 1962.
- Che fare per l'Europa?, a cura di, Milano, Edizioni di Comunità, 1963.
- Rapporto sull'Europa, Milano, Edizioni di Comunità, 1965.
- Il lungo monologo, Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1968.
- L'avventura europea, Bologna, Il Mulino, 1972.
- PCI, che fare? Riflessioni su strategia e obiettivi della Sinistra, Torino, Einaudi, 1978.
- La mia battaglia per un'Europa diversa, Manduria, Lacaita, 1979.
- Verso l'unione europea, Firenze, Istituto Universitario Europeo, 1983.
- Come ho tentato di diventare saggio
- I, Io, Ulisse, Bologna, Il Mulino, 1984. ISBN 88-15-00490-4.
- II, La goccia e la roccia, Bologna, Il Mulino, 1987. ISBN 88-15-01413-6.
- Il progetto europeo, Bologna, Il Mulino, 1985. ISBN 88-15-00883-7.
- Discorsi al Parlamento europeo, 1976-1986, Bologna, Il Mulino, 1987. ISBN 88-15-01268-0.
- Battaglia per l'Unione. 1979-1986, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1988.
- Diario europeo
- I, 1948-1969, Bologna, Il Mulino, 1989. ISBN 88-15-01981-2.
- II, 1970-1976, Bologna, Il Mulino, 1992. ISBN 88-15-02694-0.
- III, 1976-1986, Bologna, Il Mulino, 1992. ISBN 88-15-02752-1.
- Una strategia per gli Stati uniti d'Europa, Bologna, Il Mulino, 1989. ISBN 88-15-02094-2.
- L'Europa tra Ovest e Est, Bologna, Il Mulino, 1990. ISBN 88-15-02674-6.
- La crisi degli stati nazionali. Germania, Italia, Francia, Bologna, Il Mulino, 1991. ISBN 88-15-02702-5.
- Il manifesto di Ventotene e altri scritti, Bologna, Il Mulino, 1991. ISBN 88-15-03307-6.
- Machiavelli nel secolo XX. Scritti del confino e della clandestinità, 1941-1944, Bologna, Il Mulino, 1993. ISBN 88-15-04297-0.
- La rivoluzione federalista. Scritti 1944-1947, Bologna, Il Mulino, 1996. ISBN 88-15-05246-1.
- Europa terza forza. Politica estera e difesa comune negli anni della guerra fredda. Scritti 1947-1954, Bologna, Il Mulino, 2000. ISBN 88-15-07279-9.
- Carteggio. 1961-1971, con Pietro Nenni, Roma, Editori Riuniti, 2007. ISBN 978-88-359-6016-4.
- "Empirico" e "Pantagruel". Per un'Europa diversa. Carteggio 1943-1945, con Ernesto Rossi, Milano, Angeli, 2012. ISBN 978-88-568-4869-4.
Note
- ^ Altiero Spinelli,Come ho tentato di diventare saggio, Il Mulino, 1999, pp.52-54
- ^ Altiero Spinelli, cit.,pp.54-57
- ^ Eurostudium - Un ordine del giorno degli anni Trenta., su eurostudium.uniroma1.it. URL consultato il 15 gennaio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2009).
- ^ Commissione di Roma, ordinanza del 17.2.1937 contro Altiero Spinelli ("Scontata la pena carceraria inflittagli dal TS viene confinato"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1401
- ^ Commissione di Littoria, ordinanza del 13.3.1942 contro Altiero Spinelli ("Al termine della pena precedente, riassegnato per la cattiva condotta politica"). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. IV, p. 1305
- ^ PassatoFuturo.com - Altiero Spinelli[collegamento interrotto]
- ^ Teoria e Storia del Diritto Privato
- ^ a b c d e Intervista di Sonia Schmidt ad Altiero Spinelli, su portale.democraticinelmondo.eu, Democratici Nel Mondo, 1982. URL consultato il 21 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Luca Polese Remaggi, Alla ricerca del partito della democrazia. Storia della Concentrazione democratica repubblicana, in Dimensioni e problemi della ricerca storica, vol. 2, n. 38, Roma, Sapienza - Università di Roma, 2006. URL consultato il 14 febbraio 2015 (archiviato il 14 febbraio 2015).
- ^ Federal roots. Ernest Wistrich. The Times (London, England), Wednesday, July 10, 1991; pg. 15; Issue 64068.
- ^ European University Institute, su archives.eui.eu. URL consultato il 14 febbraio 2015.
- ^ Aldo Moro chiese a Francesco De Martino la designazione di un esperto di area socialista e De Martino esaminò una terna nella quale era inserito anche il nome di Spinelli: 2 "C - Incarichi PSI. Collaboratori De Martino; Rich. collaborazione" (30 aprile 1969 - 4 agosto 1970), Archivio storico del Senato della Repubblica (ASSR), Francesco De Martino, 1.1.3.39.2.
- ^ Prima riunione della Commissione Malfatti, su Commissione Europea - Servizi audiovisivi. URL consultato il 14 febbraio 2015 (archiviato il 14 febbraio 2015).
- ^ Prima riunione della Commissione Mansholt, su Commissione Europea - Servizi audiovisivi. URL consultato il 14 febbraio 2015 (archiviato il 14 febbraio 2015).
- ^ If .. The Economist (London, England), Saturday, May 22, 1976; pg. 64; Issue 6926.
- ^ Scheda della VII legislatura, su legislature.camera.it.
- ^ parlamentari Scheda della VIII legislatura, su legislature.camera.it.
- ^ Scheda del Parlamento europeo
- ^ a b (EN) Spinelli, A., Le Parlement Européen à la Croisée des Chemins (PDF), in Barbara Spinelli e Virgilio Dastoli (a cura di), Phenomenology and Mind, vol. 8, Firenze University Press, 22 dicembre 2015 (ristampa), DOI:10.13128/Phe_Mi-17761, ISSN 2280-7853 , OCLC 7854833497. URL consultato il 1º dicembre 2019 (archiviato il 1º dicembre 2019). Ospitato su archive.is.
- ^ Pitfalls on path to European union. ALTIERO SPINELLI and J. LEECH. The Times (London, England), Wednesday, Oct 31, 1984; pg. 13; Issue 61974.
- ^ Altiero Spinelli: Seer of Grander Europe. James Buxton. The Financial Times (London, England), Saturday, May 24, 1986; pg. 3; Edition 29,937.
- ^ MEPs Back Europe Blueprint. The Financial Times (London, England), Thursday, September 15, 1983; pg. 2; Edition 29,120.
- ^ Canale YouTube di RadioRadicale.it - Il testamento di Altiero Spinelli ai Radicali
- ^ Signor Altiero Spinelli. The Times (London, England), Saturday, May 24, 1986; pg. 15; Issue 62465.
- ^ The European Parliament’s Altiero Spinelli Building (Brussels), su cvce.eu, CVCE. URL consultato il 29 novembre 2014.
- ^ Annuario1985-2003 dell'Università di Pavia [collegamento interrotto], su www-4.unipv.it. URL consultato l'11 gennaio 2014.
Bibliografia
- Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, Il manifesto di Ventotene, prefazione di Eugenio Colorni, Milano, Arnoldo Mondadori, 2006, ISBN 88-04-55792-3
- Altiero Spinelli, Come ho tentato di diventare saggio, Il Mulino, 1999, ISBN 88-15-11094-1
- Piero S. Graglia, Altiero Spinelli, Bologna, Il Mulino, 2008, pp. 635, ISBN 978-88-15-12162-2
- Andrew Glencross & Alexander Trechsel (eds.), "EU Federalism and Constitutionalism. The legacy of Altiero Spinelli", Lexington Books, 2010
- Umberto Morelli (a cura di), Altiero Spinelli: il pensiero e l’azione per la federazione europea, Milano, Giuffrè, 2010
Voci correlate
- Manifesto di Ventotene
- Antifascismo
- Istituto Affari Internazionali
- Barbara Spinelli
- Movimento Federalista Europeo
- Padri fondatori dell'Unione europea
- Eugenio Colorni
- Ursula Hirschmann
Altri progetti
- Wikisource contiene una pagina dedicata a Altiero Spinelli
- Wikiquote contiene citazioni di o su Altiero Spinelli
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Altiero Spinelli
Collegamenti esterni
- Spinèlli, Altiero, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Giovanni Gay, SPINELLI, Altiero, in Enciclopedia Italiana, V Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995.
- Spinelli, Altiero, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Altiero Spinelli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Francesco Gui, SPINELLI, Altiero, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 93, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2018.
- Altiero Spinelli, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Altiero Spinelli, in Donne e Uomini della Resistenza, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
- (EN) Opere di Altiero Spinelli, su Open Library, Internet Archive.
- Altiero Spinelli, su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
- Altiero Spinelli, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Registrazioni di Altiero Spinelli, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- (NL) Altiero Spinelli, su parlement.com, Parlement & Politiek.
- Registrazioni audiovisive di Altiero Spinelli, su Rai Teche, Rai.
- Biografia
- Sito del Comitato Spinelli per le celebrazioni del centenario della nascita 1907-2007, su altierospinelli.it.
- La militanza antifascista di Spinelli sul sito del Movimento Federalista Europeo
- Breve biografia e citazioni, su altierospinelli.scuole.piemonte.it (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2009).
- Spinelli, ispiratore dell'unità europea, su europafacile.net (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).
- Personaggio europeo, su obiettivoeuropa.it (archiviato dall'url originale il 18 giugno 2011).
- www.altierospinelli.org, su altierospinelli.org.
- Commemorazione di Altiero Spinelli a Ventotene, 21 maggio 2006
- Documenti
- Il fondo privato di A. Spinelli è conservato presso gli Archivi Storici dell'Unione Europea a Firenze
- Il manifesto di Ventotene, su altierospinelli.org.
- Audiovisivi
- Elezioni politiche ed europee: apertura della campagna elettorale del Pci con Altiero Spinelli, Roma, 29 aprile 1979
- Intervista ad Altiero Spinelli a Teleroma 56, 28 gennaio 1985
- Altiero Spinelli al convegno "L'Europa di fronte alle sfide dell'avvenire", Roma, 9 febbraio 1985
- Convegni
- Il Manifesto di Ventotene. Radici filosofiche e fondamenti culturali, organizzato dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Centenario della Nascita di Altiero Spinelli, Roma, 4 dicembre 2007
- «L'Europa politica: problemi e prospettive». Presentazione del libro «Altiero Spinelli e l'Europa», del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Napoli, 5 novembre 2007
- L'attualità di Altiero Spinelli nell'Europa di oggi. Nel centenario della nascita, organizzato dalla Fondazione europea Dragan, Roma, 30 gennaio 2007.
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