Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
Università degli Studi di Napoli "Parthenope" | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Napoli |
Dati generali | |
Motto | ab imis fundamentis |
Fondazione | 1920 |
Tipo | Statale |
Scuole |
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Dipartimenti |
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Rettore | Antonio Garofalo |
Studenti | 11 007 (2020)[1] |
Dipendenti | 710 (2020)[2] |
Sport | CUS Napoli |
Mappa di localizzazione | |
Sito web e Sito web | |
L'Università degli Studi di Napoli "Parthenope" (in acronimo UniParthenope) è un'università statale italiana fondata nel 1920 come Regio istituto superiore navale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La nascita dell'Università degli studi di Napoli "Parthenope" risale al 1920, anno in cui l'ex ministro della marina Pasquale Leonardi Cattolica si fece promotore della richiesta, avanzata al governo da parte del Reale istituto d'incoraggiamento di Napoli, di istituire a Napoli un centro superiore di cultura per lo studio del mare «in quanto è, in quanto produce ed in quanto mezzo di scambio[3]» in grado di stimolare una «consapevole valorizzazione dei problemi economici relativi al mare[4]», di cui fu primo commissario e che fu a lui intitolato.
Regio Istituto superiore navale
[modifica | modifica wikitesto]Il R.D. n. 1157 del 30 maggio 1920 istituì il Regio istituto superiore navale (allora distinto in due sezioni: magistero e armamento), che tra il 1930 (R.D. n. 1176) e il 1931 (R.D. n. 1227) fu trasformato in istituto universitario a ordinamento speciale, con le facoltà di scienze nautiche e di economia marittima. Il primo statuto venne approvato con il R.D. n. 1570/1933.
Istituto universitario navale
[modifica | modifica wikitesto]Tra il 1939 e il 1940 l'istituto viene denominato Istituto universitario navale.
Nel 1987 in seguito ad un ampliamento dimensionale e dell'offerta formativa, la facoltà di economia marittima diviene – conservando la propria vocazione marittima – facoltà di economia dei trasporti e del commercio internazionale; nel 1990 cambia nuovamente denominazione in facoltà di economia e commercio, aprendo quattro corsi di laurea, tre scuole dirette a fini speciali e due scuole di specializzazione. La crescita del numero degli studenti e l'espansione dell'organico richiedono nuovi spazi, per cui alla storica sede di via Acton vengono aggiunti un immobile in via Medina, la chiesa di san Giorgio dei Genovesi (concessa in comodato dalla curia di Napoli), villa Doria d'Angri e un importante complesso del centro direzionale di Napoli.
Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1999-2000 l'espansione continua mediante l'istituzione di tre nuove facoltà: giurisprudenza, ingegneria e scienze motorie (per trasformazione dell'ISEF di Napoli). La facoltà di economia e commercio, diviene facoltà di economia. Nel 2001 cambia nome e diventa Università degli Studi "Parthenope" di Napoli, con la dotazione di cinque facoltà[5].
Nel ventennio intercorso tra il 1985 e il 2006 l'università conobbe un forte incremento di iscrizioni, e conformemente al numero di facoltà attivate, ne fu riconosciuto lo status di Universitas Studiorum[6]. L'ateneo fu il primo in Italia ad aver attivato un corso di laurea in scienze nautiche[senza fonte].
Con il cambio di nome[5] da Istituto universitario navale in Università degli studi di Napoli "Parthenope", il rettore decreta anche il nuovo logo-sigillo dell'ente, ideato da Renato Delehaye, scelto tramite un pubblico concorso nel maggio 2002.
Nell'ottobre del 2010 viene inaugurata la nuova sede dell'Ateneo presso palazzo Pacanowski a Napoli, in via Generale Parisi nelle adiacenze della Scuola militare Nunziatella.
Denominazione
[modifica | modifica wikitesto]- 1920-1939: Regio istituto superiore navale
- 1939-2001: Istituto universitario navale
- Dal 2001: Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Sede centrale
[modifica | modifica wikitesto]La sede principale dell'Ateneo è nell'antico complesso del XVI secolo delle Officine della Real Fonderia a ridosso degli antemurali del Castel Nuovo. L'approvazione, nel gennaio del 1885, della legge di risanamento della città di Napoli consentì di spostare gli stabilimenti militari in siti maggiormente idonei ai nuovi requisiti produttivi per cui la fonderia e l'arsenale di artiglieria vennero costruiti ex novo nell'area del rione Arenaccia. In tal modo l'edificio demaniale si rese disponibile. Nel 1949 venne concesso in uso all'Ateneo.
La sede centrale dell'Università degli Studi di Napoli "Parthenope" è collocata in Napoli alla via Ammiraglio Ferdinando Acton e consiste in un nucleo storico, la cosiddetta "palazzina spagnola", risalente al XVI secolo e in un fabbricato più moderno realizzato alla fine degli anni sessanta.
Sede di palazzo Pacanowski
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo Pacanowski (ex palazzo Telecom) è stato realizzato su progetto dell'architetto Davide Pacanowski. La forma ad U, che avvolge una corte aperta verso il mare, le caratteristiche tecnologiche e la sistemazione dei giardini con alberi ad alto fusto, inducono a classificare l'edificio quale espressione tipica dell'architettura italiana degli anni 1950.
La sede ospita i seguenti dipartimenti:
- Giurisprudenza
- Studi aziendali ed economici
- Studi aziendali e quantitativi
- Studi economici e giuridici
Sede del centro direzionale
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso è sito nel centro direzionale di Napoli isola C4 ed ospita i seguenti dipartimenti:
- Ingegneria
- Scienze e tecnologie
Sede di via Medina
[modifica | modifica wikitesto]La sede, posta in un fabbricato dei primi anni cinquanta, ospita il Dipartimento di scienze motorie e del benessere.
Sede villa Doria d'Angri
[modifica | modifica wikitesto]La sede fu acquisita grazie al cofinanziamento del MURST ed è disposta su un parco di oltre 18.000 m²; consta di un complesso, ex sede dell'Istituto Santa Dorotea, e di villa Doria d'Angri costruita su commissione del principe Marcantonio Doria. Il complesso ospita il centro d'Ateneo per l'erogazione dei servizi linguistici.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Open Data Miur, su dati.ustat.miur.it. URL consultato il 24 gennaio 2022.
- ^ Sito statistiche MIUR [1]
- ^ Silvana Musella, Leonardi Cattolica, Pasquale, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 64, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2005. URL consultato il 18 febbraio 2020.
- ^ piani-performance, su performance.gov.it.
- ^ a b L'Istituto universitario navale di Napoli cambia nome, su cnr.it, 4 aprile 2001. URL consultato l'11 aprile 2019.
- ^ Modificazioni allo statuto., su gazzettaufficiale.it, 19 aprile 2001. URL consultato il 23 marzo 2022.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Università degli Studi di Napoli "Parthenope"
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN) Sito ufficiale, su uniparthenope.it.
- Sito ufficiale, su orienta.uniparthenope.it.
- Eventi organizzati da Università degli Studi di Napoli Parthenope / Università Parthenope di Napoli, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Cenni storici dell'Università degli Studi di Napoli Parthenope, su uniparthenope.it. URL consultato il 24 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2018).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 150488498 · ISNI (EN) 0000 0001 0111 3566 · LCCN (EN) no2006047282 · GND (DE) 6041900-3 · BNF (FR) cb15006130h (data) |
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