Università degli Studi di Camerino | |
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Palazzo Ducale sede dell'Università. | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Camerino |
Altre sedi | Ascoli Piceno, Matelica, San Benedetto del Tronto |
Dati generali | |
Nome latino | Universitas Camerinensis |
Fondazione | 1336 |
Tipo | Statale |
Rettore | Graziano Leoni |
Dir. generale | Andrea Braschi |
Studenti | 5,716 (2021)[1] |
Dipendenti | 620 |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
L'Università degli Studi di Camerino (acronimo Unicam) è una università statale italiana che ha sede nella città di Camerino, fondata nel 1336.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La data tradizionale della fondazione dell'Università di Camerino risale al 1336 quando papa Benedetto XII tramite il nunzio apostolico Bertrando di Deux concesse «la facoltà di nominare capitani delle arti, consiglieri, notai di curia e delle riformanze» ma già dal XIII secolo erano attive a Camerino varie scuole superiori. In una di queste insegnava lo studioso Cino da Pistoia e nel 1321 il Comune di Siena lo invitò a spostarsi nell'università senese.[2] L'istituzione a quell'epoca faceva capo al Comune di Camerino, in cui però i Da Varano diventarono presto i signori. Fu Gentile III da Varano a sollecitare papa Gregorio XI ad emanare la bolla formalmente ancora indirizzata al Comune e al Popolo con cui con autorità apostolica[3] autorizzava a nominare baccellieri e dottori.
Nel 1727 papa Benedetto XIII con la bolla "Liberalium disciplinarum" riformò la Universitas Studii Generalis. Le facoltà erano quelle tradizionali (teologia, giurisprudenza, medicina e matematica). L'Università di Camerino riuscì a ottenere, oltre il riconoscimento papale, anche quello imperiale: nel 1753, l'imperatore Francesco I di Lorena promulgò un diploma che estendeva la validità delle lauree camerti entro i confini del Sacro Romano Impero, concedendo contestualmente al rettore il titolo e carica di conte palatino, che tutt’oggi appare sui diplomi di laurea.
In epoca napoleonica ci fu il rischio di una chiusura definitiva, ma con la Restaurazione i papi tornarono ad occuparsi di Camerino. Un rescritto del 30 settembre 1816 di papa Pio VII ne autorizzò la riapertura provvisoria, mentre fu nel 1824 il papa Leone XII con la bolla "Quod Divina sapientia" a dare stabilità all'ateneo. Fu in quell'epoca che nella Facoltà di Medicina e Chirurgia nacque un corso specifico di farmacia, tra i più antichi d'Italia.
Nel 1861, con l'Unità d'Italia fu trovata la soluzione di lasciarla come Università libera.[4][5] Periodicamente ci furono iniziative per contenere il numero delle università o quello di porre limitazioni a favore delle università primarie[6], ma lo studio camerte rimase come Università libera[7]. Nel 1958 l'Università di Camerino divenne una Università statale.
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]L'ateneo si articola in cinque scuole nell'ambito della didattica e della ricerca[2][8]:
- Scuola di architettura e design ‒ Ascoli Piceno
- Scuola di bioscienze e medicina veterinaria ‒ Camerino, Matelica, San Benedetto del Tronto
- Scuola di giurisprudenza ‒ Camerino
- Scuola di scienze del farmaco e dei prodotti della salute ‒ Camerino
- Scuola di scienze e tecnologie ‒ Camerino, Ascoli Piceno
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ [1]
- ^ a b UniPd, pp. 58,60.
- ^ Gli studi generali dovevano provenire da una autorità universale quindi o dal Papa o dall'Imperatore come avvenne per Napoli
- ^ All'epoca erano 4: Ferrara, Perugia, Urbino e Camerino, tutte di origine pontificia Pietro Maestri L'Italia economica nel 1868
- ^ Le condizioni della pubblica istruzione nel regno d'Italia
- ^ Vedi le iniziative del ministro dell'istruzione Luigi Cremona
- ^ Per molti anni le università libere in Italia furono quattro: la Bocconi e la Cattolica di Milano, Urbino e Camerino nelle Marche
- ^ Bilancio unico consuntivo anno 2018 (PDF), su unicam.it, 28 maggio 2019. URL consultato il 13 novembre 2019.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- D. Aringoli, L'università di Camerino, Milano, Giuffrè Editore, 1951.
- Enzo Ballatori, Lina Brunelli e Odoardo Bussini, Le piccole Università: il caso di Camerino, Napoli, Jovene, 1980, OCLC 8113564.
- Franco Pedrotti, L'Arboreto dell'Università di Camerino, Camerino, Università di Camerino, 1992, OCLC 797734192.
- P.L. Falaschi, L'università di Camerino, in Gian Paolo Brizzi e Jacques Verger (a cura di), Le università minori in Europa (secoli XIV-XV), Convegno Internazionale di Studi (Alghero, 30 ottobre-2 novembre 1996, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 1998, pp. 129-151.
- P.L. Falaschi, 'Studium generale vigeat'. Alle origini dell'Università di Camerino, Per la storia dell'Università di Camerino. Studi e testi, Camerino, 2000.
- Emanuela Di Stefano, Maestri e allievi nel medioevo: alle origini dell'Università di Camerino, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2022, ISBN 978-88-495-4979-9.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Università degli Studi di Camerino
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN, ES, RU, RO, ZH, SQ, AR) Sito ufficiale, su unicam.it.
- Eventi organizzati da Università degli Studi di Camerino, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
- Storia dell'Ateneo, su unicam.it. URL consultato il 25-09-2008 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2008).
- Materiali preparatori per il 1º Rapporto sugli archivi storici delle università italiane (PDF), su unipd.it, Università degli Studi di Padova, aprile 2001. URL consultato il 3 luglio 2019.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 144237789 · ISNI (EN) 0000 0000 9745 6549 · BAV 494/13107 · LCCN (EN) n79128098 · GND (DE) 9480-8 · BNF (FR) cb12276990z (data) · J9U (EN, HE) 987007269483905171 |
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