Università degli Studi di Trieste | |
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L'edificio centrale dell'Università di Trieste (1938) | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Città | Trieste |
Altre sedi | Gorizia, Pordenone, Portogruaro |
Dati generali | |
Nome latino | Universitas Studiorum Tergestum |
Soprannome | UniTS |
Fondazione | 1924 |
Tipo | Statale |
Dipartimenti | 10 |
Rettore | Roberto Di Lenarda |
Dir. generale | Luciana Rozzini |
Studenti | 15 759 (2019/20[1]) |
Dipendenti | 1 000 |
Affiliazioni | CRUI, EUA, Santander Network, Conferenza dei Rettori delle Università di Alpe-Adria, CEI University Network, Inter-University Centre Dubrovnik, UNIMED, Conferenza dei Rettori delle Università del Danubio |
Sport | CUS Trieste |
Mappa di localizzazione | |
Sito web | |
L'Università degli Studi di Trieste è un'università statale italiana fondata nel 1924 come Regia Università degli Studi Economici e Commerciali. Prima ancora esisteva la Scuola Superiore di Commercio - Fondazione Revoltella, istituita nel 1877 in conformità alle volontà testamentarie del barone Pasquale Revoltella.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'aspirazione a fare di Trieste sede universitaria, negli anni antecedenti alla prima guerra mondiale, fu al centro di acute tensioni fra la componente italiana della città e le autorità austriache, che rifiutarono ripetutamente di darvi seguito. Dopo l'annessione di Trieste all'Italia, la Scuola Superiore venne parificata, nel 1919, agli altri istituti superiori di commercio esistenti per divenire quindi Università, con regio decreto dell'8 agosto 1924, n. 1338. Nel 1938, con l'istituzione della facoltà di giurisprudenza, andata ad affiancare quella di Economia e Commercio, l'Ateneo assurge a Studium Generale, assumendo la denominazione di Regia Università degli Studi. Nello stesso anno, dopo la solenne posa della prima pietra, avvenuta il 19 settembre 1938 alla presenza del capo del governo, Benito Mussolini, inizia la costruzione della sede centrale dell'Ateneo in posizione dominante sul colle di Scoglietto, realizzata dalla impresa di costruzioni Ulisse Igliori di Roma, su progetto degli architetti Raffaello Fagnoni[2] e Umberto Nordio[3].
Gli eventi bellici e le vicende del dopoguerra, con l'incerto destino della città, rallentarono, pur senza comprometterlo del tutto, lo sviluppo dell'Ateneo.
La facoltà di ingegneria, istituita con legge 8 agosto 1942, n. 1135, limitatamente alla sezione navale, poté essere organizzata su più corsi di laurea solo nell'immediato dopoguerra; nello stesso periodo, un ordine del 22 luglio 1946 del Governo Militare Alleato, che allora amministrava la città, istituiva la facoltà di scienze matematiche, Fisiche e Naturali, mentre un precedente provvedimento, di data 8 novembre 1945, aveva formalizzato la nascita della facoltà di lettere e filosofia, già deliberata nel settembre 1943, con autonoma determinazione del corpo accademico. Sempre sotto l'amministrazione militare anglo-americana, il 3 novembre 1950, veniva portato a termine, e inaugurato dal ministro Gonnella, l'edificio centrale di colle Scoglietto, ove si insediavano le facoltà di giurisprudenza, economia e scienze matematiche, fisiche e naturali.[4]
Il ritorno a Trieste dell'amministrazione italiana, celebrato dall'Università con il conferimento della laurea honoris causa in Economia e Commercio al Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, il 4 novembre 1954, consentì l'avvio e la realizzazione di nuove consistenti opere edilizie attorno al corpo centrale dell'Università e l'istituzione di nuove facoltà (farmacia, magistero, medicina e chirurgia, e più tardi scienze politiche).
Ulteriore ampliamento derivò all'Ateneo dal d.P.R. 6 marzo 1978, n. 102, che parificava alle altre facoltà la Scuola superiore di lingue moderne per interpreti e traduttori. Da ultimo, infine, venivano istituite le facoltà di psicologia, nel 1997, e di architettura, nel novembre 1998.
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]L'Università degli Studi di Trieste è organizzata nei seguenti dieci dipartimenti:
- Clinico di scienze mediche, chirurgiche e della salute
- Fisica
- Ingegneria e architettura
- Matematica, informatica e geoscienze
- Scienze chimiche e farmaceutiche
- Scienze economiche, aziendali, matematiche e statistiche
- Scienze giuridiche, del linguaggio, dell'interpretazione e della traduzione
- Scienze politiche e sociali
- Scienze della vita
- Studi umanistici
Sistema bibliotecario
[modifica | modifica wikitesto]Il Sistema bibliotecario di ateneo gestisce il polo locale del Servizio bibliotecario nazionale ed è composto da oltre 1.700.000 volumi e 14.000 tra periodici cartacei ed elettronici.
Casa editrice
[modifica | modifica wikitesto]EUT Edizioni Università di Trieste è la casa editrice di Ateneo nata nel novembre 2005.[5][6]
Sistema museale
[modifica | modifica wikitesto]Il sistema museale dell'Ateneo di Trieste (SmaTs) è una rete in costruzione intorno a un nucleo costituito da alcuni siti museali: il museo di mineralogia e petrografia, il museo biologico e orto botanico (con annessa serra del caffè) e il Fondo librario "Marcello Finzi" del Dipartimento di scienze giuridiche, del linguaggio, dell'interpretazione e traduzione. Nel caso dei quadri, una quarantina di opere – anche di artisti quali Marcello Mascherini, Giuseppe Santomaso, Afro Basaldella, Nino Perizi, Ottone Rosai, Leonor Fini – fu acquisita a seguito dell'Esposizione nazionale di pittura italiana contemporanea, promossa nel 1953 dall'Ateneo, in collaborazione con la Soprintendenza. Dal 2010, a seguito di vincolo collezionistico apposto dal Ministero per i beni e le attività culturali, la collezione ha trovato definitiva, unitaria collocazione nelle sale del Rettorato.
L'opera simbolo dell'Università, la Minerva di Mascherini, viene presentata alla Quadriennale di Roma del 1954 e direttamente acquistata per l'Università. Una seconda grande opera dello scultore è L'Anello degli Argonauti (1949), dal diametro di 12 m, simbolo della rinascita di una storica tradizione imprenditoriale triestina rappresentata dalla cantieristica e della città stessa, e visibile tutt'oggi sospeso nell'Aula Magna[7].
Associazioni studentesche
[modifica | modifica wikitesto]L'Università di Trieste partecipa ad associazioni quali ESN (Erasmus Student Network), AEGEE (Association des Etats Généraux des Etudiants de l'Europe / European Students' Forum), AIESEC (Association Internationale des Etudiants en Sciences Economiques et Commerciales), EESTEC (Electrical Engineering Students' European assoCiation) ed ELSA (European Law Students' Association). Dal 2008, è attiva anche l'associazione senza fini di lucro RadioInCorso, che gestisce l'omonima web-radio degli studenti dell'università. Inizialmente, si sviluppa come laboratorio multimediale, successivamente diventa testata giornalistica e inizia a trasmettere ventiquattro ore al giorno. Dal dicembre 2013 è attiva la sede locale dell'Associazione italiana studenti di odontoiatria con sede presso l'ospedale Maggiore di Trieste.
Rettori
[modifica | modifica wikitesto]- 1924-1926: Alberto Asquini
- 1926-1930: Giulio Morpurgo
- 1930-1939: Manlio Udina
- 1940-1942: Giannino Ferrari dalle Spade
- 1942-1944: Mario Enrico Viora
- 1944-1945: Giorgio Roletto
- 1945-1946: Salvatore Satta
- 1946-1952: Angelo Ermanno Cammarata
- 1952-1958: Rodolfo Ambrosino
- 1958-1972: Agostino Origone
- 1972-1981: Giampaolo de Ferra
- 1981-1990: Paolo Fusaroli
- 1990-1997: Giacomo Borruso
- 1997-2003: Lucio Delcaro
- 2003-2006: Domenico Romeo
- 2006-2013: Francesco Peroni
- 2013-2013: Sergio Paoletti
- 2013-2019: Maurizio Fermeglia
- dal 2019: Roberto Di Lenarda
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Anagrafe Nazionale Studenti, su anagrafe.miur.it, MIUR.
- ^ Raffaello Fagnoni: Biografia-Regesto Opere-Scritti Vari., in: Sito web di "Fagnoni & Associati".
- ^ Umberto Nordio, in Copia archiviata, Sistema archivistico nazionale, Ministero dei Beni Culturali. URL consultato il 24 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 agosto 2017).
- ^ Diana Barillaria: The University of Trieste during the period of the Allied Military Government from Fascism to Democracy., Sezione 4, capitolo 23 in: "The Routledge Companion to Italian Fascist Architecture", Routledge London/New York, 2020, pagine 290 - 303.
- ^ EUT Edizioni Università di Trieste, su universitypressitaliane.it. URL consultato il 3 febbraio 2019.
- ^ Chi siamo, su eut.units.it. URL consultato il 3 febbraio 2019.
- ^ Massimo De Grassi, “Ricorda e Splendi”. Catalogo delle opere d’arte dell’Università degli Studi di Trieste (PDF), Trieste, EUT Edizioni Università di Trieste, 2014, p. 146.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA VV, L'Università di Trieste: settant'anni di storia, 1924-1994, Trieste, Editoriale Libraria, 1997.
- AA VV, Università di Trieste. Bilancio sociale 2008, Trieste, Eut Edizioni Università di Trieste, 2008.
- AA VV, Università di Trieste. University of Trieste, Trieste, Eut Edizioni Università di Trieste, 2010.
- Hautecloque Bernard, "Aspetti e episodi della questione universitaria italiana negli ultimi anni dell'Impero asburgico" pp.83-112 in Scipio Slataper, il suo tempo, la sua città Istituto giuliano di Storia e Cultura, 2013.
- Peroni, F., Università degli Studi di Trieste, in AA VV, Trieste. Dall'emporio al futuro, Trieste, La Mongolfiera, 2009.
- Satta, S., L'Università di Trieste nella luce delle libertà democratiche (1945), ora in Id., Soliloqui e colloqui di un giurista, Padova, Cedam, 1969.
- Vinci, A.M., Storia dell'Università di Trieste. Mito, progetti, realtà, Trieste, Lint, 1997.
- Viora, E. M., L'Università di Trieste. Cenni storici, Trieste, Istituto di Storia Medievale e Moderna, 1958.
- Zanni, N. (a cura di), Università di Trieste. Guida rapida alla pinacoteca, Trieste, Eut Edizioni Università di Trieste, 2010.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Università di Trieste
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (IT, EN) Sito ufficiale, su units.it.
- Eventi organizzati da Università degli Studi di Trieste, su RadioRadicale.it, Radio Radicale.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 145362602 · ISNI (EN) 0000 0001 1941 4308 · BAV 494/16133 · LCCN (EN) n79032993 · GND (DE) 1011913-9 · BNE (ES) XX129326 (data) · BNF (FR) cb11867964b (data) · J9U (EN, HE) 987007269478005171 |
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