de Havilland DH.18

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de Havilland DH.18
DH.18
Descrizione
TipoAereo di linea
Equipaggio1
ProgettistaGeoffrey de Havilland
Costruttorede Havilland Aircraft Company
Data primo volo1920
Data entrata in servizio1920
Data ritiro dal servizio1923
Utilizzatore principaleRegno Unito (bandiera)
Aircraft Transport and Travel
Daimler Hire Ltd
Instone Air Line
Esemplari6
Sviluppato dal1919-1921
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza11,89 m (39 ft)
Apertura alare15,62 m (51 ft 3 in)
Altezza3,96 m (13 ft)
Superficie alare57,70 (621ft²)
Carico alare51,2 kg/m² (10,5 lb/ft)
Peso a vuoto1 833 kg (4 040 lb)
Peso carico2 956 kg (6 515 lb)
Passeggeri8
Propulsione
Motore1 Napier Lion 12 cilindri, raffreddato ad acqua.
Potenza450 hp (336 kW)
Prestazioni
Velocità max201 km/h (125 mph)
Velocità di crociera161 km/h (100 mph)
Velocità di salita3,4 m/s (11 ft/s)
Raggio di azione644 km (400 mi)

British Civil Aircraft since 1919, Volume 2

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Il de Havilland DH.18 fu un biplano inglese studiato per il trasporto passeggeri realizzato negli anni venti.

Design e sviluppo

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Il DH.18, a differenza di altri aerei del periodo destinati a scopo civile, fu il primo velivolo realizzato dalla de Havilland espressamente per scopi commerciali; fu pensato come un biplano a singolo motore, un Napier Lion 12 cilindri, realizzato in legno, con il pilota posto in una cabina aperta dietro le ali[1] e i passeggeri ospitati in una cabina di compensato chiusa. Il primo prototipo volò agli inizi del 1920[2].

Il primo DH.18 fu consegnato alla compagnia aerea Aircraft Transport and Travel per essere utilizzato sulla rotta Croydon-Parigi, ma il velivolo andò distrutto durante un atterraggio di fortuna poco dopo la partenza da Croydon il 16 agosto 1920[3]. Altri due esemplari di DH.18, sempre da consegnare alla Aircraft Transport and Travel, erano in costruzione quando l'Airco fallì e fu rilevata dalla BSA, la quale non ebbe più interesse nello sviluppo e produzione di aerei. Geoffrey de Havilland fondò di conseguenza la de Havilland Aircraft Company che completò i due aerei rimasti fermi in cantiere, montando un motore più potente e un carrello per l'atterraggio e ribattezzando i mezzi in DH.18A.

L'Aircraft Transport and Travel chiuse i battenti agli inizi del 1921, a causa della forte concorrenza delle compagnie aeree francesi. Nel marzo del 1921 il governo inglese concesse sussidi temporanei alle compagnie aeree britanniche[4] mentre l'Air Ministry acquistò diversi velivoli moderni da concedere in leasing alle compagnie in difficoltà[3]. I tre DH.18A appartenenti alla AT&T andarono così alla Instone Air Line nel giugno del 1921 e poi uno di questi passò alla Daimler Hire Ltd in aprile del 1922[1] solo per essere distrutto pochi giorni dopo nei cieli della Francia a causa di una collisione con un Farman F.60 Goliath[1].

Un DH.18B ripreso nel 1921.

Gli ultimi due esemplari costruiti, denominati DH.18B e realizzati con una fusoliera totalmente in compensato, servirono per conto della Instone per un breve periodo prima di essere smantellati[1].

Il DH.18 fu ritirato dal servizio commerciale nel 1923; è importante far notare che un velivolo, denominato G-EARO, volo per ben 144.834 km totali senza nessun incidente[3]. Due aerei vennero utilizzati come banco di prova e uno di questi venne utilizzato in un esperimento per testare quanto tempo poteva rimanere a galla dopo un ammaraggio voluto. Il test venne eseguito il 2 maggio 1924 al largo di Felixstowe e il velivolo galleggiò per 25 minuti[3]. L'altro aereo fu utilizzato come banco prova fino al 1927, quando venne definitivamente demolito[2].

DH.18
Prototipo - denominato G-EARI.
DH.18A
Prima versione in produzione con modifiche suo carrello e sul motore. Tre esemplari - (G-EARO, G-EAUF, G-EAWO).
DH.18B
Fusoliera interamente in compensato e peso totale incrementato. Due esemplari - (G-EAWW and G-EAWX).
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
  1. ^ a b c d http://www.aviastar.org (EN) De Havilland DH.18;.
  2. ^ a b Donald, David, ed. The Encyclopedia of World Aircraft (London: Aerospace Publishing, 1997), p.311-312.
  3. ^ a b c d Jackson, A.J. British Civil Aircraft since 1919 Volume 2. London: Putnam, 1973. ISBN 0-370-10010-7.
  4. ^ British Airways Museum Collection 1920-30, su bamuseum.com. URL consultato il 25 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2008).

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