Indice
Brennero
Brennero comune | |
---|---|
(IT) Brennero (DE) Brenner | |
Veduta del centro di Brennero | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Bolzano |
Amministrazione | |
Sindaco | Martin Alber (SVP) dal 22-9-2020 |
Lingue ufficiali | Italiano, tedesco |
Territorio | |
Coordinate | 47°00′08.5″N 11°30′18.79″E |
Altitudine | 1 374 m s.l.m. |
Superficie | 114,29 km² |
Abitanti | 2 260[1] (31-8-2020) |
Densità | 19,77 ab./km² |
Frazioni | Colle Isarco (Gossensaß), Fleres (Pflersch), Ponticolo (Pontigl), Terme di Brennero (Brennerbad), Moncucco (Giggelberg), S. Antonio (Sankt Anton) |
Comuni confinanti | Gries am Brenner (AT-7), Gschnitz (AT-7), Neustift im Stubaital (AT-7), Obernberg am Brenner (AT-7), Racines, Val di Vizze, Vipiteno |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 39041 |
Prefisso | 0472 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 021010 |
Cod. catastale | B145 |
Targa | BZ |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona F, 4 210 GG[3] |
Nome abitanti | (IT) brennerini (DE) Brennerer |
Cartografia | |
Posizione del comune di Brennero nella provincia autonoma di Bolzano | |
Sito istituzionale | |
Brennero (Brenner in tedesco[4]) è un comune italiano sparso di 2 260 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige. È inoltre un comune mercato.
Geografia fisica
[modifica | modifica wikitesto]Confina con l'Austria, presso il passo del Brennero. Il comune comprende anche la Val di Fleres.
La sede comunale si trova nella frazione di Colle Isarco, il centro più abitato (circa 1.000 abitanti contro i circa 320 di Brennero).
Il comune di Brennero dista 82 km da Bolzano, 137 km da Trento, 40 km da Innsbruck, 52 km da Mittenwald, 18 km da Vipiteno e 47 km da Bressanone.
Nel novembre 2007 sul confine è stato costruito un centro commerciale (Designer Outlet Brenner - DOB) per rilanciare il paese, che dopo l'apertura delle frontiere ha risentito di una crisi economica.[5]
Dietro la chiesa parrocchiale si trova la "cascata all'Isarco" (Eisack-Wasserfall o Ursprung), un salto che il piccolo torrente compie prima di incanalarsi lungo la val d'Isarco.
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Né dall'epoca romana, né dall'Alto Medioevo è stato tramandato un nome per il Brennero.
La zona era chiamata semplicemente con la locuzione latina per Alpes Rhaeticas o per Alpes Noricas. L'odierno villaggio del Brennero si chiamava nel XIII secolo ancora Mittenwald.
Dal 1288 è documentata in atti la "corte di un certo Prennerius" ed il toponimo è attestato per la prima volta come Prenner, nel 1299 si chiama il Fondatore della Corte Chunradus Prenner de Mittenwalde, da cui il luogo ha ricevuto il nome di Prenner e quindi di Brennero.
La località è poi nota nel 1328 come ob dem Prenner e nel 1600 infine come Brenner, il cui toponimo è connesso o con il nome della popolazione retica dei Breuni, che abitava su entrambi i versanti del passo, o più verosimilmente con il maso Brenner della zona, attestato sin dal XIII secolo.[6][7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Origine
[modifica | modifica wikitesto]La storia di Brennero è strettamente collegata con quella dell'omonimo passo di valico. Il popolo dei Breuni abitò l'alta Valle d'Isarco e la regione del Brennero su entrambi i lati del valico, la cui regione in epoca romana veniva chiamata "Vallis Vipitina". Nel II secolo i romani vi avevano costruito una strada militare come risulta dal ritrovamento di pietre miliari, risalenti al periodo di Marco Aurelio, Settimio Severo e Caracalla.
Nel III secolo il ramo della Via Claudia Augusta attraverso il Brennero diventò la più importante via di comunicazione tra l'Italia e la regione danubiana, ma con Diocleziano e le invasioni barbariche, in primis i Baiuvari, il suo ruolo mutò profondamente.[8] Già nel 565 lo scrittore Venanzio Fortunato cita una cappella dedicata a San Valentino; questa ebbe originariamente una struttura romanica, modificata nel periodo medioevale in gotica e successivamente ritoccata in barocca.
L'importanza strategica e di comunicazione del luogo è sottolineata dal transito, tra il 960 ed il 1530, di 66 Sovrani germanici del Sacro Romano Impero che si recarono a Roma dal Papa; tra questi, nel 1154, Federico I Barbarossa. Nel 1000 circa si forma un centro abitato definitivo che, nel 1221, è denominato "Oberes Mittewald" mentre, dal 1288 venne utilizzato "Prenner"[9] poi modificato nel tempo nell'attuale "Brenner". Il luogo fu di vitale importanza nel medioevo ai tempi delle Crociate e dell'allora fiorente commercio, pertanto nel 1314 fu costruita una nuova strada, la Kuntersweg, dal impresario bolzanino Heinrich Kunter.[10]
Dal 1414 al 1921
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1414 i Conti di Tirolo vi stabilirono una dogana per il controllo delle merci (Lueg e Lurx, al di qua e al di là del passo) e, nei secoli successivi, specialmente nel XIV e XV secolo, assunse un ruolo decisivo per il transito dei traffici sulla direttrice Oriente - Venezia - Europa settentrionale. Vi fu poi un declino causato dallo spostamento del commercio continentale. I due nuclei storici abitati del paese erano la chiesa di "San Valentino", l'"Hotel Post" e poche altre case sul lato sud, l'"Hotel Kerschbaumer", "Griesberg" e "Venn" sul lato nord del valico, oggi in territorio austriaco.
Sotto l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, nel 1740 circa, la vecchia strada fu completamente ristrutturata ed il nuovo tracciato assunse quello attuale; Goethe, l'8 settembre 1786, in uno dei suoi viaggi in Italia passò dal Brennero sostando all'Hotel Post. Brennero riguadagnò importanza con la costruzione della ferrovia del Brennero tra Innsbruck e Bolzano i cui lavori iniziarono il 23 febbraio 1864 a Bergisel (Innsbruck); lavori che al Brennero modificarono l'assetto del paese, alcune case furono abbattute per creare un piazzale, lungo 600 metri, necessario per la stazione e per le altre infrastrutture ferroviarie. Il primo treno, diretto a Bolzano, partì dalla stazione di Brennero il 25 luglio 1867 alle ore 8:05, nonostante l'inaugurazione fosse prevista per il giorno 24 agosto. La ferrovia portò benefici al paese poiché con il treno arrivarono anche i viaggiatori ed il turismo, specialmente quello di un certo livello come era per quei tempi.
Alle Terme di Brennero fu costruito un "Grand Hotel", con annessa fermata ferroviaria, ed altre strutture alberghiere furono costruite a Colle Isarco, ma tutto questo ebbe termine con lo scoppio della prima guerra mondiale. Il Patto di Londra, stipulato il 26 aprile 1915, assegnò all'Italia il territorio del "Tirolo meridionale", da Trento fino al Brennero; al termine del conflitto, il 10 novembre 1918, le prime truppe italiane arrivarono al Brennero. Il Trattato di Saint-Germain-en-Laye, siglato il 10 settembre 1919, stabilì il nuovo confine di stato al Brennero ed il Re Vittorio Emanuele III, il 12 ottobre 1921, inaugurò il nuovo cippo confinario.[9]
Dal 1921 ai giorni nostri
[modifica | modifica wikitesto]Durante il ventennio fascista, il paese di Brennero segnò il confine tra due stati ma anche tra due gruppi linguistici, quello italiano e quello tedesco. Presso la stazione ferroviaria del Brennero si sono incontrati il 18 marzo del 1940 i due dittatori, quello italiano, Benito Mussolini e quello tedesco, Adolf Hitler, dove posero le basi per le "opzioni in Alto Adige".[12]
Nonostante l'alleanza con il popolo germanico, Mussolini decise la costruzione del Vallo Alpino per proteggere il Regno d'Italia dall'alleato. Ai lati del paese, immersi nei boschi, si trovano ancora oggi alcuni bunker italiani risalenti alla seconda guerra mondiale, che vanno a costituire lo Sbarramento Brennero, all'interno del Vallo Alpino in Alto Adige. Anche sulle cime circostanti si sono edificate diverse casermette dove la Guardia alla Frontiera vigilava il nemico/amico dall'alto.[13]
Durante la guerra molti furono i treni che passavano per Brennero, ma questi erano per lo più treni che deportavano il popolo ebraico nei campi di concentramento, almeno a partire dal 1944, quando le deportazioni iniziarono a seguito dell'occupazione tedesca dell'Italia.
A partire dall'estate 1943, il tratto ferroviario e stradale tra Verona e Innsbruck assume per gli Alleati un'importanza vitale: bombardare la linea del Brennero significa disarticolare il sistema di rifornimenti per le truppe tedesche in Italia. Nonostante l'obiettivo principale fosse l'asse del Brennero, anche alcune città vennero bombardate; Trento e Bolzano sono colpite il 2 settembre 1943; Innsbruck per la prima volta il 15 dicembre. Tra il 1943 e il 1945, le incursioni bersagliano sistematicamente questi territori; i tedeschi stanziano tra Innsbruck e Verona 525 pezzi d'artiglieria contraerea Flak e mobilitano circa 11.500 operai della Todt addetti alla riattivazione delle linee di comunicazione. Ancora oggi si trova una targa commemorativa che ricorda l'incursione aerea del 21 marzo 1945 che uccise dodici civili ed un ufficiale di polizia italiana.[14]
Eccidio di Malga Sasso
[modifica | modifica wikitesto]Presso la malga Sasso (Steinalm), nei dintorni del Brennero, il 9 settembre 1966 dei terroristi separatisti altoatesini del Befreiungsausschuss Südtirol fecero saltare in aria una casermetta della Guardia di Finanza. Nell'esplosione, avvenuta alle 11:30 circa, rimasero uccisi i tre finanzieri Franco Petrucci, Herbert Volgger[15] e Martino Cossu. Il tribunale di Milano ha riconosciuto anche il ruolo fondamentale di Georg Klotz, il quale morì qualche mese prima della sentenza.[16][17]
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]«Partito: il primo di rosso, alle tre cime montuose di verde su cui poggia un minatore tenente nella mano destra un piccone e nella sinistra una lampada da miniera; il secondo interzato in fascia d'argento, d'azzurro e d'oro.»
Lo stemma civico riprende quello del comune di Colle Isarco, località scelta come sede comunale in seguito all'unione amministrativa con Brennero.
Nello scudo è raffigurato un minatore in veste medievale, con la lanterna ad olio, su di un monte di tre cime allusivo al Passo del Brennero. Le fasce argento, azzurro e oro sono simbolo sia della storia locale (sono i colori più diffusi nei masi dei dintorni), sia dei tre territori originari riuniti; nonché dell'oro, dell'acqua e dell'argento: le principali ricchezze dell'economia della zona, nota fin dall'antichità per le miniere di metalli preziosi e le fonti termali di Terme Brennero. Lo stemma in questa forma era stato riconosciuto a Colle Isarco il 10 febbraio 1906 dall'imperatore Francesco Giuseppe d'Austria.[18]
Molto differente fu lo stemma adottato in epoca fascista, concesso con regio decreto del 24 luglio 1938[19] e lettere patenti del 21 novembre 1938, poi rimasto in uso fino al secondo dopoguerra. Esso consisteva in uno scudo francese moderno troncato semipartito, con nel primo una croce d'argento su fondo di rosso (simbolo della dinastia Savoia e del Regno d'Italia), nel secondo d'azzurro, all'aquila romana circondata da un serto il tutto d'oro, nel terzo su fondo d'oro erano presenti delle montagne formanti una vallata, al cui centro sorgeva un cippo confinario d'argento e un abete. Il tutto era sormontato dal capo del Littorio, come previsto dalle disposizioni vigenti all'epoca, nonché dalla corona turrita comunale: al di sotto dello scudo vi era un serto d'alloro e di quercia legato da un nastro azzurro (colore della dinastia sabauda).[20][21] L'insieme intendeva rivendicare l'italianità del comune, divenuto strategico in quanto corrispondente con gli estremi confini settentrionali dello stato italiano.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]- Vecchia parrocchiale di San Valentino (Kirche zum hl. Valentin). Fino al 1963 la chiesa parrocchiale è stata quella di San Valentino, che sorge dove già nel 565 esisteva un santuario dedicato a San Valentino. Delle costruzioni successive si sono conservati il campanile (risalente al XIV secolo), il coro poligonale e il portale in pietra (del XV secolo). Dopo un incendio avvenuto nel 1787 la chiesa è stata nuovamente ristrutturata e impreziosita con gli affreschi di Franz Unterberger.
- Parrocchiale di Santa Maria della Strada (Maria am Wege). La nuova chiesa parrocchiale è stata eretta tra il 1958 e il 1962, su progetto dell'architetto Luis Plattner che ha posto la chiesa su pali di cemento armato conficcati nel terreno. La pala dell'altare in bronzo smaltato di Max Spielmann di Innsbruck rappresenta Santa Maria della Strada a cui la chiesa è dedicata. Il coperchio della fonte battesimale e le stazioni della via crucis in terracotta sono dell'artista bolzanina Maria Delago, mentre le vetrate sono state realizzate da Hans Prünster.
- Cappella del Lupo, realizzata nel 1755.
- Cappella di Maria Ausiliatrice, nella frazione di Terme di Brennero, edificata tra il 1882 e il 1886.
- Chiesa dell'Immacolata Concezione nella frazione di Colle Isarco
- Chiesa di Sant'Antonio Abate nella frazione di Fleres
Architetture militari
[modifica | modifica wikitesto]Presso Terme del Brennero esisteva la caserma Battisti, rasa al suolo.
- Sacrario militare di Colle Isarco. Presso la frazione di Colle Isarco, si trova il sacrario militare, opera dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni, realizzato nel 1937. Ospita le salme di 97 caduti italiani.
Altri monumenti
[modifica | modifica wikitesto]Sulla facciata del civico n. 24 di via San Valentino è collocata una doppia lapide commemorativa che ricorda il passaggio di Johann Wolfgang von Goethe nel 1786. Sulla lastra di dimensioni maggiori è incisa una dedica alla memoria dell'evento storico, su quella più piccola è inciso un ritratto dell'autore ad opera dello scultore Joseph von Koch.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Ripartizione linguistica
[modifica | modifica wikitesto]La popolazione è in maggioranza di madrelingua tedesca, nonostante sia presente una consistente componente italofona. Quest'ultima, concentrata soprattutto nel centro di Brennero (ove costituisce ancora oggi la maggioranza), arrivò a rappresentare quasi la metà degli abitanti durante il periodo del terrorismo sudtirolese.[22] Verso la fine degli anni Sessanta il gruppo linguistico italiano iniziò a declinare, passando dal 42,68% degli abitanti nel 1971 al 18,65% nel 2011.
anno | madrelingua italiana% | madrelingua tedesca% | madrelingua ladina% |
---|---|---|---|
1971 | 42,68% | 57,28% | 0,04% |
1981 | 32,96% | 66,92% | 0,12% |
1991 | 29,23% | 70,49% | 0,28% |
2001 | 20,29% | 79,39% | 0,31% |
2011 | 18,65% | 80,85% | 0,50% |
2024 | 22,07% | 77,77% | 0,16% |
Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[27]
Etnie e minoranze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 358 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
- Pakistan 93 (4,25%)
- Macedonia 48 (2,19%)
- Kosovo 33 (1,51%)
- Germania 32 (1,46%)
- Romania 22 (1,01%)
- Turchia 21 (0,96%)
Commissariato di Polizia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2007 è stato istituito con Decreto del Capo della Polizia il Commissariato di Polizia di Brennero. Oltre che a svolgere tutte le attività istituzionali proprie di un Commissariato l'ufficio funge da raccordo con il collaterale organo di polizia austriaca. All'ufficio è quindi demandata tutta l'attività di retro valico connessa alla funzione di polizia di frontiera. L'ufficio tratta sistematicamente tutta l'attività relativa alle riammissione dei cittadini irregolari in uscita dal territorio nazionale come disciplinato dagli accordi di Schengen e dalle convenzioni operative bilaterali.
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Il passo del Brennero è uno dei valichi alpini di più facile accesso, data la sua bassa altitudine. Il comune è servito dalle stazioni di Brennero e Colle Isarco, ove transita la ferrovia del Brennero (cui si sommavano altre tre fermate, a Terme del Brennero, Moncucco e Fleres, tutte dismesse sul finire del XX secolo).
A Brennero transitano altresì la strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero e l'autostrada A22.
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
2005 | 2009 | Christian Egartner | Südtiroler Volkspartei | Sindaci | |
2009 | 2020 | Franz Kompatscher | Südtiroler Volkspartei | Sindaco | |
2020 | Martin Alber | Südtiroler Volkspartei | Sindaco |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Statistiche demografiche ISTAT - Bilancio demografico al 31 agosto 2020 (dato provvisorio), su ISTAT.it, 2020. URL consultato il 2 dicembre 2020 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2020).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ AA.VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 98, ISBN 978-8-81-130500-2.
- ^ Outlet Center Brenner, su OutletCenterBrenner.com, 2018. URL consultato il 15 marzo 2019.
- ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 59. ISBN 88-7014-634-0.
- ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004.
- ^ Grande Dizionario Enciclopedico, Unione Tipografica - Editrice Torinese, 1962.
- ^ a b Con-fine Brennero, Editrice Athesia, 2006, ISBN 88-8266-410-4.
- ^ Guide d'Italia, Trentino-Alto Adige, Edizioni TCI, 1976.
- ^ Il cartello venne apposto per protesta e poi rimosso dal partito di lingua tedesca Süd-Tiroler Freiheit della "Passionaria" Eva Klotz.
- ^ Santi Corvaja, Le mani di Hitler sull'Alto Adige, articolo su "Storia illustrata" n° 290, Mondadori, gennaio 1992.
- ^ Alessandro Bernasconi, Giovanni Muran, Le fortificazioni del Vallo Alpino Littorio in Alto Adige, Trento, editore Temi, maggio 1999, ISBN 88-85114-18-0.
- ^ Lilli Gruber, Eredità - Una storia della mia famiglia tra l'Impero e il fascismo, Milano, editore Rizzoli, maggio 2012, ISBN 978-88-17-04537-7.
- ^ (DE) Hans Karl Peterlini, Das Unbehagen in der Geschichte
- ^ Homepage / Senderseiten - Videobolzano (IT)
- ^ Bozzia Salvatore, ex-finanziere presente il giorno dell'attentato, dichiara che l'unica esplosione avvenuta il 9 settembre 1966 fu quella delle 11:30 circa.
- ^ (EN) Brennero, su Heraldry of the World (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ Brennero, su Archivio Centrale dello Stato.
- ^ Comune di Brennero/Brenner (BZ), su araldicacivica.it (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- ^ Bozzetto dello stemma del Comune di Brennero, su ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città. URL consultato il 14 ottobre 2024.
- ^ Andrea Di Michele, Al confine. Sette luoghi di transito in Tirolo, Alto Adige e Trentino, Raetia, 2012.
- ^ (DE, IT) Volkszählung 2001 [Censimento della popolazione 2001] (PDF), su Landesinstitut für statistik - Bozen, agosto 2002. URL consultato il 16 settembre 2024 (archiviato il 7 aprile 2023).
- ^ Südtiroler Informatik AG | Informatica Alto Adige SPA, News & pubblicazioni | Istituto provinciale di statistica | Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, su Istituto provinciale di statistica. URL consultato il 27 ottobre 2021.
- ^ (DE, IT) Volkszählung 2011 [Censimento della popolazione 2011] (PDF), su Istituto provinciale di statistica ASTAT. URL consultato il 16 settembre 2024 (archiviato il 24 febbraio 2024).
- ^ Südtiroler Informatik AG | Informatica Alto Adige SPA, News & pubblicazioni | Istituto provinciale di statistica | Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, su Istituto provinciale di statistica. URL consultato il 13 dicembre 2024.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 27-01-2023.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Engelbert Auckenthaler, Geschichte der Höfe und Familien des obersten Eisacktals - Brenner, Gossensaß, Pflersch (Schlern-Schriften, 96), Innsbruck, Wagner, 1953
- Grande Dizionario Enciclopedico, Unione Tipografico - Editrice Torinese, 1962
- Guide d'Italia: Trentino-Alto Adige, Editrice TCI, 1976
- (DE) Hugo Penz, 90 Jahre Brennergrenze - zur Bedeutung der Grenze für regionale Differenzierungsprozesse in der Brennergegend von der Teilung Tirols (1919) bis zur gegenwärtigen Zusammenarbeit im Rahmen der EU, in «Mitteilungen der österreichischen geographischen Gesellschaft», 150 (2008), pp. 75–98
- Wittfrida Mitterer (a cura di), Con-fine Brennero, Bolzano, Editrice Athesia, 2006, ISBN 88-8266-410-4
- (DE) Harald Kofler (a cura di), Die Flurnamen der Marktgemeinde Brenner, Brunico, Bildungsausschuss Gossensaß, 2010. (con ricchissima ortofotografia)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Piste ciclabili dell'Alto Adige
- Vallo Alpino
- Ferrovia del Brennero
- Autostrada A22 o Autostrada del Brennero
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Brennero
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Brennero
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comunebrennero.eu.
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