Utente:Marchetto da Trieste/Sandbox2

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Chiesa dei Santi Gregorio e Tommaso (Lughetto)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàLughetto
Religionecattolica
TitolareSanti Gregorio e Tommaso
Consacrazione1563
Architettoromanico
Inizio costruzione1505

La chiesa dei Santi Gregorio e Tommaso è la parrocchiale di Lughetto.

La chiesa fu costruita nel 1505 su volere di tale Tommaso de’ Michieli e fu consacrata nel 1563.

Già nel 1585 la Chiesa è definita parrocchiale.

Nei primi anni 2000 la chiesa fu completamente restaurata.

http://www.parrocchiemap.it/parrocchiemap/other/atlante.jsp?icsc=7610353

Voci correlate

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Ferrovie militari

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Zona tra Piave e Tagliamento

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San Polo-Chions
Unknown route-map component "exKBHFa"
San Polo di Piave
Unknown route-map component "exABZg+l" Unknown route-map component "exCONTfq"
Ferrovia militare per Capo
Unknown route-map component "exBHF"
Fontanelle
Unknown route-map component "exABZgl" Unknown route-map component "exCONTfq"
Raccordo con la linea per Capo
Unknown route-map component "exHST"
Mansuè
Unknown route-map component "exBHF"
Navolè
Unknown route-map component "exWBRÜCKE"
Fiume Livenza
Unknown route-map component "exCONTgq" Unknown route-map component "exABZgr+r"
Ferrovia militare per Pravisdomini
Unknown route-map component "exKBHFe"
Chions
Santo Stino-Eraclea
Unknown route-map component "CONTgq" Unknown route-map component "eABZq+l" Unknown route-map component "hKRZWaeq" Station on transverse track Unknown route-map component "CONTfq"
Santo Stino FS e Ferrovia Venezia-Trieste
Unknown route-map component "exBHF" Water
Santo Stino Ferrovia Militare
Unknown route-map component "exBHF" Water
Torre di Mosto
Unknown route-map component "exBHF" Unknown route-map component "WASSERl"
Staffolo
Unknown route-map component "exHST"
Sette Casoni
Unknown route-map component "exKBHFe"
Grisolera (Eraclea)

Queste due linee facevano parte di una vasta rete di ferrovie militari, alcune esercitate con locomotive a vapore e altre a cavalli, costruite durante la Prima Guerra Mondiale e smantellate dopo il conflitto.

Chiesa di San Benedetto Abate (Piavon)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàPiavon
Religionecattolica
TitolareSan Benedetto da Norcia
DiocesiVittorio Veneto
Consacrazione1538
Inizio costruzioneXV secolo

La chiesa di San Benedetto Abate è la parrocchiale di Piavon e fa parte della forania di Oderzo nell'ambito della diocesi di Vittorio Veneto.

La chiesa fu costruita nel XV secolo dai monaci benedettini e venne consacrata nell'ottobre del 1538 da Monsignor Vincenzo De Massariis, Vescovo titolare di Miletopoli, per incarico del Cardinal Marino Grimani, Patriarca di Aquileia e Amministratore Apostolico della Diocesi di Ceneda.

L'edificio fu restaurata nel 1738 e, soprattutto, nel 1912, quando la chiesa cambiò totalmente aspetto.

Interno e campanile

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All'interno sono custoditi quattro dipinti di Jacopo da Bassano. Il campanile risale al 1587.

http://www.diocesivittorioveneto.it/territorio/parrocchie.asp?for=10&parr=90

Voci correlate

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Chiesa di Santa Maria Maddalena (Basovizza)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Friuli-Venezia Giulia
LocalitàBasovizza
Religionecattolica
TitolareSanta Maria Maddalena
Inizio costruzione1857

La chiesa di Santa Maria Maddalena è la parrocchiale di Basovizza, frazione di Trieste.

Si sa che nel 1336 a Basovizza era stata aperta al culto una chiesetta dedicata ai Santi Andrea Apostolo e Maria Maddalena. Questa chiesetta, ampliata nel XVIII secolo, intorno alla metà dell'Ottocento era diventata insufficiente a contenere tutti i fedeli che volevano assistere alle funzioni religiose e, così, si decise di demolirla e di costruirne un'altra al suo posto. L'attuale chiesa fu costruita nel 1857 e fu consacrata il 27 luglio 1862.

Giuseppe Cuscito, Le chiese di Trieste, Edizioni Italo Svevo, Trieste, 1992

Voci correlate

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Prove per la Ferrovia Venezia-Udine

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Bivio Trivignano, Bivio Marocco e Bivio Piave
Stop on track
3+939 Venezia Mestre Ospedale * 2008
Unknown route-map component "exCONTgq" Unknown route-map component "exkABZq2" Unknown route-map component "eKRZ+xk23" Unknown route-map component "exkABZq+3" Unknown route-map component "exCONTfq"
4+818 Attraversamento Udine per Linea dei Bivi (vecchio tracciato), * 1940 † 1993
Unknown route-map component "eDST" + Unknown route-map component "ekABZg+14"
5+784 Bivio Trivignano per Linea dei Bivi (vecchio tracciato), * 1940 † 1993
Unknown route-map component "STR+c2" Unknown route-map component "CONT3"
Linea dei Bivi (nuovo tracciato), * 2008
Unknown route-map component "ABZg+1" + Small non-passenger station on track
Unknown route-map component "STRc4"
5+790 Bivio Marocco * 2008
Bridge over water
fiume Dese
Unknown route-map component "eHST"
Marocco 7 m slm
Unknown route-map component "LSTR"
Unknown route-map component "eSTR+c2" Unknown route-map component "exCONT3"
linea per Montebelluna, * 1916 † 1984
Unknown route-map component "eABZg+1" + Unknown route-map component "eBST"
Unknown route-map component "exSTRc4"
38+070 Bivio Piave

Prove per i Bivi Trivignano e Marocco. La stessa impostazione del Bivio Marocco è utilizzata anche per il Bivio Piave.

Tranvia Mestre-Mirano

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Stazioni principali
Unknown route-map component "uexKBHFa"
Mirano
Unknown route-map component "uexHST"
Spinea
Unknown route-map component "CONTgq"
Unused straight waterway + Transverse track
Unknown route-map component "CONTfq"
Ferrovia Trento-Venezia (nuovo tracciato)
Unknown route-map component "uexBHF"
Chirignago
Unknown route-map component "exCONTgq"
Unknown route-map component "exSTRq" + Unused straight waterway
Unknown route-map component "exCONTfq"
Ferrovia Trento-Venezia (vecchio tracciato)
Unknown route-map component "CONTgq"
Transverse track + Unused straight waterway
Unknown route-map component "CONTfq"
Ferrovia Udine-Venezia
Unknown route-map component "uexABZg+l" Unknown route-map component "uexCONTfq"
Linea per Treviso
Unknown route-map component "CONTgq"
Transverse track + Unused straight waterway
Unknown route-map component "CONTfq"
Ferrovia Venezia-Trieste
Unknown route-map component "uexABZg+l" Unknown route-map component "uexCONTfq"
Linea per Carpenedo
Unknown route-map component "uexBHF"
Mestre
Unused urban continuation forward
Linea per San Giuliano

Tranvia attiva durante la prima metà del Novecento. Faceva parte di una rete di tranvie che collegavano Mestre con molte delle località gravitanti attorno ad essa e con la rete tranviaria di Treviso.

Bassa Friulana

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Chiesa di San Carlo Borromeo (Padova)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
ReligioneCattolica
TitolareSan Carlo Borromeo
Consacrazione1949
ArchitettoLorenzo Faccioli
Inizio costruzione1938
Completamento1940

La chiesa di San Carlo Borromeo è la parrocchiale di San Carlo, quartiere settentrionale di Padova.

Alla fine degli anni '30 nella zona tra Arcella e Pontevigodarzere sorse un nuovo quartiere, chiamato San Carlo. Il vescovo Carlo Agostini decise di erigere il nuovo borgo in parrocchia e l'architetto Lorenzo Faccioli venne incaricato di progettare la parrocchiale. L'edificio fu costruito tra il 1938 ed il 1940 e consacrata nel 1949. Nel 2000 furono inaugurati il presbiterio rifatto, il nuovo altare e l'organo restaurato. Infine, tra il 2007 e il 2008, venne ristrutturata la canonica[1].

Voci correlate

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Chiesa della Santa Croce (Campese)

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Chiesa della Santa Croce
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
CompletamentoXIX secolo

La chiesa della Santa Croce è la parrocchiale di Campese, frazione di Bassano del Grappa (VI); è compresa nella diocesi di Padova

La fase più antica della chiesa è da strettamente collegata con quella del monastero di Campese.

Lo stesso argomento in dettaglio: Campese § Storia 2.

La chiesa di Campese divenne parrocchiale nel 1477, anno in cui la parrocchialità fu quivi trasferita dall'antico oratorio di San Martino. Filiali di Campese erano le chiese di Foza, Valstagna, Cismon, Campolongo sul Brenta e Oliero. Nel 1488 la chiesa venne ristrutturata. Nel 1786 il monastero fu soppresso, la chiesa passò al clero diocesano e ricevette il titolo di arcipretale. Alla fine del XIX secolo la chiesa cambiò aspetto in seguito ad un importante restauro. L'edificio del monastero fu adibito a canonica.

La relazione della visita vescovile del 1488 ci dà delle preziose notizie che ci permettono di risalire più in là nella storia architettonica della chiesa e di parte del monastero.

“Quello stesso giorno il vescovo, traversata a guado la Brenta, visitò il monastero di Santa Croce di Campese [...] il luogo è ampio con molti e grandi edifici e (un tempo) vi abitavano molti monaci. La chiesa ha tre absidi (cubas) rivolte ad oriente e ne aveva altre due: una rivolta a mezzodì, l'altra a settentrione, di modo che l'edificio aveva in sé una certa qual forma di croce (ita ut quandam formam crucis cum se feret edificatio). Queste due absidi (cube) sono state demolite e le pareti, dove c'era l'ingresso alle absidi, sono state murate. [...] La navata è lunga e grande, ma aperta ai venti e i numerosi colombi che nidificano sul tetto coprono il pavimento di escrementi e piume. Ci sono tre altari nelle tre absidi, tutti consacrati; presso la chiesa c'è un oratorio (sacellum) con un altare consacrato, abbastanza ampio, pavimentato, dove i monaci celebrano l'ufficio divino. Vi è un giardino recintato da mura esteso più o meno per cinque jugeri, un orto, un altro giardino, cortili. Vi è poi un chiostro con il refettorio, la cella vinaria, il granaio, la cucina, poi la foresteria e il dormitorio..."
La chiesa quindi aveva 5 absidi volte ad oriente, ciascuna con il suo altare consacrato, e davano alla chiesa “una certa qual forma di croce”; anticamente quindi aveva un transetto vero e proprio e all'epoca della visita canonica del Barozzi il cantiere di riparazione e trasformazione era ancora aperto.

Altre informazioni sono emerse durante i lavori di restauro della navata quando furono levati gli strati di intonaco nella metà inferiore delle pareti e fu così possibile vedere la tessitura della muratura e lo stratificarsi dei vari interventi.
Sulla parete est originariamente si aprivano tre grandi archi: al centro il grande arco trionfale e ai fianchi altri due poggianti rispettivamente sulle pareti laterali stesse e sui due pilastri centrali. I due grandi archi laterali erano l'ingresso rispettivamente alla parte Nord e Sud del transetto ora scomparso, di cui però rimangono delle tracce: a Nord presso la tomba di Teofilo Folengo è ancora visibile un resto di muratura che doveva appartenere al muro divisorio dell'abside Nord, a Sud invece è rimasta una testimonianza significativa nel grande arco, ora chiuso, che si vede nell'attuale vano scale dell'edificio Est. Questo arco poggia su due eleganti pilastri in pietra arenaria con lo zoccolo leggermente ed elegantemente sagomato, è quell'ingresso "ora chiuso" di cui parla il verbale e che introduceva all'abside Sud.
Sulla parete Ovest, oltre al rosone e all'entrata principale, si aprivano due finestre delle stesse dimensioni di quelle della parete Sud. Anche la parete Sud era diversa; all'estremità di Sud-Est si apriva una porta (tuttora visibile) che metteva in comunicazione con la galleria orientale del chiostro; un'altra porta era aperta all'altra estremità della parete dove ora si trova la galleria che porta all'attuale battistero. Nella parte superiore della parete erano aperte solo tre finestre, in quanto le ultime due verso ovest non c'erano perché là vi era addossata la parte superiore dell'ala ovest del monastero.
Sulla parete Nord non si apriva nessuna porta o finestra.

Il prospetto della facciata era diverso dall'attuale.
L'analisi delle misure e della geometria dell'edificio ci porta ad ulteriori considerazioni su come è stata progettata e costruita Santa Croce. Innanzi tutto Santa Croce è orientata, cioè costruita con le absidi verso oriente e la navata sulla linea equinoziale. Già questa è una particolarità in quanto l'orientamento delle precedenti suddivisioni agrarie e degli edifici preesistenti è invece mediamente declinante di circa 14 gradi verso Nord rispetto alla linea equinoziale. Questo ci fa supporre che la tracciatura della chiesa e del monastero sia avvenuta con fini particolari.

All'interno della chiesa di Campese si trovano diverse opere di pregio. Tra queste si ricordano un affresco raffigurante Gesù crocifisso con un donatore (questo donatore sembrerebbe essere un religioso), dipinto nel 1517. Coeva è la pala d'altare, il cui soggetto è La Madonna col Bambino attorniata dai Santi Scolastica, Benedetto da Norcia, Rocco, Caterina d'Alessandria e Giuliano, opera di Jacopo da Bassano.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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[[Categoria:Categoria:Chiese di Bassano del Grappa]]

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Gallio)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàGallio
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Bartolomeo Apostolo

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è la parrocchiale di Gallio (VI); è compresa nella diocesi di Padova.

Nel 1162 l'abate del monastero dei SS. Felice e Fortunato di Vicenza promise che a Gallio sarebbe stata edificata a breve una chiesa, della quale, però, non si trova menzione nella decima papale del 1297. Viene però citata nel 1402 come filiale della pieve di Caltrano. La chiesa fu riedificata nel 1762 su progetto di Gianandrea Pertile Rampini e consacrata l'anno successivo. Nel 1789 venne concesso al parroco di Gallio il titolo diarciprete. L'edificio fu restaurato nel XIX secolo e distrutto durante la Prima guerra mondiale. L'attuale parrocchiale venne edificata negli anni Venti e consacrato nel 1938[1].

  1. ^ Gallio - San Bartolomeo Apostolo, su parrocchiemap.it. URL consultato il 13 febbraio 2019.

Voci correlate

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[[Categoria:Chiese della provincia di Vicenza]] [[Categoria:Gallio (Italia)]]


Basilica di San Biagio (Cento)

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Basilica di San Biagio
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
Località Cento
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Consacrazione1764
ArchitettoAlfonso Torreggiani

La basilica collegiata di San Biagio Vescovo e Martire è il duomo di Cento (FE). È sede dell'omonima parrocchia facente parte dell'arcidiocesi di Bologna e, più precisamente, del vicariato di Cento.

Una chiesa dedicata ai Santi Biagio e Severino è attestata a Cento già nell'XI secolo. Essa divenne pieve e fu dotata del fonte battesimale nel 1378 per volere del cardinale Filippo Carafa della Serra. L'edificio venne ampliato nel 1409 e, nel 1566, fu aggiunta una navata laterale. L'attuale collegiata venne costruita tra il 1732 ed il 1744 su progetto di Alfonso Torreggiani e per interessamento dell'arciprete Girolamo Baruffaldi e del cardinale Prospero Lambertini; il campanile fu edificato da Pietro Alberto Cavalieri nel 1760 e, il 20 ottobre 1764, la chiesa venne solennemente consacrata. Tra il 1840 ed il 1841 il marmoreo altar maggiore ed il pavimento furono rifatti. Quest'ultimo subì un secondo rifacimento nel 1955 ad opera di Sante Martelli. Tra il 1982 ed il 1983 la torre campanaria venne ristrutturata. Infine, la chiesa fu restaurata nel 2005, nel 2007, nel 2011 e, infine, tra il 2012 ed il 2018[1]

  1. ^ Basilica di San Biagio <Cento>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it. URL consultato l'8 marzo 2019.

Chiesa di San Desiderio (Assago)

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Basilica di San Giovanni Battista (Lonato del Garda)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
[[File:Lonato-Basilique San Giovanni Battista.jpg|frameless|center|260x300px]]
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàLonato del Garda
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Consacrazione1780
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1738

La basilica di San Giovanni Battista, nota anche come chiesa della Natività di San Giovanni Battista o, più semplicemente, chiesa di San Giovanni Battista, è il principale luogo di culto cattolico di Lonato del Garda, in provincia di Brescia. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato del Lago Bresciano della diocesi di Verona.

Nel 1145 il papa Eugenio III riconobbe la pieve di Lonato come insigne collegiata. La primitiva parrocchiale di Lonato era la pieve di San Zenone, che fu distrutta nel 1339. In seguito a questo fatto, venne costruita nel centro del paese una nuova chiesa dedicata a San Giovanni Battista. L'edificio fu poi ampliato a partire dal 1488 e riconsacrato dal vescovo di Verona Gian Matteo Giberti il 15 ottobre 1540. L'attuale parrocchiale venne edificata su progetto di Paolo Soratini tra il 1738 ed il 1760; la consacrazione fu impartita il 22 ottobre 1780 dal vescovo di Verona Giovanni Morosini. Nel 1937 venne rifatto il pavimento del presbiterio; nel 1979 fu rifatto anche quello dell'aula. Nel settembre del 1980 papa Giovanni Paolo II conferì alla chiesa il titolo di basilica minore[1].

Opere di pregio custodite all'interno della basilica sono gli altari laterali di San Rocco, della Madonna del Rosario, di San Sebastiano di San Nicola di Bari, di San Zenone, di San Francesco di Paola, del Santissimo e di San Teodoro, la pala della Predica di San Giovanni Battista, dipinta nel XVIII secolo da Giambettino Cignaroli,

Galleria d'immagine

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  1. ^ (EN) Basilicas in Italy, su gcatholic.org.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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[[Categoria:Chiese di Lonato del Garda]]

Chiesa di San Michele Arcangelo (Sant'Angelo di Piove di Sacco)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàFile:Sant'Angelo di Piove di Sacco-Stemma.png Sant'Angelo di Piove di Sacco
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Michele Arcangelo
Stile architettoniconeoclassico
barocco
Inizio costruzione1765

La chiesa di San Michele Arcangelo è la parrocchiale di Sant'Angelo di Piove di Sacco, in provincia e diocesi di Padova.

La prima citazione di una chiesa a Sant'Angelo risale al 1198. Dalla relazione della visita pastorale del vescovo Pietro Barozzi s'apprende che la chiesa era a tre navate e che aveva tre altari. Nel secolo successivo, però, la stessa, poiché versava in pessime condizioni, fu riedificata ad una sola navata e dotata di cinque altari, scesi a quattro nel XVII secolo. L'attuale parrocchiale venne costruita nel 1765 e nel 1771 il campanile subì un intervento di restauro. La chiesa fu abbellita e restaurata tra il 1890 ed il 1893, tra il 1913 ed il 1914, nel 1954, anno in cui anche la torre campanaria venne ristrutturata, e nel 1998.

Opere di pregio conservate all'interno della chiesa sono una pala del Canaletto del 1798 in cui è dipinto San Michele, l'altare policromo di San Matteo, costruito nel 1673, una statua seicentesca di Sant'Antonio di Padova, il marmoreo fonte battesimale, ai lati del quale sono poste le statue di Sant’Angelo e di Santa Maria Maddalena de' Pazzi, forse scolpite di Giovanni Bonazza, l'altare laterale di San Giovanni battista, che è impreziosito da una pala dell'Incoronazione della Madonna con San Giovanni Battista, Pietro e Paolo, opera del padovano Michele Primon datata 1664.[1].

Voci correlate

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[[Categoria:Chiese della provincia di Padova|Sant'Angelo]]
[[Categoria:Chiese dedicate a san Michele Arcangelo|Sant'Angelo di Piove di Sacco]]

Chiesa di San Lorenzo Martire (Quingentole)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
Località Quingentole
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Lorenzo Diacono e Martire
Inizio costruzione1751

La chiesa di San Lorenzo Martire è la parrocchiale di Quingentole, in provincia e diocesi di Mantova. È compresa nel Vicariato foraneo Madonna della Comuna.

È accertato che nella zona di Quingentole esisteva una chiesa già nel VI secolo, la quale fu menzionata perla prima volta, però, sono nel 1059[1]. Da un documento del 1219 s'apprende che questa chiesa dipendeva dalla pieve di Coriano.

Il campanile

A partire dal XV secolo l'antica chiesetta, posta in un luogo attualmente fuori dal paese, venne progressivamente abbandonata e sostituita nella prima metà del XVI secolo da una nuova a centro del borgo. L'antica chiesa, però, continuava a mantenere il titolo di parrocchiale, che fu traslato a quella in centro in un'epoca successiva. La chiesa di Quingentole risultava essere nel 1610 aggregata al vicariato di Pieve di Coriano. Nel 1751 fu posta la prima pietra dell'attuale parrocchiale, terminata nel 1754. La chiesa venne edificata utilizzando i materiali provenienti dall'antica parrocchiale, demolita nel 1752 e al posto della quale attualmente sorge l'oratorio della Madonna di Loreto. Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo la parrocchiale passò al vicariato di Revere, al quale rimase legata sino sua soppressione nel 1967[2]. Nel frattempo, nel 1886 l'edificio era stato restaurato[3]. Infine, negli anni 1920 l'interno della parrocchiale venne decorato ed abbellito[4].

  1. ^ Chiesa di S. Lorenzo - Quingentole (MN), su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ Parrocchia di San Lorenzo diacono e martire, su lombardiabeniculturali.it.
  3. ^ Parrocchia di Quingentole, su diocesidimantova.it.
  4. ^ Chiesa di San Lorenzo Diacono e Martire <Quingentole>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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[[Categoria:Chiese della provincia di Mantova]] [[Categoria:Chiese dedicate a san Lorenzo martire|Quingentole]] [[Categoria:Quingentole]]

Chiesa di San Giovanni Battista (Sotto il Monte Giovanni XIII)

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StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàSotto il Monte Giovanni XXIII
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Giovanni Battista
Consacrazione1929
CompletamentoXX secolo

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Sotto il Monte Giovanni XXIII.

La prima citazione di una chiesa dedicata a San Giovanni situata nella zona di Sotto il Monte risale al 984. Questa chiesa venne sostituita da un'altra nel 1455. Da un documento del 1538 s'apprende che la chiesetta era dotata di sei altari, di un campanile e del cimitero. Nel 1575 l'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo annotò che la chiesa di Sotto il Monte rientrava nel vicariato di Terno. L'edificio fu ampliato nel 1728 e consacrato nel 1737 dal vescovo Antonio Redetti. Nel 1820 le funzioni furono spostate dalla chiesa di San Giovanni Battista sul colle a quello di Santa Maria in località Brusicco, non molto lontano dall'attuale parrocchiale. La prima pietra di quest'ultima venne posta il 20 giugno 1902. La nuova chiesa, progettata da Virginio Muzio, fu terminata nel 1906. Tra il 1910 ed il 1912 furono dipinti gli affreschi che adornano l'abside e la volta e, nel 1927, venne portata a termine la facciata. La parrocchiale fu consacrata il 21 settembre 1929. Tra il 1959 al 1960 la chiesa subì importanti lavori di abbellimento e restauro e fu edificato il campanile, disegnato di Giovanni Muzio. Nel 1971 la parrocchiale passò dalla vicaria di Terno alla neo-costituita zona pastorale VIII, per poi essere aggregata nel 1979 al vicariato di Capriate-Chignolo-Terno[1][2].

  1. ^ Parrocchia di San Giovanni Battista, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ Chiesa di San Giovanni Battista <Sotto il Monte Giovanni XXIII>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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[[Categoria:Sotto il Monte Giovanni XXIII]] [[Categoria:Chiese dedicate a san Giovanni Battista|Sotto il Monte]] [[Categoria:Chiese della provincia di Bergamo]]

Chiesa di San Martino Vescovo (Vezza d'Oglio)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
Località Vezza d'Oglio
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Martino Vescovo
Consacrazione1786
Stile architettoniconeoclassico, barocco

La chiesa di San Martino Vescovo è la parrocchiale di Vezza d'Oglio, in provincia e diocesi di Brescia.

Sembra che la primitiva chiesa di Vezza d'Oglio fosse stata edificata nel Basso Medioevo, ma la sua presenza è attestata solo dal Basso Medioevo. L'edificio fu abbellito nel Cinquecento e restaurato ed ampliato nel Seicento. L'attuale parrocchiale venne costruita nel XVIII secolo dopo che un incendio aveva gravemente danneggiato quello precedente; la consacrazione fu impartita nel 1786. Nel 1874 il capomastro Giovanni Gregorini rifece il tetto della chiesa e il suo campanile fu dotato nel 1876 di cinque campane, realizzate da Giorgio Pruneri; nel 1896 quella maggiore dovette essere rifusa a causa di alcune imprecisioni legate al timbro. Intanto, nel 1875 la parrocchiale venne completamente ristrutturata e l'anno successivo fu abbellito l'interno con alcuni affreschi. La facciata venne restaurata tra il 2001 ed il 2003[1]

  1. ^ Chiesa di San Martino Vescovo <Vezza d'Oglio>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

Voci correlate

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Altri progetti

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[[Categoria:Chiese della provincia di Brescia]] [[Categoria:Vezza d'Oglio]] [[Categoria:Chiese dedicate a san Martino di Tours|Vezza d'Oglio]]

Chiesa di Santa Maria Maddalena (Versciaco)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Trentino-Alto Adige
Località Versciaco
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Consacrazione1479

La chiesa di Santa Maria Maddalena è la parrocchiale di Versciaco, in provincia di Bolzano e diocesi di Bolzano-Bressanone.

Si sa che nel XIII secolo venne edificata su un'altura presso il paese di Versciaco una chiesetta, che era dedicata forse a Sant'Orsola; il primo documento che ne attesta la presenza riguarda la consacrazione di quel luogo di culto, celebrata nel 1212[1]. Questo edifcio, che forse non era di dimenzioni molto grandi, aveva l'abside rivolta ad oriente e l'ingresso a ponente. L'attuale chiesa, in stile gotico, è frutto di un rifacimento condotto nel 1470 su progetto del capomastro sancandidese Andrä Firtaler; la consacrazione fu impartita nel 1479. Nel 1684 la chiesa cessò di dipendere dalla parrocchia di Sillian, oggi in Austria; divenne curazia dipendente dalla parrocchiale di Prato alla Drava nel 1786. Versciaco fu eretta in parrocchia autonoma nel 1891. La parrocchiale venne ampliata nel 1910[2].

Le opere più importanti conservate in questa chiese sono i dipinti, tutti opere di Andrä Firtaler da San Candido, che hanno comme soggetto la Resurrezione di Gesù Cristo e i Santi Caterina, Maria Maddalena e Sebastiano[2].

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Chiesa di San Silvestro Papa (Crevalcore)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàFile:Crevalcore-Stemma.png Crevalcore
Religionecristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Silvestro Papa
ArchitettoLuigi Gulli
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1921
Completamento1928

La chiesa di San Silvestro Papa è la parrocchiale di Crevalcore, in provincia ed arcidiocesi di Bologna.

Si sa che a Crevalcore fu fondata una cappella intorno al 1230, periodo in cui venne edificato il castello. Detta chiesa fu dotata, tra il 1360 ed il 1380 circa, del campanile, che fu poi rifatto nel Quattrocento, come attesta un'iscrizione recitante: Campanile istud quod fabricari fecit Ugucio Ugonis de Zamcharis inceptum fuit per comune Crevalcorii anno Domini 1421 et finitum 1424. Nel XVIII secolo si decise di rifare la parrocchiale, ma il progetto non trovò seguito; venne ripreso nella seconda metà dell'Ottocento e, pertanto, fu edificata sulla fiancata sud una facciata che, nei piani originari, avrebbe dovuto costituire la parte anteriore della costruenda chiesa, ma, alla fine, neanche questa volta il progetto ebbe seguito. La vecchia cappella fu demolita nel 1901 per far posto all'attuale parrocchiale, di maggiori dimensioni, iniziata in quello stesso anno e portata a termine nel 1928 su progetto di Luigi Gulli. L'edificio venne restaurato nel 1975. Il terremoto dell'Emilia del 2012 danneggiò gravemente la chiesa, che, dopo questo fatto, subì un lungo processo di ristrutturazione e risanamento durato sei anno; il 23 settembre 2018 la chiesa fu finalmente riaperta la culto[1].

Opere di pregio conservate all'interno della chiesa sono un lacerto di affresco, forse realizzato da Simone dei Crocifissi, trecentesco con soggetto l'Incoronazione della Vergine un Crocifisso ligneo risalente al XV-XVI secolo, un dipinto raffigurante San Silvestro, eseguito da Giovanni Maria Viani, uno San Francesco stimmatizzato, dipinto da Giacomo Cavedone tra il 1630 ed il 1635 e proveniente dalla dismessa chiesa di Santa Maria dei Poveri, ed uno l'Adorazione dei Magi, opera del 1565 circa di Orazio Samacchini originariamente posta nella chiesa della Santa Croce.

  1. ^ Chiesa di San Silvestro Papa <Crevalcore>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di San Giorgio Martire (San Giorgio Piacentino)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàFile:San Giorgio Piacentino-Stemma.png San Giorgio Piacentino
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Giorgio Martire
Inizio costruzione1670
Completamento1675

La chiesa di San Giorgio Martire è la parrocchiale di San Giorgio Piacentino, in provincia di Piacenza e diocesi di Piacenza-Bobbio.

Sembra che la primitiva chiesa di San Giorgio Piacentino risalisse al V secolo, anche se la prima citazione che ne attesta la presenza è del 886. L'attuale parrocchiale venne costruita tra il 1670 ed il 1675 per interessamento dell'allora arciprete don Lodovico Cella; di quella antica rimase solo il campanile. La nuova torre campanaria, molto più alta della precedente, fu edificata tra il 1916 ed 1920[1].

Opere di pregio conservate all'interno della chiesa, che è a tre navate, sono l'altare laterale del Sacro Cuore, in stile barocco ed originariamente posto nella cattedrale di Piacenza, quello del Rosario, molto decorato, le decorazioni novecentesche del presbiterio, eseguite da Angelo Capelli, l'organo della ditta bergamasca Serassi, i confessionali, costruiti da Giovanni Vecchia nel 1863, ed una pala raffigurante San Giorgio mentre uccide il drago, dipinta sul finire dell'Ottocento da Emilio Perinetti[2].

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàParatico
ReligioneCristina cattolica di rito romano
TitolareMaria Assunta
Consacrazione1904
Inizio costruzione1896

La chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Paratico, in provincia di Brescia e diocesi di Bergamo; fa parte del vicariato di Predore.

La prima citazione di una chiesa a Paratico risale al 1260[1][2] ed è da ricercare in un documento in cui si legge che la stessa era filiale della pieve di Calepio[1]. Ulteriori menzioni della chiesa sono contenute nella nota ecclesiarum del 1360[1] e in un atto del 1416[3].
Nel 1568, in seguito alla riorganizzazione territoriale della diocesi, la chiesa confluì nel vicariato di Calepio[1].
Dalla relazione della visita pastorale del 1575 dell'arcivescovo di Milano Carlo Borromeo s'apprende che la parrocchiale di Paratico aveva, come filiali, le chiesette di San Pietro, di Sant'Agostino, di Sant'Antonio e di San Silvestro e che il numero de' fedeli ammontava a circa 360[1].
Nell'elenco delle chiese della diocesi di Bergamo redatto nel 1666 da Girolamo Marenzi si legge che la chiesa parrocchiale paraticese era dotata di tre altari[1][3].

  1. ^ a b c d e f Parrocchia di Santa Maria Assunta, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ Chiesa parrocchiale i Santa Maria Assunta, su visitlakeiseo.info.
  3. ^ a b Chiesa di Santa Maria Assunta <Paratico>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di Sant'Egidio (Cavezzo)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàCavezzo
ReligioneCattolica di rito romano
TitolareSant'Egidio
ArchitettoGiacomo Masi
Inizio costruzione1909
Completamento1912

La chiesa di Sant'Egidio Abate è la parrocchiale di Cavezzo, in provincia di Modena ed arcidiocesi di Modena-Nonantola; fa parte del vicariato della Bassa.

Nel centro di Cavezzo già nel 1200 sorgeva un piccolo oratorio[1].

La chiesa in una cartolina del 1924

Questa chiesetta divenne rettoriale nell'anno 1352 e in quell'occasione fu dotato di fonte battesimale[2]. Nel 1620 l'oratorio medievale fu sostituito da una nuova chiesa[2], che nel 1641 venne elevata al rango di arcipretale e le furono sottoposte le parrocchie di Disvetro e di Motta[2]. Nel 1748 la parrocchiale subì un'ulteriore rifacimento[2] e nel 1781 fu eretto il campanile, la cui cupola originaria venne rimpiazzata el 1830 dalla guglia che ancor oggi lo caratterizza[2] All'inizio del XX secolo questa chiesa versava in pessime condizioni e si decise di riedificarla; la prima pietra dell'attuale parrocchiale, disegnata da Giacomo Masi, fu posta nel 1909 e il nuovo edificio venne portato a termine nel 1912[2]. Nel 1921 la torre campanaria fu oggetto di un intervento di ristrutturazione[2]. La struttura vene gravemente danneggiata dal terremoto dell'Emilia del 2012; i lavori di restauro iniziarono nel febbraio 2017 e si conclusero a maggio del 2019[3], cosicché la chiesa venne riaperta al culto il 2 giugno di quest'anno alla presenza dell'arcivescovo Erio Castellucci[4].

La facciata, alta 21 metri[2], è in stile neoclassico ed è tripartita da quattro lesene con capitelli ionici[1], che reggono un cornicione sovrastato dal timpano[1]. Sopra il portale s'apre una quadrifora, sopra la quale si trova a sua volta una lunetta che presenta un bassorilievo, opera del 1939 di Giuseppe Ascari, raffigurante l'Annunciazione[1][2].

Opere di pregio conservate all'interno della chiesa, ad un'unica navata, sono l'altare maggiore, realizzato da Annibale Griffoni ed impreziosito da un paliotto settecentesco di bottega bolognese, una tela seicentesca con soggetto Sant'Egidio Abate, il fonte battesimale, realizzato in una bottega veronese nel 1619, ed una pala raffigurante San Sebastiano assieme ad altri santi, eseguita nella scuola di Antonio Consetti nel XVIII secolo[2].

  1. ^ a b c d Chiesa Parrocchiale di Sant'Egidio Abate, su portaleturismo.provincia.modena.it.
  2. ^ a b c d e f g h i j Le chiese di Cavezzo, Motta e Disvetro, su comune.cavezzo.mo.it.
  3. ^ Cavezzo, riapre la chiesa, su ilrestodelcarlino.it.
  4. ^ Riapertura della parrocchiale di Cavezzo, su albarnardon.it.

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Chiesa di San Silvestro Papa (Fanano)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàFanano
Religionecristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Silvestro Papa
FondatoreAnselmo del Friuli
Stile architettonicoromanico, barocco, neoromanico
Inizio costruzioneVIII secolo
Completamento1616

La chiesa di San Silvestro Papa, o pieve di San Silvestro o, più semplicemente, duomo di Fanano, è la parrocchiale di Fanano, in provincia di Modena ed arcidiocesi di Modena-Nonantola; fa parte del vicariato del Cimone.

La pieve di Fanano venne fondata assieme ad un monastero originariamente annesso nel 749 da Anselmo del Friuli[1] e dal 752 fu sottoposta all'abbazia di Nonantola, dalla quale deriva l'intitolazione a san Silvestro[2]. Tuttavia, i primi documenti in cui è citata questa pieve risalgono al XIII secolo[1]. La parrocchiale fu praticamente riedificata tra il 1612 ed il 1616[2]; in quest'occasione, la pianta dell'edificio fu ruotata di 180 gradi e rifatta a croce latina[3]; venne pura aggiunta la cupola[3]. Tra il 1901 ed il 1905 la pieve venne ristrutturata[2] e le fu conferito l'aspetto neoromanico che oggi la caratterizza[4][5]; durante questi lavori, si riscoprì la cripta della precedente chiesa[2] e vennero eseguiti gli affreschi, dipinti dal carpigiano Fermo Forti e dal modenese Silvestro Bergamini[3]. Nel 2010 fu posato il nuovo pavimento in pietra arenaria, che sostituisce quello precedente in cotto[3].

La pieve di Fanano è un imponente edificio in cui si ritrovano elementi romanici, barocchi - specialmente per quanto riguarda il presbiterio - e neoromanici - come la facciata novecentesca. Opere di pregio conservate all'interno della chiesa, che è a tre navate, sono il fonte battesimale, scolpito nel 1534 da Giovanni Battista da Firenze, un affresco trecentesco su un pilastro ereditato dalla precedente pieve raffigurante la Madonna con Bambino, il crocifisso dell'altare maggiore, intagliato nel XIV secolo da un artista di bottega modenese, e varie tele di Pellegrino da Fanano, Domenico Cresti soprannominato il Passignano, di Francesco Curradi da Firenze, di Francesco Vellani e di Matteo Ponzone[5].

  1. ^ a b PIEVE DI SAN SILVESTRO A FANANO, su romanico-emiliaromagna.com.
  2. ^ a b c d Chiesa di San Silvestro Papa, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  3. ^ a b c d Pieve di San Silvestro Papa, su fanano.it.
  4. ^ Pieve di San Silvestro, su comune.fanano.mo.it.
  5. ^ a b CHIESA DI S.SILVESTRO PAPA, su appenninomodenese.net.

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Chiesa di San Cesario (San Cesario sul Panaro)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàFile:San Cesario sul Panaro-Stemma.png San Cesario sul Panaro
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Inizio costruzioneXII secolo
CompletamentoXV secolo

La chiesa di San Cesario, o basilica di San Cesario, è la parrocchiale di San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena e arcidiocesi di Modena-Nonantola; fa parte del vicariato della Pedemontana Est.

Sembrerebbe che la primitiva chiesa del paese fosse stata edificata nel V secolo e poi modifica del portico tra i secoli VII e VIII[1]. Si sa che all'inizio del IX secolo la zona di Vilzacara (antico nome di San Cesario sul Panaro) fu donata all'abbazia di San Silvestro di Nonantola[1]. Probabilmente nel X secolo la chiesa venne riedificata[1][2]. Nel 1112 Matilde di Canossa, alla quale apparteneva il borgo, fece cessare l'influenza dell'abbazia nonantolana e vi introdusse i canonici regolari[1]; nel 1135 Papa Innocenzo III affidò la cura d'anime ai monaci dell'abbazia di San Benedetto in Polirone[1]. Sempre nel XII secolo la chiesa venne ricostruita[1] e, nel 1367, il giurispatronato fu affidato alla famiglia dei Boschetti[1]. Nel 1438 la chiesa venne quasi completamente distrutta da un incendio e dovette, dunque, subire un complesso intervento di restauro[1]. Nel 1544 fu eretto con i fondi donati dalla nobildonna Susanna Pico della Mirandola in Boschetti il campanile[1] e nel 1639 venne donata alla chiesa una reliquia che consiste nella mandibola di san Cesario di Terracina[1]. Nel 1666 la parrocchiale fu restaurata e trasformata in stile barocco[1] e nel 1772 la chiesa venne modificata[1]; nel 1777 pure la sacrestia subì una ristrutturazione[1]. Nel 1833 il campanile venne dotato di quattro nuove campane, che si aggiunsero alle due già esistenti[1]. Il 23 gennaio 1903 cessò il secolare giurispatronato della famiglia Boschetti[1]. Il 6 giugno del 1944 iniziarono grazie all'interessamento dell'allora parroco i lavori per riportare la chiesa all'originale stile romanico; questo restauro, bloccato e ripreso più volte, terminò soltanto verso la metà degli anni Sessanta[1]. Nel 2009 venne ristrutturato il tetto[1].

Opere di pregio conservate all'interno della chiesa, che è a tre navate, sono una statua con la Natività di Gesù con Giuseppe e la Beata Vergine Maria e il monumento funebre dedicato a Gian Galeazzo Boschetti, scolpito nella prima metà del XVI secolo da Antonio Begarelli e riscoperto nel 1827 da don Severino Fabriani[2][1].

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Chiesa di San Prospero (Carpineti)

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Chiesa di San Prospero
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàCarpineti
Religionecristiana cattolica di rito romano
Titolaresan Prospero
Consacrazione1609
Completamento1605

La chiesa di San Prospero è la parrocchiale di Carpineti, in provincia di Reggio Emilia e diocesi di Reggio Emilia-Guastalla; fa parte del vicariato della Montagna.

La prima citazione di una chiesetta dedicata a San Prospero nella zona di Carpineti è da ricercarsi in un documento del 957[1]. Nel 1092 detta cappella fu donata da Matilde di Canossa all'abbazia di San Benedetto in Polirone[2]. La chiesa venne completamente distrutto da un rovinoso incendio nel XIII secolo e riedificata in una zona diversa, in una località allora note come Geugel[1][3][2]. Dalla relazione della visita pastorale del 1594 del vescovo Claudio Rangoni s'apprende che la chiesa era mal ridotta e che si consigliava di rifarla ex novo[1]. L'attuale parrocchiale, costruita sfruttando pure i materiali provenienti dalla demolita chiesa di San Gregorio, venne iniziata alla fine del XVI secolo e fu portata a termine nel 1605[1]; la consacrazione venne impartita nel 1609[1][3]. All'inizio del Settecento fu realizzata per volere del nobiluomo Carlo Antonio Giannini la cappella laterale sulla destra[1]. Grazie agli scritti inerenti la visita pastorale del 1724, compiuta dal vescovo Lodovico Forni, si sa che il campanile era dotato di due campane[1]. La torre campanaria venne ristrutturata nel 1777 e sopraelevato nel 1833[1]. Da un documento del 1858 redatto da Prospero Fantuzzi si conosce che da poco erano stati collocati du altari nella navata laterale destra e che si pensava di realizzare una navatella anche una sinistra, poi non edificata[1]. Nel 1976 venne rifatto il tetto e la parrocchiale ridipinta[1] e, nel 2009, quest'ultima subì un'ulteriore ristrutturazione[1].

La chiesa presenta una facciata a capanna rivolta ad occidente sulla quale s'aprono il portale ed una finestra, sopra la quale s'apriva una seconda finestrella, oggi murata[1]. All'interno, il soffitto della navata centrale, che termina con il presbiterio chiuso da un abside quadrangolare, è a botte e quello della navatella laterale a crociera[1].
La torre presenta una cella campanaria sulla quale s'aprono quattro monofore caratterizzate da archi a tutto sesto[3].

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa di San Prospero Vescovo <Carpineti>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b Chiesa di Carpineti, su 4000luoghi.re.it.
  3. ^ a b c CHIESA DI SAN PROSPERO CARPINETI, su appenninoreggiano.it.

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Chiesa di San Vittore (Locate di Triulzi)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàLocate di Triulzi
ReligioneCristiana cattolica di rito ambrosiano
TitolareVittore il Moro

La chiesa di San Vittore è la parrocchiale di Locate di Triulzi, in città metropolitana ed arcidiocesi di Milano; fa parte del decanato di Melegnano.


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Chiesa di San Giacomo Apostolo (Fossa d'Albero)

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Chiesa di San Giacomo Apostolo
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàFossadalbero
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
CompletamentoXVIII secolo

La chiesa di San Giacomo Apostolo è un luogo di culto cattolico situato a Fossa d'Albero in provincia di Ferrara ed arcidiocesi di Ferrara-Comacchio; la chiesa, situata in via Chiorboli, è sede di una parrocchia del vicariato di Santa Caterina Vegri.

Il campanile

La prima citazione di una chiesa a Fossadalbero è da ricercarsi nella relazione della visita pastorale del 1434 del vescovo di Ferrara Giovanni Tavelli[1][2]; il giurispatronato apparteneva alla famiglia degli Estensi, che erano pure proprietari di una villa nei pressi della chiesetta[1]. Nel 1574 monsignor Giovanni Battista Maremonti, durante la sua visita, annotò che la chiesa era dotata di fonte battesimale[1][2]. Nel XVII secolo il giurispatronato appartenne per un certo periodo al conte Cesare Mosti, che era il governatore di Zara per conto della Serenissima Repubblica di San Marco[2].
L'attuale parrocchiale è frutto dei rifacimento condotti nel XVIII secolo[1][2]. Nel 1963 la parrocchia di Fossa d'Albero ricevette da quella di Pescara Ferrarese la borgata Sabbioni[2]. La chiesa venne ristrutturata tra il 2003 ed il 2005[1].

La facciata della chiesa è a capanna; presenta due lesene ai bordi e un piccolo rosone sopra il portale ed è priva di timpano[1]. L'abside è rivolta ad est e l'ingresso a ovest[1].
L'interno è ad un'unica navata e presenta cinque lesene per lato[1]. Qui si trova una pala il cui soggetto è San Giacomo Apostolo[1].
Il campanile sorge staccato dalla chiesa; la cella campanaria presenta una monofora per lato e un tamburo ottagonale sorregge la cuspide a cipolla[1].

  1. ^ a b c d e f g h i j Chiesa di San Giacomo Apostolo <Fossadalbero, Ferrara>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b c d e Parrocchia di Fossadalbero, su arcidiocesiferraracomacchio.org.

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Chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria (Guarda Ferrarese)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàGuarda Ferrarese
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareAssunzione di Maria
ArchitettoAntonio Foschini
CompletamentoXVIII secolo

La chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria è la parrocchiale di Guarda Ferrarese, frazione di Riva del Po, in provincia di Ferrara ed arcidiocesi di Ferrara-Comacchio; fa parte del vicariato di Sant'Apollinare.

La primitiva chiesa di Guarda venne costruita nel 1192; il giurispatronato fu assegnato alla famiglia dei Giocoli, sul terreno dei quali sorgeva l'edificio[1]. Questa cappella venne sostituita da una chiesa di maggiori dimensioni nel XVI secolo[1]; quest'ultima aveva l'ingresso rivolto ad est e cinque cappelle laterali, mentre il campanile era disposto di alcuni metri[1].
Nella seconda metà del Settecento si decise di edificare una nuova chiesa e nel 1756 venne acquistato dalla parrocchia un terreno più lontano dal Po e quindi più sicuro con lo scopo di costruirla lì[1]. L'attuale parrocchiale, progettata forse da Antonio Foschini, venne iniziata nel 1770[1]; nel 1786 fu demolita la precedente chiesa per reimpiegare i suoi materiali nella nuova[1]. Il 13 marzo del 1818 la chiesa passò dalla diocesi di Adria all'arcidiocesi di Ferrara[2][3]. Nel 1888 venne edificata la sacrestia riutilizzando i materiali provenienti dalla demolizione di un antico oratorio ad Alberone[1]. Durante la Seconda Guerra Mondiale il campanile, che era ancora quello della vecchia pieve e che distava dalla parrocchiale circa mezzo chilometro, fu distrutto e mai più riedificato[3]. La chiesa venne danneggiata durante il Terremoto dell'Emilia del 2012 e ristrutturata nel 2014[1].

  1. ^ a b c d e f g h Chiesa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria <Guarda Ferrarese, Ro>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ Parrocchia dell'Assunzione di Maria Santissima in Guarda Ferrarese, su siusa.archivi.beniculturali.it.
  3. ^ a b Parrocchia di Guarda Ferrarese, su arcidiocesiferraracomacchio.org.

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Chiesa della Natività di Maria Santissima (Mesola)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàMesola
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareNatività della Beata Vergine Maria
ArchitettoJoannon de Saint Laurent
Inizio costruzione1783

La chiesa della Natività di Maria Santissima è la parrocchiale di Mesola, in provincia di Ferrara ed arcidiocesi di Ferrara-Comacchio; fa parte del vicariato di San Guido Abate

Il borgo di Mesola si origini sul finire del Medioevo e nel Cinquecento fu attivato il primo luogo di culto, che era annesso alla tenuta degli Estensi, sorta tra il 1578 e il 1583[1]. Dalla relazione della visita pastorale del 1° marzo 1674 del vescovo Arnaldo Speroni degli Alvarotti si apprende che questa cappella era dedicata alla Madonna della Neve ed era filiale della pieve di Ariano[2][3]. Nella seconda metà del Settecento Maria Teresa d'Austria promosse l'edificazione di una nuova chiesa poiché la cappella precedente si era rivelata insufficiente a soddisfare le esigenze della popolazione[3]; il progetto fu affidato all'architetto francese Joannon de Saint Laurent e la prima pietra del nuovo edificio venne posta nel 1783[1]. La chiesa fu portata a compimento nel 1785[1][3]. Intorno al 1794 venne eretto il campanile[2][3]; nel 1797 la chiesa è nominata per la prima volta con il titolo di parrocchiale[3]. La chiesa passò nel 1819 dalla diocesi di Adria all'arcidiocesi di Ferrara, per poi essere aggregata nel 1857 alla diocesi di Comacchio[2][3].
L'edificio venne ristrutturato nel 1968[1] e il 4 luglio del 1986 fu aggregata alla parrocchia di Mesola quella di Santa Giustina, che era stata costituita una trentina di anni prima[2]. La facciata dell'edificio venne restaurata nel 2007[1].

La facciata della chiesa è divisa in due ordini, ognuno dei quali è scandito da lesene; nel registro superiore si possono notare un finestrone e il timpano[1]. L'interno dell'edificio è ad un'unica navata con cappelle laterali; l'aula termina con il presbiterio, chiuso dell'abside semicircolare[1]. Opere di pregio conservate nella chiesa sono un reliquiario di bottega veneta in stile gotico, una statuetta di scuola bolognese raffigurante l'Ecce Homo del Seicento ed argenteria, opera di Giovanni Valdier, donata alla parrocchia da papa Pio VI[3].

  1. ^ a b c d e f g Chiesa della Natività di Maria Santissima <Mesola>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b c d Parrocchia di Mesola, su arcidiocesiferraracomacchio.org.
  3. ^ a b c d e f g Piero Viganò, Paesi e parrocchie dell'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, p. 347-349.
  • Piero Viganò, Paesi e parrocchie dell'arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, 1990.

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Chiesa di San Michele Arcangelo (Pescara, Ferrara)

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Chiesa di San Michele Arcangelo
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Emilia-Romagna
LocalitàPescara
Religionecattolica di rito romano
Inizio costruzioneXV secolo
CompletamentoXVIII secolo

La chiesa di San Michele Arcangelo è la parrocchiale di Pescara di Ferrara, in provincia di Ferrara ed arcidiocesi di Ferrara-Comacchio; fa parte del vicariato di Santa Caterina Vegri.

La prima citazione di una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo situata a Pescara risale al 1287[1][2].
Alcune informazioni su questa cappella sono contenute nella relazione della visita pastorale del 1436 di Giovanni Tavelli[2].

La chiesetta venne affrescata nel 1441 e riedificata assieme al campanile e alla canonica nel 1442 con il finanziamento di Giovanni e Agnese della Mela[2].
L'attuale parrocchiale è frutto dei rifacimenti condotti nel XVIII secolo; in questo periodo il campanile fu sopraelevato[2]. La torre campanaria subì dei restauri nell'Ottocento a causa di problemi di staticità[2]. La rotta del Po del 1872 arrecò alla chiesa lievi danni[2].
La parrocchiale fu completamente restaurata tra il 2005 ed il 2010[2].

  1. ^ Parrocchia di Pescara, su arcidiocesiferraracomacchio.org.
  2. ^ a b c d e f g Chiesa di San Michele Arcangelo <Pescara, Ferrara>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Contarina)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàContarina
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Bartolomeo Apostolo
Consacrazione1845
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1726

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è la parrocchiale di Contarina, in provincia di Rovigo e diocesi di Chioggia; fa parte della vicariato di Loreo.

La primitiva cappella di Contarina fu eretta nel XVII secolo dai nobili veneziani Contarini, dai quali deriva il nome del paese[1]; questa chiesetta divenne sede parrocchiale il 7 settembre 1665[1].
L'edificio fu gravemente danneggiato all'inizio del XVIII secolo da una esondazione del Po; si decise, dunque, di riedificarlo ex novo[1]. L'attuale parrocchiale venne costruita nel 1726 in stile neoclassico[1]. Nel XIX secolo la chiesa subì un restauro e fu consacrata l'8 settembre 1845 dal vescovo di Chioggia Jacopo De Foretti[1].
L'interno della struttura venne ridipinto nel 1986, mentre la facciata fu ristrutturata nel 1999[1]. La chiesa fu nuovamente restaurata nel 2019[1].

La facciata è a capanna ed è divisa in due ordini da un marcapiano[1]; entrambi gli ordini sono tripartiti da quattro lesene, il registro superiore presenta una lunetta murata[1].
L'interno è a navata unica; la navata termina con il presbiterio, a sua volta chiuso dell'abside semicircolare[1]. Opere di pregio qui conservate sono scene della vita di San Bartolomeo Apostolo e l'organo, realizzato dalla ditta Callido[2].

  1. ^ a b c d e f g h i j Chiesa di San Bartolomeo Apostolo <Contarina, Porto Viro>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ Chiese e monumenti di Porto Viro, su ilpolesine.com.

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Chiesa della Visitazione di Maria Santissima (Donada)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàDonada
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareMaria Santissima della Visitazione
Consacrazione1858
Inizio costruzione1845

La chiesa della Visitazione di Maria Santissima è la parrocchiale di Donada, in provincia di Rovigo e diocesi di Chioggia; fa parte del vicariato di Loreo.

La facciata della chiesa

La presenza di un piccolo oratorio a Donada è attestata nel XVII secolo[1][2]; nel 1680 questa chiesetta fu elevata al rango di parrocchiale[1].
La chiesa venne riedificata nel 1727[1][2].
L'attuale parrocchiale fu costruita nel 1845 e consacrata il 29 agosto del 1858[1]. La facciata venne modificata nel 1911[1].
Nel 1972 fu ritinteggiato l'interno dell'edificio e nel 2007 la chiesa venne dotata del coro ligneo[1].

La facciata della chiesa è in stile neoclassico; è caratterizzata da quattro semicolonne che presentano capitelli corinzi[1]. Agli angoli del timpano sono collocate delle statue; quelle poste al colmo dello stesso raffigurano la Madonna e Santa Elisabetta[1].
L'interno presenta un'unica navata che termina con il presbiterio, a sua volta chiusa dell'abside semicircolare[1]. L'opera di maggior rilievo qui conservata è una statua il cui soggetto è San Giovanni Evangelista, opera seicentesca del veronese Guido del Moro[2].

  1. ^ a b c d e f g h i Chiesa della Visitazione di Maria Santissima <Donada, Porto Viro>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b c Chiese di Porto Viro, su ilpolesine.com.

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Chiesa di San Francesco d'Assisi (Mazzorno Destro)

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{{S|Veneto|chiese}}

Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàMazzorno Destro
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Francesco d'Assisi
Inizio costruzione1642
CompletamentoXIX secolo

La chiesa di San Francesco d'Assisi è la parrocchiale di Mazzorno Destro, frazione diTaglio di Po, in Provincia di Rovigo e diocesi di Chioggia; fa parte del vicariato di Loreo.

Si sa che la primitiva cappella di Mazzorno Destro, dedicata ai Santi Giorgio, Pietro e Stefano, fu eretta nel 1523 per volere del nobile Francesco Quirini da Venezia[1].
La chiesa venne ricostruita nel 1642; nel 1721 subì un restauro e fu benedetta dal vescovo Giovanni Soffietti[2].
La chiesa attuale è frutto dei rifacimenti condotti nel XVIII secolo in seguito ai danni riportati durante le esondazioni del Po[2]; ulteriori lavori conferirono nel XIX secolo all'edificio l'aspetto che tutt'oggi lo caratterizza[2].
La chiesa divenne curaziale nel 1908 e fu eretta a parrocchiale nel 1971[2].

  1. ^ Le chiese di Taglio di Po, su sites.google.com.
  2. ^ a b c d Chiesa di San Francesco d'Assisi <Mazzorno Destro, Taglio di Po>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di San Giorgio Martire (Mazzorno Sinistro)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneVeneto
LocalitàMazzorno Sinistro
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Giorgio Martire
Consacrazione1641
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1523
Completamento1750

La chiesa di San Giorgio Martire è la parrocchiale di Mazzorno Sinistro, in provincia di Rovigo e diocesi di Chioggia; fa parte del vicariato di Loreo.

La chiesa venne edificata nel 1523 per interessamento della nobile famiglia veneziana dei Quirini[1]; la consacrazione fu impartita il 26 novembre 1641 dal vescovo della Diocesi di Chioggia Francesco Grassi. L'edificio attuale è frutto dell'ampliamento del 1750[1]. Nel XIX secolo la chiesa fu dotata del nuovo altare maggiore e nel 1925 il coro subì delle modifiche[1]. La parrocchiale venne ristrutturata nel 2003[1].

La facciata della chiesa è tripartita da quattro lesene; nelle parti laterali si aprono due finestre e il timpano è caratterizzato da un oculo parzialmente murato[1]. Sul fianco che guarda a mezzogiorno si trova un'altra facciata che ingloba l'ingresso laterale; questa seconda facciata è a salienti e presenta quattro paraste[1].
La navata termina in un piccolo presbiterio, chiuso dell'abside semicircolare[1].

  1. ^ a b c d e f g Chiesa di San Giorgio Martire <Mazzorno Sinistro, Adria>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di San Francesco d'Assisi (Taglio di Po)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Veneto
LocalitàTaglio di Po
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Francesco d'Assisi
Consacrazione1905
Inizio costruzione1862
Completamento1871

La chiesa di San Francesco d'Assisi è la parrocchiale di Taglio di Po, in Provincia di Rovigo e diocesi di Chioggia; fa parte del vicariato di Loreo.

La prima cappella di Taglio di Po venne costruita all'inizio del XVII secolo[1]. Questo edificio divenne curaziale nel 1825[2] e fu riedificato nel 1847, ma già pochi anni dopo si decise di realizzare una nuova chiesa[1]. La prima pietra dell'attuale parrocchiale venne posta nel 1862; la chiesa fu portata a termine ed aperta al culto nel 1871[1][2]. Tra il 1902 ed il 1905 la parrocchiale venne dotata dei cinque altari[1] e il 19 ottobre 1905 fu consacrata dal patriarca di Venezia Aristide Cavallari[2]. Nel 1939 la cura d'anime venne affidata ai frati della Provincia Veneta di Sant'Antonio[2], il cui convento annesso alla chiesa venne inaugurato il 1° ottobre 1956[2]. Nella seconda metà degli anni '60 del Novecento la parrocchiale subì un importante lavoro di restauro, nel corso del quale fu soppresso il vecchio altare maggiore e sostituito da quello rivolto verso l'assemblea[1]. La chiesa venne ristrutturata nuovamente tra il 2016 ed il 2017[1].

La facciata, che è a capanna, è divisa in due ordini da una cornice marcapiano[1]; nell'ordine inferiore sono presenti quattro semicolonne in stile ionico, in quello superiore un grande affresco inscritto in un arco raffigurante San Francesco che protegge Taglio di Po dalle acque e realizzato nel 1983 da artisti della bottega di Spilimbergo[2].

  1. ^ a b c d e f g Chiesa di San Francesco d′Assisi <Taglio di Po>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b c d e f Le chiese di Taglio di Po, su sites.google.com.

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Chiesa di San Valentino (Andriano)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Trentino-Alto Adige
LocalitàAndriano
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Valentino
Inizio costruzione1852
Completamento1854

La chiesa di San Valentino è la parrocchiale di Andriano, in provincia di Bolzano e diocesi di Bolzano-Bressanone; fa parte del decanato di Terlano-Meltina.

La prima citazione di una chiesa ad Andriano risale al 1253[1]; questa chiesa era in origine filiale della pieve di Terlano[2].
Il campanile fu eretto nel XIV secolo[3].
La chiesa fu riedificata nel 1520 inglobando quella precedente, che ne divenne la sacrestia[1], ed eretta a parrocchiale nel 1604[2].
L'attuale parrocchiale venne costruita tra il 1852 ed il 1854 riutilizzando parte di quella cinquecentesca[1][3] e nel 1883 fu sopraelevato il campanile[3].
Nel 1982 l'interno della chiesa subì una ristrutturazione e nel 2011 venne restaurato pure il campanile[1].

La chiesa è un'unica navata e opere di pregio qui conservate sono l'organo, costruito da Josef Aigner nel 1863, rifatto Leopold Stadelmann nel 1935 e trasformato in meccanico nel 2006[4], gli affreschi, dipinti nel 1864 da Anton Psenner[2], e l'altare rivolto verso l'assemblea, realizzato nel 1995 da Walter Kuenz[1].

  1. ^ a b c d e Chiesa di San Valentino <Andriano>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.
  2. ^ a b c La Chiesa di San Valentino ad Andriano, su sudtirol.com.
  3. ^ a b c PARROCCHIALE DI SAN VALENTINO, su provincia.bz.it.
  4. ^ Organo di Andriano, su pauls-sakral.eu.

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Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (Bastida Pancarana)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàBastida Pancarana
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Bartolomeo Apostolo
ArchitettoAntonio Rossi
Stile architettoniconeoclassico
Inizio costruzione1860

La chiesa di San Bartolomeo Apostolo è la parrocchiale di Bastida Pancarana, in provincia di Pavia e diocesi di Tortona; fa parte della vicariato di Casteggio.

Le prime attestazioni della parrocchia di Bastida risalgono al Cinquecento[1]; allora i fedeli erano 200 ed era compresa nella pieve foraniale di Castelletto[1].

La chiesa vista di tre quarti

Il 20 novembre 1817 la chiesa venne staccata dalla diocesi di Pavia ed aggregata a quella di Tortona[1]. Da documenti del 1820 s'apprende che il numero dei parrocchiani era salito a 1172 e che esistevano la compagnia della Dottrina Cristiana, fondata 20 maggio 1688, e la confraternita della Santissima Trinità, istituita il 12 giugno 1676[1].
Grazie agli atti relativi al sinodo diocesano del 1843 si conosce che, a qual tempo, la chiesa era compresa nel vicariato Cervesina[1].

La chiesa, che sorgeva nella borgata chiamata Isolino, fu distrutta da un'esondazione del Po nell'anno 1857[2].
L'attuale parrocchiale venne costruita in un luogo più lontano dal fiume tra il 1860 ed il 1862 su progetto di Antonio Rossi[2].

Dalla relazione della visita pastorale del vescovo Igino Bandi nel 1891 s'apprende che nella chiesa avevano sede le confraternite della Trinità, del Carmine, delle Figlie di Maria e del Suffragio[1].
Per alcuni anni nella seconda metà del Novecento la chiesa fu compresa nel vicariato di Bressana Bottarone, mentre ora fa parte di quello di Casteggio[1].

La facciata della chiesa è a salienti ed è divisa in tre parti, delle quali quella centrale è divisa in due ordini: quello inferiore è tripartito da quattro lesene, mentre quello superiore presenta una lunetta al cui interno si può ammirare un affresco[2].
La pianta dell'edificio è a croce greca con tre navate ed abside semicircolare[2]; il soffitto della navata centrale è a botte, mentre quello delle navate laterali è a vela[2].
Il campanile si presenta slanciato e a pianta quadrata[2]; la cella campanaria è dotata di monofore e la cuspide è in rame[2].

  1. ^ a b c d e f g Parrocchia di San Bartolomeo Apostolo, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ a b c d e f g Chiesa di San Bartolomeo <Bastida Pancarana>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di San Martino Vescovo (Calvignano)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàCalvignano
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Martino Vescovo
Completamento1860

La chiesa di San Martino Vescovo è la parrocchiale di Calvignano, in provincia di Pavia ed diocesi di Tortona; fa parte del vicariato di Casteggio.

La prima citazione di una chiesa dedicata a San Martino a Calvignano risale al 1322[1].
Dalla relazione della visita pastorale del 1623 del vescovo di Piacenza Giovanni Giorgio Linati si apprende che i fedeli erano 200, che il reddito annuo ammontava a 64 scudi e che nella chiesa aveva sede la confraternita del Santissimo Sacramento[1].
Grazie agli scritti relativi la visita pastorale del 1761 del vescovo Pietro Cristiani si conosce che la chiesa era compresa nel vicariato di Broni, che in essa avevano sede la già citata confraternita del Santissimo Sacramento e quella della Beata Vergine Maria di Monte Carmelo, istituita il 5 settembre 1696, e che ricadevano sotto la giurisdizione della parrocchia pure le cappelle di San Rocco e di Santa Maria Immacolata[1].
Il 20 novembre 1817 la chiesa passò dalla diocesi di Piacenza a quella di Tortona[1].
Dagli atti inerenti il sinodo diocesano del 1843 s'apprende che la chiesa era compresa nel vicariato di Montalto[1].
L'attuale parrocchiale venne costruita nel 1860 sullo stesso luogo in cui sorgeva quella precedente[2]. Nel XX secolo la chiesa entrò a far parte del vicariato di Casteggio, al quale è tuttora aggregata[1].
L'edifcio fu ristrutturato alla fine del Novecento e, tra il 2016 ed il 2019 la sacrestia venne restaurata[2].

  1. ^ a b c d e f Parrocchia di San Martino Vescovo, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ a b Chiesa di San Martino Vescovo <Calvignano>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it.

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Chiesa di San Giovanni Battista (Verrua Po)

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Marchetto da Trieste/Sandbox2
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Lombardia
LocalitàVerrua Po
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
TitolareSan Giovanni Battista

La chiesa di San Giovanni Battista è la parrocchiale di Verrua Po, in provincia di Pavia e diocesi di Tortona; fa parte del vicariato Padano.


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Chiesa di Santa Maria Assunta
StatoItalia (bandiera) Italia
RegioneLombardia
LocalitàAlbareto
Religionecristiana cattolica di rito romano
Completamento1857

La chiesa di Santa Maria Assunta è la parrocchiale di Albareto, in provincia di Parma e diocesi di Massa Carrara-Pontremoli[1]; fa parte del vicariato di Pontremoli[2].

La torre campanaria

La prima citazione di una cappella ad Albareto è da ricercare in un documento datato 27 maggio 884, in cui si legge che il conte di Lucca e di Tuscia Alberto I donò la chiesa albarilotta al monastero di San Caprasio di Aulla[1].
Dagli Estimi della Diocesi di Luni stilati tra io 1470 e il 1471 s'apprende che la chiesa di Albareto era una cappella dipendente dalla pieve di Aulla[1], dalla quale si affrancò nel XVI secolo venendo eretta in parrocchia autonoma[1].
Questa chiesa fu demolita nel 1843 per far posto a quella attuale, portata a compimento nel 1857[1].

La facciata della chiesa è tripartita da quattro lesene sovrastate dal timpano la cui catena è interrotta in corrispondenza della porzione centrale, la quale è caratterizzata dal portale e da una finestra timoanati[1].
L'interno, che è in stile neoclassico[1], è divisa in due campate con volte a crociera, mentre le cappelle laterali e il corto transetto presentano volte a botte[1]; l'aula termina con il presbiterio - anch'esso con volta a botte[1] - a sua volta chiuso dell'abside semicircolare[1]. L'ooera di maggior pregio qui conservata è un ciborio ligneo risalente al Cinquecento caratterizzato da una raffigurazione di San Benedetto e da un tabernacolo aggiunto nel XVII secolo[1].

  1. ^ a b c d e f g h i j k Chiesa di Santa Maria Assunta <Albareto>, su chieseitaliane.chiesacattolica.it. URL consultato il 5 giugno 2020.
  2. ^ ALBARETO S. MARIA ASSUNTA, su massacarrara.chiesacattolica.it. URL consultato il 5 giugno 2020.

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