24 Ore di Le Mans 1980 | |
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Edizione n. 48 della 24 Ore di Le Mans | |
Dati generali | |
Inizio | 14 giugno |
Termine | 15 giugno |
Valevole anche per il Campionato del Mondo Sport Prototipi | |
Titoli in palio | |
Assoluta | Jean Rondeau Jean-Pierre Jaussaud su Rondeau M379B (Gruppo 6 oltre 2 litri) |
GTP | Gordon Spice Philippe Martin Jean-Michel Martin su Rondeau M379 |
IMSA | John Fitzpatrick Brian Redman Dick Barbour su Porsche 935 K3 |
Gruppo 5 oltre 2 litri | Harald Grohs Dieter Schornstein su Porsche 935 |
Gruppo 4 Gruppo 6 Gruppo 5 fino a 2 litri | Thierry Perrier Roger Carmillet su Porsche 911 SC Bruno Sotty Daniel Laurent Philippe Hesnault su Chevron B36 Carlo Facetti Martino Finotto su Lancia Monte Carlo |
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Edizione in corso |
La 48ª edizione della 24 Ore di Le Mans si è svolta il 14 e 15 giugno 1980 sul Circuit de la Sarthe. Questa gara è la 7ª manche del Campionato Mondiale Sportprototipi 1980 (WSC - World Sportscar Championship).
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Per il 1980 l'Automobile Club de l'Ouest limitò la capacità massima dei serbatoi da 160 a 120 litri e ridusse da 140 a 50 litri/minuto la velocità di rifornimento del carburante[1], triplicando i tempi di sosta ai box in un'ottica di riduzione dei consumi e inoltre stabilì tutta una serie di altre regole volte all'abbattimento dei costi: qualifiche accorciate, griglia stabilita con la media dei tempi dei due migliori piloti dell'equipaggio, divieto di sostituzione di motore e cambio dopo le qualifiche[2].
Ancora una volta la Porsche non iscrisse nessuna vettura propria nel Gruppo 5, allo scopo di non competere con le molte vetture dei clienti iscritte. Questa volta però neppure nessuna "Gruppo 6" ufficiale viene iscritta, a differenza delle 4 edizioni precedenti. L'unica Porsche gruppo 6, un roadster sponsorizzato dalla Martini, iscritto da Reinhold Joest per sé stesso e Jacky Ickx, venne battezzata 908/80, ma somigliava molto alla versione del 1977 della 936. Per molto tempo si credette che fosse uno sviluppo del telaio della 908, ma si è recentemente scoperto che venne costruita su un telaio di scorta della 936, il 936-004. Poiché la Porsche non desiderava impegnarsi nella vendita delle 936 ai clienti, il segreto venne mantenuto usando un numero di telaio della 908. In realtà si trattò di un'operazione svolta da alcuni dirigenti della stessa Porsche, in disaccordo con il direttore generale, Ernst Fuhrmann che aveva imposto di gareggiare soltanto con vetture derivate dalle piccole 924 di serie. Fu fornito a Joest un telaio attorno al quale venne costruita la vettura con pezzi di ricambio acquistato dal preparatore. Non è mai stato chiaro se Fuhrmann avesse mai scoperto questa operazione[3].
La 908/80 era la favorita ma la Porsche poteva contare su molte 935, cinque Gruppo 5 più otto IMSA GTX, tra cui tre della Scuderia di Dick Barbour, vincitrice a Sebring, che si confrontavano direttamente con le 4 BMW M1, di cui due semi-ufficiali[1]. La maggior parte della concorrenza era nella Classe GTP: le tre Porsche 924 Carrera GT schierate dalla squadra ufficiale Porsche, tre WM-Peugeot P79/80 con equipaggi completamente francesi e la Rondeau-Cosworth M379B[4] progettata a Le Mans e schierata anche nel Gruppo 6 (due delle tre vetture presenti). Quest'ultima, dopo la vittoria di classe dell'anno precedente, era stata sottoposta a una serie di migliorie aerodinamiche che ne avevano ridotto il Cx e aveva subito modifiche all'alimentazione e al sistema di raffreddamento che avevano permesso un incremento di potenza di una trentina di cavalli, il tutto collaudato in una sessione di prove a Le Castellet durata 26 ore[5].
Altre vetture presenti nel Gruppo 6 erano l'inglese De Cadenet-Lola LM realizzata da Alain De Cadenet e la giapponese Dome Zero RL80, entrambe spinte da motori Ford Cosworth DFV, mentre tra le Gruppo 5 erano iscritte 6 Ferrari 512 BB/LM, di cui una dello statunitense NART e tre dei francesi del Charles Pozzi - JMS Racing.
Tra le classi inferiori, da segnalare che la Lancia aveva iscritto nel Gruppo 5 fino a 2 litri due Beta Montecarlo Turbo ufficiali e aveva affidato una terza alla scuderia Jolly Club e un folto numero di barchette Lola T298 private nel Gruppo 6 fino a 2 litri[6].
Qualifiche
[modifica | modifica wikitesto]La pole position fu appannaggio della Rondeau M379B-Cosworth di Henri Pescarolo e Jean Ragnotti in 3:47.900, seguiti da Fitzpatrick/Redman/Barbour sulla 935 K3/80 classe IMSA GTX, dalla 935 Kremer di Gruppo 5, dalla Porsche 908/80, dalla Rondeau pilotata dallo stesso Jean Rondeau e da Jean-Pierre Jaussaud, dalla De Cadenet-Lola LM (vittima di un incidente in prova e riparata a tempo di record) e dalla Dome Zero RL80 in settima posizione[6].
Gara
[modifica | modifica wikitesto]Alle 16:00 fu dato il via: la partenza fu probabilmente la più bagnata di Le Mans. Ickx rimase indietro con la sua roadster fin quando non poté iniziare a vedere qualcosa di più della nebbia creata dalle auto con l'abitacolo chiuso: le coupé Porsche 935, BMW M1 e Rondeau. Tanta era la pioggia che i piloti non potevano affrontare in pieno la leggera curva posta verso la fine del rettilineo dell'Hunaudières[2].
John Fitzpatrick era in testa e lottava con Henri Pescarolo e la 935 del Gelo Racing Team pilotata da Bob Wollek. Alle 17:00 Hans Stuck aveva portato la sua BMW M1 dalla ventiseiesima alla seconda posizione. Nello stesso momento Jean Rondeau aveva due delle sue auto nelle prime 10, mentre la De Cadenet-Lola LM perdeva posizioni a causa di continue soste ai box per problemi di accensione[2].
Quando la pioggia diminuì Ickx e Joest superarono un'auto dopo l'altra. Per la fine della terza ora Joest si trovò al comando. Quando Ickx tornò alla guida dell'auto ruppe la cinghia della pompa di iniezione. Ma Joest era stato previdente, disponevano di una scatola degli attrezzi e di una cinghia di scorta nell'auto. Ickx ripartì solo 14 minuti dopo e dovette fermarsi ai box per un ulteriore controllo, ma fu sufficiente a fargli perdere la testa della gara[2].
Al calar delle tenebre la Rondeau di Pescarolo/Ragnotti conduceva la gara alternandosi con la Porsche 935 di Fitzpatrick/Redman/Barbour, seguiti da Jaussaud/Rondeau sull'altra 379B di Gruppo 6, ma Ickx si mise all'inseguimento. Poco dopo mezzanotte, durante una sosta ai box, Pescarolo e Ragnotti si ritirano col motore rotto[1] e all'1:00 di domenica, la 908/80 era nello stesso giro dell'auto di testa. Due ore dopo era davanti e iniziava a lasciare indietro la vettura Francese. Dopo numerosi cambi di posizione dovuti ai rifornimenti e alle manutenzioni programmate, attorno alle 7:00 la Joest Martini Porsche aveva costruito un solido vantaggio.
Durante la notte la De Cadenet-Lola LM era risalita fino al quinto posto dopo aver risolto i suoi problemi, ma al mattino un problema ai supporti del motore le aveva fatto perdere un'ora e parecchie posizioni, mentre la WM-Peugeot occupava ora il quinto posto e le tre Porsche 924 Carrera GT ufficiali erano tra i primi dieci, con Al Holbert e Derek Bell piazzati prima dei compagni di squadra[2].
Ma la Scuderia Joest aveva sottostimato la Rondeau, non si aspettava che il motore Cosworth fosse così affidabile. Di conseguenza Joest e Ickx non corsero abbastanza forte e quando la loro vettura ebbe lo stesso problema al cambio sofferto anche nel 1978, alle 10:00, non avevano un vantaggio sufficiente e la Rondeau di Jean Rondeau e Jean-Pierre Jaussaud ottenne il comando e un vantaggio di tre giri. Ickx dovette iniziare un terzo inseguimento.
Alla quattordicesima ora di gara Mark Thatcher distrusse la sua vettura in un incidente[7].
A tre ore dalla fine ricominciò a piovere a macchia di leopardo sul tracciato e Jean Rondeau uscì di strada alla Curva Dunlop, appoggiandosi a un guard-rail ma senza danneggiare la vettura, mentre gli avversari si "sdoppiavano"[1][2].
Quando Jaussaud diede il cambio a Rondeau, con un'ora e mezza ancora da correre, la Rondeau aveva ancora due giri di vantaggio, ma la Porsche andava più veloce. A 35 minuti dalla fine tornò a piovere. Ickx si fermò ai box per montare le gomme da pioggia, mentre Jaussaud tenne le slick. Jaussaud aveva fatto la scelta giusta e rimase in testa. Comunque ci fu una sorpresa finale: con l'infittirsi della pioggia, all'ultimo giro Jaussaud perse il controllo dell'auto. Per fortuna la Rondeau non urtò niente.
Per la prima volta un pilota vinceva Le Mans con una vettura che portava il suo nome. Alla fine della gara Ickx annunciò il suo ritiro dalle corse. Alle spalle dei duellanti si piazzarono la Rondeau di Gordon Spice e dei fratelli Martin (vincitrice della Classe GTP), al quarto posto la WM-Peugeot di Guy Fréquelin e Roger Dorchy, Fitzpatrick/Redman/Barbour al quinto posto vinsero la classe IMSA GTX distanziando di un solo giro la Porsche 924 di Manfred Schurti e Jürgen Barth (iscritta tra i prototipi), mentre l'abnegazione del team di Alain de Cadenet permise loro di agguantare il settimo posto.
Classifica finale
[modifica | modifica wikitesto]Ecco la classifica ufficiale al termine delle 24 ore di gara[8].
- I vincitori di ciascuna categoria sono evidenziati da uno sfondo giallo.
Legenda:
- Rit.=Ritirato
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d (FR) Resoconto della gara, su les24heures.fr, www.les24heures.fr, 05-03-2008. URL consultato l'11-03-2010.
- ^ a b c d e f (EN) Resoconto della gara, su bigmoneyracing.com, www.bigmoneyracing.com. URL consultato il 10-03-2010 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
- ^ Porsche 956/962, The enduring champions, Peter Morgan, ed. Haynes Publishing, 2003
- ^ https://www.flickr.com/photos/29493524@N06/2844698807/ Foto della Rondeau M379B
- ^ (FR) Brochure "Le Point-ITT favori des 24 Heures du Mans 1980", su autodiva.fr, www.autodiva.fr, 27-09-2010. URL consultato il 16-10-2010.
- ^ a b Le Mans 24 Hours 1980 - Racing Sports Cars
- ^ La Stampa, StampaSera, 16 giugno 1980, pagina 17
- ^ World Championship 1980, su wspr-racing.com. URL consultato l'11 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
- ^ (EN) Articolo sulla BMW-March M1, su qv500.com, www.qv500.com. URL consultato il 16-10-2010 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2010).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su 24 Ore di Le Mans 1980
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Resoconto della gara su www.bigmoneyracing.com, su bigmoneyracing.com. URL consultato l'11 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2008).
- (FR) Resoconto della gara su www.les24heures.fr, su les24heures.fr.
- (FR) Resoconto e galleria fotografica della gara su www.86400.fr, su 86400.fr.