Cucina islandese
La cucina islandese è l'espressione dell'arte culinaria sviluppata in Islanda e ha come elementi principali l'agnello e il pesce.[1]
Piatti tipici
[modifica | modifica wikitesto]Il Þorramatur (cibo di Þorri) è una selezione di piatti tradizionali islandesi, consumati nei primi tre mesi dell'anno, come tributo all'antica cultura. Il Þorramatur è costituito principalmente da prodotti di carne e pesce, trattati in modo tradizionale, tagliati a fette o a pezzi, serviti accompagnati da rúgbrauð (un tipo di pane nero) e alcuni da burro e brennivín, una tradizionale acquavite.[2][3].
Tra i piatti del þorramatur troviamo:
- Kæstur hákarl, squalo fermentato.
- Súrsaðir hrútspungar, testicoli di montone bolliti e trattati in acido lattico.
- Svið, teste di pecora scottate e bollite, a volte trattate in acido lattico.
- Sviðasulta, testa in cassetta, ricavata dalla svið, a volte trattata in acido lattico.
- Lifrarpylsa, letteralmente salsiccia di fegato, è fatta con il fegato e la sugna di pecora impastati con farina di segale e avena.
- Blóðmör (sangue-sugna, noto anche come slátur, letteralmente macellazione), è un tipo di sanguinaccio di sangue e sugna di agnello impastati con farina di segale e avena.
- Harðfiskur, pesce essiccato (spesso merluzzo, eglefino o lupo di mare), serviti con burro.
- Rúgbrauð (letteralmente pane di segale), il tradizionale pane nero islandese.
- Hangikjöt, (letteralmente carne appesa), agnello o montone affumicati e bolliti, a volte mangiati anche crudi.
- Lundabaggi, lombi di pecora avvolti nella carne ricavata dai fianchi, pressati e conservati in acido lattico.
- Selshreifar, pinne di foca trattate in acido lattico.
- Súr Hvalur, grasso di balena marinato nel latte acido.
- Rófustappa, rape schiacciate.
Latticini
[modifica | modifica wikitesto]Tipica dell'isola è lo skyr, un formaggio fresco che viene consumato dalla popolazione senza aggiungere nulla, o con della frutta. Può essere usato anche per preparare frullati.[1]
Superalcolici
[modifica | modifica wikitesto]Nell'isola viene prodotta un'acquavite (brennivín), chiamata anche morte nera.[4] Viene bevuta in particolar modo durante la consumazione dell'hákarl, per contrastare il forte odore d'ammoniaca che emana.
Dolci
[modifica | modifica wikitesto]Fra i dolci tradizionali dell'Isola vi sono la vínarterta, una torta con confettura di prugne e cardamomo,[5] e i kleina, gnocchi fritti simili alle zeppole italiane.[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Erica Di Cillo, Cosa mangiare in Islanda e dove assaggiare i piatti tipici, in Giornale del cibo, 4 ottobre 2019. URL consultato l'8 novembre 2021.
- ^ (EN) Ken Albala, Food Cultures of the World Encyclopedia, ABC-CLIO, 2011, p. 194, ISBN 0-313-37626-3.
- ^ (EN) IBP, Inc, Iceland Country Study Guide Volume 1 Strategic Information and Developments, Lulu.com, 2012, p. 49, ISBN 1-4387-7459-1.
- ^ (EN) Icelandic Produce, su icelandgourmetguide.com. URL consultato l'8 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2010).
- ^ (EN) Kristin Olafson-Jenkyns, The Culinary Saga of New Iceland: Recipes from the Shores of Lake Winnipeg, Guelph, 2002, pp. 181-2.
- ^ (EN) Klenäter, su mixwell.com. URL consultato il 14 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2011).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Nanna Rognvaldardottir, Cool Cuisine: Traditional Icelandic Cuisine, Reykjavík, Vaka-Helgafell, 2004. ISBN 9979217677.
- (EN) Nanna Rognvaldardottir, Icelandic Food and Cookery, New York, Hippocrene Books Inc, 2002. ISBN 0781808782.
- (EN) Aslaug Benediktsdottir, An Icelandic Cookbook: Traditional Icelandic Recipes, Reykjavík, Iceland Review, 1998. ISBN 978-9979510796.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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