Barbara Stanwyck

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Barbara Stanwyck nel 1930
Statuetta dell'Oscar Oscar onorario 1982

Barbara Stanwyck, pseudonimo di Ruby Catherine Stevens[1] (Brooklyn, 16 luglio 1907Santa Monica, 20 gennaio 1990[2]), è stata un'attrice e ballerina statunitense.

Dotata di una forte personalità e di uno sguardo penetrante oltre che di grandi capacità recitative, Barbara Stanwyck fu una delle più celebri dive di Hollywood nonché una delle migliori attrici della storia del cinema, capace di saper passare egregiamente dalle commedie brillanti ai ruoli drammatici senza dimenticare che fu una delle protagoniste indiscusse del genere noir statunitense.[3] Secondo la critica Nell Minow, la Stanwyck è "l'attrice più eternamente moderna dell'Età d'Oro di Hollywood".[4]

L'American Film Institute l'ha inserita all'11º posto tra le più grandi star della storia del cinema.[5]

Barbara Stanwyck Ziegfeld girl fotografata da Alfred Cheney Johnston nel 1924

Ultima di 5 fratelli, rimase orfana in tenera età[6] e per diversi anni fu affidata a famiglie nelle quali non trovò la stabilità. Grazie alla sorella Mildred, iniziò a lavorare come ballerina di fila a Broadway fino ad arrivare ad esibirsi negli spettacoli di Florenz Ziegfeld. Grazie a un piccolo ruolo in una commedia in cui impersonava proprio una ballerina di fila, fu notata da alcuni talent scout che la portarono a Hollywood. Dopo alcune piccole parti, ottenne il ruolo di protagonista nel film Femmine di lusso (1930), al quale seguirono La donna del miracolo (1931) e Proibito (1932), tutti diretti da Frank Capra, e Amore sublime (1937) di King Vidor.

Fra i suoi film più importanti, si annoverano le commedie Lady Eva (1941) di Preston Sturges, Arriva John Doe (1941), ancora di Capra, Colpo di fulmine (1941) di Howard Hawks, e il film noir La fiamma del peccato di Billy Wilder (1944).

Dall'inizio degli anni cinquanta iniziò a dedicarsi anche alla televisione. Tra il 1927 e il 1964 partecipò a più di ottanta film[6], ottenendo 4 candidature al premio Oscar alla miglior attrice, senza mai vincerlo. Maggiori soddisfazioni giunsero dalla televisione: dopo uno show a lei dedicato, lavorò nel telefilm La grande vallata (1965-1969), in cui ricoprì il ruolo di una madre di famiglia nel Far West del XIX secolo. Il personaggio le diede una grande notorietà e riconfermò le sue doti d'attrice, consentendole infatti di vincere un Emmy Award e di essere candidata tre volte al Golden Globe.

Nel 1980 fu guest star in una puntata del telefilm Charlie's Angels. Nel 1983 fu tra i protagonisti di Uccelli di rovo con Richard Chamberlain, nel ruolo che le valse un Emmy Award e un Golden Globe come miglior attrice. Tra il 1985 e il 1986 interpretò la soap I Colby, spin-off di Dynasty, nel ruolo di Constance Colby, e nel 1985 interpretò lo stesso ruolo nella serie madre, Dynasty appunto, con Joan Collins, Linda Evans e John Forsythe.

La Stanwyck nel 1941 col marito Robert Taylor alla prima di Arriva John Doe di Frank Capra

Negli ultimi anni la Stanwyck fu attiva in opere di beneficenza al di fuori delle luci della ribalta. Nel 1981 fu svegliata nel mezzo della notte nella sua casa nell'esclusiva sezione di Beverly Hills di Trousdale da un intruso, che la colpì sulla testa con una torcia elettrica, poi la costrinse a nascondersi mentre la rapinava dei gioielli[7]. L'anno seguente, nel 1982, durante le riprese di Uccelli di rovo, l'inalazione del fumo degli effetti speciali sul set potrebbe averle causato un broncospasmo a peggioramento della sua bronchite, già aggravata dall'abitudine alle sigarette; era infatti una fumatrice accanita dall'età di nove anni[8].

Barbara Stanwyck morì il 20 gennaio 1990, all'età di 82 anni, di insufficienza cardiaca congestizia e malattia polmonare ostruttiva cronica al Saint John's Health Center di Santa Monica, in California.[2] Nelle ultime volontà indicò di non volere il servizio funebre. Secondo i suoi desideri, i suoi resti furono cremati e le ceneri sparse da un elicottero su Lone Pine, in California, dove aveva realizzato alcuni dei suoi film western[9][10].

Sostenitrice del maccartismo[11], Barbara Stanwyck si sposò due volte. Il primo matrimonio (1928) con Frank Fay durò sette anni, durante i quali la coppia adottò un bambino di 10 mesi al quale fu dato il nome di Dion. Fay era un attore teatrale di successo che però non riusciva a sfondare nel cinema, dove invece la Stanwyck trionfava, e per questo motivo la aggrediva spesso, specie quando era ubriaco. Dopo il divorzio l'attrice ottenne la custodia del figlio, che venne educato in maniera molto severa, e con il quale, una volta che quest'ultimo raggiunse l'età adulta, non ebbe quasi più contatti.

Nel 1939 si risposò con Robert Taylor; il matrimonio, appoggiato dal boss della MGM Louis B. Mayer, durò dodici anni e terminò con il divorzio nel 1950. La Stanwyck dichiarò sempre che Taylor fu il vero grande amore della sua vita, e la morte dell'attore avvenuta nel 1969 la spinse a prendere una lunga pausa lavorativa.

Oltre ai due matrimoni, l'attrice ebbe altre due relazioni significative, la prima negli anni '20 con l'attore Rex Cherryman, morto prematuramente, e la seconda negli anni '50, con Robert Wagner. Nell'ambiente cinematografico era tra le persone più amate e stimate, e non meraviglia che rimanesse in amicizia con molti di loro per lunghi anni, ad esempio con William Holden, che ha sempre ricordato che doveva a lei la sua carriera, visto che lo aveva imposto come protagonista del film Passione - Il ragazzo d'oro nonostante la forte opposizione dei produttori, che stavano invece per licenziarlo.

L'attrice nel 1944 in La fiamma del peccato (Double Indemnity) di Billy Wilder

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]

Per il suo contributo all'industria cinematografica ha una stella sull'Hollywood Walk of Fame.

Doppiatrici italiane

[modifica | modifica wikitesto]
  • Lydia Simoneschi in Amore sublime, Il terzo delitto, La via dei giganti, Lady Eva, Tu m'appartieni, Colpo di fulmine, Il carnevale della vita, La fiamma del peccato, Il sergente e la signora, Lo strano amore di Marta Ivers, La seconda signora Carroll, Rivista di stelle, La roulette, I marciapiedi di New York, Il romanzo di Thelma Jordon, Non voglio perderti, Le furie, Indianapolis, La casa del corvo, La confessione della signora Doyle, La marea della morte, Desiderio di donna, Ballata selvaggia, La sete del potere, La regina del Far West, Uomini violenti, L'avventuriero di Burma, Quella che avrei dovuto sposare, Il mio amante è un bandito, Quegli anni selvaggi, Quaranta pistole, Delitto senza scampo, Schiava degli apaches, Anime sporche, Il cantante del luna park, Passi nella notte
  • Marcella Rovena in Dieci soldi a danza, La donna del miracolo, Proibito, Perfidia e altri film degli anni trenta poi ridoppiati
  • Tina Lattanzi in La figlia perduta, Arriva John Doe, Orchidea bianca, Titanic
  • Ada Maria Serra Zanetti nei ridoppiaggi di Passione, La dominatrice, Lo strano amore di Marta Ivers
  • Anna Miserocchi in Charlie's Angels, Dynasty, I Colby (1ª voce)
  • Rosetta Calavetta in Messaggio segreto (ridoppiaggio)
  • Giovanna Scotto in Ho baciato una stella
  • Andreina Pagnani in Il terrore corre sul filo
  • Anna Proclemer in Ti ho visto uccidere
  • Alba Cardilli in La grande vallata
  • Noemi Gifuni in La casa che non voleva morire
  • Benita Martini in Uccelli di rovo
  • Elsa Camarda in I Colby (2ª voce)
  • Susanna Javicoli in Arriva John Doe (ridoppiaggio)

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ (EN) Barbara Stanwyck, su Turner Classic Movies (archiviato dall'url originale il 10 ottobre 2023).
  2. ^ a b (EN) Peter B. Flint, Barbara Stanwyck, Actress, Dead at 82, in The New York Times, 22 gennaio 1990, p. D11. URL consultato il 28 dicembre 2023.
  3. ^ Francesco Costa, STANWYCK, Barbara, in Enciclopedia del cinema, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004. URL consultato il 28 dicembre 2023.
  4. ^ (EN) Margaret Talbot, Barbara Stanwyck’s Best, 20 dicembre 2013. URL consultato il 13 luglio 2019.
  5. ^ (EN) AFI’s 100 YEARS…100 STARS | American Film Institute, su afi.com. URL consultato il 13 settembre 2019.
  6. ^ a b Barbara Stanwyck, personaggio, su il Post, 20 gennaio 2015. URL consultato il 28 dicembre 2023.
  7. ^ John Stark, Ball of Fire: Barbara Stanwyck, in People, 25 novembre 1985. URL consultato il 22 novembre 2016.
  8. ^ John Stark, Barbara Stanwyck, 'A Stand-Up Dame', su people.com, 5 febbraio 1990. URL consultato il 24 dicembre 2010.
  9. ^ Callahan (2012), p. 220.
  10. ^ Wilson, Scott. Resting Places: The Burial Sites of More Than 14,000 Famous Persons, 3d ed.: 2 (Kindle Location 44716). McFarland & Company, Inc., Publishers. Kindle Edition
  11. ^ A 65 ANNI DAL MACCARTISMO quinlan.it

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN69121865 · ISNI (EN0000 0003 6865 1718 · LCCN (ENn83187397 · GND (DE118831313 · BNE (ESXX1083485 (data) · BNF (FRcb139561884 (data) · J9U (ENHE987007442620405171 · CONOR.SI (SL14568291