Franca Valeri

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Franca Valeri al Premio letterario Piero Chiara del 2011

Franca Valeri, pseudonimo di Franca Norsa[1] (Milano, 31 luglio 1920Roma, 9 agosto 2020[1][2]), è stata un'attrice, comica, cabarettista, sceneggiatrice, drammaturga e regista teatrale italiana, nota per la sua lunga carriera di interprete caratterista.

Appassionata di teatro musicale, nella sua carriera si è dedicata anche alla regia operistica[3].

Infanzia e giovinezza

[modifica | modifica wikitesto]

Franca Norsa nasce il 31 luglio 1920 a Milano, in via Cerva[4], ma l'atto di nascita riporta l'indirizzo di residenza di via Giuseppe Rovani 7, in una famiglia della borghesia milanese, secondogenita di Luigi Angelo Norsa, ingegnere mantovano alla Breda di Sesto San Giovanni, e Cecilia Pernetta, originaria di Pavia; il padre era di origine ebraica ma viveva laicamente e la madre, cattolica, era inizialmente mal vista dai parenti del futuro marito, ma l'arrivo del primogenito Giulio convinse la suocera ad acconsentire al matrimonio. I figli non vennero né battezzati come cristiani né avviati all'ebraismo.[4][5][6] A carriera già avviata, fu poi scoperta nell'albero genealogico della famiglia la presenza di un'attrice, vissuta nel XVIII secolo, di nome Fanny Norsa[7].

Franca Valeri ne Il segno di Venere di Dino Risi (1955)

Appassionata di recitazione fin da piccola, imitatrice delle amiche della madre, Franca cresce apprendendo, su invito del padre (il quale le regala spesso dischi a 78 giri di Ettore Petrolini), l'inglese e il francese e frequentando, grazie a entrambi i genitori spesso ospiti in un palchetto di amici, il teatro alla Scala, appassionandosi così all'opera. Vive inoltre a Riccione, Venezia e la Svizzera per le lunghe vacanze estive[5]. Dopo un periodo vissuto in un appartamento in via della Spiga, i Norsa nel 1935 si trasferiscono nella signorile via Mozart.

Franca frequenta il Regio Liceo Ginnasio Giuseppe Parini nella sezione C, l'unica in cui venga insegnata la lingua inglese. Sua compagna di classe e amica in quel periodo è Silvana Mauri[8], futura moglie di Ottiero Ottieri e nipote di Valentino Bompiani, il quale, trasferitosi a Milano in quegli anni, aveva fondato la casa editrice Bompiani.[5][9]

Franca adolescente inizia recitando caricature in compagnia di alcune amiche: con loro inscena una specie di teatrino ad uso e consumo di amici e parenti. Nasce in questo contesto il personaggio della Signorina Snob (che stigmatizzava con sagacia e ironia i comportamenti ipocriti della borghesia milanese, cui lei stessa appartiene).

Le leggi razziali fasciste del 1938 privano la famiglia dei diritti fondamentali e Franca si trova, per di più, a dover rinunciare anche alle affezionate domestiche.[5] Espulsa dal Parini all'ultimo anno, riesce ad iscriversi da privatista, senza destare sospetti, al Regio Liceo - Ginnasio Alessandro Manzoni.

Il periodo più buio arriva dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Il padre e il fratello trovano rifugio in Svizzera. Franca, rimasta a Milano con la madre, sopravvive alle deportazioni grazie a un impiegato dell’anagrafe, il quale le rilascia una carta d’identità falsa, che la trasforma nella figlia illegittima di sua madre Cecilia Pernetta, nata a Pavia come quest'ultima e non a Milano. Lei e la madre lasciano l'appartamento di via Mozart ad alcune persone ricercate e si trasferiscono in Brianza, poi in una località sopra Lecco, per tornare infine a Milano, nascoste in una casa di ringhiera bombardata, di proprietà di amici, in via Rovello. Per passare il tempo legge Marcel Proust, nei libri Gallimard in lingua originale posseduti da suo padre, il quale aveva studiato alla Sorbona.[10]

Nel 1944, ospitata a Roma da una cugina del padre, si presenta all'audizione per l'ingresso all'Accademia nazionale d'arte drammatica, assieme a Tino Buazzelli. Recita un brano da Le mosche, di Jean-Paul Sartre, ma Silvio D'Amico, Wanda Capodaglio e Orazio Costa, affamati e di fretta, prendono Buazzelli e respingono lei. Franca non si dà per vinta, e, complice la cugina, fa credere ai suoi di frequentare l'accademia; nel frattempo riesce a recitare e a fare cabaret, divenendo amica di Ennio Flaiano e Nicola Ciarletta. Domenica 29 aprile 1945 è a Milano ed assiste all'esposizione del Duce Benito Mussolini, Claretta Petacci e gerarchi a piazzale Loreto, avendo la sensazione di assistere a un giudizio universale.[11][12]

Luciano Salce, Franca Valeri e Vittorio Caprioli nel 1957

Nel 1946 debutta ufficialmente a teatro nel ruolo di una sarta, in una commedia della compagnia di Ernesto Calindri, in scena al Teatro Olimpia, in Foro Buonaparte. Nel 1947 si fa notare con il personaggio di Lea Lebowitz, una ebrea innamorata del rabbino, in un lavoro teatrale di Alessandro Fersen. Accetta poi di interpretare il cane bassotto del signor Bonaventura, per poter recitare con Sergio Tofano. In seguito entra a far parte della compagnia del Teatro dei Gobbi, nella quale esordisce nel 1949.[5] Il nome d'arte Franca Valeri viene scelto solo più tardi, nei primi anni cinquanta, su suggerimento dell'amica Silvana Mauri, che in quel periodo stava leggendo un libro del poeta Paul Valéry, e su spinta del padre ingegnere che non era convinto della carriera d'attrice della figlia.[7]

La compagnia del Teatro dei Gobbi, formata da Alberto Bonucci (più tardi sostituito da Luciano Salce[13]), Vittorio Caprioli (conosciuto a Roma e ritrovato a Milano in una rivista di Marisa Maresca) e Franca Valeri, si trasferisce a Parigi portando in scena i Carnet de notes n. 1 (1949) e Carnet de notes n. 2 (1950), opere che propongono una serie di sketch satirici sulla società contemporanea senza ausilio di scene e costumi.[senza fonte]

La compagnia sceglie infatti una formula teatrale che non prevede alcun travestimento: gli attori non indossano costumi per caratterizzare uno o l'altro personaggio, ma si presentano così come sono al naturale, in modo che il personaggio sia una invenzione del momento e che scaturisca "come dal cappello di un prestigiatore".[5]

A Parigi la compagnia si esibisce in un teatrino del quartiere latino, vicino al teatro dei Pitöeff, condividendo la serata con un'altra coppia di artisti: Raymond Devos e Marcel Marceau e utilizzando scene dipinte da Lila De Nobili.[5]

Anni cinquanta

[modifica | modifica wikitesto]

Durante gli anni cinquanta, la Valeri intraprende l'attività di attrice cinematografica: esordisce con Federico Fellini, il primo film al quale prende parte è infatti Luci del varietà, codiretto dal regista riminese assieme ad Alberto Lattuada, nel quale interpreta la piccola parte della coreografa ungherese che allestisce un balletto surreale nel nuovo spettacolo di Checco Dalmonte (Peppino De Filippo). Farà seguito una lunga serie di commedie, spesso al fianco di Alberto Sordi o di Totò, tra cui Totò a colori (1952), Piccola posta (1955), Il segno di Venere (1955), Il bigamo (1956), Arrangiatevi! (1959), Il vedovo (1959).

Nel 1950 Colette Rosselli e Indro Montanelli si trovano a Parigi, dove va in scena proprio il Carnet de notes n. 2. Montanelli e la Rosselli sono amici della Valeri e sostenitori dello spettacolo. Nasce così in quel periodo la collaborazione tra la Valeri e la Rosselli, che le porterà a realizzare congiuntamente il libro, fortemente sostenuto dallo stesso Montanelli, Il diario della Signorina snob, pubblicato nel 1951 dalla Mondadori[14]. Il volume è frutto della celebrità ottenuta dal personaggio della "signorina snob" alla radio, alla fine degli anni quaranta[15]. Il diario della Signorina Snob racconta, in forma di diario, un anno della vita di questo personaggio, tracciandone la vita quotidiana, le frequentazioni, le vacanze. Ogni pagina del diario è illustrata dalle tavole della Rosselli.

Franca Valeri nel 1960

Anni sessanta

[modifica | modifica wikitesto]

Negli anni sessanta viene diretta dal marito Vittorio Caprioli in alcune commedie a colori, di cui è anche coautrice della sceneggiatura: Leoni al sole (1961), Parigi o cara (1962) e Scusi, facciamo l'amore? (1967).

Franca Valeri è colonna portante del varietà televisivo dagli anni sessanta, spesso diretta da Antonello Falqui in trasmissioni come Le divine (1959), Studio Uno (1966) e Sabato sera (1967), gli ultimi due condotti da Mina e diretti da Antonello Falqui.

Le pellicole che la vedono protagonista sono poche e per la maggior parte scritte da lei e dirette da Caprioli. In Parigi o cara al personaggio di Delia Nesti è affidato il ruolo di reggere da sola l'intera costruzione del film, circondato da personaggi tutti di secondo piano.

Franca Valeri inoltre non si è dedicata molto al doppiaggio, tuttavia è rimasto un suo doppiaggio dell'attrice francese Simone Signoret nel film Confetti al pepe del 1963.

Durante gli anni sessanta, Franca Valeri pubblica una serie di dischi nei quali vengono registrati i suoi personaggi femminili. La serie di dischi viene pubblicata dalla casa discografica EMI - La voce del padrone. Nascono così gli album Le donne di Franca Valeri (1962, con lo stesso titolo verrà pubblicato anche un EP 7" contenente un brano inedito rispetto all'album), Una serata con Franca Valeri (1965) e La signora Cecioni e le altre (1968). Negli album ogni traccia racchiude un breve monologo dei personaggi più celebri e conosciuti di Franca Valeri, attraverso la radio e la televisione. Al successo televisivo si deve infatti l'album La signora Cecioni e le altre del 1968, che dedica tutta la prima facciata al personaggio della signora Cecioni, una romana popolana sempre al telefono con mammà, divenuta celebre grazie alle trasmissioni, dirette da Antonello Falqui, Studio Uno (1966) e Sabato sera (1967).

Anni settanta

[modifica | modifica wikitesto]

Le ultime apparizioni cinematografiche di Franca Valeri sono da posizionare tra gli anni settanta e gli anni ottanta, quando figura in alcune pellicole minori che fanno parte degli ultimi fuochi della commedia all'italiana, tra le tante: Basta guardarla di Luciano Salce (1970), Ettore lo fusto (1972), Ultimo tango a Zagarol (1973), La signora gioca bene a scopa? (1974).

Durante gli anni settanta partecipa alla fertile stagione degli sceneggiati televisivi della Rai. Diviene molto amica di persone di teatro, come Nora Ricci, con la quale reciterà negli sceneggiati Rai Nel mondo di Alice e Sì, vendetta..., entrambi del 1974, e Giuseppe Patroni Griffi.[5] Nel 1974 scrive e interpreta la miniserie in quattro puntate Sì, vendetta..., diretta da Mario Ferrero. La vicenda è una riflessione sul mondo degli anni settanta e sui cambiamenti avvenuti in seno alla società italiana in conseguenza alla rivoluzione sessuale, vissuta attraverso gli occhi di una signora borghese e della di lei figlia hippy. Ogni episodio infatti affronta un argomento diverso (l'emancipazione dei ragazzi italiani, il femminismo, il rapporto della borghesia con le mode dei giovani, ecc.), attraverso personaggi femminili, in parte già affrontati precedentemente da Franca Valeri nei suoi sketch: ad esempio l'episodio nel quale Sandra Mondaini interpreta la ricca signora che ha votato la sua esistenza alle stravaganze del mondo dell'arte, riecheggia il personaggio della traccia La donna del mondo hippy, presente nell'album La signora Cecioni e le altre, del 1968, che vuole convincere il marito ad indossare abiti stravaganti per non sfigurare alla festa che lei sta organizzando. Sempre nel 1974 Franca Valeri prende parte allo sceneggiato Nel mondo di Alice, diretto da Guido Stagnaro e interpretato da Milena Vukotic (Alice).[13]

Il 12 giugno 1978, su Rete2 viene mandato in onda lo speciale Bistecca, insalatina, del programma di Claudio Barbati e Francesco Bortolini, Videosera. Franca Valeri fa da conduttrice intervistando vari personaggi celebri sul tema dell'alimentazione e delle diete dimagranti. Tra gli altri vengono intervistati Agostina Belli, Margherita Boniver e Maurizio Costanzo.[16]

Anni ottanta e novanta

[modifica | modifica wikitesto]
Franca Valeri nel 1990

Nel 1982 è nuovamente in TV nel varietà di Enzo Trapani Due di tutto.

Dal 1989 fino al 1993 nell'ampio spazio all’aperto del Museo della civiltà romana, vengono organizzate e prodotte le stagioni Eurmuse dal regista Massimiliano Terzo in collaborazione con Franca Valeri, grande appassionata di opere liriche, e il direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi; Eurmuse ebbe risonanza a livello internazionale. Durante questa manifestazione Franca Valeri cura la regia nelle opere: Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini e Rigoletto di Giuseppe Verdi.

Nel 1993, dopo un'assenza di circa un decennio, riappare sugli schermi televisivi partecipando alla trasmissione Magazine 3, in onda su Raitre.[17] Nel 1995 ritorna a recitare per la fiction, partecipando alla sit-com Norma e Felice accanto al comico Gino Bramieri (con cui aveva già collaborato ai tempi di Felicita Colombo, durante gli anni sessanta), a cui fanno seguito le due serie di Caro maestro (1996-1997), nelle quali interpretava il ruolo della bidella della scuola elementare nella quale era ambientato il telefilm.

Nel 1998 ritorna al varietà partecipando a La posta del cuore, in cui riporta in auge il personaggio della "Sora Cecioni". Nel 1999 interpreta a teatro Alcool, commedia sulla decadenza dell'alta borghesia diretta da Adriana Asti[18].

Oltre che attrice famosa è autrice di commedie di successo, come Lina e il cavaliere, Meno storie, Tosca e altre due (portata anche sul grande schermo nel 2003) e Le Catacombe.

Nel 2000 prende poi parte alle fiction Linda e il brigadiere e Come quando fuori piove. A gennaio 2007 la trasmissione di Raiuno TV7 le dedica un approfondimento. Durante la lunga intervista, l'attrice racconta un aspetto inedito della sua vita: i suoi primi anni e la sua esperienza di componente di una famiglia ebraica durante le leggi razziali del 1938 e la seconda guerra mondiale. Il 25 settembre 2009 prende parte a una puntata del varietà I migliori anni su Raiuno. Ospitata ed intervistata da Carlo Conti viene tributata dal pubblico con lunghi e calorosi applausi in ricordo della sua fulgida carriera.[senza fonte]

Tornerà al doppiaggio nel 2001 prestando la voce a uno dei personaggi principali del film d'animazione Disney Atlantis - L'impero perduto, la Signora Wilhelmina Bertha Packard. Nel 2003 Franca Valeri collabora con il rapper Frankie hi-nrg mc, prestando la sua voce per i pezzi prologo ed epilogo dell'album Ero un autarchico. Nel 2005 ha pubblicato Animali e altri attori. Nel 2006 ha recitato in Les bonnes di Jean Genet.

Nel dicembre 2010 Franca Valeri pubblica il libro autobiografico Bugiarda no, reticente, un racconto di un centinaio di pagine nel quale traccia i principali avvenimenti della sua esistenza, che l'hanno portata a intraprendere la carriera artistica come autodidatta. A gennaio 2011 l'attrice torna sul palco del Teatro Valle di Roma con due lavori: Non tutto è risolto (commedia diretta da Giuseppe Marini, con Licia Maglietta, confermata anche nella stagione successiva), la nuova commedia di cui è autrice e protagonista, e La vedova Socrate, un testo liberamente ispirato a La morte di Socrate di Dürrenmatt che aveva debuttato nel 2003; vi farà ritorno il 16 giugno durante l'occupazione[19]. Nell'aprile dello stesso anno aveva già sostenuto quella della Sala Arrigoni (ex Cinema Palazzo) nel quartiere di San Lorenzo, partecipandovi con un intervento insieme con Sabina Guzzanti[20].

Insieme a Luciana Littizzetto scrive il libro L’educazione delle fanciulle, per poi essere ospite della seconda serata del Festival di Sanremo 2014, condotto dalla stessa Littizzetto insieme a Fabio Fazio.

Muore all'alba del 9 agosto 2020 nella sua casa di Roma[1][21], pochi giorni dopo aver festeggiato il suo 100º compleanno[22]. La camera ardente è stata allestita il 10 agosto presso il Teatro Argentina alla presenza di amici e colleghi dello spettacolo, mentre i funerali si sono celebrati in forma privata per volere della famiglia. In seguito la salma è stata tumulata accanto a quella del compagno nel Cimitero comunale di Trevignano Romano dove visse per molti anni della sua vita. Il 2 novembre 2020 il suo nome è stato iscritto nel Famedio di Milano[23].

Franca Valeri con Vittorio Caprioli e Luciano Salce nella commedia L'Arcisopolo nel 1956

Franca Valeri fu moglie di Vittorio Caprioli, attore e regista, assieme al quale lavorò in teatro e al cinema. I due si conobbero negli anni quaranta e si sposarono a Ventimiglia[5] il 16 gennaio 1960, nella chiesa di Sant'Agostino. Divorziarono nel 1973, ma la Valeri era già legata da cinque anni al direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi, col quale sarebbe rimasta fino al 1978. I due rimasero, comunque, in buoni rapporti fino alla morte di Rinaldi nel 1995, continuando a dirigere il concorso per giovani talenti della lirica, da loro fondato e intitolato al baritono Mattia Battistini.[5][24] Franca Valeri, inoltre, adottò la cantante lirica Stefania Bonfadelli, allieva e amante di Rinaldi negli ultimi anni della sua vita;[25][26] lo rivelò soltanto nel 2014 in un'intervista a Stefano Lorenzetto per Panorama, dichiarando che la decisione risaliva a una decina di anni prima.[27]

Franca Valeri, pur non essendo figlia di madre ebrea, ha dichiarato di sentire molto e di essere orgogliosa della propria identità ebraica, rafforzata dalle leggi razziali e dalla persecuzione subita da bambina[28], e manifestata portando al collo una stella di David proveniente da Israele[29].

Fondò l'Associazione Franca Valeri - Onlus pro assistenza animali abbandonati, per contrastare il randagismo[30]. Viveva a Trevignano Romano in una villa sul Lago di Bracciano, che ha donato al WWF.[7][31]

Franca Valeri ebbe un repertorio classico di personaggi teatrali, poi radiofonici, cinematografici e televisivi, che rappresentarono una sorta di "maschere" che impersonò spesso durante le sue rappresentazioni. Il suo talento e la lunghissima carriera la collocano tra gli artisti più importanti dello spettacolo italiano.

I principali personaggi di Franca Valeri furono:

  • La signorina Snob
  • Cesira la manicure
  • La sora Cecioni

Teatro (parziale)

[modifica | modifica wikitesto]

Opere liriche

[modifica | modifica wikitesto]
Franca Valeri con Sophia Loren ne Il segno di Venere (1955)
Franca Valeri in Parigi o cara (1962)
Franca Valeri in Basta guardarla (1970) nel ruolo di Pola Prima, parodia di Wanda Osiris[32]

Sceneggiatrice

[modifica | modifica wikitesto]

Programmi televisivi

[modifica | modifica wikitesto]
Franca Valeri nei panni della Sora Cecioni nel 1967
  • Spot televisivi pandoro Melegatti (anni ottanta/novanta)

Discografia parziale

[modifica | modifica wikitesto]

Album in studio

[modifica | modifica wikitesto]
  • 1965 – To Our Friends (Campi - Editore Recording, CLP 100-004) con il brano Some Dates of Their Last Succesfull Years insieme con Vittorio Caprioli
  • 2007 – La signora Valeri - Le donne alla radio di Franca Valeri (Twilight Music, TWI CD AS 07 36)
  • 1952 – La signorina snob/La signora Cesira
  • 1955 – Carlo Porta detto da Franca Valeri (Cetra, CL. 0404V)
  • 1958 – Lina e il cavaliere (Philips, 421 888 PE) (con Alberto Bonucci)
  • 1961 – Le avventure di Cocorito (con Vittorio Caprioli)
  • 1961 – Le donne di Franca Valeri (La Voce del Padrone, 7EMQ 215)
  • 1963 – Le catacombe o le donne confuse - Tre atti di Franca Valeri (Aletti Editore S.p.A.)
  • 1963 – Liberati di me (CAM, CA.2543)
  • Franca Valeri canta per 4
  • Somma "le coperte che non smettono mai di esser belle" presenta... I dialoghi di Franca Valeri

Collaborazioni

[modifica | modifica wikitesto]

Riconoscimenti

[modifica | modifica wikitesto]
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte
— Roma, 21 febbraio 2001.[39]
Dama di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Di iniziativa del Presidente della Repubblica»
— Roma, 22 febbraio 2011.[40]
Laurea Honoris Causa in Scienze dello spettacolo, 20 giugno 2011.[42] - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea Honoris Causa in Scienze dello spettacolo, 20 giugno 2011.[42]
Laurea Honoris Causa in Studi letterali e culturali, 10 maggio 2017.[43] - nastrino per uniforme ordinaria
Laurea Honoris Causa in Studi letterali e culturali, 10 maggio 2017.[43]

Citazioni e omaggi

[modifica | modifica wikitesto]

I personaggi di Franca Valeri sono spesso stati oggetto di citazioni e omaggi da parte di altri artisti. Tra di essi:

  • Ernst Thole: gli sketch presentati da Thole partecipando alla seconda stagione di Non stop - il varietà senza conduttore diretto da Enzo Trapani in onda sulle reti Rai dal 1977 al 1979 - erano ispirati e omaggiavano direttamente lo stile inconfondibile di Franca Valeri, spesso utilizzando lo stratagemma della "telefonata". In un celebre sketch Thole interpreta la mamma che telefona alla figlia per sapere com'è andato il viaggio di nozze.
  • Simona Marchini: in una serie di sketch la Marchini rifà a modo suo un personaggio molto simile a quello della "Sora Cecioni" inventato da Franca Valeri, utilizzando lo stratagemma della "telefonata a mammà".
  1. ^ a b c Maurizio Porro, È morta Franca Valeri, addio alla comicità femminile che sapeva graffiare: aveva appena compiuto 100 anni, in Corriere della Sera, RCS MediaGroup, 9 agosto 2020. URL consultato il 2020.
  2. ^ È morta Franca Valeri, su ANSA, 9 agosto 2020. URL consultato il 9 agosto 2020.
  3. ^ "Franca all'Opera": la Valeri e la passione per la lirica in scena a Roma, su rainews.it.
  4. ^ a b Maurizio Porro, Buon compleanno, Franca: la «signorina snob» divisa tra teatro, cinema e Scala, su Corriere della Sera, 28 luglio 2020. URL consultato il 3 settembre 2020.
  5. ^ a b c d e f g h i j Franca Valeri, 2010.
  6. ^ Luca Sablone, Franca Valeri ammette: "Vidi Mussolini appeso, non mi fece pena", in Il Giornale, 28 giugno 2020. URL consultato il 28 giugno 2020 (archiviato il 28 giugno 2020).
    «Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse»
  7. ^ a b c Intervista a Franca Valeri, in La Stampa, marzo 2018, p. 43. URL consultato il 15 settembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  8. ^ Maria Pace Ottieri, «Quando Franca Valeri imitava la prof del Parini», mentelocale.it, su milano.mentelocale.it. URL consultato il 21 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  9. ^ Silvana Mauri Ottieri, su Encliclopedia delle donne.
  10. ^ Intervista a Franca Valeri (Kolot 23 giugno 2014).
  11. ^ Franca Valeri: "Il teatro mi ha allungato la vita", su Panorama, 18 giugno 2014. URL consultato il 16 novembre 2021.
  12. ^ Franca Valeri: “Non ho provato alcuna pietà per la morte di Mussolini, avevo sofferto troppo”, su Tv Fanpage. URL consultato il 16 novembre 2021.
  13. ^ a b Enrico Lancia e Roberto Poppi, 2003.
  14. ^ Colette Rosselli Ma non troppo, Longanesi & C., 1986. ISBN 8830406791
  15. ^ Franca Valeri, 2003.
  16. ^ Le Date e Puntate di SuperGulp!, su gulpsupergulp.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2011).
  17. ^ Franca Valeri, su MusicalStore.it.
  18. ^ Franca Valeri e Adriana Asti, grande coppia in «Alcool», in Corriere della Sera, 5 novembre 1999.
  19. ^ Il Valle resta occupato. Sul palco sfilano Valeri, Sabina Guzzanti e Santamaria, su adnkronos.com. URL consultato il 5 marzo 2014.
  20. ^ Franca Valeri al Cinema Palazzo: «A 91 anni partecipo all'occupazione», su roma.corriere.it, corriere.it, 27 aprile 2011. URL consultato il 23 febbraio 2014.
  21. ^ Franca Valeri è morta: la signora dello spettacolo aveva appena compiuto 100 anni, su ilmessaggero.it, 9 agosto 2020.
  22. ^ Aldo Cazzullo, Franca Valeri compie 100 anni: «Vidi Mussolini in piazzale Loreto, non mi fece pena. Ho sofferto», su Corriere della Sera, 31 luglio 2020.
  23. ^ Beatrice Curti, Cimitero Monumentale: 18 nuovi nomi incisi al Famedio, da Franca Valeri a Philippe Daverio, su milanoweekend.it, 3 novembre 2020.
  24. ^ È scomparso a 58 anni il direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi ha accompagnato sul lago Verdi e Puccini, in Corriere della Sera. URL consultato l'11 gennaio 2011 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2015).
  25. ^ Biografia di Franca Valeri, su Cinquantamila.it. URL consultato il 17 maggio 2016.
  26. ^ Valerio Cappelli, Stefania Bonfadelli, figlia adottiva di Franca Valeri: «Aver amato lo stesso uomo ci ha unite, anziché dividerci», su Corriere della Sera, 29 novembre 2023. URL consultato il 29 novembre 2023.
  27. ^ Stefano Lorenzetto, Franca Valeri: "Il teatro mi ha allungato vita", su Panorama.it, 18 giugno 2014. URL consultato il 9 agosto 2020 (archiviato il 9 agosto 2020).
  28. ^ Aldo Cazzullo, Franca Valeri: «Io, Totò, Visconti. I miei conti con la politica e la morte», in Corriere della Sera, 5 maggio 2016. URL consultato il 12 giugno 2020.
  29. ^ Maria Laura Giovagnini, Franca Valeri: «Sono arrivata 99 anni perché non ho mai messo l'amore al primo posto», su iodonna.it, 3 ottobre 2019. URL consultato il 12 giugno 2020.
  30. ^ L’addio a Franca Valeri: niente fiori ma donazioni ai cani ilsole24ore.com
  31. ^ Gianfranco Gramola, Franca Valeri, su Interviste Romane, 25 novembre 2007.
  32. ^ I dieci personaggi indimenticabili di Franca Valeri, di Maurizio Porro, Corriere della Sera, 9 agosto 2020
  33. ^ Radio Rai: "Di tanti palpiti", su Adnkronos, 12 giugno 1998.
  34. ^ A Franca Valeri premio David speciale, su ANSA, 5 maggio 2020. URL consultato il 5 maggio 2020.
  35. ^ Ciak d'oro 2004, su news.cinecitta.com. URL consultato il 09/06/04.
  36. ^ Spoleto/ A Franca Valeri il premio Siae per le sue 76 commedie e i tanti film, su umbrialeft.it, 4 luglio 2011.
  37. ^ Albo d'oro Premio Chiara alla carriera, su premiochiara.it. URL consultato il 4 maggio 2019.
  38. ^ Albo d'oro dei premiati, su premiflaiano.com. URL consultato il 18 maggio 2022.
  39. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  40. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  41. ^ Nel corso delle celebrazioni della Giornata internazionale della donna, dedicata al tema "150 anni: donne per un'Italia migliore", con la motivazione:“Per la maestria e l'intelligente ironia che hanno caratterizzato la sua lunga carriera teatrale, cinematografica e televisiva”. Celebrata al Quirinale la "Giornata internazionale della donna", su sito ufficiale della Presidenza della Repubblica.
  42. ^ In tale occasione tiene la lectio magistralis dal titolo "Una vocazione storica", poi pubblicata da Il Foglio il 23 luglio 2011. La prima risata, su cinquantamila.it. URL consultato il 26 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2018).
  43. ^ ilcapoluogo.it, https://www.ilcapoluogo.it/2017/04/28/univaq-laurea-ad-honorem-a-franca-valeri/.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN7402789 · ISNI (EN0000 0000 7829 8039 · SBN RAVV070025 · LCCN (ENn88053342 · GND (DE122528697 · BNE (ESXX5333554 (data) · BNF (FRcb120190940 (data) · J9U (ENHE987007408577605171