Castello di Pessola
Castello di Pessola | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Pessola, frazione di Varsi |
Coordinate | 44°38′26.14″N 9°52′32.93″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello |
Inizio costruzione | entro il XIII secolo |
Materiale | pietra |
Condizione attuale | scomparso |
Visitabile | no |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | difesa della val Pessola |
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Il castello di Pessola, noto anche come castello dell'Agnellina, era un maniero medievale, che sorgeva nel piccolo centro di Pessola, frazione di Varsi, in provincia di Parma.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il castello fu edificato in epoca medievale, forse nel XIII secolo da Armando da Pessola,[2] che nel 1271 fu costretto a venderlo al Comune di Piacenza;[3] pochi giorni dopo la cessione un gruppo di fuoriusciti parmigiani e piacentini alleati del conte Ubertino Landi se ne impossessò, ma fu contrattaccato dalle truppe comunali e dopo un breve assedio fu sopraffatto.[4]
In seguito il maniero passò ai marchesi Pallavicino di Pellegrino,[2] unitamente a Carpadasco, alla val Mozzola, alla val Cenedola e alla valle dello Stirone.[5]
Nel 1428 il castello di Pellegrino fu assaltato dalle truppe del duca di Milano Filippo Maria Visconti, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino; il marchese Manfredo Pallavicino fu arrestato e costretto sotto tortura a confessare di aver congiurato contro il Duca, che lo condannò a morte.[6] Nel 1438 il feudo fu assegnato al Piccinino, al quale succedettero i figli Francesco e Jacopo.[7]
Nel 1472 il duca Galeazzo Maria Sforza assegnò Pellegrino e tutte le pertinenze, tra cui Pessola col suo castello, al cugino Lodovico Fogliani,[8] al quale concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Sforza.[7]
L'ultimo marchese Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona, dal 1755 viceré di Sicilia, nel 1759 rinunciò ai propri feudi in favore di Federico Meli Lupi di Soragna, figlio di sua sorella.[7]
Il maniero, da lungo tempo abbandonato, cadde in rovina, tanto che nel 1804, un anno prima dell'abolizione dei diritti feudali sancita dai decreti napoleonici,[7] risultavano sopravviverne soltanto alcuni ruderi delle murature, oltre ai sotterranei;[9] in seguito anche delle ultime vestigia si perse ogni traccia.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Solignano, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 29 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2018).
- ^ a b Castello di Pessola o dell'Agnellina (Varsi), su castellidellavalceno.it. URL consultato il 29 dicembre 2018.
- ^ Poggiali, 1758, p. 331.
- ^ Poggiali, 1758, p. 332.
- ^ Fallini, p. 55.
- ^ Fatti, misfatti e misteri di un millenario Castello (PDF), su comune.pellegrino-parmense.pr.it. URL consultato il 29 dicembre 2018.
- ^ a b c d Molossi, p. 357.
- ^ Poggiali, 1760, p. 9.
- ^ Molossi, p. 360.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Marco Fallini, Monasteri: alle radici della città e del territorio di Parma nel Medioevo, Parma, MUP, 2007.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
- Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo V, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1758.
- Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo VIII, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1760.