Castello di Golaso | |
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Facciata | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Golaso, frazione di Varsi |
Indirizzo | Via Golaso |
Coordinate | 44°40′47.22″N 9°52′21.96″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello medievale |
Costruzione | VII secolo-XVI secolo |
Materiale | pietra, malta |
Condizione attuale | restaurato |
Proprietario attuale | famiglia Corsini |
Visitabile | esternamente |
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Il castello di Golaso è un complesso fortificato che sorge a poca distanza dal torrente Ceno nella piccola frazione di Golaso, appartenente al comune di Varsi, in provincia di Parma.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'antica "Agulate" risultava sicuramente già abitata nel 769,[2] ma del castello non si hanno notizie certe né relativamente all'epoca costruttiva né riguardo ai primi proprietari.[1] Secondo alcuni studiosi l'originaria fortificazione potrebbe risalire al VI o VII secolo,[3] mentre altri propendono verso un'epoca più recente, intorno al XIII secolo; la primitiva struttura a carattere marcatamente difensivo fu tuttavia profondamente modificata intorno al XVI o XVII secolo, trasformandosi in una signorile casa-forte tardo-rinascimentale, sede di una tenuta agricola.[4]
Le prime informazioni certe si riferiscono al XVIII secolo, quando l'edificio apparteneva ai conti Rugarli,[4] proprietari anche del vicino castello di Varsi;[5] la casata ne mantenne i diritti feudali fino alla loro abolizione sancita nel 1805 da Napoleone nell'ex ducato di Parma e Piacenza.[6]
Negli anni seguenti il maniero passò alla famiglia Corsini, che, parenti dei Rugarli, ne risultava proprietaria già nel 1832;[7] il castello appartiene tuttora ai discendenti della casata.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il grande complesso fortificato, sviluppato su una superficie di circa 5000 m²,[8] si articola attorno a due cortili; il primo, di forma pressoché quadrata, è anticipato dall'ala d'ingresso a sud e contornato da tutti i principali edifici del castello; il secondo, posto sul retro, si affaccia direttamente sulla campagna.[9]
La lunga facciata su due livelli è preceduta da un piccolo spiazzo rettangolare delimitato da un basso muretto, con due accessi ai lati e uno frontale, affiancati da pilastri coronati da guglie piramidali; interamente rivestito in pietra come il resto della casa-forte, il prospetto del maniero è caratterizzato dalla presenza di tre torri. Le due estreme, più piccole, si innalzano su alti basamenti cilindrici privi di aperture, mentre le sommità, a pianta ottagonale, si affacciano verso l'esterno con piccole feritoie rettangolari delimitate da mattoni; a coronamento i tetti si elevano sopra ai cornicioni modanati. La massiccia torre sull'ingresso, di forma quadrata, presenta due finestrelle nel mezzo, separate da una fascia orizzontale decorativa in laterizio.[1] Il portale d'accesso ad arco a tutto sesto è affiancato da due lesene con capitelli dorici in lievissimo aggetto, a sostegno dell'architrave ornato con triglifi;[9] ai lati sono numerose le finestre, di cui molte cieche, che puntellano con una certa regolarità la facciata.
All'interno la corte è affiancata su tre lati da ali sviluppate su due livelli, contenenti in origine i locali di servizio e le scuderie,[9] mentre il corpo padronale, noto come il "Palazzo", si staglia più alto di fronte all'ingresso;[9] ai lati di quest'ultimo sono ancora distinguibili le arcate oggi chiuse dell'antico porticato. Pressappoco a metà dell'ala ovest è collocata la cappella, che si distingue per la presenza ai lati delle lesene e in sommità del coronamento triangolare, sovrastato al centro da un piccolo campanile a vela. Per simmetria, anche nell'opposta ala est si trova di fronte all'oratorio una struttura molto simile alla precedente a eccezione delle aperture; accanto a essa è collocato, all'interno di un piccolo corpo aggettante in laterizio chiuso da tetto in lastre di pietra, il pozzo, con apertura ad arco a tutto sesto.[10]
Il "Palazzo" si erge massiccio sul lato settentrionale della corte; privo di decorazioni, l'imponente edificio è attraversato da un lungo androne coperto da volta a botte, che conduce al secondo cortile a forma di U; alle estremità di quest'ultimo, delimitato da un alto muro e da alcuni edifici agricoli, erano in origine collocate due torri quadrangolari, oggi quasi completamente scomparse; di una di esse si ha testimonianza in un disegno ottocentesco conservato presso la Biblioteca Palatina di Parma.[1] Al centro del lato settentrionale, un portale ad arco a tutto sesto delimitato da doppie lesene si apre verso la tenuta e il torrente Ceno.[9]
Secondo la tradizione, il castello ricorderebbe la suddivisione temporale dei mesi e dei giorni dell'anno solare; pare infatti che contenga complessivamente 12 scale, 30 porte e 365 finestre.[1]
Non lontano, in prossimità del Ceno, sorge infine l'antico mulino a servizio del castello; l'edificio in pietra, dotato di tre macine, fu utilizzato fino al 1989, quando, in seguito alla deviazione del canale che lo alimentava, fu interamente ristrutturato e trasformato in abitazione privata.[11]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Il castello di Golaso (Varsi), su valcenoweb.it. URL consultato il 16 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2013).
- ^ X Charta commutationis (JPG), su valcenoweb.it. URL consultato il 17 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2016).
- ^ Casa forte di Golaso, su tabianoedintorni.it. URL consultato il 16 settembre 2016.
- ^ a b Varsi, il castello di Golaso, su mondimedievali.net. URL consultato il 16 settembre 2016.
- ^ Giuseppe Conti, Il castello di Varsi, su valcenoweb.it. URL consultato il 16 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 gennaio 2016).
- ^ L’eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato il 16 settembre 2016.
- ^ Molossi, p. 581.
- ^ Cervi.
- ^ a b c d e Il Castello di Golaso, su iatfornovo.it. URL consultato il 14 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2016).
- ^ Castello di Golaso, su preboggion.it. URL consultato il 14 settembre 2016.
- ^ Mulino di Golaso (Varsi), su scn.caiparma.it. URL consultato il 10 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giuliano Cervi, Guida all'Appennino parmense: l'ambiente naturale ed i caratteri degli insediamenti storici, Parma, Battei, 1987.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma, Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1834.
Voci correlate
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