Castello di Castelcorniglio | |
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Portale d'ingresso principale e cinta muraria | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Specchio, frazione di Solignano |
Indirizzo | Loc. Specchio Di Solignano ‒ Solignano (PR) |
Coordinate | 44°38′49.74″N 9°56′30″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello |
Inizio costruzione | entro il 1226 |
Primo proprietario | Comune di Parma |
Condizione attuale | in ottime condizioni |
Proprietario attuale | famiglia Buratti Zanchi |
Visitabile | no |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | difesa della val Pessola |
Castelli e borghi[1] | |
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Il castello di Castelcorniglio è un complesso fortificato che sorge sul versante sinistro della val Pessola, a poca distanza dal borgo di Specchio, frazione di Solignano, in provincia di Parma.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il castello originario fu edificato in epoca medievale; la più antica testimonianza della sua esistenza risale al 1226, quando Corniliolum fu citato negli Statuti di Parma,[2] insieme ai manieri di Serravalle e di Mariano di Pellegrino, tra le fortificazioni presidiate dal podestà di Mariano[3] e destinate alla protezione della bassa val Ceno, controllata dai parmigiani, dalle ingerenze piacentine;[2] nel 1243 ai tre fortilizi confinari fu aggiunto quello di Pizzofreddo.[4]
In seguito il maniero di Castelcorniglio passò al marchese Manfredo Pallavicino, figlio di Oberto,[2] che nel 1249 era stato investito delle limitrofe Specchio e Solignano dall'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II di Svevia.[5]
Nel 1391 il duca di Milano Gian Galeazzo Visconti assegnò i castelli di Specchio e di Pellegrino con le loro pertinenze ai marchesi Galvano e Manfredo Pallavicino; nel 1397 il duca confermò i diritti ai marchesi Braccialino e Filippone Pallavicino.[6]
Nel 1428 le truppe milanesi, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino, conquistarono il castello di Pellegrino e arrestarono il Pallavicino; il Marchese sotto tortura confessò di avere congiurato contro il Duca, che lo condannò a morte e incamerò tutti i suoi beni;[7] nel 1430 il Visconti investì il Piccinino dei diritti su Castelcorniglio.[2]
Nel 1450 il duca Francesco Sforza assegnò il maniero, insieme a quello di Specchio, a Niccolò, Lodovico e Giovanni Pallavicino, marchesi di Scipione.[8]
Nel 1690 il marchese Ascanio Pallavicino morì in carcere a Piacenza, estinguendo il ramo di Specchio del casato;[9] i manieri tornarono quindi ai Pallavicino di Scipione,[2][10] che si estinsero nel 1776.[11]
I due castelli furono quindi assegnati ai conti Valeri, ai quali seguirono dopo pochi anni i conti Rugarli,[2][12] già feudatari di Golaso, che mantennero i diritti feudali fino alla loro abolizione sancita da Napoleone nel ducato di Parma e Piacenza nel 1805.[13]
Nella seconda metà del XIX secolo il maniero di Castelcorniglio fu acquistato da Filippo Zanetti, già proprietario del borgo di Carpadasco, e intorno al 1870 fu completamente ristrutturato mantenendo nel complesso inalterato l'impianto cinquecentesco;[14] nel corso dei lavori fu realizzata una cinta muraria esterna a sud con il nuovo portale di accesso,[2] fu adibita a orto l'antica corte di ingresso a nord e furono decorate le torri e le mura con una merlatura ghibellina.[14]
Alla fine del secolo il castello fu alienato a Giuseppe Zanchi.[15]
Nel corso della seconda guerra mondiale l'edificio divenne sede del distaccamento Jezzi della 31ª bis Brigata Garibaldi "Copelli".[16]
Il castello passò successivamente a Gustavo Buratti e ai suoi eredi e fu adibito ad azienda agricola[16] e agriturismo.[17]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il castello si sviluppa su un impianto di dimensioni abbastanza contenute, stretto e allungato a causa dell'orografia del versante scosceso e selvaggio su cui sorge; delimitato da una cinta muraria con quattro torri angolari a pianta circolare, il complesso si articola intorno a tre cortili, di cui quello centrale racchiuso su tre lati dal corpo di fabbrica principale.[2]
L'edificio, interamente realizzato in arenaria frammista a sassi provenienti dal greto del vicino torrente, è accessibile da sud attraverso un portale ad arco a tutto sesto aperto nella cinta muraria esterna ottocentesca; a coronamento si allunga una merlatura ghibellina, che prosegue lungo l'intero perimetro delle mura e sulla sommità di tutte le torri.[2]
Sul primo cortile a pianta irregolare si apre, attraverso un portale in arenaria ad arco ribassato, la seconda corte quadrata, attorno a cui si erge su due livelli oltre a sottotetto il massiccio corpo centrale, affiancato da due torrioni angolari a impianto circolare; l'edificio è dominato nel mezzo dal mastio quadrangolare, illuminato da piccole feritoie[2] e, verso nord, da una bifora.[16]
Sul retro, in asse con l'ingresso anteriore centrale, si accede attraverso l'androne al terzo cortile a pianta rettangolare, adibito a giardino, orto e frutteto; su tre lati si allunga la cinta muraria, con due torrioni circolari alle estremità;[18] all'interno dell'ampio spazio si trova il pozzo dei mille tagli, anticamente utilizzato, secondo la tradizione, per eliminare i condannati a morte;[2] al centro del lato nord si apre l'antico portale di accesso ad arco a tutto sesto.[19]
All'interno del corpo residenziale si trova al primo piano la ricca biblioteca degli Zanetti, comprendente opere cinquecentesche e ottocentesche;[18] l'edificio conserva inoltre una collezione di soldatini napoleonici e una documentazione attestante l'appoggio da parte dei castellani ai legittimisti all'epoca della Rivoluzione francese.[2]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Calidoni, Basteri, Bottazzi, Rapetti, Rossi, p. 67.
- ^ a b c d e f g h i j k l Corazza Martini, p. 36.
- ^ Affò, p. 104.
- ^ Capacchi, p. 271.
- ^ Affò, p. 219.
- ^ Poggiali, p. 57.
- ^ Fatti, misfatti e misteri di un millenario Castello (PDF), su comune.pellegrino-parmense.pr.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ Chini, p. 25.
- ^ Pallavicino Ascanio, su comune.parma.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ Specchio – Un po' di storia (Seconda parte), su massarivillage.wordpress.com. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ Scipione, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato l'8 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
- ^ Molossi, p. 522.
- ^ L'eredità napoleonica. Il Codice (PDF), su treccani.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ a b Giuseppe Conti, Castelcorniglio (Solignano), su castellidellavalceno.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ Castello di Castelcorniglio, su preboggion.it. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ a b c Solignano (PR) – Castelcorniglio in frazione Specchio, su castelliere.blogspot.com. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ Elisa Delgrosso, Castelcorniglio, castello, su mondimedievali.net. URL consultato l'8 dicembre 2018.
- ^ a b Castelcorniglio, su iatfornovo.it. URL consultato l'8 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2016).
- ^ Castello di Castelcorniglio – Specchio di Solignano (PR) – "Favola" nella valle del torrente Pessola (Val Ceno) – immagini primavera 2013, su valgotrabaganza.it. URL consultato l'8 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2018).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo terzo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
- Mario Calidoni, Maria Cristina Basteri, Gianluca Bottazzi, Caterina Rapetti, Sauro Rossi, Castelli e borghi. Alla ricerca dei luoghi del Medioevo a Parma e nel suo territori, Parma, MUP Editore, 2009, ISBN 978-88-7847-241-9.
- Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani, Parma, Artegrafica Silva, 1979.
- Luigi Chini, I Pallavicino - la storia di una famiglia longobarda, Piacenza, L.I.R. edizioni, 2014.
- Giacomo Corazza Martini, Castelli, Pievi, Abbazie: Storia, arte e leggende nei dintorni dell'Antico Borgo di Tabiano, Roma, Gangemi Editore, 2011, ISBN 978-88-492-9317-3.
- Lorenzo Molossi, Vocabolario topografico dei Ducati di Parma Piacenza e Guastalla, Parma, Tipografia Ducale, 1832-1834.
- Cristoforo Poggiali, Memorie storiche della città di Piacenza compilate dal proposto Cristoforo Poggiali, Tomo VII, Piacenza, per Filippo G. Giacopazzi, 1759.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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