Castello di Bazzano | |
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Torre sud-ovest | |
Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Città | Bazzano, frazione di Neviano degli Arduini |
Coordinate | 44°34′11.4″N 10°22′17.3″E |
Informazioni generali | |
Tipo | castello |
Inizio costruzione | entro il XIII secolo |
Materiale | pietra |
Primo proprietario | Comune di Parma |
Condizione attuale | sopravvissute tre torri, inglobate in edifici più moderni |
Proprietario attuale | famiglia Costa |
Visitabile | no |
Informazioni militari | |
Funzione strategica | difesa della Val d'Enza |
Note | [1] |
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Il castello di Bazzano era un maniero medievale, i cui resti sorgono in località La Costa di Bazzano, frazione di Neviano degli Arduini, in provincia di Parma.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il castello fu edificato in epoca medievale a presidio del territorio di Bazzano per volere del Comune di Parma.[2]
Agli inizi del XIV secolo, in seguito alla sua nomina a Signore di Parma nel 1303, Giberto III da Correggio riuscì a venire in possesso dell'edificio, che si affrettò a fortificare dopo la sua cacciata dalla città nel 1316. Dopo cinque anni, in seguito alla sua morte gli subentrarono i suoi figli Simone, Azzo e Guido.[2][3][4]
Nel 1346, in seguito alla presa del potere a Parma da parte del signore di Milano Luchino Visconti, Azzo, unico superstite dei tre fratelli, fu spogliato di tutti i suoi beni, che nel 1354 i Visconti riassegnarono a suo figlio Giberto II.[2][3][4] Alla sua morte nel 1402, in mancanza di eredi diretti tutti i suoi feudi di Guardasone, Traversetolo, Montecchio Emilia, Scalochia, Bazzano, Rossena, Sassatello, Gombio, Brescello, Boretto, Gualtieri, Cavriago e Colorno furono assorbiti dalla Camera Ducale di Milano. Pochi mesi dopo il duca Gian Galeazzo Visconti li riassegnò a Ottobuono de' Terzi e ai suoi fratelli Giacomo e Giovanni.[2][3][4][5][6]
Nel 1409, dopo l'uccisione a tradimento di Ottobuono a Rubiera, Galasso da Correggio approfittò della grave crisi per impossessarsi del castello di Bazzano e di altri manieri appartenenti ai Terzi;[2][7][3][4] nel 1432 Filippo Maria Visconti riconobbe a Galasso la validità del possesso delle terre conquistate, di cui i Da Correggio furono investiti nel 1452 dall'imperatore del Sacro Romano Impero Federico III d'Asburgo.[2] Nel 1456, Manfredo da Correggio, erede del fratello Galasso, perse una causa col Comune di Parma, intenzionato a rientrare in possesso della fortificazione di Bazzano; ciò nonostante, pochi mesi dopo il duca di Milano Francesco Sforza gli riassegnò il feudo.[2]
Nel 1474, dopo la morte senza figli di Manfredo, i suoi feudi parmensi situati lungo l'Enza, tra cui Brescello, Castelnovo, Bazzano e Scurano, furono assorbiti dalla Camera Ducale di Milano, che ne investì l'allora duca di Mortara Ludovico Sforza;[2][3][4] quest'ultimo nel 1479 li cedette al duca di Ferrara Ercole I d'Este in cambio di Castelnuovo di Tortona.[8][3][4]
Tuttavia, già nel 1488 Ludovico il Moro fu costretto a precisare che i feudi, pur essendo stati investiti agli Este, erano soggetti al territorio di Parma,[9] come confermato nel 1512 dal papa Giulio II,[3] ma gli Estensi si opposero, considerando i territori parte integrante del Ducato di Ferrara,[4] e nel 1590 assegnarono Bazzano a Ugo Pepoli.[8][10][4]
In seguito il castello fu acquistato da privati. A lungo considerato dagli storici situato sulla cima del monte Castello e completamente scomparso, fu probabilmente individuato dopo la metà del XX secolo in tre torri di origine medievale situate in località La Costa, appartenenti alla famiglia Costa; le strutture, poste all'interno di una corte, furono nel tempo modificate e inglobate in edifici più recenti.[11][4]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il complesso, realizzato in pietra, si sviluppa all'interno di una corte costituita da vari edifici eretti in epoche diverse, da cui emergono tre torri.[8][4]
La torre nord conserva al piano terreno e al livello superiore due feritoie, riportate alla luce in seguito a un restauro; nella cappella originaria si trovano le tracce di un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna col Bambino in trono, noto anche come la Madonna del garofano.[8][4][12]
A sud si erge la seconda torre, collegata alla prima attraverso un passaggio sotterraneo.[13]
A est di quest'ultima si erge, seminascosta dagli edifici adiacenti, la terza torre, isolata dal resto del complesso.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Capacchi, pp. 35-37.
- ^ a b c d e f g h Capacchi, p. 35.
- ^ a b c d e f g Dall'Aglio, p. 240.
- ^ a b c d e f g h i j k Storia di Bazzano, su 43020bazzano.it. URL consultato il 26 luglio 2024 (archiviato dall'url originale l'8 novembre 2016).
- ^ Cont, p. 56.
- ^ Pezzana, 1842, p. 10.
- ^ Pezzana, 1842, p. 127.
- ^ a b c d Capacchi, p. 36.
- ^ Pezzana, 1859, p. 104.
- ^ Dall'Aglio, p. 241.
- ^ Capacchi, pp. 36-37.
- ^ Cirillo, Godi, p. 246.
- ^ a b Capacchi, p. 37.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo primo, Parma, Stamperia Carmignani, 1793.
- Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani, Volume II, Parma, Artegrafica Silva, 1979, ISBN 2020120172065.
- Giuseppe Cirillo, Giovanni Godi, Guida artistica del Parmense, II volume, Parma, Artegrafica Silva, 1986.
- Paolo Cont, I Terzi di Parma, Sissa e Fermo, in Fonti e Studi, serie II, XIV-2, 2ª ed., Parma, presso la Deputazione di Storia Patria per le Province Parmensi, 2019, ISBN 978-88-941135-5-6.
- Italo Dall'Aglio, La Diocesi di Parma, I Volume, Parma, Scuola Tipografica Benedettina, 1966.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.
- Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo quinto, Parma, Reale Tipografia, 1859.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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