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Progetto Arte – Els Quatre Gats (bar del progetto) – Categoria delle voci
Giorgione, Pala di Castelfranco (1502 circa), Duomo, Castelfranco Veneto
La Porcellana Ginori a Doccia è stata una delle più prestigiose manifatture di porcellana europea. Nasce per volontà del marchese Carlo Ginori nel 1737, in una villa di sua proprietà a Doccia (oggi inglobata in Sesto Fiorentino). I discendenti di Carlo Ginori continueranno ad esserne i proprietari e a dirigerla fino al 1896, quando avverrà la fusione con la Soc. Ceramica Richard di Milano.
Fu forse nel campo della scultura, anche di carattere religioso, che la fabbrica Ginori si caratterizzò maggiormente nei primi anni di produzione, dando vita ad ardite espressioni plastiche di notevoli dimensioni realizzate dal capo modellatore Gaspero Bruschi. Egli seguendo le indicazioni di Carlo Ginori s'ispirerò ai modelli di epoca classica.
Costituiscono un corpus di opere pregevoli i grandi gruppi che vengono realizzati tra il 1747 ed il 1755 circa: si tratta prevalentemente di soggetti di derivazione mitologica e religiosa ed i prototipi sono spesso tratti da scultori del tardo barocco fiorentino, come Massimiliano Soldani Benzi, Giovan Battista Foggini, Giuseppe Piamontini, Girolamo Ticciati, Agostino Cornacchini, dai quali, direttamente o dagli eredi, Carlo Ginori aveva iniziato a comprare i modelli sin dal 1737. Anche gli scultori del Barocco romano, Bernini, Algardi e Pierre Legros, principalmente, anche se in misura minore rispetto ai precedenti, fungono da fonte, per le sculture di Doccia.
Lucas Cranach il Vecchio (Kronach, 1472 – Weimar, 16 ottobre 1553) fu un pittore tedesco rinascimentale. Il suo stile è caratterizzato da una linea grafica ed elegante, che si allunga in forme quasi stilizzate andando a ripescare nel repertorio del tardo gotico, attualizzandolo e facendone qualcosa di nuovo. Spaziò dalla pittura all'incisione, dai temi sacri a quelli mitologici, dai nudi ideali alle allegorie morali, dalle scene di caccia alla propaganda luterana. Tra il 1501 e il 1504 viaggiò lungo la valle del Danubio fino a Vienna, dove frequentò gli ambienti umanisti. Durante questo periodo il suo stile si caratterizzò per la predominanza dei paesaggi movimentati, quasi surrealisti, per l'attenzione ai dettagli e ai simboli, per un lirismo esacerbato, dove la tensione psicologica è palpabile, con spazi nei quali si inseriscono con armonia dei personaggi enigmatici.
Report generato il 2017-10-29
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Albrecht Dürer (Norimberga, 21 maggio 1471 – Norimberga, 6 aprile 1528) è stato un pittore, incisore e teorico dell'arte tedesco.
Figlio di un ungherese, viene considerato il massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale. A Venezia l'artista entrò in contatto con ambienti neoplatonici. Si presume che tali ambienti abbiano sollevato il suo carattere verso l'aggregazione esoterica. Classico esempio è l'opera dal titolo Melencolia I, realizzata nel 1514, in cui sono presenti evidenti simbologie ermetiche.
La prima testimonianza del suo eccezionale talento è l'autoritratto del 1484, un disegno a punta d'argento conservato al museo Albertina di Vienna. Quest'opera, che fu realizzata davanti allo specchio quando Dürer aveva solo tredici anni, non è certo priva di errori, anche perché la difficile tecnica non permetteva ripensamenti. Eppure, questa giovanile rappresentazione è considerata il primo autoritratto dell'arte europea che si presenti come autonomo, cioè come opera a sé stante.
Il fondo oro è una tecnica pittorica che prevede la stesura di foglia d'oro sullo sfondo dei dipinti. Usato nei mosaici fin dall'epoca paleocritistiana, se ne hanno le prime tracce in pittura nell'area bizantina. Venne ripreso in Italia con esempi databili già dal XII secolo. L'oro forniva un colore estremamente luminoso e astratto, che era particolarmente apprezzato nei soggetti sacri per l'effetto mistico e inoltre aveva uno scopo prettamente devozionale: l'alto costo del materiale era visto come un'offerta alla divinità, che poteva ripagare per alcuni peccati commessi, soprattutto quello di usura.
La Galleria nazionale delle Marche ha sede nel Palazzo Ducale di Urbino e le sue collezioni derivano in larga parte da opere raccolte nel XIX secolo da chiese e conventi del territorio marchigiano. Relativamente scarse sono invece le opere delle collezioni dei duchi di Urbino, già disperse nel corso dei secoli. La sezione più celebre è legata al Rinascimento urbinate, con due opere di Piero della Francesca ed altre degli artisti della corte di Federico da Montefeltro (tra cui la celeberrima Città ideale), oltre a un importante nucleo di opere del primo Cinquecento, tra cui lavori di Raffaello.
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