Mer Hayrenik’ inno nazionale armeno | |||||||
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Dati generali | |||||||
Nazione | Armenia | ||||||
Previgenza | 1918-1922 | ||||||
Adozione | 1991 | ||||||
Lingue | armeno | ||||||
Componimento poetico | |||||||
Autore | Mikael Nalbandian | ||||||
Epoca | 1861 | ||||||
Composizione musicale | |||||||
Autore | Barsegh Kanachyan | ||||||
Inni nazionali armeni | |||||||
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Audio | |||||||
(info file) |
Mer Hayrenik’ (in armeno Մեր Հայրենիք?, La nostra patria) è l'inno nazionale armeno. Fu adottato il 1º luglio 1991, ed è basato sull'inno della Prima Repubblica di Armenia (1918–1920), ma con un testo differente.[1][2]
Il testo di Mer Hayrenik’ deriva da "La canzone di una ragazza italiana" (in armeno Իտալացի աղջկա երգը, Italac’i aġǰka ergë)[3], una poesia scritta da Mikayel Nalbandian nel 1861.[4][5] La poesia è più nota con il suo incipit, Mer Hayrenik’ (La nostra patria).[5][6] Nei primi anni del XX secolo,[4] la musica fu composta da Barsegh Kanachyan.[3] Successivamente, sia il testo che la musica furono adottati come inno nazionale della Prima Repubblica di Armenia, che esistette brevemente dal 1918 al 1920.[3]
L’Armata Rossa invase l’Armenia nel novembre 1920, nonostante il Trattato di Sèvres – che garantiva al Paese il riconoscimento internazionale come Stato sovrano – fosse stato firmato solo tre mesi prima.[7] Nel 1922, venne assorbita nella Repubblica Socialista Federativa Sovietica Transcaucasica (TSFSR), insieme all'Azerbaigian e alla Georgia, e la TSFSR divenne successivamente parte dell'Unione Sovietica alla fine dello stesso anno.[8] Come simbolo inconfondibile del nazionalismo armeno, Mer Hayrenik’ fu messa al bando dalle autorità bolsceviche.[9] Al suo posto, dal 1944 in poi, venne utilizzato l'inno della Repubblica Socialista Sovietica Armena.[10] Per questo motivo, Mer Hayrenik’ assunse un nuovo status come canzone di protesta contro il dominio sovietico durante questo periodo.
Mer Hayrenik’ fu reintegrata come inno nazionale dell'Armenia il 1° luglio 1991.[3] Il testo non è identico alla versione del 1918, tuttavia, perché molte delle parole sono state modificate.[11][12]
Testi
[modifica | modifica wikitesto]Testo originale
[modifica | modifica wikitesto]Testo originale in armeno
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Traslitterazione in alfabeto latino
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Trascrizione AFI
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Մեր Հայրենիք, ազատ անկախ, |
Mer Hayrenik’, azat ankax, |
[mɛɹ hɑjɾɛnikʰ ǀ ɑzɑt ɑnkɑχ ǀ] |
Traduzione in italiano
[modifica | modifica wikitesto]La nostra patria, libera e indipendente,
Che ha vissuto secolo dopo secolo,
I suoi figli chiedono
un'Armenia libera e indipendente.
I suoi figli chiedono
un'Armenia libera e indipendente.
Venite fratelli, per voi c'è una bandiera,
che ho fatto con le mie mani
Nelle notti in cui non ho dormito
l'ho lavata con le lacrime
Nelle notti in cui non ho dormito
l'ho lavata con le lacrime
Guardatela, tre colori
è il nostro simbolo.
Lasciate che brilli contro il nemico.
Lasciate che l'Armenia sia sempre gloriosa.
Lasciate che brilli contro il nemico.
Lasciate che l'Armenia sia sempre gloriosa.
Ovunque la morte è la medesima
Ognuno muore una sola volta
Ma è fortunato colui
che si sacrifica per la propria nazione.
Ma è fortunato colui
che si sacrifica per la propria nazione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b https://www.mfa.am/hy/state-symbols/ Հայաստանի Հանրապետության պետական խորհրդանիշերը: mfa.am.
- ^ Alexandre Siranossian, «Mer Hairénik, cet inconnu», Nouvelles d'Arménie Magazine, N. 143, Paris, France.
- ^ a b c d June 15 is the day of Armenian state symbols | Public Radio of Armenia, su web.archive.org, 28 aprile 2017. URL consultato il 16 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2017).
- ^ a b Bella Waters, Armenia in Pictures, Twenty-First Century Books, 1º September 2008, p. 69, ISBN 9780822585763.
- ^ a b Rouben Paul Adalian, Historical dictionary of Armenia, collana Historical dictionaries of Europe, 2nd ed, Scarecrow Press, 2010, ISBN 978-0-8108-6096-4, OCLC 463675723. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ The Heritage of Armenian Literature: From the eighteenth century to modern times, vol. 3, Wayne State University Press, 2005, p. 293, ISBN 978-0814332214.
- ^ Armenia | Encyclopedia.com, su www.encyclopedia.com. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ (EN) Armenia | Geography, Population, Map, Religion, & History | Britannica, su www.britannica.com, 10 settembre 2024. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ Rouben Paul Adalian, Historical dictionary of Armenia, collana Historical dictionaries of Europe, 2nd ed, Scarecrow Press, 2010, ISBN 978-0-8108-6096-4, OCLC 463675723. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ (EN) Aram Khachaturian | Biography, Music, Masquerade, Sabre Dance, Spartacus, & Facts | Britannica, su www.britannica.com. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ Bella Waters, Armenia in pictures, collana Visual geography series. Second series, VGS/Twenty-First Century Books, 2009, ISBN 978-0-8225-8576-3, OCLC 180190908. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ (EN) Armenia, in The World Factbook, Central Intelligence Agency, 27 agosto 2024. URL consultato il 16 settembre 2024.
- ^ https://iravaban.net/34285.html
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mer Hayrenik
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Inno armeno in MP3 (MP3), su president.am. URL consultato il 4 giugno 2006 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2007).