Mazurek Dąbrowskiego inno nazionale polacco | |
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Spartito dell'inno intitolato dal verso iniziale Jeszcze Polska nie zginęła («Non è ancora morta la Polonia») | |
Dati generali | |
Nazione | Polonia |
Adozione | 1926 |
Lingue | polacco |
Componimento poetico | |
Titolo | (PL) Pieśń Legionów Polskich we Włoszech |
Autore | Józef Wybicki |
Epoca | luglio 1797 |
Composizione musicale | |
Autore | Józef Wybicki o Michał Ogiński |
Audio | |
(info file) |
Mazurek Dąbrowskiego (Mazurka di Dąbrowski) è il nome con cui è anche conosciuto il canto Pieśń Legionów Polskich we Włoszech (Canto delle legioni polacche in Italia), inno nazionale polacco.[1][2][3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'inno è stato scritto nel luglio 1797 a Reggio Emilia, da Józef Wybicki (1747-1822), tenente dell'armata polacca del generale Jan Henryk Dąbrowski; questi, dal suo esilio di Parigi, aveva radunato pochi mesi prima un'armata di circa 1500 soldati, divisi in reparti di fanteria e cavalleria, con cui si unì a Napoleone nella Campagna d'Italia. Dal generale francese fu infatti promesso ai polacchi che la loro patria avrebbe riconquistato la libertà se essi avessero combattuto al suo fianco contro Russia, Austria e Prussia, che nel 1795 si erano spartiti il territorio polacco.[3]
I reparti di Dąbrowski entrarono a Reggio Emilia da Porta San Pietro tra il 30 giugno e il 2 luglio 1797, per sedare le sommosse fomentate dagli aristocratici contro la neonata Repubblica Cispadana; è sull'onda delle celebrazioni per il successo della spedizione militare che il tenente scrisse la mazurka, per celebrare il valore del comandante e cantare l'amore per la Patria lontana. Qui, a dire il vero, le cose non sono del tutto chiare; secondo alcuni musica e testo sono di Wybicki, ma secondo altri la musica è del suo collega Michał Kleofas Ogiński (1765-1833).[3]
La prima esecuzione pubblica, in forma di serenata, avvenne per le strade di Reggio Emilia, sotto il palazzo vescovile dove erano alloggiati Dąbrowski e i suoi ufficiali, nella notte tra il 10 e l'11 luglio 1797. La musica è trascinante, esaltante, al punto che, pur rimanendo per i polacchi un canto patriottico fondamentale, nel 1834 il poeta slovacco Samo Tomasik vi inserì un nuovo testo, Hej slovani (Ehi, slavi), che si diffuse in tutte le nazioni slave con varie traduzioni, divenendo di fatto un inno panslavo, e anche l'inno nazionale jugoslavo dal 1943 al 2006.[3]
Il canto è stato ufficialmente adottato dalla Polonia come inno nazionale nel 1926. Le celebrazioni per il 200º anniversario della nascita dell'inno si sono svolte a Reggio Emilia il 5 luglio 1997, alla presenza di alte autorità civili, militari e religiose polacche.
Testo
[modifica | modifica wikitesto]Il testo originale presenta solo lievi differenze rispetto all'attuale; si segnala ad esempio l'inversione delle strofe seconda e terza e di alcune parole nel ritornello. Si tratta di un inno dal testo semplice e fortemente patriottico, una chiamata alle armi come già nella Marsigliese (e più tardi, ad esempio, nell'inno di Mameli); rispetto all'inno francese esso però risulta meno cupo, forse più incentrato su un sentimento di speranza e sulle aspettative di libertà, piuttosto che su immagini crude e visioni evocatrici di violenze.
L'incipit dell'inno Jeszcze Polska nie zginela (La Polonia non è ancora scomparsa) si riferisce alla spartizione della nazione nel 1795 tra le tre potenze circostanti, mentre nel ritornello Marsz, marsz, Dąbrowski, z ziemi włoskiej do Polski (In marcia, Dąbrowski, dalla terra italiana alla Polonia) i militari incitano il loro generale a guidarli al più presto verso la Patria. Questa citazione dell'Italia è interessante, perché nella quinta strofa dell'inno italiano si cita la Polonia: "già il sangue d'Italia e il sangue polacco bevè col cosacco ma il cor le bruciò". Il caso, la doppia citazione Italia-Polonia nei rispettivi inni è unico al mondo.
Testi ufficiali attuali
[modifica | modifica wikitesto]Originale polacco | Cirillizzazione del polacco | Ebraizzazione del polacco | Trascrizione AFI | Traduzione italiana |
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Jeszcze Polska nie zginęła, |
Ещэ Польска не згинѧла, |
יֶשְצֶ'ה פּוֹלְסְקַה נְיֶה זְגִינֶוַה |
[jɛʂtʂɛ pɔlska ɲɛ zgʲinɛ̃wa] |
La Polonia non morirà |
Versione originale
[modifica | modifica wikitesto]Nei testi originali di Wybicki c'erano due versi aggiuntivi.[5]
(Quarta strofa)
Niemiec, Moskal nie osiądzie,
gdy i jąwszy pałasza,
hasłem wszystkich zgoda będzie
y ojczyzna nasza.
(Sesta strofa)
Na to wszystkich jedne głosy:
"Dosyć tej niewoli
mamy Racławickie Kosy,
Kosciuszkę, Bóg pozwoli."
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ The Polish National Anthem. Poland – Official Promotional Website of the Republic of Poland, Ministry of Foreign Affairs. Pałłasz, Edward.
- ^ Dąbrowski Mazurka (2000). Polish Music Center. USC Thornton School of Music. National Anthems of Poland. Trochimczyk, Maja.
- ^ a b c d The story behind Poland’s national anthem (2019-02-23). Kafkadesk.
- ^ Ustawa z dnia 31 stycznia 1980 r. o godle, barwach i hymnie Rzeczypospolitej Polskiej oraz o pieczęciach państwowych, 1980. Volume 7, number 18. 31 Jan 1980.
- ^ [https://books.google.com.qa/books?id=l5BJAAAAIAAJ&redir_esc=y Russocki, Stanisław; Kuczyński, Stefan; Willaume, Juliusz (1978). Godło, barwy i hymn Rzeczypospolitej. Zarys dziejów'm. Warsaw, PL: Wiedza Powszechna. OCLC 123224727.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mazurek Dąbrowskiego
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Mazurek Dąbrowskiego (MP3), Centrum Edukacji Obywatelskiej (archiviato dall'url originale il 17 aprile 2005).