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Waldburg (famiglia)
Waldburg | |
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D'oro a tre leoni passanti di nero, al capo di rosso con un globo imperiale d'oro. | |
Stato | → vedi sezione |
Titoli | → vedi sezione |
Fondatore | Cono von Waldburg |
Data di fondazione | XII secolo |
Data di estinzione | fiorente |
Data di deposizione | 1806 |
Etnia | tedesca |
Rami cadetti | → vedi sezione |
La casata di Waldburg è una famiglia comitale della Germania, la cui esistenza è documentata dal XII secolo e la cui origine risale al castello di Waldburg, situato nel territorio dell'omonimo comune nel circondario di Ravensburg (Baden-Württemberg).
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Le origini
[modifica | modifica wikitesto]Il primo membro della famiglia noto alle cronache è Cono von Waldburg (riportato anche come Cuno o Kuno), abate dell'Abbazia di Weingarten dal 1108 alla sua morte avvenuta nel 1132.[1] Fu autore del Commentarium agostinianum e forse anche della Genealogia Welforum, celebrativa della casata dei Welfen. Nell'anno 1123 viene fatta menzione anche di un Gebhard von Waldburg.
Heinrich (1140-1173) e Friedrich (1147-1183) von Waldburg erano forse figli di un fratello dell'abate Cono.
Friedrich, che morì nel 1183, ebbe due figli:
- Heinrich, che dal 1183 ebbe la carica di truchsess dal 1198 quella di truchsess del regno
- Federico, truchsess dal 1192 e truchsess del regno dal 1198 († 1198 ucciso in una ribellione a Viterbo)
Con la morte dei due, la casata più antica dei Waldburg si estinse nel 1210 in linea maschile.
Il medioevo
[modifica | modifica wikitesto]La casata di Tanne succedette nei beni e nelle cariche dei primi Waldburg, coi quali probabilmente aveva legami di parentela dal momento che entrambi avevano prestato servizio presso la casata dei Welfen. Dopo la morte di Guelfo I di Toscana nel 1191 divennero ministeriali dei duchi Hohenstaufen.
Eberhard von Tanne-Waldburg (1170-1234) è considerato l'effettivo capostipite della successiva casata di Waldburg, che dal 1217 venne chiamata solo di Waldburg. Eberhard nel 1225 venne nominato truchsess del regno. Suo nipote era il coppiere Konrad von Winterstetten. Entrambi dal 1220 al 1225 ebbero il ruolo di tutori e consiglieri di Enrico VII. Nella stessa epoca le insegne reali erano custodite presso il castello di Waldburg.
Durante il regno dell'imperatore Federico II e dei suoi figli, le cronache riportano alcuni nomi di personalità legate a questa casata: due vescovi di Costanza, Eberhard II Truchsess von Waldburg, arcivescovo di Salisburgo 1200–1246, e conte di Regensberg 1269–1291, oltre ai vescovi di Bressanone, Strasburgo e Spira. La casata fornì anche diversi protonotai alla corte imperiale.
Attorno al 1214 ottennero il titolo di gastaldi del Sacro Romano Impero.
Dopo il declino della famiglia Hohenstaufen, la famiglia Waldburg riuscì ad affermarsi come famiglia nobile direttamente legata all'Impero, emancipandosi quindi da una casata di riferimento. Nel XIV secolo, i Waldburg si schierarono con Ludovico di Baviera e gli Asburgo, riuscendo ad ottenere il feudo di Isny, la signoria di Trauchburg e quella di Zeil, e nel 1406 anche le città di Menge, Munderkingen, Riedlingen, Saulgau e Waldsee. Il territorio dei Waldburg si accrebbe notevolmente nel corso del XIV secolo.
La casata di Waldburg partecipò con un contingente il 9 luglio 1386 alla battaglia di Sempach schierandosi con gli Asburgo; nello scontro morì Otto von Waldburg ed il suo stemma è presente nella cappella che ricorda l'evento.
Nel XV secolo, i rappresentanti della Casa di Waldburg furono spesso ufficiali giudiziari in Alta e Bassa Svevia.
La divisione del 1429
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1429 avvenne una importante divisione delle proprietà della casata che si divise in tre linee distinte. Johann II (o Hans II) lasciò infatti tre figli maschi alla sua morte nel 1424. Suo figlio Eberhard I (1424-1479) avviò la linea dei Waldburg-Sonnenberg (estintasi nel 1511). L'altro figlio Jakob (m. 1460) fu il capostipite della cosiddetta "linea giacobina" che possedette i feudi di Trauchburg, Kißlegg, Friedberg-Scheer e Dürmentingen (tale linea si estinse in Svevia nel 1772, mentre il ramo di Waldburg-Calpustigall, di fede protestante, si estinse nel 1875). Il terzo dei fratelli coinvolti nella divisione del 1429, Georg I († 1479), diede avvio a quella che è nota agli storici come "linea georgiana" (che nel 1595 si divise ulteriormente nelle linee di Zeil e Wolfegg).
- Eberhard I (1424–1479), I conte di Waldburg-Sonnenberg, sposò nel 1463 la contessa Cunegonda di Montfort
- Jakob (1424–1460), I conte di Waldburg-Trauchburg, sposò Magdalena von Hohenberg
- Georg I († 1467), I conte di Waldburg-Zeil, sposò Eva di Bickenbach
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Eberhard I von Sonnenberg
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Jakob I von Waldburg-Trauchburg
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Georg I von Waldburg-Zeil
Struttura del Casato
[modifica | modifica wikitesto]Per secoli la casata continuò a dividersi periodicamente o a unificarsi a seconda dei periodi secondo il seguente schema:
Waldburg | ||||||||||||||
Waldburg-Sonnenberg (estinta nel 1511)[2] | Linea giacobina (o Waldburg-Trauchburg)[3] | Linea georgiana (o Waldburg-Zeil)[4] | ||||||||||||
Waldburg-Capustigall (estinta nel 1745)[5] | Waldburg-Trauchburg[6] | Waldburg-Wolfegg | Waldburg-Zeil | |||||||||||
Waldburg-Friedburg-Scheer (estinta nel 1717)[7] | Waldburg-Friedburg-Scheer-Dürmentingen (estinta nel 1764) | Waldburg-Trauchburg-Kisslegg (estinta nel 1772) | Waldburg-Wolfegg-Wolfegg (estinta nel 1798) | Waldburg-Wolfegg-Waldsee | Waldburg-Zeil-Zeil (diviene Waldburg-Zeil-Trauchburg nel 1772 per eredità) | Waldburg-Zeil-Wurzach | ||||||||
Principi di Waldburg-Waldsee | Principi di Waldburg-Zeil | Principi di Waldburg-Wurzach (estinta nel 1903) | ||||||||||||
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Matthäus von Pappenheim: Chronik der Truchsessen von Waldburg, 16. Jh., gedruckt im 18. Jh. (Google, Nachweis von weiteren E-Kopien: siehe Wikisource).
- Johann Jacob Ranisch: Kurtze Historisch-Juristische Abhandelung, Von dem, Denen Erlauchten Grafen von Waldburg, Im Heil. Röm. Reich zustehenden Erb-Truchses Ambte und Titel, Desselben Ursprung, Vorzügen, und anderen davon dependirenden Rechten. Stelter, Königsberg 1721 (Digitalisat)
- Johann Hübner, Genealogische Tabellen, 1744, Band 2, S. 515.
- Neues genealogisch-schematisches Reichs- und Staats-Handbuch. 1748, S. 288 ff. (Digitalisat).
- Johann Nepomuk von Vanotti: Versuch einer Geschichte der Fürsten von Waldburg. In: Württembergische Jahrbücher für vaterländische Geschichte…, 17. Jg. 1834, S. 134–181 (Digitalisat) und S. 205–368 (Digitalisat).
- (DE) Joseph Vochezer, Geschichte des fürstlichen Hauses Waldburg in Schwaben, vol. 1, Kempten, 1888.
- (DE) Joseph Vochezer, Geschichte des fürstlichen Hauses Waldburg in Schwaben, vol. 2, Kempten, 1900.
- (DE) Joseph Vochezer, Geschichte des fürstlichen Hauses Waldburg in Schwaben, vol. 3, Kempten, 1907.
- Wilhelm Mössle: Fürst Maximilian Wunibald von Waldburg-Zeil-Trauchburg. 1750–1818. Geist und Politik des oberschwäbischen Adels an der Wende vom 18. zum 19. Jahrhundert. Kohlhammer, Stuttgart 1968.
- Rudolf Rauh: Das Hausrecht der Reichserbtruchsessen Fürsten von Waldburg. 2 Bände. Allgäuer Zeitungsverlag, Kempten 1971–1972.
- Hubert Graf Waldburg-Wolfegg: Gedanken über die früheste Geschichte unserer Familie. Buch- und Offsetdruckerei Wilhelm Haag, Adelsheim 1972.
- Walter-Siegfried Kircher: Ein fürstlicher Revolutionär aus dem Allgäu. Fürst Constantin von Waldburg-Zeil. 1807–1862. Allgäuer Zeitungsverlag, Kempten 1980.
- Franz Ludwig Fürst zu Waldburg-Wolfegg: Die Nachkommen meiner Urgroßeltern. Selbstverlag, Bad Waldsee (Druck: Sauter, Kißlegg) 1985.
- Andreas Dornheim: Adel in der bürgerlich-industrialisierten Gesellschaft. Eine sozialwissenschaftlich-historische Fallstudie über die Familie Waldburg-Zeil. Lang, Frankfurt am Main u. a. 1993, ISBN 3-631-44859-7.
- Martin Zürn: „Ir aigen libertet“. Waldburg, Habsburg und der bäuerliche Widerstand an der oberen Donau 1590–1790. Bibliotheca Academica, Tübingen 1998, ISBN 3-928471-15-5.
- Gerhard Wolf: Von der Chronik zum Weltbuch. Sinn und Anspruch südwestdeutscher Hauschroniken am Ausgang des Mittelalters. De Gruyter, Berlin u. a. 2002, ISBN 3-11-016805-7 (mit einem Kapitel über die „Truchsessenchronik“).
- Priscilla Waldburg-Zeil: Der Palast von Hohenems Licht und Schatten. Aus der Familiengeschichte Waldburg-Zeil-Hohenems und Schönborn-Wiesentheid. Selbstverlag, Hohenems 2004, ISBN 963-86305-9-0.
- Mark Hengerer: Waldburg, in: Werner Paravicini (Hrsg.), Jörg Wettlaufer, Jan Hirschbiegel: Höfe und Residenzen im Spätmittelalterlichen Reich. Grafen und Herren. (= Residenzenforschung; 15.IV) Thorbecke, Ostfildern 2010, ISBN 978-3-7995-4525-9, S. 1584–1627 (Volltext).
- Bernd M. Mayer: Der Kirche dienen. Geistliche Würdenträger des oberschwäbischen Adelshauses Waldburg. In: Fides imaginem quaerens (Festschrift für Ryszard Knapiński). Werset, Lublin 2011, ISBN 978-83-60133-82-8, S. 215–228 (online)
- Harald Derschka: Die Ministerialen von Tanne/Waldburg/Winterstetten. Pfeiler der staufischen Herrschaft in Oberschwaben. In: Thomas Zotz u. a. (Hrsg.): Von den Welfen zu den Staufern. Der Tod Welfs VII. 1167 und die Grundlegung Oberschwabens im Mittelalter. (= Oberschwaben. Forschungen zu Landschaft, Geschichte und Kultur. Band 4). Kohlhammer, Stuttgart, 2020, ISBN 978-3-17-037334-1, S. 91–108.
- Genealogisches Handbuch des in Bayern immatrikulierten Adels, Band XXXIII, Hrsg. Vereinigung des Adels in Bayern e. V., München 2020, ISBN 978-3-87245-127-9, S. 117–149.
I capi dei tre rami principali (Waldburg-Zeil, Waldburg-Waldsee, Waldburg-Wurzach) furono elevati a Principe del Sacro Romano Impero nel 1803 (i primi due sussistono tutt'oggi) ma i loro territori furono annessi al Regno di Wurttemberg nel 1806.
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