Arcidiocesi di Pesaro

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Arcidiocesi di Pesaro
Archidioecesis Pisaurensis
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaMarche
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado
 
Arcivescovo metropolitaSandro Salvucci
Vicario generaleMarco Di Giorgio
Arcivescovi emeritiPiero Coccia
Presbiteri79, di cui 47 secolari e 32 regolari
1.549 battezzati per presbitero
Religiosi32 uomini, 55 donne
Diaconi12 permanenti
 
Abitanti130.952
Battezzati122.392 (93,5% del totale)
StatoItalia
Superficie287 km²
Parrocchie54 (6 vicariati)
 
ErezioneIII secolo
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Assunta
Santi patroniBeata Vergine delle Grazie
San Terenzio
IndirizzoVia Rossini 62, 61121 Pesaro, Italia
Sito webwww.arcidiocesipesaro.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
Palazzo Lazzarini, sede della curia arcivescovile di Pesaro; il palazzo ospita anche l'archivio, la biblioteca e il museo diocesano.

L'arcidiocesi di Pesaro (in latino Archidioecesis Pisaurensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Marche. Nel 2021 contava 122.392 battezzati su 130.952 abitanti. È retta dall'arcivescovo Sandro Salvucci.

L'arcidiocesi occupa l'estremo lembo settentrionale della provincia di Pesaro e Urbino. Si estende sul territorio di sette comuni: Gabicce Mare, Gradara, Mombaroccio (esclusa la frazione di Montegiano, appartenente alla diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola), Montelabbate (esclusa la frazione di Ripe, ricompresa nell'arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado), Pesaro, Vallefoglia (Sant'Angelo in Lizzola) e Tavullia.

Sede arcivescovile è la città di Pesaro, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. Nella stessa città sorge anche la basilica minore dei Santi Decenzio e Germano.

Parrocchie e vicarie

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Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Pesaro.

Il territorio si estende su 287 km² ed è suddiviso in 54 parrocchie, raggruppate in 6 vicarie foranee:[1]

  • vicaria di San Terenzio, comprende 8 parrocchie nel comune di Pesaro: Santa Maria Assunta (cattedrale), Santi Giacomo e Lucia, San Giuseppe, Sant'Agostino, Santi Cassiano e Eracliano, Santa Maria del Porto, Cristo Re e Sacro Cuore di Soria;
  • vicaria di Santa Maria di Loreto, comprende 7 parrocchie nel comune di Pesaro: Santa Maria di Loreto, Cristo Risorto, Santa Veneranda, San Luigi Gonzaga, Santa Croce, San Carlo Borromeo, San Francesco d'Assisi;
  • vicaria di San Martino, comprende 9 parrocchie nel comune di Pesaro: San Martino vescovo, San Pietro in Calibano, San Fabiano martire in Villa Ceccolini, San Paolo apostolo, Santa Maria delle Febbrecce, Santi Terenzio e Marina in Cattabrighe, San Matteo apostolo in Roncaglia, San Lorenzo martire in Case Bruciate, San Giovanni Battista in Babbucce;
  • vicaria di San Michele Arcangelo, comprende 10 parrocchie nei comuni di Mombaroccio (Santi Vito e Modesto, Santa Susanna in Villagrande), Pesaro (San Pietro in Rosis in Ginestreto, Santa Maria dell'Arzilla, Santo Stefano in Candelara, San Michele arcangelo in Novilara, San Giuliano martire in Trebbiantico, San Sebastiano in Monteciccardo, San Michele Arcangelo in Montegaudio) e Vallefoglia (San Michele Arcangelo in Sant'Angelo in Lizzola)
  • vicaria di Santa Maria Assunta, comprende 9 parrocchie nei comuni di Montelabbate (Santi Quirico e Giulitta, San Tommaso in Folia in Apsella, San Giovanni Bosco in Osteria Nuova), Pesaro (Santa Maria Regina in Borgo Santa Maria, San Paterniano in Pozzo Alto), Tavullia (San Lorenzo martire, San Donato in Belvedere Fogliense, Corpus Domini in Padiglione) e Vallefoglia (Santa Maria Assunta in Montecchio);
  • vicaria di Sant'Ermete, comprende 11 parrocchie nei comuni di Gabicce Mare (Maria Santissima Immacolata, Sant'Ermete martire in Gabicce Monte, Santa Maria Annunziata in Ponte Tavollo, Santissima Trinità in Case Badioli), Gradara (San Giovanni Battista, Santo Stefano, Santa Sofia, San Michele arcangelo in Fanano, San Cassiano in Granarola) e Pesaro (Santa Maria in Colombarone, Sant'Andrea apostolo in Fiorenzuola di Focara).

Provincia ecclesiastica

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La provincia ecclesiastica di Pesaro, istituita nel 2000, comprende due suffraganee:

Comunità religiose

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Nell'anno 2017 sono presenti in arcidiocesi i seguenti ordini religiosi:[2]

Comunità religiose maschili

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Comunità religiose femminili

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Secondo la tradizione sarebbe esistita una comunità cristiana a Pesaro già nel I secolo e la città sarebbe stata eretta in sede vescovile da papa Evaristo attorno al 120; secondo la devozione popolare il primo vescovo di Pesaro sarebbe stato san Terenzio, soldato originario della Pannonia, che avrebbe subito il martirio nella regione ed è il santo patrono della città e della diocesi. Questo santo è probabilmente da identificare con l'omonimo martire venerato a Todi, a cui sarebbe stata adattata la passio di san Terenzio di Luni.[3]

Le cronotassi tradizionali pesaresi aggiungono, dopo Terenzio, altri tre santi vescovi. Di san Fiorenzo non si conosce nulla, se non la menzione che di questo vescovo viene fatta nella passio di san Terenzio, scritta nel XIII secolo, come suo successore.[4] San Decenzio è noto, assieme a san Germano, per una passio medievale che tuttavia non ha alcun valore storico; secondo Lanzoni potrebbe trattarsi di un vescovo pesarese di età incerta, sepolto nella chiesa suburbana che porta il suo nome e che fu probabilmente la primitiva cattedrale diocesana.[5] Infine le cronotassi pesaresi, dopo Fiorenzo e Decenzio, menzionano sant'Eracliano, che viene identificato con il vescovo italiano Eraclio (Ήράκλειος), di sede sconosciuta, che, secondo la testimonianza di Atanasio di Alessandria, sottoscrisse le decisioni del concilio di Sardica (343/344) pur senza avervi preso parte.[6] I santi vescovi Terenzio, Decenzio e Eracliano sono raffigurati in un affresco della cripta della basilica dei santi Decenzio e Germano databile al VII secolo.

Il primo vescovo storicamente documentato è Germano, che partecipò al concilio romano indetto da papa Simmaco il 1º marzo 499; lo stesso vescovo, ma senza l'indicazione della sede di appartenenza, è ancora menzionato nell'agosto 501 e in una lettera di papa Gelasio I (492-496). Germano viene poi identificato con l'omonimo vescovo, di cui però non è mai indicata la sede di appartenenza, che venne inviato da papa Anastasio II (dopo il 24 novembre 496) a Costantinopoli come legato pontificio nella delicata questione dello scisma acaciano.[7] Il successivo vescovo di Pesaro è Felice, documentato all'epoca di papa Pelagio II (578-590) e menzionato in alcune lettere di Gregorio Magno tra febbraio 595 e luglio 596.[8]

I successivi vescovi pesaresi del primo millennio sono noti per la loro partecipazione ai sinodi i concili celebrati dai pontefici. Tra questi si possono ricordare Massimo e Beato, che figurano tra i vescovi che presero parte al concilio lateranense del 649 e a quello romano del 680 nei quali fu condannata l'eresia monotelita; Stabile, che prese parte al concilio del 769 durante il quale venne deposto l'antipapa Costantino II; e ancora Domenico nell'826, Ragubele (o Raguele) che fu presente ai sinodi dell'853 e dell'861 e di cui si conserva la lastra tombale, Domenico nell'869 e Adalberto nel 998/999.

Benché secondo lo storico Pietro Maria Amiani[9], la diocesi di Pesaro, a istanza di Carlo Magno, sia stata resa suffraganea della metropolia di Ravenna nel 787, in realtà non esiste alcuna documentazione in proposito, e la diocesi di Pesaro risulta sempre essere immediatamente soggetta alla Santa Sede fino al XVI secolo.[10]

Nell'848 un'incursione saracena distrusse la cattedrale extraurbana, che Lanzoni identifica con la chiesa di San Decenzio, che fu ricostruita qualche anno dopo dal vescovo Raguele all'interno delle mura cittadine.

È documentata la presenza benedettina nel territorio pesarese fin dalla seconda metà del VI secolo nel monastero adiacente alla basilica di San Decenzio. Alla fine del X secolo vennero fondate due tra le più note abbazie benedettine della regione: quella di San Tommaso in Foglia, ove morì il 10 settembre 1047 papa Clemente II; e quella di Santa Croce di Monte Favale.

Il 4 giugno 1563 papa Pio IV elevò Urbino a sede metropolitana e la diocesi pesarese entrò a far parte della sua provincia ecclesiastica.

Nel 1575 fu decisa l'istituzione del seminario diocesano, in ottemperanza ai decreti del concilio di Trento, il cui edificio fu costruito a partire dal 1596.

In seguito al riordino delle circoscrizioni ecclesiastiche delle Marche, con la bolla Quo maiori dell'11 marzo 2000 Urbino perse la dignità metropolitica in favore di Pesaro, elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con le attuali suffraganee.

Dal 7 gennaio 2023 è unita in persona episcopi all'arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado.

Istituzioni culturali diocesane

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Nel 1984 il vescovo Gaetano Michetti ha aperto al pubblico la biblioteca e l'archivio storico diocesani. La biblioteca diocesana conserva un numero imprecisato di volumi, la cui parte più antica è costituita dal fondo librario del seminario vescovile, di cui esistono inventari dal Settecento. La biblioteca si articola nelle sezioni di storia locale e regionale, arte, biografia e agiografia.

L'archivio storico diocesano è costituito da una serie di fondi, di cui i principali, oltre a quello della curia arcivescovile, sono quelli della confraternita dell'Annunziata, del Santissimo Sacramento del duomo, della parrocchia del duomo, del Capitolo della Cattedrale e il fondo "Don Gabucci". La Soprintendenza Archivistica per le Marche ha riconosciuto l'archivio diocesano pesarese di notevole interesse storico.

Nel 2006 è stato aperto al pubblico il museo diocesano di Pesaro, costituito da una sezione archeologica ed una sezione storico-artistica. Tra le opere di maggior rilievo in esposizione si possono ricordare il sarcofago di San Decenzio di Ginestreto, risalente all'VIII secolo, con evidenti influssi longobardi nella decorazione; alcuni frammenti dell'originale tappeto musivo della vicina cattedrale, risalenti al IV secolo, in epoca paleocristiana; una rarissima pisside eburnea bizantina del VI secolo, probabilmente di origini ravennati; le innumerevoli statue lignee del periodo rinascimentale e barocco pesarese ed urbinate

Tutte e tre queste istituzioni culturali hanno sede nel palazzo Lazzarini, sorto nel 1788 come seminario diocesano e oggi sede della curia arcivescovile.

Cronotassi dei vescovi

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 130.952 persone contava 122.392 battezzati, corrispondenti al 93,5% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 76.900 77.500 99,2 111 81 30 692 10 21 44
1970 101.100 101.007 100,1 122 79 43 828 52 190 56
1980 112.600 115.400 97,6 115 70 45 979 3 52 173 61
1990 112.000 113.400 98,8 119 72 47 941 2 60 90 54
1999 113.210 114.423 98,9 105 67 38 1.078 10 40 98 54
2000 113.180 114.685 98,7 103 66 37 1.098 8 39 95 54
2001 116.215 117.506 98,9 104 69 35 1.117 8 38 110 54
2002 115.478 117.205 98,5 105 69 36 1.099 8 39 104 54
2003 117.200 119.890 97,8 107 69 38 1.095 8 42 103 54
2004 117.017 120.697 97,0 110 67 43 1.063 7 47 93 54
2013 125.550 132.600 94,7 102 61 41 1.230 12 44 72 54
2016 124.742 131.942 94,5 90 53 37 1.386 12 42 85 54
2019 125.740 133.398 94,3 86 55 31 1.462 13 32 58 54
2021 122.392 130.952 93,5 79 47 32 1.549 12 32 55 54
  1. ^ Informazioni tratte dall'Annuario Diocesano 2017-2018, pp. 63 e seguenti.
  2. ^ Annuario Diocesano 2017-2018, pp. 127-133.
  3. ^ Giovanni Lucchesi, Terenzio, protettore di Pesaro, santo, martire (?), Bibliotheca Sanctorum, vol. XII, coll. 376-377.
  4. ^ Pierpaolo Bellucci, Pesaro eucaristica. Guida al museo diocesano, Pesaro, 2008, p. 9.
  5. ^ Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII, p. 501. Pietro Burchi, Decenzio e Germano, santi, martiri, Bibliotheca Sanctorum.
  6. ^ Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma, 1999, p. 977. Gian Domenico Gordini, Eracliano, vescovo di Pesaro, santo, Bibliotheca Sanctorum.
  7. ^ a b Charles Pietri, Luce Pietri (ed.), Prosopographie chrétienne du Bas-Empire. 2. Prosopographie de l'Italie chrétienne (313-604), École française de Rome, vol. I, Roma, 1999, pp. 915-918.
  8. ^ a b Pietri, Prosopographie de l'Italie chrétienne, vol. I, pp. 797-798.
  9. ^ Memorie istoriche della città di Fano, 1751.
  10. ^ Kehr, Italia pontificia, vol. IV, p. 178.
  11. ^ Ughelli, e tutti gli autori che da lui dipendono (per esempio Gams e Cappelletti), segnano la presenza di Giuseppe ai concili romani dell'868 e dell'871; secondo gli editori dei concili dell'epoca carolingia, nessun concilio si svolse a Roma nell'871, mentre nel concilio romano dell'868 non esistono elenchi di vescovi che vi presero parte (Monumenta Germaniae Historica, Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 860-874, a cura di Wilfried Hartmann, Hannover, 1998, pp. IX-X, e 316-318). Giuseppe figura in realtà tra i partecipanti del concilio romano di giugno 869, dove sottoscrive gli atti tra Pietro di Senigallia e Giovanni di Segni: Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 860-874, p. 350,15.
  12. ^ Questo vescovo appare tra le sottoscrizioni di un diploma non datato, come riporta lo stesso Ughelli. Cappelletti (III, p. 344) gli assegna una data «intorno all'anno 890», ma senza prove certe.
  13. ^ Die Konzilien Deutschlands und Reichsitaliens 916-1001, seconda parte (962–1001), a cura di Ernst-Dieter Hehl, Hannover, 2007, p. 578,3.
  14. ^ San Pier Damiani menziona un vescovo di Pesaro simoniaco e immorale, senza tuttavia farne il nome. Ughelli pose questo anonimo al 1044; Cappelletti lo identificò con il successivo vescovo Pietro, documentato dal 1051 al 1061. Secondo Schwartz, l'anonimo vescovo di cui parla Pier Damiani può essere collocato nel 1045 o tra il 1046 e il 1049; non è certo che corrisponda a Pietro. Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 250.
  15. ^ Kehr, Italia pontificia, IV, pp. 179-180, nº4. Michele, deposto per aver dilapidato i beni della Chiesa pesarese, è menzionato in una lettera di papa Gregorio VII del 13 gennaio 1075 (Kehr, p. 180, nº 5); erroneamente Ughelli e Gams lo ritengo vescovo a questa data, mentre non era più vescovo di Pesaro dal 1063. Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, p. 250 e nota 1.
  16. ^ a b c Schwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, pp. 250-251.
  17. ^ 1479 secondo Eubel.
  18. ^ Morì prima di ricevere la consacrazione episcopale.
  19. ^ 1499 secondo Eubel.
  20. ^ Nominato arcivescovo titolare di Teodosia.
  21. ^ Il 3 aprile 1775 fu nominato arcivescovo titolare di Damasco.
  22. ^ Ultimo vescovo di Carpentras, dimissionario nel 1801.
  23. ^ Nominato vescovo titolare di Ancusa.

Voci correlate

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Altri progetti

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