Carpentras Sede vescovile titolare Dioecesis Carpentoractensis Chiesa latina | |
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La cattedrale di Carpentras | |
Vescovo titolare | Loïc Lagadec |
Istituita | 2 settembre 2009 |
Stato | Francia |
Diocesi soppressa di Carpentras | |
Suffraganea di | Avignone |
Eretta | III secolo |
Soppressa | 29 novembre 1801 |
territorio unito a quello della diocesi di Avignone | |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
La diocesi di Carpentras (in latino: Dioecesis Carpentoractensis) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.
Territorio
[modifica | modifica wikitesto]La diocesi confinava a nord con le diocesi di Vaison e di Gap; a est con quella di Sisteron; a sud con le diocesi di Apt e di Cavaillon; e ad ovest con l'arcidiocesi di Avignone e la diocesi di Orange.
Sede vescovile era la città di Carpentras nell'attuale dipartimento del Vaucluse, dal 1320 capitale del contado Venassino che fu fino al 1791 parte integrante del territorio dello Stato Pontificio. A Carpentras fungeva da cattedrale la chiesa di San Siffredo.
Nel 1697 la diocesi comprendeva 29 parrocchie.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Incerte sono le origini della diocesi, la cui fondazione è attribuita ad un santo di nome Valentino, martirizzato verso la metà del III secolo. Primo vescovo storicamente documentato è Costantino, che si fece rappresentare al concilio di Riez del 439. Nel VI e VII secolo, nei concili della Gallia, i vescovi di Carpentras si presentarono come "vescovi di Venasque" (Vindasca): il primo è Clemanzio, che nel concilio di Orléans del 541 si presentò come episcopus civitatis Carpentoratensium et Vindascensium. Ad eccezione di Boezio, che nel concilio di Valence del 584 si firmò come vescovo di Carpentras, gli altri vescovi fino ad Amato si firmano come vescovi di Venasque. Ciò lascia supporre che i vescovi, a causa della caduta in rovina della città di Carpentras[1], trasferirono la sede episcopale nella vicina Venasque.[2]
Dal 450 Carpentras era suffraganea dell'arcidiocesi di Arles; il 21 dicembre 1475 entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Avignone.
All'inizio della cattività avignonese, mentre tutta la corte papale si trovava ad Avignone, papa Clemente V volle stabilirsi con la curia a Carpentras nel 1313. Solo il suo successore papa Giovanni XXII, si trasferì definitivamente ad Avignone.
Nel XV secolo fu ricostruita la cattedrale medievale di San Siffredo, che venne consacrata nel 1515.
La diocesi fu soppressa in seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 e il suo territorio incorporato in quello della diocesi di Avignone.
Il 6 agosto 1877 il titolo di vescovi di Carpentras fu concesso agli arcivescovi di Avignone, che lo ebbero fino al 2009.
Dal 2 settembre 2009 Carpentras è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; dal 9 marzo 2023 il vescovo titolare è Loïc Lagadec, vescovo ausiliare di Lione.
Cronotassi
[modifica | modifica wikitesto]Vescovi
[modifica | modifica wikitesto]- San Valentino ? † (III secolo)
- Costantino † (prima del 439 - dopo il 451)[3]
- Sant' Antonino ? † (menzionato nel 463/464)[4]
- Giuliano † (prima del 517 - dopo il 529)[5]
- San Siffredo †[6]
- Clemanzio † (prima del 541 - dopo il 552)[7]
- Tetradio † (menzionato nel 573)[8]
- Boezio † (circa novembre 583 - 23 maggio 604 deceduto)[9]
- Ambrogio † (menzionato nel 614)[10]
- Giorgio †
- Pietro I †
- Domenico †
- Licerio † (menzionato nel 650)[11]
- Paolo †
- Anastasio †
- Innocenzo †
- Odoardo †
- Otfrido †
- Agapito †
- Amato † (menzionato nel 788)
- Antonio †
- Giovanni I †
- Alberto †
- Filippo †
- Giovanni II † (menzionato nell'867)
- Berengario †
- Franco †
- Bernardo †
- Guido †
- Airardo † (prima del 948 - dopo il 982)
- Stefano † (circa 994 - dopo il 1012)[12]
- Matthieu †[13]
- François II † (prima del 1040[14] - dopo il 1056)
- Jules †[15]
- Guillaume † (menzionato nel 1068)
- Arnould †
- Geoffroi †[16]
- Gaspard † (menzionato all'epoca di papa Callisto II)
- Raimond † (prima del 1142 - 9 gennaio 1170 nominato arcivescovo di Embrun)
- Guillaume de Risole † (menzionato nel 1173)
- Pierre II †
- Raimbaud † (menzionato nel 1178)
- Innocent † (? - 1184)
- André † (1185 - ?)[17]
- Geoffroi † (prima del 1195 - circa 1211 deceduto)
- Guillaume † (1212 - dopo il 1218)
- Isnard † (prima del 1224 - circa 1228/1229)
- Bertrand † (prima del 6 febbraio 1229 - dopo dicembre 1230)
- Guillaume Béroard † (prima di marzo 1232 - dopo il 1262)
- Raimond de Barjols † (prima di luglio 1263 - dopo giugno 1274)
- Pierre Rostaing † (prima di marzo 1275 - dopo maggio 1279)
- Raimond de Mazan † (10 febbraio 1280 - dopo il 12 maggio 1290)
- Bérenger de Mazan † (25 giugno 1294 consacrato - dopo luglio 1316 deceduto)
- Eudes † (2 ottobre 1318 - dopo il 1326 deceduto)
- Hugues d'Angoulême † (4 febbraio 1332 - dopo l'8 febbraio 1347 deceduto)
- Geoffroi † (19 febbraio 1347 - 18 gennaio 1357 nominato vescovo di Carcassonne)
- Jean Roger de Beaufort † (18 gennaio 1357 - 27 luglio 1371 nominato arcivescovo di Auch)[18]
- Guillaume de Lestrange † (4 luglio 1371 - 22 dicembre 1375 nominato arcivescovo di Rouen)
- Pierre Laplotte, O.S.B. † (8 gennaio 1376 - 5 novembre 1397 nominato vescovo di Saint-Pons-de-Thomières)
- Sede vacante (1397-1424)
- Ludovico Fieschi † (31 ottobre 1406 - 3 aprile 1423 deceduto) (amministratore apostolico)[19]
- Jacopo del Campolo † (7 luglio 1424 - 1º dicembre 1425 deceduto)
- Sagace Conti † (4 febbraio 1426 - 30 maggio 1446 nominato vescovo di Spoleto)
- Guillaume Sorbert † (30 maggio 1446 - inizio del 1449 deceduto)
- Bartolomeo Vitelleschi † (14 luglio - 21 luglio 1449 nominato vescovo di Montefiascone e Corneto)
- Jordi d'Ornós † (21 luglio 1449 - novembre 1452 deceduto)
- Michele anglicus † (20 novembre 1452 - 27 settembre 1471 deceduto)
- Giuliano della Rovere † (16 ottobre 1471 - 31 gennaio 1472 nominato vescovo di Losanna)
- Frédéric de Saluces † (31 gennaio 1472 - 1483 deceduto) (amministratore apostolico)
- Pierre de Valetariis † (8 ottobre 1483 - 1517 deceduto)
- Jacopo Sadoleto † (24 aprile 1517 - 19 ottobre 1547 deceduto)
- Paolo Sadoleto † (19 ottobre 1547 succeduto - 26 febbraio 1572 deceduto)[20]
- Giacomo Sacrati † (2 giugno 1572 - 1º gennaio 1593 deceduto)
- Francesco Sadoleto † (1º gennaio 1593 succeduto - 23 giugno 1596 deceduto)[21]
- Orazio Capponi † (23 settembre 1596 - fine 1615 dimesso)
- Cosimo de' Bardi † (27 gennaio 1616 - 9 settembre 1630 nominato arcivescovo di Firenze)
- Alessandro Bichi † (9 settembre 1630 - 25 maggio 1657 deceduto)
- Louis de Fortia de Montréal † (25 maggio 1657 succeduto - 25 aprile 1661 deceduto)
- Sede vacante (1661-1665)
- Gaspare Lascaris de Castellar † (28 settembre 1665 - 6 dicembre 1684 deceduto)
- Sede vacante (1684-1687)
- Marcello Durazzo † (10 novembre 1687 - 27 novembre 1690 nominato arcivescovo, titolo personale, di Ferrara)
- Lorenzo Buzzi † (8 gennaio 1691 - 22 aprile 1710 deceduto)
- Francesco Maria Abbati † (21 luglio 1710 - 22 aprile 1735 deceduto)
- Joseph-Dominique d'Inguimbert, O.Cist. † (25 maggio 1735 - 6 settembre 1757 deceduto)
- Giuseppe Vignoli † (19 dicembre 1757 - 5 luglio 1776 dimesso)[22]
- Giuseppe Vincenzo Beni † (16 settembre 1776 - 1801 dimesso)
Vescovi titolari
[modifica | modifica wikitesto]- Emmanuel Gobilliard (16 giugno 2016 - 15 ottobre 2022 nominato vescovo di Digne)
- Loïc Lagadec, dal 9 marzo 2023
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Nella Notitia Galliarum, databile all'inizio del V secolo, tra le città della Gallia Viennense è assente Carpentras, indizio che quando fu redatta la Notitia la città era già decaduta; cfr. Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 7 gennaio 2015 in Internet Archive., I, p. 559.
- ^ Questa ipotesi, ammessa da Duchesne e da altri storici, non è unanimemente accettata. Infatti è stato sostenuto che Carpentras e Venasque abbiano coesistito come sedi episcopali distinte; cfr. Terris, pp. 21-25. La tradizione, risalente unicamente al falsario Polycarpe de la Rivière (XVII secolo), attribuisce alla presunta diocesi di Venasque i seguenti vescovi (Terris, pp. 27-36): Firmus, Publius, Marcius, Vivianus, Superventor, Desiderius e Castissimus, predecessore di san Siffredo, ultimo vescovo di Venasque, che unì i titoli delle due diocesi.
- ^ Vescovo ignoto a Gallia christiana, che al suo posto inserisce il precedente san Valentino, ma con l'avviso che il suo nome deriva da un presunto manoscritto scoperto da Polycarpe de la Rivière, noto falsario del Seicento secondo Duchesne.
- ^ Ignoto a Gallia christiana, Duchesne e Gams, questo vescovo, già abate di Lerino, è inserito nelle tradizionali cronotassi di Carpentras, di cui si fa portavooce Jules de Terris (pp. 43-51). Viene identificato con un omonimo vescovo, di cui però non è fatta menzione della sede di appartenenza, documentato da alcune lettere di papa Ilario tra il 463 e il 464 (Epistolae Romanorum Pontificum genuinae et quae ad eos scriptae sunt, a cura di Andreas Thiel, vol. I, Brunsbergae, 1868, pp. 148 e 151).
- ^ Dopo Giuliano, Gallia christiana inserisce un vescovo di nome Principio, che partecipò al concilio di Orange del 529; ma questo è incompatibile con la presenza nello stesso concilio di Giuliano; Duchesne ne deduce che Principio non può essere vescovo di Carpentras.
- ^ Non esistono documenti che aiutino a datare cronologicamente l'episcopato di Siffredo; inoltre la sua Vita è talmente leggendaria che risulta essere incompatibile con i dati storici. Duchesne ne conclude che "l'unica cosa che si può fare è di accettare, secondo la tradizione, l'episcopato di Siffredo ma di rinunciare ad assegnargli delle date".
- ^ Nel concilio di Orléans del 541 firmò come episcopus civitatis Carpentoratensium et Vindascensium.
- ^ Menzionato come episcopus ecclesiae Vendauscensis.
- ^ Di Boezio è stato scoperto l'epitaffio, secondo il quale la sua morte è datata "decimo delle calende di giugno, indizione VII", che corrisponde, secondo Duchesne, al 23 maggio 604. Questo esclude il successivo vescovo riportato da Gallia christiana, Otfrido, menzionato nel 590.
- ^ Ambrogio partecipò al concilio di Parigi come episcopus ex civitate Vindesca. Ignoto a Gallia christiana, che inserisce al suo posto i successivi tre vescovi, nella prima metà del VII secolo, Giorgio, Pietro e Domenico, sprovvisti di precisi riferimenti storici e documentari.
- ^ Partecipò al concilio di Chalon come episcopus ecclesiae Vindauscensis. Dopo Licerio, Gallia christiana riporta una serie di 16 nomi di vescovi, da Paolo a Guido; ad eccezione di Amato e di Giovanni II, nessuno degli altri è storicamente documentato, se non dalla tradizione locale (Duchesne).
- ^ Gallia christiana riporta come data ultima il 1012, mentre Gams il 1006.
- ^ Assegnato da Gallia christiana, secondo tradizione, al 1035, ma senza alcun riferimento documentario.
- ^ Terris (p. 96) inserisce prima di Matthieu, di incerta esistenza, un altro vescovo di nome François, menzionato il 27 aprile 1023.
- ^ Menzionato da Gallia christiana, negli anni 1056-1066, ma senza alcun riferimento documentario.
- ^ I vescovi Arnould e Geoffroi sono menzionati da Gallia christiana, rispettivamente negli anni 1095 e 1120, ma senza alcun riferimento documentario. Circa il vescovo Geoffroi, Terris cita due documenti che proverebbero la storicità di questo vescovo (30 agosto 1107 e 20 aprile 1120).
- ^ I vescovi Innocent e André, ammessi da Gams, sono esclusi da Gallia christiana, in quanto il precedente vescovo Raimbaud avrebbe governato almeno fino al 1198. Terris li inserisce nella sua cronotassi prima di Pierre II.
- ^ Nipote di papa Clemente VI.
- ^ Prima di Ludovico Fieschi, Terris menziona come amministratori apostolici Jean Fillet, vescovo di Apt, dal 1399, e l'antipapa Benedetto XIII, dal 1403.
- ^ Nipote del vescovo precedente.
- ^ Menzionato da Terris, ma ignoto a Eubel.
- ^ Nominato vescovo di Forlì il 15 luglio successivo.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Jules de Terris, Les Evêques de Carpentras. Etude historique, Avignon, 1886
- (LA) Denis de Sainte-Marthe, Gallia christiana, vol. I, Parigi, 1715, coll. 893-918
- (FR) Louis Duchesne, Fastes épiscopaux de l'ancienne Gaule, vol. I, Paris, 1907, pp. 271–273
- (LA) Pius Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, 1931, pp. 529–530
- (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, vol. 1, pp. 167–168; vol. 2, p. 119; vol. 3, p. 154; vol. 4, p. 136; vol. 5, p. 144; vol. 6, p. 149
- (LA) Bolla Qui Christi Domini, in Bullarii romani continuatio, Tomo XI, Romae, 1845, pp. 245–249
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Dati riportati su www.catholic-hierarchy.org alla pagina [1]
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