Indice
Calliroe (astronomia)
Calliroe (Giove XVII) | |
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Immagine di Calliroe dal programma Spacewatch (1999). | |
Satellite di | Giove |
Scoperta | 6 ottobre 1999 |
Scopritori | Spacewatch |
Parametri orbitali | |
(all'epoca J2000) | |
Semiasse maggiore | 24 356 000 km 0,1628 UA |
Periodo orbitale | -2,1261 anni (-776,543 giorni) |
Inclinazione sull'eclittica | 141° |
Inclinazione rispetto all'equat. di Giove | 132° |
Eccentricità | 0,264 |
Dati fisici | |
Dimensioni | ~8,6 km |
Massa | ~8,7 × 1014 kg
|
Densità media | 2,6 × 103 kg/m³? |
Acceleraz. di gravità in superficie | ~0,0031 m/s² |
Periodo di rotazione | sconosciuto |
Albedo | 0,04 |
Dati osservativi | |
Magnitudine app. | 20,7 |
Calliroe, o Giove XVII, è un satellite naturale minore tra i più esterni del pianeta Giove. È stato scoperto nell'ottobre 1999 da una squadra di ricerca del progetto Spacewatch.
La sonda New Horizons ha ripreso alcune immagini di Calliroe durante un test del 10 gennaio 2001.[1]
Dati storici
[modifica | modifica wikitesto]Il corpo è stato scoperto al Kitt Peak National Observatory da una squadra di ricerca del progetto Spacewatch, composta da Jim Scotti, Tim Spahr, Robert McMillan, Jeff Larsen, Joe Montani, Arianna Gleason e Tom Gehrels su immagini riprese dal 6 ottobre al 4 novembre 1999[2] e fu inizialmente ritenuto un asteroide e designato 1999 UX18.[3] Il 18 luglio 2000 Tim Spahr scoprì che l'oggetto in questione orbitava in realtà attorno a Giove, rendendolo a tutti gli effetti un nuovo satellite del gigante gassoso con la designazione S/1999 J 1.[4][5] Fu il 17º satellite confermato di Giove.[2]
Denominazione
[modifica | modifica wikitesto]L'Unione Astronomica Internazionale ha attribuito al satellite il nome di Calliroe (dal greco Καλλιρρόη = Kallirròe), figlia di Oceano e Teti secondo la mitologia greca. Il corpo era in precedenza noto con la designazione provvisoria asteroidale 1999 UX18 e, in seguito, con quella satellitare S/1999 J 1.[6]
Parametri orbitali
[modifica | modifica wikitesto]In virtù dei suoi parametri orbitali Calliroe è comunemente considerato un membro del gruppo di Pasifae, che si compone dei satelliti gioviani irregolari e retrogradi con semiassi maggiori compresi fra 22,8 e 24,1 milioni di chilometri, e con inclinazioni orbitali comprese fra 144,5° e 158,3°.
È un satellite irregolare che si muove con direzione e moto retrogrado in una delle orbite più esterne di Giove, che lo porta ad una distanza media di 24,1 milioni di km. L'orbita ha un'inclinazione di 141° rispetto all'eclittica e di 140° rispetto all'equatore gioviano, un'eccentricità di 0,28 e viene percorsa in 758 giorni. Il satellite fu probabilmente catturato molto tempo fa da un'orbita eliocentrica e l'attrazione gravitazionale solare rende tuttora la sua orbita molto erratica.[2]
Caratteristiche fisiche
[modifica | modifica wikitesto]Ha un diametro stimato in circa 8,6 km e una magnitudine apparente di 20,7 che lo rende persino meno luminoso del pianeta nano Eris che ha una magnitudine di 18,7.[7] Giove è 2,5 milioni di volte più brillante di Calliroe.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ New Horizons Jupiter Encounter Timeline - Explore the Cosmos | The Planetary Society Archiviato il 26 ottobre 2011 in Internet Archive.
- ^ a b c New Outer Satellite of Jupiter Discovered, su minorplanetcenter.net, Minor Planet Center. URL consultato il 23 luglio 2009.
- ^ New moon of Jupiter found, su spaceflightnow.com, SpaceFlight Now (University of Arizona News Release). URL consultato il 23 luglio 2009.
- ^ MPEC 2000-Y16: S/1975 J 1 = S/2000 J 1, S/1999 J 1 2000-12-19 (scoperta e effemeridi)
- ^ Brian G. Marsden, IAUC 7460: S/1999 J 1, su cbat.eps.harvard.edu, IAU, 20 luglio 2000.
- ^ IAUC 7998: Satellites of Jupiter 2002 October 22 (denominazione)
- ^ AstDys (136199) Eris Ephemerides, su hamilton.dm.unipi.it, Department of Mathematics, University of Pisa, Italy. URL consultato il 16 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2011).
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Calliroe
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Circolare UAI n. 7460 (annuncio della scoperta), su cbat.eps.harvard.edu.