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Pietre d'inciampo in Liguria
La lista delle pietre d'inciampo in Liguria contiene l'elenco delle pietre d'inciampo poste in Liguria. Esse commemorano il destino delle vittime liguri della Shoah e di altre vittime del regime nazista. La prima pietra d'inciampo nella regione è stata collocata il 29 gennaio 2012 a Genova per Riccardo Reuven Pacifici.
Provincia di Genova
[modifica | modifica wikitesto]Genova
[modifica | modifica wikitesto]Genova accoglie 25 pietre d'inciampo, collocate a partire dal 27 gennaio 2012.[1]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
29 gennaio 2012 | Galleria Mazzini 44°24′31.77″N 8°56′10.24″E |
QUI È STATO ARRESTATO
3.11.1943 REUVEN RICCARDO PACIFICI RABBINO CAPO DI GENOVA NATO 1904 ASSASSINATO 11.12.1943 AUSCHWITZ |
Riccardo Reuven Pacifici (Firenze, 18 febbraio 1904 - Auschwitz, 11 dicembre 1943) rabbino italiano, si prodiga per l'assistenza morale e spirituale ai profughi del campo di raccolta di Ferramonti di Tarsia, a Cosenza. Catturato con l'inganno dai nazisti nel novembre 1943, deportato ad Auschwitz dove muore l'11 dicembre 1943. Stessa sorte per la moglie Wanda Abenaim e altri membri della famiglia.[2]
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7 marzo 2013 | Via Roma, 1 44°24′30.8″N 8°56′06.51″E |
GIORGIO LABÒ
NATO 1895 CADUTO PER LA LIBERTÀ FUCILATO A ROMA DAI NAZISTI 7 MARZO 1944 MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE |
Modena, 29 maggio 1919 - Roma, 7 marzo 1944), studente di architettura al Politecnico di Milano. Sergente del Genio minatori, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 entra nella Resistenza. Catturato dalle SS, condotto nel carcere di Via Tasso[3], torturato e interrogato. Fucilato senza processo insieme a nove altri partigiani da un plotone della Polizia dell'Africa italiana.
Giorgio Labò (Dopo la morte gli venne conferita la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4] | |
16 gennaio 2017 | Via Carlo Barabino, 26 44°23′58.69″N 8°57′02.12″E |
QUI ABITAVA
ERCOLE DE ANGELIS NATO 1882 CATTURATO 2.10.1944 DEPORTATO FLOSSENBURG ASSASSINATO 18.4.1945 |
Casale Monferrato, 6 febbraio 1882 - Flossenbürg, 18 aprile 1945), ebreo, figlio di Giuseppe e Eleonora Segré, coniugato con Fortunata Foà. Arrestato a Genova il 2 ottobre 1944, trasferito a Bolzano, deportato poi nel Reich destinato a Flossenbürg, dove muore il 18 aprile 1945.[5]
Ercole De Angelis ( | |
12 gennaio 2020 | Corso Monte Grappa, 37 44°24′36.92″N 8°56′56.66″E |
QUI ABITAVA
ITALO VITALE NATO 1886 ARRESTATO 10.12.1943 DEPORTATO MORTO DURANTE IL TRASPORTO AD AUSCHWITZ |
Italo Vitale (Genova, 1 agosto 1886 - | |
25 Gennaio 2022 | Salita San Francesco, 7 44°24′41.93″N 8°55′53.42″E |
QUI FU ARRESTATO
7.3.1944 EMANUELE CAVAGLIONE NATO 1880 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 30.6.1944 |
Genova, 1880 - Auschwitz, 30 giugno 1944), ebreo, gioielliere, coniugato con Margherita Segre. Rifugiatisi a Firenze sotto falso nome, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 con l'inganno vengono fatti ritornare a Genova da due delatori. Arrestati, internati nel campo di Fossoli, quindi trasferiti ad Auschwitz. Assassinati al loro arrivo al campo il 30 giugno 1944.[2]
Emanuele Cavaglione ( | |
QUI FU ARRESTATA
7.3.1944 MARGHERITA SEGRE CAVAGLIONE NATA 1893 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 30.6.1944 |
Casale Monferrato, 1893 - Auschwitz, 30 giugno 1944), moglie di Emanuele Cavaglione. Rifugiatisi a Firenze sotto falso nome, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 con l'inganno vengono fatti ritornare a Genova da due delatori. Arrestati, internati nel campo di Fossoli, quindi trasferiti ad Auschwitz. Assassinati al loro arrivo al campo il 30 giugno 1944.[2]
Margherita Segre Cavaglione ( | |||
Via Giovanni Bertora, 6 44°24′44.92″N 8°56′30.05″E |
QUI ABITAVA
ALBINO POLACCO NATO 1910 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Venezia, 12 maggio 1910 - Auschwitz, ???), figlio di Moise e Cesana Carlotta, coniugato con Linda Polacco. Custode della Sinagoga accanto alla quale ridiede con la famiglia, il 3 novembre 1943 si vede costretto dai nazisti a radunare tutti gli ebrei nel tempio. Arrestato con la famiglia ed insieme ad altri venti ebrei il 3 novembre 1943 dalle SS coadiuvate da militi fascisti, detenuti nel tempio genovese, quindi San Vittore[6] a Milano da dove è deportato, il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah.[2]
Albino Polacco ( | ||
QUI ABITAVA
LINDA POLACCO NATO 1916 ARRESTATA 3.11.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA |
Genova, 23 luglio 1916 - Auschwitz, ???), figlia di Abramo e Eleonora Polacco, coniugata con Albino Polacco. Arrestata con i famigliari a Genova il 3 novembre 1943 dalle SS coadiuvate da militi fascisti, detenuta nel tempio genovese, quindi San Vittore[6] a Milano da dove è deportata, il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah.[2]
Linda Polacco ( | |||
QUI ABITAVA
ROBERTO POLACCO NATO 1937 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Genova, 30 luglio 1937 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlio di Albino e Linda Polacco. Arrestato con i famigliari a Genova il 3 novembre 1943 dalle SS coadiuvate da militi fascisti, detenuto nel tempio genovese, quindi San Vittore[6] a Milano da dove è deportato, il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz. Ucciso all'arrivo ad Auschwitz l'11 dicembre 1943.[2]
Roberto Polacco ( | |||
QUI ABITAVA
CARLO POLACCO NATO 1938 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Genova, 6 ottobre 1938 - Auschwitz, 11 dicembre 1943), figlio di Albino e Linda Polacco. Arrestato con i famigliari a Genova il 3 novembre 1943 dalle SS coadiuvate da militi fascisti, detenuto nel tempio genovese, quindi San Vittore[6] a Milano da dove è deportato, il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz. Ucciso all'arrivo ad Auschwitz l'11 dicembre 1943.[2]
Carlo Polacco ( | |||
24 ottobre 2022 | Via Goffredo Mameli, 1 44°24′43.04″N 8°56′16.64″E |
QUI ABITAVA
BRUNO DE BENEDETTI NATO 1911 ARRESTATO 2.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 31.12.1944 DACHAU-KAUFERING |
Pisa, 23 marzo 1911 - Dachau, 31 dicembre 1944), figlio di Gino e Bice Foa, coniugato con Armanda Carola Martelli. Arrestato alla frontiera italo-svizzera, Maslianico il 1º dicembre 1943 in seguito al riconoscimento di un commilitone, insieme agli zii Arturo e Ida Valabrega ed il cugino Luciano. Detenuto a Como quindi Modena prima del trasferimento a Fossoli a cui segue, il 2 agosto 1944 la deportazione ad Auschwitz, matricola n. 120007. Trasferito a Dachau, muore 31 dicembre 1944.[2]
Bruno De Benedetti ( | |
10 gennaio 2024 | Via Dufour, 11R 44°24′58.99″N 8°52′08.7″E |
QUI ABITAVA
FRANCESCO MOISELLO NATO 1905 DEPORTATO 1944 FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 27.11.1944 HERSBRUCK |
Genova, 9 marzo 1905 - Hersbruck, 27 novembre 1944), arrestato in quanto collaboratore di partigiani, detenuto a Marassi prima, quindi carcere di San Vittore[6] a Milano, Bolzano, a cui segue la deportazione nel Reich con destinazione Flossenbürg, matricola 21473, classificato "Pol" – (Politisch)[8]. Muore a Hersbruck, il 27 novembre 1944.[2]
Francesco Moisello ( | |
Corso Magenta, 5 44°24′50.42″N 8°56′17.85″E |
QUI ABITAVA
IDA FOÀ NATA 1884 ARRESTATA 1.12.1943 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 26.2.1944 |
Pesaro, 7 agosto 1884 - Auschwitz, 26 febbraio 1944), figlia di Raffaele e Sofia Valabrega, coniugata con Arturo Valabrega. Arrestata alla frontiera italo-svizzera, Maslianico il 1º dicembre 1943 in seguito a delazione, insieme con il marito Arturo, il figlio Luciano Valabrega e il nipote Bruno De Benedetti. Detenuta a Como quindi Modena prima del trasferimento a Fossoli a cui segue, il 22 febbraio 1944 la deportazione ad Auschwitz. Assassinata all'arrivo al campo il 26 febbraio 1944.[2]
Ida Foà Valabrega ( | ||
QUI ABITAVA
ARTURO VALABREGA NATO 1894 ARRESTATO 1.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 4.5.1944 |
genova, 21 febbraio 1894 - Auschwitz, 4 maggio 1944), figlio di Davide e Fortunata Nuna Jona, coniugato con Ida Foà. Arrestato alla frontiera italo-svizzera, Maslianico il 1º dicembre 1943 in seguito a delazione, insieme con la moglie Ida, il figlio Luciano Valabrega e il nipote Bruno De Benedetti. Detenuto a Como quindi Modena prima del trasferimento a Fossoli a cui segue, il 22 febbraio 1944 la deportazione ad Auschwitz, matricola n. 174560, morto al campo il 4 maggio 1944.[2]
Arturo Valabrega ( | |||
QUI ABITAVA
LUCIANO VALABREGA NATO 1921 ARRESTATO 1.12.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 6.4.1945 FLOSSENBÜRG |
Genova, 17 settembre 1921 - Flossenbürg, 6 aprile 1945), figlio di Arturo e Ida Foà. Arrestato alla frontiera italo-svizzera, Maslianico il 1º dicembre 1943 in seguito a delazione, insieme con i genitori ed il cugino Bruno De benedetti. Detenuto a Como quindi Modena prima del trasferimento a Fossoli a cui segue, il 22 febbraio 1944 la deportazione ad Auschwitz, matricola n 174561. Deceduto a Flossenbürg il 6 aprile 1945.[2]
Luciano Valabrega ( | |||
via Padre Semeria, 21 44°24′16.8″N 8°58′20.8″E |
QUI ABITAVA
GIORGINA MILANI NATA 1886 ARRESTATA 12.10.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 28.10.1944 |
Roma, 20 marzo 1886 - Auschwitz, 28 ottobre 1944), figlia di Davide e Sofia Del Monte, coniugata con Ettore Sonnino, madre di Bice, Maria Luisa, Giorgio, Roberto, Roberto Sonnino. Subisce con la famiglia le angherie antisemite successive alle Leggi razziali fasciste del 1938. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 rimane nascosta a Genova per nove mesi, fino all'arresto, per delazione, di tutta la famiglia Sonnino avvenuto il 12 ottobre 1944. Detenuta prima a Genova quindi Bolzano da dove, il 24 ottobre è deportata nel Reich con destinazione Auschwitz. Assassinata all'arrivo al campo, 28 ottobre 1944. Della famiglia Sonnino solo la figlia Piera sopravvive alla Shoah.[2]
Giorgina Milani ( | ||
QUI ABITAVA
ETTORE SONNINO NATO 1880 ARRESTATO 12.10.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO 28.10.1944 |
Napoli, 17 aprile 1880 - Auschwitz, 28 ottobre 1944), figlio di Giuseppe e Ester Di Cave, coniugato con Giorgina Milani. Arrestato a Genova il 12 ottobre 1944, detenuto prima a Genova quindi Bolzano da dove, il 24 ottobre è deportato nel Reich con destinazione Auschwitz. Assassinato all'arrivo al campo, 28 ottobre 1944.[2]
Ettore Sonnino ( | |||
QUI ABITAVA
BICE SONNINO NATA 1923 ARRESTATA 12.10.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 16.1.1945 NEUENGAMME |
Milano, 16 giugno 1923 - Neuengamme, 16 gennaio 1945), figlia di Ettore e Giorgina Milani, Arrestata a Genova il 12 ottobre 1944, detenuta prima a Genova quindi Bolzano da dove, il 24 ottobre è deportata nel Reich con destinazione Auschwitz. Trasferita a Neuengamme, muore il 16 gennaio 1945.[2]
Bice Sonnino ( | |||
QUI ABITAVA
MARIA LUISA SONNINO NATA 1920 ARRESTATA 12.10.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 20.3.1945 FLOSSENBÜRG |
Napoli, 8 ottobre 1920 - Flossenbürg, 20 marzo 1945), figlia di Ettore e Giorgina Milani. Arrestata a Genova il 12 ottobre 1944, detenuta prima a Genova quindi Bolzano da dove, il 24 ottobre è deportata nel Reich con destinazione Auschwitz. Trasferita a Flossenbürg, muore il 20 marzo 1945.[2]
Maria Luisa Sonnino ( | |||
QUI ABITAVA
GIORGIO SONNINO NATO 1925 ARRESTATO 12.10.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ MORTO 12.2.1945 |
Giorgio Sonnino ( | |||
QUI ABITAVA
ROBERTO SONNINO NATO 1918 DEPORTATO AUSCHWITZ MORTO 12.2.1945 |
Roberto Sonnino ( | |||
QUI ABITAVA
PAOLO SONNINO NATO 1917 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Paolo Sonnino ( | |||
via Felice Cavallotti, 11 44°24′01.13″N 8°56′52.35″E |
QUI ABITAVA
MARCO RIGNANI NATO 1910 ARRESTATO 3.11.1943 DEPORTATO AUSCHWITZ ASSASSINATO |
Genova, 29 maggio 1910 - Auschwitz, ???), figlio di Eugenio e Rosina De Benedetti. Arrestato a Genova nel corso del rastrellamento della Sinagoga il 3 novembre 1943 dalle SS coadiuvate da militi fascisti, detenuto nel tempio genovese, quindi carcere di Marassi, San Vittore[6] a Milano da dove è deportato, il 6 dicembre 1943 ad Auschwitz. Non sopravvive alla Shoah.[2]
Marco Rignani ( | ||
via Casaregis, 4A 44°24′01.13″N 8°56′52.35″E |
QUI ABITAVA
BELLINA ORTONA NATO 1876 ARRESTATA 2.2.1944 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINATA 28.2.1944 |
Bellina Ortona ( | ||
21 febbraio 2024 | Via Bruno Buozzi, 18 44°24′54.51″N 8°54′51.91″E |
QUI ABITAVA
ORAZIO ROBELLO NATO 1914 DEPORTATO 1944 FLOSSENBÜRG ASSASSINATO 24.12.1944 |
Genova, 1914 - Flossenbürg, 24 dicembre 1944), soldato della Marina, coniugato, un figlio. Arrestato dai nazisti nel luglio del 1944. Detenuto a San Vittore[6] a Milano dal cui Binario 21 della Stazione Centrale[9] è deportato nel Reich con destinazione Flossenbürg dove muore alla vigilia del Natale 1944.[10]
Orazio Robello ( |
Ronco Scrivia
[modifica | modifica wikitesto]La città di Ronco Scrivia accoglie ufficialmente una pietra d'inciampo.
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
12 gennaio 2020 | Via Filippo Corridoni 44.614001°N 8.947025°E |
QUI ABITAVA
GIOVANNI CARMINATI NATO 1916 ARRESTATO 10.4.1944 DEPORTATO GUSEN ASSASSINATO 29.1.1945 |
Brembilla, 9 agosto 1916 - Gusen, 29 gennaio 1945)[11], contadino, figlio di Giovanni Carminati. Arrestato il 10 aprile 1945 lungo la strada provinciale tra Isola del Cantone e Vobbia, in provincia di Genova, da soldati tedeschi che tornavamo dal rastrellamento della Benedicta, fu caricato sul convoglio che partiva per Mauthausen. Morì il 29 gennaio 1945 nel sottocampo di Gusen[12]
Giovanni Battista Carminati ( |
Provincia di Imperia
[modifica | modifica wikitesto]Imperia
[modifica | modifica wikitesto]A Imperia si trovano 19 pietre d'inciampo, posate a partire dal 27 gennaio 2022.[13][14][15]
Sanremo
[modifica | modifica wikitesto]A Sanremo si trovano 6 pietre d'inciampo, tutte posate il 28 gennaio 2022.[16]
Ventimiglia
[modifica | modifica wikitesto]A Ventimiglia si trovano due pietre d'inciampo, entrambe posate il 27 gennaio 2022.[17]
Provincia di La Spezia
[modifica | modifica wikitesto]La Spezia
[modifica | modifica wikitesto]La città di La Spezia ospita 21 pietre d'inciampo.[18][19][20]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
29 gennaio 2024 | Piazza Garibaldi, 2 44°06′29.54″N 9°49′01.94″E |
QUI ABITAVA
UMBERTO ALFREDO RIGHETTI NATO 1892 ARRESTATO 8.8.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.1.1945 GUSEN |
Gusen, 6 gennaio 1945), genitore di Giorgio Righetti partigiano nelle fila di Giustizia e Libertà, è arrestato al posto del figlio dai fascisti l’8 agosto 1944 insieme alla moglie Zita Calzetta. Alfredo e la moglie detenuti prima nel carcere cittadino "Villa Andreino", quindi trasferiti al carcere genovese di Marassi, a cui segue il campo di Bolzano dove la moglie rimane trattenuta fino alla liberazione, mentre Alfredo è deportato nel Reich, destinato a Mauthausen. Assassinato a Gusen il 6 gennaio 1945.[21]
Alfredo Righetti (???, 1892 - | |
Via Roma, 106 44°06′26.73″N 9°48′58.72″E |
QUI ABITAVA
DARIO DERCHI NATO 1893 ARRESTATO 25.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 7.3.1945 GUSEN |
Gusen, 25 novembre 1945), commerciante, arrestato il 25 novembre 1944 con l’accusa di sostenere i partigiani, detenuto prima nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22] dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 adibita dai militi delle Brigate Nere a luogo di tortura, trasferito quindi al carcere genovese di Marassi, a cui segue Bolzano, da dove il primo febbraio 1945 è deportato a Mauthausen. Assassinato a Gusen il 7 marzo 1945.[21]
Dario Derchi (???, 1893 - | ||
Via Raffaele De Nobili, 79 44°06′22.8″N 9°49′05.8″E |
QUI ABITAVA
AMELIA GIARDINI PAGANINI NATA 1882 ARRESTATA 3.7.1944 DEPORTATA RAVENSBRÜCK ASSASSINATA 1.1.1945 |
Ravensbrück, 1 gennaio 1945), madre di Alfredo Paganini. Antifascista, attiva nelle associazioni cattoliche femminili spezzine, dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 offre sostegno e ospitalità ai partigiani. In seguito alla cattura del figlio partigiano, la notte del 2 luglio 1944 è arrestata in casa insieme alle due figlie e con loro trasferita al carcere Villa Andreino, a cui segue il trasferimento a Bolzano e da lì la deportazione nel Reich con destinazione Ravensbrück dove muore il 1º gennaio 1945. Stessa tragica sorte per il figlio Alfredo.[21]
Amelia Giardini Paganini (???, 1882 - | ||
QUI ABITAVA
ALFREDO PAGANINI NATO 1918 ARRESTATO 2.7.1944 DEPORTATO FLOSSENBÜRG ASSASSINANTO 8.12.1944 HERSBRUCK |
Hersbruck, 8 dicembre 1944), partigiano, figlio di Amelia Giardini, laureando in medicina presso l’Università di Genova, aderisce alla Resistenza, come il fratello maggiore Alberto, entrando nella formazione di Giustizia e Libertà della IV Zona operativa al comando del colonnello Fontana. In seguito a delazione è catturato dai fascisti il 2 luglio 1944 in occasione del suo discesa in città per procurarsi dei medicinali. Detenuto a Villa Andreino prima del trasferimento a Genova dove subisce sevizie e torture, quindi Fossoli, Bolzano da cui è deportato nel Reich. Assassinato nel sottocampo di Hersbruck l'8 dicembre 1944. Identica tragica sorte per la madre Amelia.[21]
Alfredo Paganini (???, 1918 - | |||
Via dei Mille angolo Via Cavour 44°06′21.9″N 9°49′01.4″E |
QUI FU ARRESTATA
2.2.1944 ELVIRA FINZI NATA 1873 DEPORTATA AUSCHWITZ ASSASSINTA 26.2.1944 |
Correggio, 16 agosto 1873 - Auschwitz, 28 febbraio 1944), figlia di Leone e Vittoria Sacerdoti, famiglia ebrea, gestisce un'edicola di giornali fino all'arresto, il 2 febbraio 1944. Dal campo di Fossoli il 22 febbraio è deportata ad Auschwitz. Assassinata al suo arrivo al campo, 26 febbraio 1944.[23][21]
Elvira Finzi ( | ||
Corso Nazionale, 348 44°07′10.46″N 9°50′29.15″E |
QUI ABITAVA
FERNANDO BECONCINI NATO 1902 ARRESTATO 21.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINANTO 2.3.1945 |
Fernando Beconcini (???, 1902 - | ||
Corso Nazionale angolo Via Parma |
QUI ABITAVA AL N.6
AGOSTINO VIRDIS NATO 1896 ARRESTATO 2.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINANTO 17.3.1945 GUSEN |
Gusen, 17 marzo 1945), impiegato archivista, arrestato il 22 novembre 1944, non si hanno notizie riguardo le motivazioni, portato nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22], quindi a Genova e da Bolzano il primo febbraio 1945 è deportato a Mauthausen
ed infine a Gusen, dove muore il 17 marzo 1945.[21]
Agostino Virdis (???, 1896 - | ||
QUI ABITAVA AL N.6
GIOTTO PESCHIERA NATO 1924 ARRESTATO 15.10.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINANTO 8.3.1945 MELK |
Fornovo di Taro, 14 agosto 1924 -Melk, 8 marzo 1945), capostazione alla stazione di Migliarina, arrestato dalle Brigate Nere il 15 ottobre 1944 con l'accusa di collaborare con i partigiani è detenuto prima nella caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22], quindi carcere genovese di Marassi a cui segue Bolzano da dove è deportato nel Reich con destinazione Mauthausen, matricola 114062. MUore a Melk l'8 marzo 1945.[21]
Giotto Peschiera ( | |||
Via Buonviaggio angolo Via Sarzana |
QUI FU ARRESTATO
24.11.1944 VITRUVIO RICCIARDI NATO 1927 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 18.4.1945 GUSEN |
Gusen, 18 aprile 1945), operaio dell’OTO Melara, arrestato il 24 novembre 1944, non si hanno notizie a riguardo della motivazione, portato nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22] seviziato e torturato prima del trasferimento a Marassi, quindi Bolzano e la deportazione, il primo febbraio 1945, a Mauthausen. Muore a Gusen il 18 aprile 1945.[21]
Vitruvio Ricciardi (???, 1927 - | ||
Via XX settembre, 6 palazzo della Provincia e Prefettura 44°06′24.43″N 9°49′37.45″E |
QUI ERA IN SERVIZIO
NICOLA AMODIO NATO 1898 ARRESTATO 23.11.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 4.3.1945 |
Pizzo Calabro, novembre 1898 - Mauthausen, 4 marzo 1945), commissario di Polizia, con altri tre colleghi condivide la tragica sorte della deportazione. Arrestato il 23 novembre 1944 nel suo ufficio in Questura, accusato di favorire la Resistenza fornendo informazioni. Portato nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22] interrogato e torturato prima del trasferimento al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano e la deportazione, il primo febbraio 1945, a Mauthausen dove muore il 4 marzo 1945. Dei quattro colleghi della Questura solo uno sopravviverà.[21]
Nicola Amodio ( | ||
QUI ERA IN SERVIZIO
LODOVICO VIGILANTE NATO 1882 ARRESTATO 23.11.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN ASSASSINATO 6.2.1945 |
Mauthausen, 8 febbraio 1945), commissario di Polizia, con altri tre colleghi condivide la tragica sorte della deportazione. Arrestato in casa il 23 novembre 1944 accusato di accusato di favorire la Resistenza fornendo informazioni. Portato nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22] interrogato e torturato prima del trasferimento al carcere genovese di Marassi durante il quale è spintonato procurandosi la frattura delle gambe. Trasferito a Bolzano il primo febbraio 1945 è deportato a Mauthausen dove muore il 6 febbraio 1945. Dei quattro colleghi della Questura solo uno sopravviverà.[21]
Lodovico Vigilante (???, 1882 - | |||
QUI ERA IN SERVIZIO
ANNIBALE TONELLI NATO 1913 ARRESTATO 23.11.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN-GUSEN ASSASSINATO 31.3.1945 |
Gusen, 31 marzo 1945), (1913), guardia di P.S. è arrestato il 26 novembre 1944 lungo il tragitto per la Questura, con altri tre colleghi condivide la tragica sorte della deportazione. Portato nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22] interrogato e torturato per estorcergli i nomi di colleghi antifascisti. Trasferito al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano e la deportazione, il primo febbraio 1945, a Mauthausen. Muore a Gusen il 31 marzo 1945. Dei quattro colleghi della Questura solo uno sopravviverà.[21]
Annibale Tonelli (???, 1913 - | |||
QUI ERA IN SERVIZIO
DOMENICO TOSETTI NATO 1924 ARRESTATO 18.10.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN-GUSEN LIBERATO |
Mauthausen, 4 marzo 1945), guardia di P.S. arrestato il 18 ottobre 1944, con altri tre colleghi condivide la tragica sorte della deportazione. Trasferito al carcere genovese di Marassi, a cui segue Bolzano ed il primo febbraio 1945 è deportato a Mauthausen ed infine Gusen. Sopravvive al Lager ed è liberato, unico dei suoi colleghi.[21]
Domenico Tosetti (???, 1924 - | |||
5 dicembre 2024 | Via Napoli, 92 44°06′31.36″N 9°48′55.23″E |
QUI LAVORAVA
ORESTE ORSETTI NATO 1898 ARRESTATO 24.11..1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 27.2.1945 GUSEN |
Beverino 19 novembre 1898 - Gusen, 27 febbraio 1945), oste, vedovo, due figli. Accusato di sostenere i partigiani fornendo loro generi alimentari, è arrestato nel novembre 1944. Portato nelle stanze della caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22] diventato dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 luogo di tortura e carcere fascista, trasferito poi al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano prima della deportazione nel Reich del 1° febbraio 1945 con destinazione Mauthausen, classificato "Pol" – (Politisch)[24] "Triangolo Rosso". Trasferito infine a Gusen dove muore il 27 febbraio 1945.[20]
Oreste Orsetti ( | |
Via Emanuele Gianturco, 25 (75) 44°06′43.41″N 9°50′26.47″E |
QUI LAVORAVA
SILVIO PARDINI NATO 1908 ARRESTATO 21.11..1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 13.3.1945 GUSEN |
La Spezia, 23 luglio 1908 - Gusen, 13 marzo 1945), meccanico motorista navale, coniugato con Ada Rinelli, due figli. Arrestato nel corso del "grande rastrellamento"[25] al quartiere spezzino di Migliarina, è imprigionato nella caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22], in seguito al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Pol" – (Politisch)[24] "Triangolo Rosso". Trasferito infine a Gusen muore il 13 marzo 1945.[20]
Silvio Pardini ( | ||
Piazza Falcone e Borsellino, 1 ingresso Casa Circondariale 44°07′23.2″N 9°50′12.7″E |
QUI LAVORAVA
EFISIO RACCIS NATO 1904 ARRESTATO 23.11..1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 23.3.1945 GUSEN |
Mandas, 15 gennaio 1904 - Gusen, 23 marzo 1945), Brigadiere del Corpo degli agenti di custodia nel carcere di La Spezia, coniugato con Matilde Gessa, tre figli. Accusato di appartenere al CLN cittadino e di azioni armate, è arrestato il 26 novembre 1944. Incarcerato nella caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22], in seguito al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Pol" – (Politisch)[24] "Triangolo Rosso". Trasferito infine a Gusen muore il 23 marzo 1945.[20]
Efisio Raccis ( | ||
Stradone D'Oria, 107 44°07′19.8″N 9°50′36.48″E |
QUI ABITAVA
FRANCO CETRELLI NATO 1930 ARRESTATO 17.10.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 22.4.1945 |
La Spezia, 24 dicembre 1930 - , 22 aprile 1945), garzone in uno studio fotografico, figlio di Pietro e Norina Leporini, terzo di quattro fratelli. All'arresto del titolare dello studio per attività antifascista del settembre 1944, fa seguito il proprio, il 17 ottobre, nonostante il tentativo della madre di sottrarlo, nascondendolo, alle ricerche ossessive dei fascisti che lo ritengono fiancheggiatore di attività antifasciste. Imprigionato nella locale Caserma XXI Reggimento Fanteria[22], è poi trasferito a Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Assassinato per fucilazione il 22 aprile 1945.[20]
Franco Cetrelli ( | ||
Viale Italia, 438 44°07′10.71″N 9°50′43.26″E |
QUI ABITAVA
ALFREDO MACCIONE NATO 1911 ARRESTATO 3.10.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.2.1945 MELK |
La Spezia, 2 ottobre 1911 - Melk
, 17 febbraio 1945), autista, coniugato con Maria Baldassarre, una figlia. Arrestato nell'ottobre 1944, rinchiuso nella locale Caserma XXI Reggimento Fanteria[22], quindi al carcere genovese di Marassi, a cui segue Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen. Trasferito infine al campo di Melk dove muore 17 febbraio 1945.[20]
Alfredo Maccione ( | ||
Via Sarzana, 198 44°07′21.56″N 9°50′55.92″E |
QUI ABITAVA
GIOVANNI ARMANDO CHIOCCA NATO 1892 ARRESTATO 1.10..1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 17.4.1945 MELK |
La Spezia, 2 giugno 1892 - Melk, 17 aprile 1945), barbiere nel quartiere di Migliarina, coniugato con Carina Maccione, quattro figli tra i quali Ernesto: partigiano, deportato col padre a Mauthausen. Arrestato nella sua abitazione in quanto padre di un partigiano, è imprigionato nella locale Caserma XXI Reggimento Fanteria[22], quindi al carcere genovese di Marassi, a cui segue Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Pol" – (Politisch)[24] "Triangolo Rosso". Trasferito infine al campo di Melk dove muore il 17 aprile 1945.[20]
Giovanni Armando Chiocca ( | ||
Via Lunigiana, 586 44°07′20″N 9°50′24.32″E |
QUI ABITAVA
SILVIO COSTA NATO 1891 ARRESTATO 21.11.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 11.3.1945 GUSEN |
La Spezia, 5 ottobre 1891 - Gusen, 11 marzo 1945), antifascista, impiegato delle Poste italiane, coniugato con Genoveffa Bronzi. Arrestato nel corso del "grande rastrellamento"[25] al quartiere spezzino di Migliarina, è imprigionato nella caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22], in seguito al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Pol" – (Politisch)[24] "Triangolo Rosso". Trasferito infine a Gusen muore l'11 marzo 1945.[20]
Silvio Costa ( | ||
Via Ticino, 78 44°07′42.37″N 9°50′52.51″E |
QUI ABITAVA
FABIO LUCIANO BONATI NATO 1922 ARRESTATO 24.9.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 25.4.1945 |
La Spezia, 2 novembre 1922 - Mauthausen, 25 aprile 1945), fabbro, all'arresto è imprigionato nella caserma cittadina sede del XXI Reggimento Fanteria,[22], in seguito al carcere genovese di Marassi, quindi Bolzano prima della deportazione nel Reich con destinazione Mauthausen, classificato "Pol" – (Politisch)[24] "Triangolo Rosso". Muore al campo il 25 aprile 1945.[20]
Fabio Luciano Bonati ( |
Provincia di Savona
[modifica | modifica wikitesto]Celle Ligure
[modifica | modifica wikitesto]Il comune di Celle Ligure accoglie ufficialmente una pietra d'inciampo[26] dal 27 gennaio 2023.
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
27 gennaio 2023 | Via Trento 14 44.34037°N 8.54248°E |
QUI ABITAVA
ANGELO ARECCO NATO 1900 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO GUSEN ASSASSINATO 23.4.1945 |
Angelo Arecco (???, 19 giugno 1900 - Gusen, 23 aprile 1945) nacque il 19 giugno del 1900 e venne arrestato il primo marzo del 1944 per aver aderito a uno sciopero. Fu portato in Germania e morì nel campo di concentramento di Gusen, sotto campo di Mauthausen in Austria, il 23 aprile 1945.
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Finale Ligure
[modifica | modifica wikitesto]Finale Ligure accoglie ufficialmente 4 pietre d'inciampo, la prima delle quali venne posata il 21 gennaio 2019. Il progetto di Finale Ligure, iniziato da Teo De Luigi, regista e autore finalese è basato sulla collaborazione del comune con le sezioni provinciali di ANPI ed ANED. Alla posa del 21 gennaio 2019 erano presenti diversi parenti dei quattro finalesi ricordati nelle targhe, il sindaco Ugo Frascherelli, l'assessore della cultura Claudio Casanova ed altri rappresentanti dell'amministrazione; inoltre parteciparono alcuni esponenti di ANPI ed ANED, oltre che studenti delle scuole di Finale Ligure. La collocazione è stata accompagnata dalla violoncellista Martina Romano, che ha eseguito arie di Bach.[27]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
21 gennaio 2019 | Via Cristoforo Colombo, 9 44.170278°N 8.347677°E |
QUI ABITAVA
ANTONIO ARNALDI NATO 1925 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN LIBERATO |
Antonio Arnaldi (Finale Ligure, 1925 - ???, 2015). Il 1º marzo 1944, in seguito a uno sciopero generale in tutta Italia, fu arrestato dai carabinieri a casa sua, di notte. Lo portarono prima all’Ospizio Morello e poi a Genova alla Villa di Negro. Successivamente fu trasferito al carcere di San Vittore a Milano e poi a Bergamo. Da lì venne caricato su carri bestiame e deportato al campo di concentramento di Mauthausen (numero di matricola 58673). Durante la prigionia venne costretto ai lavori forzati nel sottocampo Gusen 1 e 2, oltre a dover lavorare per Steyr e per la Messerschmitt. Fu liberato il 5 maggio 1945 e tornò in patria. Morì nel 2015.[28][29]
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Via Tommaso Pertica, 16 44.169216°N 8.343703°E |
QUI ABITAVA
GIOVANNI FRATTINI NATO 1917 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO 1944 MAUTHAUSEN LIBERATO |
Giovanni Frattini (???, 1917 - ???, ???). Era il fratello di Italo Frattini. È stato arrestato il 1º marzo 1944 dopo uno sciopero generale in tutta Italia. Fu deportato dal regime Nazista al campo di concentramento di Mauthausen. È riuscito a sopravvivere e fu liberato nel maggio 1945. Nel 2015 gli è stata dedicata una sala del nuovo edificio della Croce Bianca a Finale Ligure.
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QUI ABITAVA
ITALO FRATTINI NATO 1914 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 30.7.1944 |
Italo Frattini (???, 26 ottobre 1914 - Gusen, 30 luglio 1944). Era il fratello di Giovanni Frattini. È stato arrestato il 1º marzo 1944 dopo uno sciopero generale in tutta Italia. Fu assassinato dal regime Nazista il 30 luglio 1944 a Gusen, in un sottocampo del Campo di concentramento di Mauthausen.
Il suo nome si trova sulla targa dei Caduti nei lager 1943-1945 (apposta sulla casa in Via Pertica 45 di Finale Ligure) ed anche su una lapide apposta sulla facciata del palazzo comunale.[30]
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Vico Serra, 2 44.170122°N 8.346515°E |
QUI ABITAVA
GOFFREDO SCACCIOTTI NATO 1894 ARRESTATO 1.3.1944 DEPORTATO MAUTHAUSEN ASSASSINATO 4.12.1944 |
Goffredo Scacciotti (Rio Marina, 26 giugno 1894 - castello di Hartheim, 10 aprile 1944). Il suo nome si trova sulla targa dei Caduti nei lager 1943-1945 (apposta sulla casa in Via Pertica 35 di Finale Ligure) ed anche su una lapide apposta sulla facciata del Palazzo Comunale.[31][32]
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Laigueglia
[modifica | modifica wikitesto]A Laigueglia è presente una pietra d'inciampo, collocata l'8 giugno 2022.[33]
Pietra d'inciampo | Cenni biografici | |||
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Data di posa | Luogo di posa | Stolpersteine | Incisione | |
8 giugno 2022 | Piazza Garibaldi, 1 43°58′46.9″N 8°09′31.7″E |
QUI LAVORAVA
EGIDIO PAVIA NATO 1879 ARRESTATO 15.4.1944 DEPORTATO AUSCHWITZ 1943 ASSASSINATO 2.8.1944 |
Gorizia, 24 aprile 1879 - Auschwitz, 6 agosto 1944), ebreo, figlio di Abramo ed Emilia Rocca, farmacista a Laigueglia, coniugato con Santa Maria Holyar. Arrestato il 15 aprile 1944, dal carcere di Genova è trasferito a Fossoli, da dove il 2 agosto è deportato nel Reich con destinazione Auschwitz. Assassinato al suo arrivo al campo, 6 agosto 1944.[34]
Egidio Pavia ( |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Pietre d'inciampo per ricordare, in TGR Liguria, 27 gennaio 2022.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u Pietre d'inciampo, su mappe.comune.genova.it. URL consultato il 7 giugno 2024.
- ^ carcere di Via Tasso 15, su mausoleofosseardeatine.it. URL consultato il 2 febbraio 2024.
- ^ Giorgio LABO' e MITOPOIESI, su lab0.org. URL consultato il 10 febbraio 2019.
- ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea, De Angelis, Ercole, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 2 maggio 2017.
- ^ a b c d e f g h Carcere di San Vittore, su mi4345.it. URL consultato il 30 giugno 2023.
- ^ Centro di documentazione ebraica contemporanea, Vitale, Italo, su digital-library.cdec.it. URL consultato l'11 agosto 2020.
- ^ I deportati politici, su anpi-vicenza.it. URL consultato il 10 agosto 2023.
- ^ Stazione Centrale di Milano, su mi4345.it. URL consultato il 30giugno 2023.
- ^ Pietra d'inciampo in via Buozzi: Orazio Robello è tornato a casa, in genova3000.it, 21 febbraio 2024. URL consultato il 7 giugno 2024.
- ^ Lista deportati della Benedicta (linea 38)
- ^ Pietre della memoria: Storia di G. Carminati (testimonianza di Giovanni Traverso)
- ^ Giornata della Memoria. Salmoni, sopravvissuto a Buchenwald: “Il ricordo più forte? Quando ho visto che le SS erano fuggite”, in Il Secolo XIX, 27 gennaio 2022.
- ^ Imperia, conclusa la posa delle pietre d’inciampo per ricordare i concittadini deportati nei campi di sterminio, su sanremonews.it.
- ^ Imperia: via Mazzini, posizionata l’ultima pietra di inciampo dedicata ad Angioletto Calsamiglia, su imperiapost.it.
- ^ Giornata memoria, Sanremo posa sei 'pietre di inciampo', in Sky TG24, 28 gennaio 2022.
- ^ Giornata Memoria: 21 pietre di inciampo a Imperia e Ventimiglia, in ANSA, 27 gennaio 2022.
- ^ Svelate questa mattina le "Pietre di Inciampo" per non dimenticare le vittime dei campi di sterminio, in gazzettadellaspezia.com, 29 gennaio 2024. URL consultato l'8 luglio 2024.
- ^ Pietre d’inciampo, la città non dimentica le sue vittime rastrellate e uccise nei campi di sterminio, in cittadellaspezia.com, 29 gennaio 2024. URL consultato l'8 luglio 2024.
- ^ a b c d e f g h i Svelate otto pietre d’inciampo per ricordare altrettanti spezzini morti nei campi di sterminio, in cittadellaspezia.com, 5 dicembre 2024. URL consultato il 27 dicembre 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l m Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome, in cittadellaspezia.com, 4 febbraio 2024. URL consultato l'8 luglio 2024.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o Alberto Scaramuccia, Le stanze del sangue del Ventunesimo, in cittadellaspezia.com, 12 luglio 2020. URL consultato l'8 luglio 2024.
- ^ Elvira Finzi, su digital-library.cdec.it. URL consultato l'8 luglio 2024.
- ^ a b c d e f I deportati politici, su anpi-vicenza.it. URL consultato il 10 agosto 2023.
- ^ a b Una giornata particolare: 21 novembre 1944. Il “grande” rastrellamento, su isrlaspezia.it. URL consultato il 27 dicembre 2024.
- ^ Giornata della Memoria, la prima pietra d’inciampo a Celle in memoria di Angelo Arecco, in IVG, 27 gennaio 2023.
- ^ La Stampa: A Finale le pietre di inciampo per ricordare quattro deportati, 21 gennaio 2019
- ^ Visit Finale Ligure: FINALE LIGURE: MEDAGLIA D’ARGENTO AD ANTONIO ARNALDI, EX DEPORTATO NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO Archiviato il 17 maggio 2019 in Internet Archive., consultato il 20 gennaio 2019
- ^ Pucci Palear: Da tute blu a triangoli rossi, percorsi di deportazione, consultato il 23 gennaio 2019, con una fotografia
- ^ Elenco dei deportati italiani morti a Mauthausen (Elenco parziale elaborato a Mauthausen dopo la liberazione in base a ricordi dei superstiti e registri del lager che sono stati salvati), tratto dal volume di Vincenzo Pappalettera Tu passerai per il camino, Mursia 1965, p. 284
- ^ Chi era costui?: Caduti nei lager 1943 - 1945, consultato il 20 gennaio 2019
- ^ FINALE LIGURE Partigiani caduti nella lotta di Liberazione, consultato il 20 gennaio 2019
- ^ Giò Barbera, Laigueglia, una pietra d’inciampo in ricordo dello storico farmacista Egidio Pavia, in La Stampa, 7 giugno 2022.
- ^ Egidio Pavia, su digital-library.cdec.it. URL consultato il 10 giugno 2024.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su pietre d'inciampo in Liguria
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Sito ufficiale dell'iniziativa, su stolpersteine.com. URL consultato il 10 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2014).