Campo di concentramento di Gusen campo di concentramento | |
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Gusen I dopo la liberazione | |
Nome originale | Konzentrationslager Gusen |
Stato | Germania |
Stato attuale | Austria |
Città | Sankt Georgen an der Gusen |
Coordinate | 48°15′26″N 14°27′48″E |
Attività | 25 maggio 1940–5 maggio 1945 |
Industrie coinvolte | DEST, Messerschmitt AG, Steyr-Daimler-Puch, Poschacher Natursteinwerke |
Sottocampo di | Mauthausen |
Gestito da | Germania nazista |
Detenuti | 20 487 |
Vittime | 35 000 |
Liberato da | 11th Armored Division |
Sito web | www.gusen.org/ |
Il campo di concentramento di Gusen (in tedesco Konzentrationslager Gusen, abbreviato KL[1] Gusen) è stato un lager della Germania nazista composto da tre dei quarantanove sottocampi del campo principale di Mauthausen. I tre campi di concentramento erano situati nei pressi delle piccole cittadine di Langenstein e Sankt Georgen an der Gusen, nell'allora Gau Oberdonau, ora Alta Austria, a circa venti chilometri ad est di Linz e a circa quattro chilometri da Mauthausen. I tre campi di concentramento erano:
- Gusen I, in località Gusen nel comune di Langenstein, creato nel 1940;[2]
- Gusen II, situato a Sankt Georgen an der Gusen, a diretto contatto con Gusen I, creato nel 1944;[3]
- Gusen III, in località Lungitz nel comune di Katsdorf, creato nel 1944.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]I tre sottocampi denominati Gusen I, Gusen II, Gusen III, hanno costituito una realtà a sé per quantità di deportati e durezza nelle condizioni sia di prigionia che di lavoro. I lavori di costruzione di Gusen I furono avviati nel marzo del 1940; anche in questo campo uno degli obiettivi economici era costituito dallo sfruttamento delle vicine cave di granito.[4][5][6] Fin dall'inizio il lavoro costituì uno dei mezzi di eliminazione dei prigionieri, in prevalenza polacchi,[4][6] fra cui molti religiosi, e repubblicani spagnoli deportati dalla Francia. Nel 1941 vi fu installato il forno crematorio[7] e si avviarono le eliminazioni sistematiche di malati, inabili, portatori sospetti di malattie contagiose, sia al castello di Hartheim sia nel campo stesso (bagni di acqua gelida, annegamenti anche di massa, iniezioni al cuore, gassazioni in autoveicolo)[8].
Nell'arco di tre anni il campo diventa addirittura più affollato del campo principale di Mauthausen[6], con l'arrivo di deportati sovietici, jugoslavi, francesi, italiani, dall'agosto 1943, e l'apertura di nuove produzioni belliche da parte della Steyr-Daimler-Puch AG[9].
Nel marzo del 1944 iniziano i lavori per la costruzione del campo di Gusen II.[2] I deportati, oltre a costruire il campo, lavorano allo scavo di un sistema di gallerie entro le quali vengono collocati impianti per la produzione di armi e parti di aerei delle aziende Steyr-Daimler-Puch AG e Messerschmitt AG.[10] In dicembre inizia la costruzione di Gusen III, destinato alla produzione di laterizi (DEST).[7]
Nella montagna circostante e nei pressi di Sankt Georgen an der Gusen[2] furono scavati sette chilometri di tunnel larghi da 6 a 8 metri e alti da 10 a 15 per ubicarvi la produzione bellica e i macchinari dell'Istituto di ricerca della Scuola Superiore Tecnica di Vienna, per ricerche connesse alla produzione missilistica delle V2. Essendo i lavori eseguiti senza badare alla sicurezza della mano d'opera coatta, morti e feriti si succedevano giorno dopo giorno.
La ricostruzione delle presenze di prigionieri e della mortalità lascia intuire le durissime condizioni di vita e di lavoro dei deportati. Secondo le ultime ricerche, su circa 21.000 presenze registrate fra il 1940 e il 1942, si sono avuti almeno 14.000 decessi. Nel 1943, il numero di prigionieri più alto registrato è di 9.000 unità, quello dei morti è di 5.225. Nel 1944, si contano rispettivamente 22.000 e 4.700 unità; nel 1945, 15.000 e 8.800.[11] Sono documentate almeno due circostanze in cui si procedette a eliminazioni di massa col gas Zyklon B in baracche adattate per tale operazione: il 2 marzo 1944 (164 prigionieri di guerra sovietici)[12] e il 22 aprile 1945 (più di 800 malati e invalidi)[13]. Una terza strage, il 2 marzo 1942 (300 polacchi e spagnoli malati di tifo), non risulta sufficientemente documentata.
Il Memoriale di Gusen e la conservazione dell'area
[modifica | modifica wikitesto]Il campo di Gusen I ha subito vicende che ne hanno alterato irrimediabilmente la fisionomia. Alla fine degli anni ‘50 se ne è decisa la lottizzazione ed è sorta una fitta serie di abitazioni residenziali.[14] È naturalmente scomparsa la recinzione e sono state eliminate le baracche e le altre strutture concentrazionarie.[15] Rimane riconoscibile, per quanto riconvertito in abitazione, l'edificio dell'ingresso e del comando del campo, ben visibile dalla rotabile asfaltata Mauthausen-Sankt Georgen an der Gusen. L'associazione dei superstiti ha acquistato un lotto di terreno e vi ha eretto una struttura commemorativa,[15][16] opera dell'architetto Lodovico Barbiano di Belgiojoso, che fu egli stesso prigioniero a Gusen I.[17] All'interno di questo edificio, la cui materia e il cui spazio alludono all'universo chiuso e al labirinto di morte costituiti dal lager, è stato collocato il forno crematorio.
Famosi prigionieri internati a Gusen
[modifica | modifica wikitesto]- Jean Alix ... Gusen II[prigionieri 1]
- Gian Luigi Banfi
- Lodovico Barbiano di Belgiojoso ... Gusen I
- Ettore Barzini ... Gusen II
- Jean Baussaint ... Gusen II[prigionieri 2]
- Jacques Bergier
- Marcel Callo ... Gusen II[prigionieri 3]
- Aldo Carpi ... (il quale ha anche tenuto segretamente un diario nel periodo in cui era prigioniero a Gusen) Gusen I
- Carlo Castellani ... Gusen I
- Jean Cayrol ... Gusen I[prigionieri 4]
- Robert Chanut ... Gusen I[prigionieri 5]
- Pierre Serge Choumoff ... Gusen I[prigionieri 6]
- Dr. Henri Desoille ... Gusen II[prigionieri 7]
- Gaston Fléchier[prigionieri 8]
- Robert-Henri Fournier ... Gusen II
- Stanislaw Grzesiuk ... Gusen I
- Johann Gruber ... Gusen I
- Dr. Roger Heim ... Gusen I[prigionieri 9]
- Pietro Iotti
- Carlo Lajolo
- Terenzio Magliano
- Giuseppe Malagodi ... Gusen I
- Gianfranco Maris
- Walter Masetti
- Luigi Massignan
- Modesto Melis ... Gusen II
- Giuseppe Ennio Odino
- Jerzy Ostrowski ... Gusen I
- Giuseppe Pagano
- Rolando Petrini
- Natale Pia
- Avgust Pirjevec
- Giacomo Prandina
- Gustaw Przeczek ... Gusen I
- Ugo Sesini ... Gusen I
- Joseph Sheen OM MBE ... Gusen II
- Vittorio Staccione ... Gusen I
- Jan Sztwiertnia ... Gusen I
- Gino Tommasi
- Ferdinando Valletti ... Gusen II
- Dr. Zsigmond Varga
- Armando Vezzelli
Galleria d'immagini
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Lager Gusen I in costruzione.
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Lager Gusen in costruzione nel 1940.
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Visita di Himmler a Gusen.
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Latrine a Gusen.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Lo storico tedesco Reimund Schnabel afferma che KL è l'abbreviazione ufficiale per Konzentrationslager usata dalle SS e ricorrente in tutti i loro documenti. L'abbreviazione KZ è «di origine popolare e non fu mai adottata nei carteggi ufficiale delle SS» - Il disonore dell'uomo, Macht ohne Moral, di Reimund Schnabel, traduzione di Herma Trettl, p. 67, Paperbacks Lerici, Milano 1966
- ^ a b c Gusen | Willkommen, su www.gusen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ (EN) Concentration camp Gusen II | Mauthausen Guides - Mauthausen Komitee Österreich, su www.mauthausen-guides.at. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ a b Waite, p. 919.
- ^ Pike, p. 90.
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- ^ a b Waite, p. 920.
- ^ Wachsmann, p. 530.
- ^ Waite, p. 921.
- ^ Visits to the “Bergkristall” tunnel system - News - KZ-Gedenkstätte Mauthausen, su www.mauthausen-memorial.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ Gusen Concentration Camps, su www.jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ Perz, p. 373.
- ^ Pike, p. 181.
- ^ Domenico Leccese, Vicino al lager dei misteri affiorano 6.500 resti di vittime dell'Olocausto, su Le Cronache, 16 dicembre 2019. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ a b Mitchell, p. 569.
- ^ Poland pushes for Nazi camp in Austria to be remembered, su timesofisrael.com.
- ^ BARBIANO DI BELGIOJOSO, Lodovico - Treccani, su Treccani. URL consultato il 31 maggio 2024.
Prigionieri
[modifica | modifica wikitesto]- ^ 59486 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 59539 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 108548 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 25305 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 62122 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 25669 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 40390 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 59931 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
- ^ 53827 - Monument Mauthausen III, su www.monument-mauthausen.org. URL consultato il 31 maggio 2024.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Memorie di deportati italiani
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- Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Notte, Nebbia. Racconto di Gusen, Guanda, Parma 1996
- Pio Bigo, Il triangolo di Gliwice – Memoria di sette lager, Edizioni dell'Orso, Alessandria 1998, ISBN 88-7694-347-1
- Aldo Carpi, Diario di Gusen, a cura di Pinin Carpi, introduzioni di Mario De Micheli e Corrado Stajano, Torino, Einaudi, 2008, p. 330, ISBN 978-88-06-17721-8.
- Nunzio Di Francesco, Il costo della libertà. Memorie di un partigiano combattente superstite da Mauthausen e Gusen II, Bonanno, Catania 2007, ISBN 9788877963048
- Non mi avrete: Disegni da Mauthausen e Gusen: la testimonianza di Germano Facetti e Lodovico Belgiojoso, Cinisello Balsamo, Silvana, 2006, ISBN 978-88-366-0763-1
- Pietro Iotti con Tullio Masoni, Sono dov'è il mio corpo: memoria di un ex deportato a Mauthausen, Firenze, Editrice La Giuntina, 1995, ISBN 8880570439
- Carlo Lajolo, Morte alla gola. Memoria di un partigiano deportato a Mauthausen 2 dicembre 1944 – 29 giugno 1945, Edizioni Impressioni Grafiche, Acqui Terme 2003
- Felice Malgaroli, Domani chissà: storia autobiografica 1931-1952, prefazione di Norberto Bobbio, Cuneo, L'Arciere, 1992, pp. VIII-95.
- Ferruccio Maruffi, Codice Sirio. I racconti del Lager, Torino, 2003
- Ennio Odino, La mia corsa a tappe, Recco, Le Mani, 2008, ISBN 978-88-8012-427-6
- Quinto Osano, Perché ricordare. Ricordi e pensieri di un ex deportato, prefazione di Eridano Bazzarelli, Alessandria, Edizioni dell'Orso, 1992
- Natale Pia, La storia di Natale. Da soldato in Russia a prigioniero nel Lager, Joker, Novi Ligure 2003
- Angelo Signorelli, A Gusen il mio nome è diventato un numero, ANED, Sezione di Sesto San Giovanni e Monza, 1995
- Pietro Carucci, Da Martina Franca a Mauthausen. Diario del partigiano Gregorio, Nuova Editrice Apulia, 2009
- Paola Dalli Cani, Come passeri sperduti-Ennio Trivellin, un sedicenne al lager, Cierre Edizioni, 2016
- Memorie di deportati francesi
- Bernard Aldebert, Gusen II dall'orrore della morte al dolore del ricordo, Selene Edizioni, 2002, ISBN 978-8886267571
- Biografie
- Giuseppe Mura, L'animo degli offesi. Storia di Modesto Melis da Carbonia a Mauthausen e ritorno, Cirronis Giampaolo Editore, Iglesias 2013, ISBN 978-88-97397-11-3
- Manuela Valletti Ghezzi, Deportato I57633. Voglia di non morire, Boopen, 2008, ISBN 8862232012
- Saggi storici
- Rudolf A. Haunschmied, Johann Prinz, Getta la pietra! Il Lager di Gusen - Mauthausen, a cura di Giuseppe Valota e Patrizia Pozzi, traduzione di Renato Grimoldi e Brigitte Fleishmann, Milano, Mimesis, 2008, ISBN 978-88-8483-724-0.
- Hans Maršálek, Gusen. Sottocampo di Mauthausen, a cura di Italo Tibaldi, traduzione di Oscar Dernwerth, Milano, ANED, 1990. ISBN non esistente.
- Hans Maršálek, Storia del campo di concentramento di Mauthausen, traduzione di Paola Ferrari, Vienna, ANED, 2008, ISBN 978-3-902605-10-8.
- (FR) Pierre Serge Choumoff, Les Assassinats Nationaux-Socialistes par Gaz en Territoire Autrichien, Vienna, Ministero degli Interni, 2000, ISBN 978-3-9500867-1-3.
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Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Testimonianze di Angelo Ratti (YouTube)
- Fondazione Memoria della Deportazione
- Campo di concentramento di Mauthausen
- Arbeit macht frei
- Lista dei campi di concentramento nazisti
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE, EN) Sito web del Memoriale di Gusen, su gusen-memorial.at. URL consultato il 23 maggio 2015.
- (EN, DE) Sito web del Comitato per il Memoriale di Gusen, su gusen.org. URL consultato il 23 maggio 2015.
- L'audiopercorso di Gusen, su audioweg.gusen.org. URL consultato il 23 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2015).
- Roberto Giacobbo di RAI 2 (Voyager - ai confini della conoscenza) visitato Gusen e le gallerie di St. Georgen alla fine del 2016 in connessione con il progetto di bomba atomica tedesca (sequenza inizia a 1:43:33), su raiplay.it. URL consultato il 4 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2017).
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