Con la morte ad aprile del Presidente Onorario Gino Alfonso Sada, il Monza perde il principale sostenitore e anche la sponsorizzazione della ditta Simmenthal S.p.A.
Il distacco avviene in modo repentino: già il 28 maggio 1964[1] il direttivo della Simmenthal fa pubblicare un comunicato che lascia l'amaro in bocca a tutti i tifosi e sostenitori monzesi.
In questo comunicato, a sommi capi, si dice che in nove anni di attività i Sada hanno risanato la società sostenendo tutti gli oneri necessari per la corretta gestione dei campionati di Serie B e, per evitare qualsiasi illazione nei loro confronti, Claudio Sada ha contattato il Sindaco di Monza, avvocato Giovanni Centemero, esponendogli le ragioni per cui avrebbe rinunciato all'abbinamento e alla carica di Presidente portando a termine la stagione lasciando al club l'utilizzo della sede e pagati tutti gil oneri per la reiscrizione al campionato successivo.
Solo successivamente a Sada, in mancanza di una nuova dirigenza che non si era fatta avanti per sostituirlo, il Sindaco chiese di mantenere la carica fino alla fine della stagione 1964-1965[1] in modo da evitare l'acuire della crisi.
All'assemblea ordinaria della società del 16 luglio, a cui parteciparono solo 62 dei 150 soci, Claudio Sada ribadì le sue intenzioni precisando che il club sarebbe ritornato alla vecchia denominazione Associazione Calcio Monza[2].
La campagna acquisti rispecchia perciò il clima di sobrietà imposto da un Sada ancora una volta non intenzionato a fare sfracelli e a chiudere il bilancio in pari, così come aveva fatto la stagione precedente, senza debiti in sospeso.
Viene perciò lasciato libero l'argentino Hugo Lamanna, che non viene riconfermato, ed al suo posto è assunto il nuovo allenatore Vittorio Malagoli ex Palermo.
La squadra, senza alcuna pretesa, parte con un clamoroso exploit in Coppa Italia battendo in casa ai supplementari il Milan con una doppietta di Melonari. <<Era un Milan incompleto>>, sentenziò Gipo Viani negli spogliatoi al giornalista della rosea[3], e Malagoli non si lasciò andare a grandi proclami rimanendo con i piedi per terra in attesa delle trasferte al sud che poi condizionarono il passaggio al turno successivo intascando solo un misero punticino su 2 partite.
Dopo troppi pareggi e poche vittorie nel carniere, è la trasferta a Livorno a far traboccare il vaso in un campionato non molto dignitoso. A farne le spese alla 31ª giornata è, ancora una volta, l'allenatore, e in questo frangente viene sacrificato Malagoli. Chi lo sostituisce, Rigamonti, non cala subito l'asso dalla manica, ma i quattro pareggi consecutivi hanno il sapore di un brodino "arricchito" da quattro importanti punticini che smuovono il Monza dalla zona retrocessione. La squadra riesce a tener duro chiudendo poi un campionato senza infamia e senza lode in salvo.
Lino Rocca, Giorgio Vegetti, Bianco su rosso la storia del Calcio Monza, Monza, Supplemento a "Il fedelissimo" stampato da Officina Grafica Brasca, 1977, pp. 71-79.
Matteo Delbue, Stefano Peduzzi e Carlo Fontanelli, E non andremo mai in Serie A....100 anni di Monza, EMpoli (FI), Geo Edizioni S.r.l., 2012, pp. 184-187.