Coordinate: 45°57′N 12°41′E

Provincia di Pordenone

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Provincia di Pordenone
ex provincia
Provincia di Pordenone – Stemma
Provincia di Pordenone – Bandiera
Provincia di Pordenone – Veduta
Provincia di Pordenone – Veduta
Palazzo della Provincia, sede dell'amministrazione provinciale.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Amministrazione
Capoluogo Pordenone
Data di istituzione1968
Data di soppressione2017[1]
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°57′N 12°41′E
Superficie2 275,42 km²
Abitanti311 394[2] (31-7-2024)
Densità136,85 ab./km²
Comuni50 comuni
Province confinantiVenezia, Treviso, Belluno, Udine
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano
Cod. postale33170 (Pordenone), 33070, 33072, 33074-33087, 33090, 33092, 33094-33095, 33097-33099 (provincia)
Prefisso0427, 0432, 0434
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-PN
Codice ISTAT093
TargaPN
Cartografia
Provincia di Pordenone – Localizzazione
Provincia di Pordenone – Localizzazione
Provincia di Pordenone – Mappa
Provincia di Pordenone – Mappa
Posizione della Provincia di Pordenone all’interno del Friuli Venezia Giulia.

La provincia di Pordenone (provincie di Pordenon in friulano, provincia de Pordenon in veneto[3]) è un'ex provincia italiana del Friuli-Venezia Giulia con capoluogo Pordenone, istituita nel 1968 per distacco dalla provincia di Udine. Venne soppressa come ente locale il 30 settembre 2017, sostituita dall'ente di decentramento regionale di Pordenone, che ricalca i confini della provincia e ne ha ereditato alcune strutture. Rimane invece inalterata come circoscrizione delle amministrazioni statali sul territorio ed è classificata dall'Istituto nazionale di statistica come unità territoriale sovracomunale non amministrativa.[4]

Geografia fisica

[modifica | modifica wikitesto]
Mappa del territorio provinciale

È una delle quattro province del Friuli-Venezia Giulia, posta tra la media provincia di Udine ad est e il Veneto (provincia di Belluno, Treviso e Venezia) a ovest, confinante a nord e nord-est con la Carnia, ad est, a mezzo del fiume Tagliamento, con la provincia di Udine, a ovest e a sud con il Veneto (provincia di Belluno, Treviso e Venezia) e la pianura veneta, non presentando dunque sbocchi sul mare Adriatico a differenza delle altre province del Friuli-Venezia Giulia. Il territorio comprende parte delle Prealpi Carniche con a nord le Dolomiti Friulane, una parte collinare ed una parte della pianura friulana (alta e bassa friulana). Importante invece è la stazione climatica di Piancavallo posta a sud nelle Prealpi Venete al confine col Veneto.

Già nel 1964, con Decreto del presidente della Repubblica 9 settembre 1964, n. 735, venne istituito un circondario di Pordenone nell'ambito della provincia di Udine.

Nel 1968, quando Pordenone fu promossa a capoluogo di provincia, la sigla automobilistica prevista doveva essere PO; a quel punto però, su commissione del consiglio comunale di Prato, il suo segretario prese il treno e andò a Pordenone, a pregare di cambiare sigla, dato che altrimenti Prato avrebbe perso la possibilità di creare la sigla della provincia con il nome della città capoluogo (tutte le altre sigle possibili erano già state utilizzate: PR per Parma, PA per Palermo, PT per Pistoia, e infine proprio PO per Pordenone); il consiglio comunale di Pordenone accettò, e fu così che la sigla venne cambiata in PN, acronimo di Portus Naonis, l'antico nome latino della città[5].

Nel 1969 cedette il comune di Forgaria nel Friuli alla provincia di Udine[6].

Il 26 e 27 marzo 2006 i comuni di Cinto Caomaggiore, Pramaggiore, Gruaro e Teglio Veneto hanno tenuto un referendum per chiedere il distacco dalla provincia di Venezia e la relativa aggregazione alla provincia di Pordenone. L'unico comune che ha raggiunto il quorum è Cinto Caomaggiore che nel frattempo è riuscito ad ottenere non solo il parere favorevole del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, ma anche del Consiglio provinciale pordenonese.[7] Al 2023 però il trasferimento non è ancora stato compiuto.

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 30 aprile 1976.[8]

Stemma

«D'azzurro, con bordura d'oro, caricato dell'immagine della dea Concordia vestita che tiene nella mano destra un ramoscello d'ulivo al naturale, e nella sinistra una cornucopia d'oro, piena di frutti pure al naturale; sotto la punta dello scudo, su lista d'azzurro, con le estremità bifide, il motto in caratteri romani maiuscoli di nero "concordia parvae res crescunt". Ornamenti esteriori da Provincia.»

Il motto latino riprende una frase di Sallustio e si può tradurre con "Nella concordia le piccole cose crescono".

Gonfalone

Di foggia regolamentare, riproduce lo stemma della provincia con drappo partito d'azzurro e di giallo, riccamente ornato di ricami d'oro, con l'iscrizione centrata in oro "Provincia di Pordenone".

Bandiera

Divisa orizzontalmente d'azzurro e di giallo con lo stemma della provincia al centro.

La provincia di Pordenone è tra le istituzioni insignite della Medaglia d'oro al valor militare il 17 maggio 1945 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, le popolazioni della Destra Tagliamento, in seguito divenuta provincia di Pordenone, reagirono alla spietata oppressione degli occupatori tedeschi e dei fascisti con una lotta lunga, coraggiosa e tenace. I numerosi nuclei autonomi di resistenza e le brigate della "Garibaldi" e della "Osoppo", unitariamente organizzate, in pianura e sui monti, validamente sostenute dalla popolazione, condussero per 20 mesi una strenua resistenza armata per la libertà. Non valsero a frenare lo slancio generoso né la precarietà dei mezzi, né la preponderanza delle forze avversarie, né le barbarie a cui queste ispirano la loro ferocia opera di repressione con arresti, deportazioni, distruzioni di interi paesi. Oltre 2.000 caduti, partigiani e civili, furono il prezzo di questa lotta. Il grande contributo di sangue, i sacrifici e le sofferenze sopportate da tutta la popolazione della provincia testimoniano la sua volontà di combattere la tirannide, confermano la tradizione di dedizione alla Patria della sua gente, rinnovano la sua fede negli ideali di giustizia, di libertà di pace. Pordenone, 8 settembre 1943 - 1º maggio 1945»
— 12 aprile 2001[9]

Evoluzione demografica

[modifica | modifica wikitesto]
Incremento naturale nei comuni della provincia (2010)

Etnie e minoranze straniere

[modifica | modifica wikitesto]
Popolazione straniera nei comuni della provincia (2010)

Lingue e dialetti

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Lingua friulana, Lingua veneta e Dialetto pordenonese.

Oltre alla lingua italiana, nella provincia di Pordenone la popolazione utilizza il friulano occidentale, una variante della lingua friulana. In 37 comuni su 50 della provincia infatti, vige la legge regionale 18 dicembre 2007, n. 29 "Norme per la tutela, valorizzazione e promozione della lingua friulana"[10]. Nei comuni dell'alta Valcellina si parla un idioma di transizione fra il ladino dolomitico ed il friulano.

Nella Città di Pordenone è presente anche il dialetto pordenonese, un dialetto veneto coloniale. Altri idiomi dialettali legati al veneto si parlano in alcuni altri centri della Provincia, come Maniago e Sacile. Nei comuni dell'area sud-occidentale della Provincia si parla il liventino, una variante orientale del veneto.

Gonfalone provinciale
Bandiera provinciale

Appartengono alla provincia di Pordenone i seguenti 50 comuni:

Comuni più popolosi

[modifica | modifica wikitesto]

I comuni con più di 5 000 abitanti (dati 31-12-2020) sono nell'ordine:

Stemma Comune Abitanti
Pordenone 51 648
Sacile 19 842
Cordenons 17 726
Azzano Decimo 15 557
San Vito al Tagliamento 15 157
Porcia 14 999
Fontanafredda 12 620
Spilimbergo 11 961
Maniago 11 586
Fiume Veneto 11 679
Brugnera 9 228
Aviano 8 681
Prata di Pordenone 8 396
Zoppola 8 352
Casarsa della Delizia 8 221
Pasiano di Pordenone 7 650
Sesto al Reghena 6 348
Caneva 6 330
Roveredo in Piano 5 925
Chions 5 133

Il comune più piccolo è Barcis con 244 abitanti.

I cinque comuni con la densità abitativa più alta sono Pordenone (1.344 ab./km²), Vajont (1.057 ab./km²), Sacile (609 ab/km²), Porcia (515 ab/km²), Casarsa della Delizia (410 ab./km²).

Amministrazione

[modifica | modifica wikitesto]

Elenco dei presidenti

[modifica | modifica wikitesto]
Periodo Presidente Partito Carica Note
10 agosto 1970 1975 Danilo Pavan Democrazia Cristiana Presidente
1975 1979 Giancarlo Rossi Democrazia Cristiana Presidente
1982 12 gennaio 1993 Dario Valvasori Partito Socialista Italiano Presidente [11]
12 marzo 1993 8 maggio 1995 Sergio Chiarotto Democrazia Cristiana Presidente [11]
11 maggio 1995 28 giugno 1999 Alberto Rossi Partito Popolare Italiano Presidente [11]
28 giugno 1999 13 aprile 2008 Elio De Anna Forza Italia Presidente [11]
7 giugno 2009 26 novembre 2014 Alessandro Ciriani Il Popolo della Libertà
Fratelli d'Italia
Presidente [11]
26 novembre 2014 24 giugno 2016 Claudio Pedrotti Partito Democratico Presidente [11]
24 giugno 2016 26 luglio 2016 Loris Toneguzzi Commissario straordinario [11]
26 luglio 2016 1º gennaio 2017 Annamaria Pecile Commissario straordinario [11]

Altre informazioni amministrative

[modifica | modifica wikitesto]

Entro i confini provinciali esistono le seguenti unioni di comuni:

La provincia di Pordenone insieme al suo capoluogo, faceva parte di diritto del Consiglio delle Autonomie del Friuli-Venezia Giulia, la cui sede era a Udine.

Sul territorio provinciale operava una comunità montana:

Città dell'ex provincia di Pordenone

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Città_d'Italia § Friuli-Venezia_Giulia.

I comuni dell'ex provincia di Pordenone che sono stati insigniti del titolo di Città da parte dello Stato Italiano o istituzioni precedenti sono:

Dal 2003 il titolo di Città viene concesso da parte della Regione Friuli-Venezia Giulia, con apposita legge regionale; i comuni sono:

  • Maniago, con decreto del Presidente della Regione del 18 marzo 2003
  • Porcia, con decreto del Presidente della Regione del 18 marzo 2003
  • Cordenons, con decreto del Presidente della Regione del 22 dicembre 2004

Le principali industrie pordenonesi sono la Zanussi, diventata poi Electrolux, la Savio, la Valcucine, la Jacuzzi, la Onda Communication, la Cimolai, la ZML Industries, la C-Blade, la Pietro Rosa TBM e la Roncadin. È molto fiorente l'industria metalmeccanica e quella del mobile. Questi settori sono ben rappresentati dalla presenza di tre importanti distretti industriali: il distretto del Mobile del Livenza, il distretto della Componentistica e Termoelettromeccanica e il Distretto del Coltello di Maniago. Significativa anche la presenza del comparto della subfornitura (meccanica, plastica, tessile, legno, elettromeccanica). Fra le strutture a servizio delle imprese operano:

  • la Camera di Commercio I.A.A. di Pordenone e la sua Azienda Speciale ConCentro[12].
  • il Centro Regionale della Subfornitura del Friuli-Venezia Giulia, Centro di eccellenza a supporto della subfornitura regionale[13].

A Pordenone inoltre ha sede il Polo Tecnologico[14]: un'area di ricerca affiliata all'Area Science Park di Trieste, dove molte aziende della zona svolgevano attività di ricerca e sviluppo. Una mappa completa delle strutture economiche provinciali è consultabile alla sezione business del sito pordenonewithlove.it[15].

La località turistica principale della provincia di Pordenone è Piancavallo. Le manifestazioni turistico-culturali più importanti sono: il festival del libro con gli autori "pordenonelegge.it"[16]; "Dedica" [1]; le "Giornate del Cinema Muto"[17], la "Sagra degli osei" di Sacile[18], "Folkest" di Spilimbergo[19], "Coltello in Festa" di Maniago[20].

È di particolare interesse il Parco naturale delle Dolomiti Friulane (Claut, località sciistica, Cimolais), la Valcellina (Barcis, lago, Andreis, Montereale Valcellina), la Riserva regionale dei Magredi (Maniago, Vivaro, San Quirino), la Val d'Arzino (Vito d'Asio, fonti solforose di Anduins, castello Ceconi e Pinzano al Tagliamento), la Val Tramontina (Tramonti, i 3 laghi, Campone), la Val Colvera (Frisanco), la Val Cosa (Clauzetto, grotte di Pradis), la Valle del Vajont (Erto e Casso, lago del Vajont) e i centri di Spilimbergo, San Vito al Tagliamento, Sesto al Reghena, Cordovado, Valvasone, Porcia e Sacile, nonché Pordenone. Rinomata località sciistica già citata è Piancavallo, in comune di Aviano.

Nel 2015, la Città di Maniago è stata insignita della Bandiera arancione dal Touring Club Italiano, per la varietà e il valore del contesto storico, culturale e naturalistico[21].

"Pordenone with Love: segui il nostro cuore, amerai la nostra provincia" era lo slogan della promozione turistica che invitava a visitare il sito istituzionale ufficiale turistico provinciale Pordenone with love[22].

Infrastrutture e trasporti

[modifica | modifica wikitesto]

La strada principale, più importante e più trafficata della provincia di Pordenone è la Strada statale 13 Pontebbana, che taglia la provincia in senso latitudinale, dal centro abitato di Sacile (dove entra dalla provincia di Treviso) al centro abitato di Casarsa della Delizia, passando per Fontanafredda, Porcia, Pordenone, Fiume Veneto, Zoppola ed entrando in provincia di Udine attraverso il Ponte della Delizia, che si trova in comune di Valvasone Arzene. Dalla sua importanza viaria deriva una innegabile ripercussione nella geografia umana ed economica del territorio provinciale: lungo il suo asse si riscontra, infatti, la più alta densità abitativa della provincia (i comuni di Pordenone capoluogo, Sacile, Porcia e Casarsa della Delizia, tutti attraversati dall'arteria, sono 4 dei 5 più densamente popolati, ma in generale gli insediamenti abitativi sono pressoché continui - o tutt'al più alternati ad insediamenti commerciali ed industriali - anche nei punti in cui la densità scende leggermente), nonché la più alta densità commerciale (soprattutto in corrispondenza del grande polo commerciale di Pordenone est, che copre una superficie ininterrotta di circa 4 km, dai pressi del fiume Meduna allo svincolo della A28 di Cimpello).

Altre strade principali

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Strade provinciali della provincia di Pordenone.

Altre arterie stradali di notevole importanza sono la SS251, che parte dalla Pedemontana (dove entra dalla provincia di Belluno) scendendo verso il capoluogo, per poi correre parallela alla A28 da Pordenone a Portogruaro (Venezia), attraversando il centro abitato di Azzano Decimo; la SS463, che, entrata dalla provincia di Udine, si innesta con la SS13 presso Casarsa della Delizia e raggiunge Portogruaro attraversando San Vito al Tagliamento e Cordovado, superata la quale si immette nella città metropolitana di Venezia; la SS464, che attraversa in senso latitudinale la Pedemontana, da Spilimbergo (dove entra in provincia di Udine) fino a Maniago.

All'interno della provincia vi sono poi altre arterie locali, attraversate da notevoli flussi di traffico. Tra queste, la SP35 "Opitergina" che da Pordenone raggiunge Oderzo (Treviso) passando per Prata di Pordenone; la SP29 "Pedemontana Occidentale", che da Caneva raggiungeva Montereale Valcellina (e raccordandosi con la viabilità principale, collega di fatto Sacile con Maniago); la SP1 "Val d'Arzino", che da Spilimbergo (dove si innesta con la SS464) raggiungeva Motta di Livenza, intersecando la SS13 a Casarsa della Delizia ed attraversando San Giorgio della Richinvelda, Valvasone Arzene, San Vito al Tagliamento, Chions e Pravisdomini, entrando poi in provincia di Treviso; l'arteria Cimpello - Sequals, che parte da Pordenone est (in comune di Fiume Veneto) e, superata Zoppola, sale verso nord fino ad innestarsi alla SS464 all'altezza di Sequals. La SS552, che sempre da Sequals sale verso Meduno, Tramonti e il Passo del Monte Rest, dove entra in provincia di Udine in comune di Socchieve.

La linea ferroviaria principale che attraversa la provincia è la Udine-Venezia. I centri più importanti, in cui si trovano le stazioni ferroviarie principali, posti su tale linea sono Pordenone capoluogo, Sacile e Casarsa della Delizia. Stazioni minori, sulla stessa linea, erano presenti a Cusano di Zoppola e Fontanafredda. Le altre due linee ferroviarie pordenonesi si innestano a Sacile (linea Sacile-Gemona del Friuli) e a Casarsa (linea Casarsa-Portogruaro). I centri principali attraversati dalla prima sono Aviano e Maniago; dalla seconda sono San Vito al Tagliamento e Cordovado.

L'unica autostrada della provincia è la A28 Portogruaro - Pordenone - Conegliano, che entra nel pordenonese dalla città metropolitana di Venezia all'altezza dello svincolo di Sesto al Reghena ed esce nella provincia di Treviso dopo lo svincolo di Sacile Ovest.

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Solo come ente amministrativo, vedi Annuario Statistico italiano 2021 (PDF), Roma, Istituto nazionale di statistica, 2021, p. 5.
  2. ^ https://demo.istat.it/app/?i=D7B&l=it&a=2024
  3. ^ Comuni friulanofoni del Friuli-Venezia Giulia (PDF), su arlef.it, Agenzia Regionale per la Lingua Friulana.
  4. ^ Annuario Statistico italiano 2021 (PDF), Roma, Istituto nazionale di statistica, 2021, p. 5.
  5. ^ Sigle di provenienza attuali, su Plates in Rome. URL consultato il 9 agosto 2022.
  6. ^ Legge 10 marzo 1969, n. 81, in materia di "Distacco del comune di Forgaria nel Friuli dalla provincia di Pordenone e sua inclusione in quella di Udine."
  7. ^ Disegno di legge (PDF), su senato.it, p. 3. URL consultato il 9 agosto 2022.
  8. ^ Pordenone (provincia), su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 26 maggio 2024.
  9. ^ Provincia di Pordenone, su quirinale.it. URL consultato il 17 giugno 2017.
  10. ^ Denominazioni ufficiali in Lingua Friulana, su arlef.it, Arlef. URL consultato il 26 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
  11. ^ a b c d e f g h Anagrafe degli Amministratori Locali e Regionali, su amministratori.interno.gov.it. URL consultato il 26 aprile 2018.
  12. ^ Camera di Commercio di Pordenone, su pn.camcom.it. URL consultato il 9 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2009).
  13. ^ Subfornitura, su subcontract.fvg.it. URL consultato il 9 agosto 2022.
  14. ^ Polo Tecnologico Pordenone, su pordenonewithlove.it (archiviato dall'url originale il 7 dicembre 2013).
  15. ^ Business & Shopping, su Pordenone With Love. URL consultato il 9 agosto 2022 (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2013).
  16. ^ Pordenone Legge, su pordenonelegge.it. URL consultato il 9 agosto 2022.
  17. ^ Le Giornale del Cinema Muto, su cinetecadelfriuli.org. URL consultato il 9 agosto 2022.
  18. ^ Pro Sacile, su prosacile.com. URL consultato il 9 agosto 2022.
  19. ^ Folkest, su folkest.com. URL consultato il 9 agosto 2022.
  20. ^ Coltello in festa, su turismo.maniago.it. URL consultato il 9 agosto 2022.
  21. ^ Maniago, su bandierearancioni.it. URL consultato il 9 agosto 2022.
  22. ^ Pordenone With Love, su pordenonewithlove.it. URL consultato il 9 agosto 2022.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN151263451 · BAV 494/34075 · LCCN (ENn82040172 · GND (DE4547117-4 · BNF (FRcb166780410 (data) · J9U (ENHE987007557243405171
  Portale Friuli-Venezia Giulia: accedi alle voci di Teknopedia che parlano del Friuli-Venezia Giulia