Spirit Airlines

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Spirit Airlines
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StatoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
ISINUS8485771021
Fondazione1983
Sede principaleDania Beach
GruppoOaktree Capital Management
Persone chiaveTed Christie (presidente e amministratore delegato)
SettoreTrasporto
Prodotticompagnia aerea
Fatturato$5,07 miliardi (2022)
Utile netto$-554 milioni (2022)
Dipendenti11 000 (2023)
Sito webwww.spirit.com/
Compagnia aerea a basso costo
Codice IATANK
Codice ICAONKS
Indicativo di chiamataSPIRIT WINGS
Hub
Frequent flyerFree Spirit
Flotta212 (nel 2024)
Destinazioni91 (nel 2024)
Voci di compagnie aeree presenti su Teknopedia

Spirit Airlines è una compagnia aerea low-cost statunitense, che ha la sede a Dania Beach, in Florida e il suo hub principale a Fort Lauderdale, sempre in Florida, oltre a numerose altre basi negli Stati Uniti.

Un Douglas DC-9-31 nel 1996.

La società è stata fondata nel 1964 come azienda di trasporti, con il nome di Clippert Trucking Company; in seguito, nel 1977 è stata rinominata in Grand Air Transfer Inc. Nel 1983 è avvenuto lo spostamento verso le operazioni aeree, con un nuovo cambio di nome in Charter One Airlines.[1]

La compagnia ha iniziato le operazioni con una flotta di velivoli turboelica, specializzandosi in voli charter, soprattutto quelli verso mete popolari per il gioco d'azzardo. Per questo, ha aperto basi in città dotate di numerosi casinò, come Las Vegas e Atlantic City, oltre alle Bahamas, collegandole con varie destinazioni negli Stati Uniti.[2]

Nel 1992 Charter One ha modernizzato la propria flotta, passando dai vecchi Convair CV-550 a soli velivoli jet. In quell'anno la compagnia si è ritrovata ad operare 16 Douglas DC-9, ed ha cambiato nome in Spirit Airlines. Negli anni successivi sono iniziate le operazioni di linea, e la flotta è cresciuta notevolmente con l'arrivo di velivoli della famiglia McDonnell Douglas MD-80.[2]

L'era Baldanza

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Nel 2004 la compagnia stava attraversando un periodo di difficoltà economiche, a causa della forte concorrenza e di alcune scelte della dirigenza non molto coerenti con l'identità dell'azienda. In quell'anno fu nominato presidente Ben Baldanza, con una lunga esperienza nel settore, che dall'anno successivo ricoprirà anche la carica di CEO fino al 2016. Baldanza ha adottato un radicale cambiamento nella compagnia, trasformandola in modo più definito in una ultra-low-cost e ridefinendo la rete di collegamenti. In particolare, ha reso Spirit una delle compagnie statunitensi con più voli verso destinazioni straniere, trasformando Fort Lauderdale in un hub per i voli verso i Caraibi.[3]

In quegli anni, Spirit Airlines ha avviato un processo di rinnovo della flotta, sostituendo gli MD-80 con aerei più efficienti dalla famiglia Airbus A320. In parallelo si è consolidata la svolta come compagnia ultra-low-cost, con una riduzione delle tariffe di base, mentre molti servizi accessori diventavano a pagamento. Spirit è stata infatti la prima compagnia aerea degli Stati Uniti a richiedere un supplemento per la scelta del posto, il bagaglio a mano e il cibo a bordo. La compagnia si è distinta anche per la scelta di riempire di pubblicità quanti più spazi possibili sui propri aerei (incluse le uniformi del personale di volo). Questo approccio ha attirato numerose critiche dal pubblico, e perfino dal Dipartimento dei trasporti, ma la dirigenza ha sempre difeso le scelte come necessarie per ridurre i costi operativi e poter offrire tariffe più basse.[3]

La strategia si è rivelata un successo, permettendo a Spirit di passare dai 79 milioni di US$ di perdite del 2005 (anno di insediamento di Baldanza) a guadagnare, nel 2011, circa il 40% più della concorrenza per ogni volo operato. Ben Baldanza ha rassegnato le dimissioni nel gennaio 2016 per passare ad altro incarico, ma assicurando di aver lasciato un piano affinché la compagnia continuasse nel suo percorso di crescita.[3]

Sviluppi recenti

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Un Airbus A321neo.

A partire dal 2018, Spirit Airlines viene considerata dagli esperti la compagnia aerea più sicura del Nord America.[4][5]

Nel dicembre 2019, Spirit ha presentato un ordine per rinnovare la propria flotta, consistente in 100 aerei della famiglia Airbus A320neo in tutte e tre le varianti, con ulteriori 100 opzioni.[6]

Nel febbraio del 2022, Frontier Airlines ha presentato un'offerta per acquistare la compagnia. Gli azionisti di Spirit hanno accettato, concludendo un accordo dal valore di 6,6 miliardi di US$, per formare quella che sarebbe diventata la quinta compagnia più grande degli Stati Uniti.[7] Tuttavia, ad aprile dello stesso anno JetBlue Airways ha presentato un'offerta concorrente, proponendo di pagare una cifra molto più alta. Il CDA di Spirit ha quindi respinto la proposta di Frontier, interrompendo le negoziazioni.[8] Nemmeno la trattativa con JetBlue è però andata a buon fine, in quanto nel 2024 il Dipartimento dei trasporti ha bloccato l'operazione, per il timore di una riduzione eccessiva della concorrenza. Le compagnie hanno così rinunciato alla fusione.[9]

La doppia mancata acquisizione, unita a una situazione economica rimasta difficile fin dalla Pandemia di COVID-19, ha portato molti analisti a ritenere Spirit a rischio di sopravvivenza. A causa dei conti in grave perdita, la compagnia ha chiesto ad Airbus di posporre le consegne dei nuovi aeromobili, mentre alcuni esperti indicano la possibilità di fare ricorso al meccanismo del Chapter 11 per riorganizzare i conti, anche se la dirigenza ha smentito questa eventualità nel breve termine.[10][11]

Identità aziendale

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Gli hangar di Spirit presso l'aeroporto di Detroit.

Dall'aprile 2024, gli uffici di Spirit Airlines sono situati presso un complesso a Dania Beach, Florida, costruito appositamente.[12]

In precedenza, fino al 1999 la sede si trovava a Eastpointe, vicino Detroit (Michigan). Tutt'ora, all'aeroporto di Detroit si trova una base per la manutenzione degli aerei. Dal 1999 al 2024 la sede è stata invece a Miramar, sempre in Florida.[2]

Un Airbus A319 nella livrea del 2002.
La livrea del 2007 su un Airbus A320-200.

Nel corso degli anni, Spirit Airlines ha modificato molte volte la propria identità visiva. Dal 1992 al 2002 la fusoliera degli aerei era prevalentemente bianca, con la parte inferiore blu e una striscia rossa che la attraversava sotto i finestrini. Nel 2002 è stata adottata una livrea molto più riconoscibile, con gli aerei interamente color argento, ad eccezione di un motivo geometrico a quadri scuri, presente lungo la fusoliera e sul timone di coda.[13]

Nel 2007 la livrea è stata aggiornata nuovamente, tornando a logo e coda dell'aereo in blu con dettagli rossi; sul timone di coda compariva una S stilizzata in colori fluorescenti. Questa livrea è stata mantenuta fino al 2014, quando Spirit ha optato per una colorazione molto più riconoscibile e tipica di un immagine low-cost. Gli aerei presentano ora una fusoliera gialla, con grandi scritte "Spirit" in nero lungo la fiancata e il timone. Con piccoli aggiustamenti, questa livrea è stata mantenuta ancora ad oggi.[13]

Ad ottobre 2024, Spirit Airlines raggiunge 87 destinazioni tra Stati Uniti, America Centrale e del sud, e Caraibi. Ha basi attive presso gli aeroporti di Atlanta, Chicago, Dallas, Detroit, Fort Lauderdale, Houston, Las Vegas, Miami, Newark e Orlando.

Flotta attuale

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Un Airbus A319-100.
Un Airbus A320neo.
Un Airbus A321-200.

Ad ottobre 2024, la flotta di Spirit Airlines è composta dai seguenti aerei:[14][15]

Aereo In flotta Ordini Passeggeri Note
J Y Totale
Airbus A319-100 2 10 135 145 In dismissione entro il 2025.[16]
Airbus A320-200 64 4 174 178
Airbus A320neo 91 34 8 174 182 Operatore principale negli Stati Uniti.
Airbus A321-200 30 8 220 228
Airbus A321neo 25 45 8 227 235 31 ordini erano in origine per gli A319neo.
Totale 212 79

Flotta storica

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Un Douglas DC-9-41.
Un McDonnell Douglas MD-83.

Nel corso dagli anni, Spirit Airlines ha operato con i seguenti aeromobili:[15]

Aereo Esemplari Inserimento Dismissione Note
Douglas DC-9-21 3 1995 1997
Douglas DC-9-31 6 1992 2003
Douglas DC-9-32 7 1992 2003
Douglas DC-9-41 2 1996 2003
McDonnell Douglas MD-81 6 1999 2005
McDonnell Douglas MD-82 15 1998 2007
McDonnell Douglas MD-83 15 1998 2010
McDonnell Douglas MD-87 1 2000 2009
  1. ^ (EN) A Brief History Of Spirit Airlines, su simpleflying.com, 31 gennaio 2022. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  2. ^ a b c (EN) Did You Know Spirit Airlines Began Life As An International Charter Carrier?, su simpleflying.com, 27 luglio 2024. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  3. ^ a b c (EN) The Man Who Transformed Spirit Airlines: Ben Baldanza, su simpleflying.com, 24 maggio 2024. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  4. ^ (EN) Is Spirit Airlines Safe To Fly? — Spirit Airlines Safety Record, su airlinespolicy.com. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  5. ^ 8° Spirit Airlines. La classifica delle compagnie aeree più sicure del 2022, su viaggi.corriere.it, 3 gennaio 2022. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  6. ^ (EN) Spirit Airlines to buy 100 Airbus A320neo family aircraft, su cnbc.com, 23 dicembre 2019. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  7. ^ (EN) Frontier and Spirit to merge, creating fifth-largest airline in U.S. in $6.6 billion deal, su cnbc.com, 7 febbraio 2022. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  8. ^ (EN) JetBlue makes all-cash offer for Spirit Airlines, complicating planned Frontier tie-up, su cnbc.com, 5 aprile 2022. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  9. ^ JetBlue e Spirit Airlines rinunciano alla fusione da 3,8 miliardi per problemi antitrust, su finanza.lastampa.it, 4 marzo 2024. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  10. ^ Spirit Airlines sull'orlo del fallimento: il futuro delle low cost è a rischio?, su cdt.ch, 4 ottobre 2024. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  11. ^ (EN) Spirit Airlines' Future Uncertain As Discussions Over Bankruptcy Begin, su simpleflying.com, 4 ottobre 2024. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  12. ^ (EN) Spirit Airlines Unveils New Spirit Central Campus in Dania Beach, Florida, su ir.spirit.com, 18 aprile 2024. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  13. ^ a b (EN) How Has Spirit Airlines' Livery Evolved Over The Years?, su simpleflying.com, 9 settembre 2023. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  14. ^ CH-aviation.ch Archiviato il 30 gennaio 2009 in Internet Archive..
  15. ^ a b (EN) Spirit Airlines Fleet Details and History, su planespotters.net. URL consultato il 22 ottobre 2024.
  16. ^ (EN) Spirit Airlines to Phase Out its A319-100 Fleet by 2025, su airlinerwatch.com. URL consultato il 18 giugno 2023.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (EN) Sito ufficiale, su spirit.com. Modifica su Wikidata
  • "Don't Come Crying to This Airline," N.Y. Times, March 28, 2009, su nytimes.com.
  • Dominican Today - Florida Business Award [collegamento interrotto], su dominicantoday.com.