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Mappamondo di Ebstorf
mappamondo di Ebstorf | |
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Autore | Gervasio di Tilbury (attribuzione) |
Data | sconosciuta |
Tecnica | trenta pelli di capra cucite insieme |
Dimensioni | 350×350 cm |
Ubicazione | Dispersa, Ebstorf |
Il mappamondo di Ebstorf era un esempio di mappa mundi simile alla mappa di Hereford; è stata attribuita a Gervasio di Ebstorf, che secondo gli studiosi coincide probabilmente con Gervasio di Tilbury, vissuto nel tredicesimo secolo.[1]
La mappa fu trovata in un convento a Ebstorf nel nord della Germania nel 1843, ma andò distrutta nel 1943 durante un bombardamento effettuato dagli Alleati su Hannover. Sopravvivono una serie di fotografie in bianco e nero effettuate sull'originale nel 1891 e molti facsimile a colori fatti prima della sua distruzione. L'originale era una mappa dalle dimensioni considerevoli, dipinta su trenta pelli di capra cucite insieme, misurava 3,5 metri di diametro ed era una versione molto elaborata delle comuni mappe tripartite a T e O. Infatti era centrata sulla città di Gerusalemme e il punto cardinale est era rivolto verso l'alto, Cristo era raffigurato con la testa in alto, le mani ai lati e i piedi in basso. Roma era rappresentata nella figura di un leone, evidentemente la mappa risentiva dell'influenza della curia vescovile. Intorno alla mappa c'era un testo che includeva descrizioni di animali, la creazione del mondo, la definizione di termini e una breve descrizione delle mappe a T e O con la spiegazione del perché il mondo veniva diviso in tre parti. La mappa includeva storie e simboli sia pagani sia biblici.[1]
Secondo alcuni storici della cartografia, essa è da attribuire a Gervasio di Tilbury: il mappamondo infatti, secondo questa tesi è opera di quest'ultimo e che si tratta della stessa persona confusa con Gervasio di Ebstorf dato che questo nome non era comune all'epoca nella Germania del nord, inoltre ci sono molti punti della mappa che coincidono con altri lavori geografici di Gervasio di Tilbury. Comunque gli editori della “the Oxford Medieval Texts edition” dell'opera di Gervasio di Tilbury: Otia Imperialia, concludono che: “sebbene la possibilità che i due cartografi coincidano con la stessa persona sia un'attrente ipotesi, essa resta un'affermazione molto improbabile”.[1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Die Ebstorfer Weltkarte. Kommentierte Neuausgabe in zwei Bänden. Herausgegeben von Hartmut Kugler unter Mitarbeit von Sonja Glauch und Antje Willing. Digitale Bildbearbeitung Thomas Zapf. Bd. 1: Atlas (175 S.). Bd. 2: Untersuchungen und Kommentar. Akademie Verlag, Berlin 2007, ISBN 978-3-05-004117-9 (dazu auch die Rezension von Martina Stercken in: sehepunkte 8 (2008), Nr. 5 vom 15. Mai 2008)
- Die schöne Ebstorferin in: Bild der Wissenschaft 11/2007
- Brigitte Englisch: Ordo orbis terrae. Die Weltsicht in den Mappae mundi des frühen und hohen Mittelalters (= Vorstellungswelten des Mittelalters 3, hg. v. Hans-Werner Goetz, Wilfried Hartmann u. a.), Berlin 2002, bes. S. 464–495.
- Ernst Andreas Friedrich: Das Kloster Ebstorf, S. 152–155, in: Wenn Steine reden könnten, Band I, Landbuch-Verlag, Hannover 1989, ISBN 3-7842-0397-3.
- Jürgen Wilke, Die Ebstorfer Weltkarte (Veröffentlichungen des Instituts für Historische Landesforschung der Universität Göttingen 39). Text- und Tafelband, Bielefeld 2001, ISBN 3-89534-335-8. Rezension (Datierung um 1300)
- Armin Wolf: Gervasius von Tilbury, arelatischer Marschall Ottos IV. und die Ebstorfer Weltkarte. In: Otto IV. – Kaiser und Landesherr. Burgen und Kirchenbauten 1198–1218, hg. von Bernd Ulrich Hucker und Joachim Leuschner (= Salzgitter-Jahrbuch 29), Salzgitter 2009, S. 157–187.
- Joachim G. Leithäuser: Mappae Mundi – Die Geistige Eroberung der Welt (mit 18 Farbtafeln, 73 Kunstdrucktafeln und 40 Abbildungen im Text), Berlin 1958.
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