Gino De Dominicis

Da Teknopedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Gino De Dominicis riceve un premio conferitogli dalla Camera dei deputati, 1997

Gino De Dominicis (Ancona, 14 aprile 1947Roma, 29 novembre 1998) è stato un artista italiano.

Controverso protagonista dell'arte italiana del secondo dopoguerra, ha utilizzato diverse tecniche e si è definito pittore, scultore, filosofo e architetto. Il suo lavoro tende a rendersi indipendente sia dalle mode che dai gruppi della neoavanguardia. Dunque, non è inquadrabile in una precisa corrente artistica: né nell'Arte Povera, né nella Transavanguardia, né nell'Arte Concettuale, che respinse irridendola[1].

Volendo sottrarre il più possibile la sua opera all'omologazione del mondo dell'arte contemporanea, si è circondato di un alone di mistero e di irreperibilità, centellinando sia mostre che apparizioni pubbliche e osteggiando la pubblicazione di cataloghi o libri sulla sua produzione, non riconoscendo alla fotografia valore documentario o pubblicitario[2].

Teschio con lungo naso
Casa natale e dove visse in Piazza Cavour ad Ancona

Gino de Dominicis si è formato presso l'Istituto Statale d'arte della città di Ancona, diretta dall'architetto Ettore Guerriero. Nel 1967 espone per la prima volta nella galleria fondata dal padre Mario in Corso Garibaldi ad Ancona, con lavori di ispirazione figurativa. Dopo un periodo di viaggi, nel 1968 si stabilisce a Roma.

In questo periodo, il gruppo di Via Brunetti, Laboratorio '70, formato da Gianfranco Notargiacomo, Paolo Matteucci e Marcello Grottesi partecipa alla scena artistica romana con performance goliardiche di carattere ambientale spostando l'espressione artistica dal luogo tradizionalmente deputato a contenerla, la galleria d'arte, verso le piazze e le strade: dalle Pillole anticoncezionali giganti lanciate a piazza San Pietro alla Ghigliottina trasportata in Piazza del Popolo. De Dominicis nel '68 entra a far parte del Gruppo e nel suo ambito esordisce sulla scena romana con un gesto d'arte realizzato a Piazza del Popolo e documentato nel cortometraggio Zoomtrack (1968-1969), poi confluito nel video Esperienze presentato all'inaugurazione del Museo MAXXI di Roma nel Maggio 2010. Nel 1969 espone, presso la galleria L'Attico di via Cesare Beccaria, i lavori realizzati nei due anni precedenti[3].

La ricerca artistica di De Dominicis può essere divisa in due periodi. Il primo, compreso tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta, in cui l'artista si esprime soprattutto attraverso installazioni e sculture; il secondo, compreso tra i primi anni Ottanta e il 1998, anno della sua morte, in cui De Dominicis riprende l'attività di pittore figurativo, alla quale si dedica quasi esclusivamente[4]. La prima di queste fasi è prevalentemente segnata dalle teorie dell'artista sul rapporto tra tempo ed eternità espresse nella Lettera sull'immortalità del corpo pubblicata nel 1970, la seconda dall'opera Seconda soluzione d'immortalità (L'universo è immobile) esposta alla Biennale di Venezia del 1972[5].

Nella Lettera sull'immortalità del corpo, suo testo teorico principale, De Dominicis asserisce che tutto ciò che esiste, in quanto mortale, non esiste davvero, ma è soltanto una verifica, una sorta di esercitazione della natura che sperimenta tutte le sue possibilità produttive[6]. Questa teoria rasenta il nichilismo perché identifica l'essere mortale con il nulla, esprime, però, anche la speranza che l'uomo, grazie alla scienza e alla tecnologia, potrà un giorno rendersi immortale[7]. L'ipotesi della Lettera sull'immortalità è documentata da alcune opere esemplari del primo periodo. Lavori come la scultura "Il tempo, lo sbaglio, lo spazio" (uno scheletro umano con i pattini a rotelle disteso per terra mentre tiene uno scheletro di cane al guinzaglio, 1969[8]), documenta la condizione attuale degli uomini: essi sono morti quando ancora appaiono vivi, mentre svolgono le attività più amene come andare con i pattini o portare a spasso il cane. I due filmati Quadrati cerchi (Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno ad un sasso che cade nell'acqua) e Tentativo di volo, entrambi del 1969, testimoniano della necessità per gli uomini di perseguire lo scopo dell'immortalità del corpo nonostante esso appaia impossibile da raggiungere, come appare impossibile riuscire a volare dimenando semplicemente le braccia o far formare dei quadrati anziché dei cerchi lanciando sassi in uno stagno[9]. Sempre alla fine degli anni Sessanta - periodo in cui appaiono le figure mitologiche di Urvasi e Gilgamesh, destinate a essere rappresentate in molte forme e in molte occasioni durante tutta la sua attività artistica - De Dominicis espone alcuni oggetti invisibili come “il Cubo, il Cilindro, la Piramide”, mostrati solo dai loro perimetri tracciati sul pavimento.

Sotto l'influenza dei Dodici cavalli vivi, esposti da Jannis Kounellis alla galleria L'Attico nel 1969, è il tableau vivant Zodiaco presentato da De Dominicis nel 1970 presso la stessa galleria, in cui l'artista rappresenta concretamente i simboli dei dodici segni zodiacali esponendo animali e persone vive - un toro, un leone, una giovane vergine - a eccezione di due pesci morti appoggiati sul pavimento[10].

Su questa linea, la Seconda soluzione d'Immortalità (L'Universo è Immobile), presentata in occasione della Biennale di Venezia del 1972, si compone di un essere umano in carne e ossa, il signor Paolo Rosa, un giovane affetto dalla sindrome di Down, che siede in un angolo mentre osserva tre lavori già esposti separatamente in altre occasioni[11], ovvero il Cubo invisibile, la Palla di gomma (caduta da due metri) nell'attimo immediatamente precedente il rimbalzo e la pietra di Attesa di un casuale movimento molecolare generale in una sola direzione, tale da generare un movimento spontaneo della pietra[10]. Il significato dell'opera è espresso dal titolo e si pone come ipotesi alternativa e opposta rispetto a quella della Lettera sull'immortalità del corpo, ovvero come ipotesi che l'universo sia in realtà immobile e che, dunque, tutti gli esseri siano eterni ed immortali anche quando sembra che siano distrutti o morti perché ormai non più percepibili con i sensi: questa concezione risente delle teorie del filosofo Emanuele Severino in base alle quali tutti gli enti sono eterni, per cui l'universo immobile di De Dominicis corrisponde all' essere eterno di Severino[12]. Come per Severino, anche per De Dominicis solo uno sguardo senza pregiudizi può interpretare ciò che non si percepisce più, non come distrutto, ma come invisibile: nell'installazione Seconda soluzione d'immortalità (L'Universo è Immobile) solo ad uno sguardo innocente e privo di pregiudizi come quello del ragazzo Down Paolo Rosa il Cubo invisibile può apparire tale e non semplicemente inesistente[13]. Nello stesso anno in cui De Dominicis espone a Venezia la Seconda soluzione d'Immortalità, a Roma tiene un cocktail per festeggiare il superamento del secondo principio della termodinamica. A Pescara, nel 1975, tiene una mostra in cui l'ingresso è riservato ai soli animali[4].

Dalla fine degli anni Settanta De Dominicis si dedica quasi esclusivamente al disegno e alla pittura con rappresentazioni di figure, volti, architetture dalle prospettive rovesciate, utilizzando tecniche come la tempera e la matita su tavola o su carta, più raramente olio o smalto su tela[14]. Con la pittura De Dominicis rende una figurazione della condizione di beatitudine fuori dal tempo che sarà raggiungibile dall'umanità in futuro, secondo la soluzione della Lettera sull'immortalità del corpo, o che è da essa già da sempre raggiunta, ma senza consapevolezza, in base alla Seconda soluzione d'Immortalità per la quale l'universo è immobile: con le architetture dalla prospettiva rovesciata, ad esempio, egli porta il punto di fuga, che nella prospettiva rinascimentale si trova ad una distanza idealmente infinita dall'osservatore, proprio dove si trova l'osservatore, facendolo abitare, dunque, in una dimensione infinita[15]. In questo periodo è invitato a altre manifestazioni d'importanza internazionale: oltre che partecipare a diverse edizioni della Biennale di Venezia, nel 1982 non accetta l'invito al documenta di Kassel, e nel 1985 vince il Premio internazionale della Biennale di Parigi. Nel 1990, in occasione di una mostra antologica al Museo d'Arte Contemporanea di Grenoble, espone per la prima volta la "Calamita cosmica": un gigantesco scheletro umano lungo ventiquattro metri, largo nove e alto quasi quattro sdraiato al suolo, corretto da un punto di vista anatomico tranne che per il lungo naso, un tema, questo, caratteristico e ricorrente in molte sue opere.

Muore colpito da un infarto, il 29 novembre 1998, a soli 51 anni.

«La vita dice alla morte: “ Per esistere lei deve eliminarmi ed è per questo che è stata sempre odiata; a me, invece, per esistere basta che lei rimanga alla debita distanza, questa è la differenza”. La morte colta di sorpresa, risponde qualcosa e in quel momento si accorge di poter esistere anche lei autonomamente. La vita allora...»

De Dominicis fece della riservatezza, dell'isolamento e del mistero sulla sua persona un tratto distintivo. Tuttavia è possibile riconoscere delle tematiche e dei caratteri ricorrenti in tutta la sua attività artistica:
- la questione dell'immortalità del corpo, il mistero della creazione, la bellezza umana, il demoniaco, le tradizioni occulte, i punti di vista multipli e le prospettive rovesciate, la nascita dell'universo, il senso ultimo ed il significato stesso della materia e dell'esistenza delle cose;
- la creazione artistica come pratica anti-entropica, ovvero capace di arrestare l'irreversibilità del tempo.
- un sistema di pensiero radicato nella Storia, in particolare sui Sumeri e l'epopea di Gilgamesh, il mitologico signore della città mesopotamica di Uruk e la figura mitologica di Urvasi la dea indiana della bellezza.
- il tema dell'invisibilità e del raggiungimento di obiettivi impossibili;
- il superamento della gravità, dichiarando: “Così come il disegno e la pittura, la mia "scultura" non è condizionata dalla forza di gravità”;
- la visione dell'artista come un prestigiatore: “ Un pittore è come un prestigiatore che con i suoi giochi deve riuscire a sorprendere se stesso. E in questo sta la complessità”.
Ricorse spesso a elementi archeotipici alchemici e religiosi come la croce, la piramide, le stelle, le figure geometriche, i lunghi nasi delle sue figure. Riteneva che l'arte non fosse comunicazione, ma creazione, magia e mistero, considerando perfino lo spettatore superfluo rispetto all'opera.

Mostre personali

[modifica | modifica wikitesto]
Calamita cosmica nella ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno

Mostre collettive

[modifica | modifica wikitesto]
  • 1970 Biennale Internazionale della Giovane Pittura, Bologna

De Dominicis, Kounellis, Mattiacci, Patella, Galleria L'Attico, Roma
Kunstverein, Hannover
Fine dell'Alchimia. Calvesi, De Dominicis, Kounellis, Pisani, Galleria L'Attico, Roma

  • 1971 Situation Concepts, Galerie im Taxispalais, Innsbruck

Identifications, Galleria L'Attico, Roma
Arte Povera. I 3 italianische Kunseler documentation und neue werke Kunstverein, Münich
Films d'Artista, Festival dei Due Mondi, Spoleto
Persona, Festival Internazionale del Teatro, Belgrado
VII Biennale de Paris, Parc Floral de Paris, Bois de Vincennes, Parigi
Informazioni sulla presenza italiana, Incontri Internazionali d'Arte Palazzo Taverna, Roma
Prospect 71, Projection, Kunsthalle, Düsseldorf
Videogalerie Schum, Galleria L'Attico, Roma

  • 1972 Filmperformance, Museo Municipale, Spoleto

XXXVI Biennale di Venezia, Venezia
Documenta V, Kassel
Videoausstellung Gino De Dominis, Klaus Rinke, Videogalerie Gerry Schum, Düsseldorf
Incontri internazionali d'Arte Palazzo Taverna, Roma
Aspetti dell'Arte figurativa contemporanea, nuove ricerche di immagine, Palazzo delle Esposizioni, X Quadriennale Nazionale d'Arte, Roma

  • 1973 8º Biennale de Paris, Musée d'Art Moderne de la Ville et Musée National d'Art Moderne, Parigi

Italy two Art around '70, Museum of Philadelphia Civic Center, Philadelphia
Contemporanea, Parcheggio di Villa Borghese, Roma
Artisti Italiani, Arts Council of Northern Ireland Gallery, Belfast
Anselmo, Art Language, Baumgarten, Boetti, Buren, De Dominicis, Dibbets, Gilbert e George, Huebler, Kosuth, Judd, Penone, Pisani, Zorio, Galleria Sperone, Roma

  • 1974 Agnetti, Vautier, Boetti, Mattiacci, Piacentino, Chiari, De Dominicis, Centrosei, Bari

Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Mario Merz, Vettor Pisani, Emilio Prini, Galleria L'Attico, Roma
Ghenos Eros Thanatos, Galleria De Foscherari, Bologna

  • 1975 “24 ore su 24”, Festa, Kounellis, Prini, Germanà, Boetti, Pisani, Mattiacci, Chia, Soskic,

Ontani, Clemente, Patella, De Dominicis, Galleria L'Attico, Roma
Americans in Florence. Europeans in Florence, Long Beach Museum of Art, Long Beach
Gino De Dominicis, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, Mario Merz, Marisa Merz, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Pino Pascali, Luca Patella, Vettor Pisani, Emilio Prini, Galleria L'Attico, Roma
Incontri Internazionali d'Arte Palazzo Taverna, Roma

  • 1976 Incontri Internazionali d'Arte Palazzo Taverna, Roma

Disegno in Italia, Studio d'Arte Cannaviello, Milano
L'Attico in viaggio, Galleria L'Attico, Roma
Per Pascali, Galleria L'Attico, Roma
Prospectretrospect Europe 1946-1976, Städtische Kunsthalle, Düsseldorf

  • 1977 Incontri Internazionali d'Arte Palazzo Taverna, Roma
  • 1980 XXXIX Biennale di Venezia, Venezia
  • 1981 Identité italienne, l'art en Italie depuis 1959, Centre George Pompidour, Musée National d'Art Moderne, Parigi

Linee della ricerca artistica in Italia 1960-1980, Palazzo delle Esposizioni, Rome

  • 1983 Ouverture, Castello di Rivoli, Torino
  • 1985 Italia Oggi, sguardi sulla pittura italiana dal 1970 al 1985, Centro Nazionale d'Arte Contemporanea, Nice

A new romanticism, sixteen artists from Italy, Hishorm Museum and sculpture garden Washington D.C., Washington
Nouvelle Biennale De Paris, Parigi

  • 1986 Sogno Italiano. La Collezione Franchetti, Castello Colonna, Genazzano

Italiana 1950-1986, Valencia

  • 1987 Fiera d'Arte Contemporanea Internazionale, Milano
  • 1988 Storie dell'occhio / I Fotografi ed eventi artistici in Italia dal '60 all' '80, Palazzina dei Giardini Pubblici, Modena

Sculture da camera. Collezione di Sculture per interni, Galleria Bonomo, Bari

  • 1989 Arte Italiana del XX secolo, Royal Academy of Art, Londra

Wittgenstein, le jeu de l'indicible-the play of, Palazzo delle Belle Arti, Wien

  • 1990 ‘65 – '75 aspetti e pratiche dell'arte europea, Castello di Rivara, Rivara

XLIV Biennale di Venezia, Venezia
Anni ottanta in Italia, Ex Convento di San Francesco, Sciacca
Roma anni sessanta. Al di là della pittura, Palazzo delle Esposizioni, Roma

  • 1992 Profili, Palazzo delle Esposizioni, XII Quadriennale, Roma
  • 1993 Tutte le strade portano a Roma?, Palazzo delle Esposizioni, Roma

XLV Biennale di Venezia, Venezia
Tresors de Voyage, San Lazzaro degli Armeni (a cura di A. Von Funstenberg), Venezia

  • 1994 Gino De Dominicis, Nicola De Maria, Gian Ruggero Manzoni, Mimmo Paladino, Galleria Cardi, Milano
  • 1995 XLVI Biennale di Venezia, Venezia
    Disegni del ‘900, Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Termoli
    Corpus Delicti, Museum Van Hedendaagse Kunst, Gent
  • 1996 Collezionismo a Torino: opere di 6 collezionisti di arte contemporanea, Museo di Rivoli, Torino

Lodi all'arte 1967-1995, Galleria Toselli, Milano
Arte in Italia negli anni '70, La Salerniana ex Convento di San Carlo, Erice

  • 1997 Tocco Ferro, Studio Casoli, Roma

XLVII Biennale di Venezia, Venezia

  • 1999 XLVIII biennale di Venezia, Venezia
  • 2008 Traces du Sacré, Centre Pompidou, Paris
  • 2009 LIII Biennale di Venezia, Venezia
  • 2011 Erre. Variations Labyrinthiques, Centre Pompidou-Metz, Metz

Gino De Dominicis nei musei

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Andrea Bellini, Laura Cherubini, a cura di, Special issue on Gino De Dominicis, pubblicato in occasione della mostra a Nizza, Torino, New York 2007-2008, Giancarlo Politi, Milano 2007, p. 22.
  2. ^ Italo Tomassoni, Gino De Dominicis. Catalogo Ragionato, Skira, Milano 2011.
  3. ^ Achille Bonito Oliva, a cura di, Gino De Dominicis l'immortale, catalogo della mostra, (MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo Roma, 30 maggio - 7 novembre 2010), Electa, Milano 2010, p. 351.
  4. ^ a b Andrea Bellini, Laura Cherubini, Special issue on Gino De Dominicis, p. 22.
  5. ^ Danih Meo, Reality art. L'epoca del nichilismo organizzato e la sua arte, Mimesis, Milano-Udine 2011, pp. 98, 152.
  6. ^ Gino De Dominicis, Lettera sull'immortalità (Roma, aprile 1970), in Flash Art, aprile-maggio 1999, pp. 82-84.
  7. ^ Danih Meo, Reality art, pp. 30-33.
  8. ^ A partire dal 1967 De Dominicis aggiunge all'opera un'asta dorata posta in equilibrio su un dito dello scheletro umano. Vedi Achille Bonito Oliva, Gino De Dominicis l'immortale, p. 136.
  9. ^ Danih Meo, Reality art, p. 99.
  10. ^ a b Achille Bonito Oliva, Gino De Dominicis l'immortale, p. 148.
  11. ^ De Dominicis sottolinea l'importanza del punto di vista del ragazzo Down Paolo Rosa «interno all'opera stessa e opposto a quello degli spettatori». Vedi Ester Coen, la Repubblica, 12 luglio 1999, p. 29.
  12. ^ Danih Meo, Reality art, p. 152.
  13. ^ Danih Meo, Reality art, pp. 153-154.
  14. ^ Andrea Bellini, laura Cherubini, Special issue on Gino De Dominicis, p. 22.
  15. ^ Danih Meo, Reality art, pp. 156-157.
  • Gino de Dominicis. - Roma, Galleria L'Attico, 1970
  • Italo Tomassoni, Il caso Gino de Dominicis, in Flash Art n.144, Giugno 1988
  • Miriam Mirolla, L'immortalità: intervista a Gino De Dominicis, in Flash Art n.214, Febbraio-Marzo 1999
  • Marco Senaldi, Lo spirito a Punxusatawney: arti e mestieri di Gino de Dominicis, in Flash Art n.214, Febbraio-Marzo 1999
  • Gabriele Guercio (a cura di), De Dominicis. Raccolta di scritti sull'opera e l'artista, Torino, Allemandi, 2001
  • Italo Tomassoni (a cura di), Gino de Dominicis: calamita cosmica: mostra tenuta ad Ancona, Mole Vanvitelliana nel 2005, Ancona, Mediateca delle Marche, 2005
  • Italo Tomassoni e Alessandra Sandrolini, Gino de Dominicis, Calamita Cosmica: Chateau de Versailles, 2007
  • Andrea Bellini, Laura Cherubini, Gino de Dominicis: Flash Art, Edition spéciale publiée à l'occasion de l'exposition au Centre National d'Art Contemporain de La Villa Arson Nice, Nizza, Ministere de la Culture, 2007
  • Italo Tomassoni, Gino de Dominicis. Catalogo Ragionato, Milano, Skira, 2011
  • Eleonora Charans, Gino De Dominicis. la seconda soluzione di immortalità (l'universo è immobile), Milano, Scalpendi, 2012
  • Gabriele Guercio, L'arte non evolve. L'universo immobile di Gino De Dominicis, Milano, Johan & Levi, 2015.

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
Controllo di autoritàVIAF (EN27977316 · ISNI (EN0000 0000 2857 0487 · SBN ANAV040249 · Europeana agent/base/3200 · ULAN (EN500088696 · LCCN (ENn00008246 · GND (DE123374979 · BNF (FRcb16272518q (data)