Città di Bengasi (incrociatore ausiliario)
Città di Bengasi | |
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La nave in servizio come incrociatore ausiliario. | |
Descrizione generale | |
Tipo | piroscafo passeggeri (1918-1943) incrociatore ausiliario (1917-1918) |
Proprietà | Ferrovie dello Stato (1917-1925) requisito dalla Regia Marina nel 1917-1918 e nel 1936-1937 Compagnia Italiana Transatlantica (1925-1932) Tirrenia Flotte Riunite Florio-Citra (1932-1936) Tirrenia Società Anonima di Navigazione (1936-1943) |
Costruttori | Cantieri Navali del Tirreno e Riuniti |
Cantiere | Cantiere navale di Ancona, Ancona |
Impostazione | 1915 |
Varo | 1916 |
Entrata in servizio | 1917 |
Destino finale | derequisito e restituito al servizio civile a fine guerra, affondato da bombardamento aereo il 14 maggio 1943, recuperato e nuovamente affondato nel settembre 1943, nuovamente recuperato e demolito |
Caratteristiche generali | |
Dislocamento | 2900 t |
Stazza lorda | 3052 tsl poi 2813 tsl tsl |
Lunghezza | 96,52 m |
Larghezza | 12,65 m |
Propulsione | 2 macchine a vapore a triplice espansione potenza 3700 CV 2 eliche |
Velocità | 12-14 nodi |
Armamento | |
Artiglieria | |
dati presi da Almanacco storico navale, Agenziabozzo e Naviearmatori | |
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Il Città di Bengasi è stato un incrociatore ausiliario della Regia Marina ed un piroscafo passeggeri italiano.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Costruita nei CNR di Ancona[1] tra il 1915 ed il 1917, insieme all'unità gemella Città di Tripoli, per le Ferrovie dello Stato, la nave era un piroscafo[2] passeggeri (o misto) da 3052 tsl,[3] iscritto con matricola 388 presso il Compartimento marittimo di Napoli.[4][5] Grazie a due macchine a vapore a triplice espansione della potenza di 3700 CV, che azionavano due eliche, il piroscafo raggiungeva la velocità di 14 (per altre fonti 12) nodi.[3]
Completata in piena prima guerra mondiale, la nave venne requisita dalla Regia Marina, armata con quattro cannoni da 120/45 mm ed alcune mitragliere ed utilizzata come incrociatore ausiliario sino alla fine del conflitto.[1][3]
Il 27 maggio 1918 il convoglio che il Città di Bengasi stava scortando venne attaccato da un U-Boot, ma l'incrociatore ausiliario contrattaccò sventando l'attacco e ritenendo di aver danneggiato il sommergibile assalitore.[6]
Il 4 luglio 1918 il Città di Bengasi sventò un secondo attacco subacqueo diretto contro il proprio convoglio, ritenendo in questa occasione di aver affondato l'U-Boot nemico.[6]
Restituito alle Ferrovie dello Stato alla fine della guerra, il Città di Bengasi venne trasferito nel 1925 alla Compagnia Italiana Transatlantica (CITRA).[3][7] Nel 1932, con la fusione della CITRA con la Florio-Società Italiana di Navigazione, che portò alla formazione dapprima della «Tirrenia Flotte Riunite Florio-Citra»,[8] e poi, il 21 dicembre 1936 (a seguito dell'unione con altre compagnie minori), della Tirrenia Società Anonima di Navigazione, il piroscafo passò alla nuova compagnia armatoriale.[7][3] Nel corso degli anni la nave subì alcuni lavori di modifica, che ne ridussero la stazza lorda a 2813 tsl. La nave svolse anche servizio di piroscafo postale per i collegamenti tra Civitavecchia e la Sardegna.
Durante la guerra civile spagnola (1936-1939) il Città di Bengasi venne requisito dalla Regia Marina ed impiegato nel trasporto di truppe e rifornimenti per le truppe nazionaliste di Francisco Franco.[9]
Nel corso della seconda guerra mondiale l'anziano Città di Bengasi non venne requisito dalla Regia Marina, né iscritto nel ruolo del naviglio ausiliario dello Stato.[5]
Ciò non risparmiò la nave dalle insidie della guerra: il 14 maggio 1943, durante un pesante bombardamento aereo ad opera di velivoli della 12th USAAF su Civitavecchia, con obiettivo il porto, ove furono affondate o danneggiate numerose navi (ma venne colpita anche la città, con 295 vittime civili),[10] il piroscafo venne colpito e seriamente danneggiato, adagiandosi sul fondale del porto.[5][4]
Riportata a galla e riparata, la nave si trovava a Napoli alla proclamazione dell'armistizio, l'8 settembre 1943, ed in seguito a tali vicende venne catturata (per altre fonti affondata lo stesso 8 settembre) dalle truppe tedesche, dalle quali venne poi affondata nel porto della città partenopea.[5][4][3] Il relitto venne successivamente recuperato[5] ed avviato alla demolizione.
Galleria d'immagini
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Il Città di Bengasi in allestimento nei cantieri di Ancona.
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Il piroscafo, con i colori della CITRA, in partenza da Civitavecchia per la Sardegna.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Navi mercantili perdute parla di motonave passeggeri.
- ^ a b c d e f Almanacco storico navale - Città di Bengasi
- ^ a b c Agenziabozzo
- ^ a b c d e Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, Navi mercantili perdute, p. 120
- ^ a b Paolo Noceti
- ^ I Florio: storia di una dinastia imprenditoriale
- ^ Betasom
- ^ Bombardamenti sulle città italiane nel 1943 Archiviato il 2 febbraio 2014 in Internet Archive.
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