British American Tobacco
British American Tobacco | |
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Stato | Regno Unito |
Forma societaria | Società per azioni |
Borse valori | LSE: BATS AMEX: BTI KLSE: BAT |
ISIN | GB0002875804 |
Fondazione | 1902 a Londra |
Fondata da | James Buchanan Duke |
Sede principale | Londra |
Persone chiave | Paul Adams, Esecutivo principale, Jan du Plessis, presidente |
Settore | Tabacco |
Fatturato | £25.1 miliardi GBP (2013) |
Dipendenti | 57.000+ (2015) |
Sito web | www.bat.com/ |
La British American Tobacco o BAT è la seconda più grande azienda mondiale produttrice di sigarette. Ha la sede a Londra ed è quotata al London Stock Exchange.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Formata nel 1902 dalla britannica Imperial Tobacco Company e dalla statunitense American Tobacco Company come joint-venture che si sarebbe dovuta occupare di tutte le operazioni al di fuori dei rispettivi territori nazionali, così come dei marchi di fabbrica, fu all'inizio presieduta da James "Buck" Duke e cominciò le proprie attività in vari paesi del mondo.
Nel 1999 la BAT ha acquistato la Rothmans International, e con essa la proprietà di una fabbrica nel Myanmar. Dopo proteste da parte degli attivisti per i diritti umani e una "richiesta speciale" da parte del governo britannico la BAT ha ceduto la fabbrica.
Nel 2003 la BAT ha acquistato dallo stato italiano l'Ente tabacchi italiani (ETI), l'ex-Monopolio di Stato per i tabacchi. Con questa operazione la BAT ha raggiunto la seconda quota più larga nel mercato del tabacco italiano, con una quota di mercato del 27% circa e un portafoglio di oltre 30 marche incluse marche internazionali, tra cui Lucky Strike, Pall Mall e Dunhill, e marche nazionali, tra cui MS, Nazionali, Alfa ed altre.
La British American Tobacco Italia S.p.A. è nata ufficialmente il 1º giugno 2004 dalla fusione con ETI S.p.A. Tale privatizzazione, del valore di 2,3 miliardi di Euro, è stato il più grande investimento mai fatto in Italia da una società internazionale.
Nel luglio 2017 la BAT ha acquistato la parte restante della società statunitense di tabacco Reynolds American.[1]
Il 14 settembre 2021, in un rapporto pubblicato da The NGO stop, l'ONG accusa British American Tobacco di aver distribuito più di 600.000 dollari sotto forma di contanti, automobili o donazioni a decine di politici, legislatori, funzionari pubblici, giornalisti e dipendenti di aziende concorrenti tra il 2008 e il 2013.[2]
Marche
[modifica | modifica wikitesto]Tra le marche commercializzate internazionalmente sono da segnalare: Dunhill, Kent, State Express 555, Rothmans, Peter Stuyvesant, Winfield, Lucky Strike, Kool, Pall Mall, Viceroy, oltre a diverse marche locali. In ogni caso non in tutti i mercati la BAT produce, commercializza o possiede i diritti dei vari marchi.
- Global Drive Brands:
- Brands:
- International Brands:
- Local Brands (Italia):
Sponsorizzazioni
[modifica | modifica wikitesto]Molte operazioni promozionali sono state effettuare negli anni, anche per aggirare le varie leggi nazionali che regolamentano (o impediscono) la pubblicità ai prodotti del tabacco, e in particolare l'azienda è sempre stata presente nella sponsorizzazione delle competizioni automobilistiche. Tra queste iniziative quella di maggior profilo è stata la formazione della squadra di Formula 1 British American Racing (BAR) tra il 1999 e il 2005, poi ceduta al partner tecnologico Honda, mentre nel 1996 sfumò l'acquisto di parte della Minardi (la quota di Flavio Briatore). L'impegno in queste sponsorizzazioni è però destinato a calare o a cessare completamente a causa di ulteriori provvedimenti legislativi che hanno molto ristretto il ruolo delle compagnie del tabacco nelle competizioni.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Richard Craver, Reynolds American now entirely owned by British American Tobacco [BAT acquista per intero Reynolds], su journalnow.com, 26 luglio 2017.
- ^ (FR) Le cigarettier British American Tobacco soupçonné de « paiements douteux » en Afrique, in Le Monde, 14 settembre 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su British American Tobacco
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale, su bat.com.
- British-American Tobacco, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) British American Tobacco PLC, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Terry Macalister, BAT 'dragged out' of Burma, in The Guardian, 7 novembre 2003.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 133769786 · ISNI (EN) 0000 0001 2287 986X · LCCN (EN) n99285365 · GND (DE) 10005492-4 · J9U (EN, HE) 987007425643005171 |
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