Standard Chartered PLC | |
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La sede di Standard Chartered a Londra | |
Stato | Regno Unito |
Forma societaria | Public company |
Borse valori | LSE: STAN |
ISIN | GB0004082847 |
Fondazione | 1613 a Londra |
Fondata da | James Wilson |
Sede principale | Londra |
Persone chiave | |
Settore | Bancario |
Prodotti | Servizi finanziari |
Fatturato | 14,7 miliardi di USD (2021) |
Utile netto | 2,3 miliardi di USD (2021) |
Dipendenti | 85 000 (2021) |
Slogan | «Be What's Next» |
Sito web | www.standardchartered.com |
La Standard Chartered Bank è una società finanziaria internazionale con sede a Londra. È una banca universale che fornisce servizi a privati, imprese e governi. Nonostante il fatto che abbia la propria sede centrale in Gran Bretagna, fino al 90% degli utili provengono dalle filiali in Asia, Africa e Medio Oriente.
Standard Chartered opera in 70 paesi e impiega 80 000 dipendenti. Il gruppo bancario è il risultato della fusione fra la Chartered Bank e la Standard Bank.
Standard Chartered ha una quotazione primaria alla Borsa di Londra ed è un elemento costitutivo dell'indice FTSE 100. Ha quotazioni secondarie alla Borsa di Hong Kong, alla Borsa Nazionale dell'India e all'OTC Markets Group Pink. Il suo maggiore azionista è Temasek Holdings, di proprietà del governo di Singapore.
Dal 2010 è lo sponsor ufficiale del Liverpool Football Club.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La Chartered Bank of India, Australia and China
[modifica | modifica wikitesto]La Chartered Bank of India, Australia and China fu fondata in forma di società per azioni a Karachi (allora nell'India britannica) nel 1843 in base alla concessione di una regia patente da parte della regina Vittoria[1].
Nel 1858 aprirono le prime filiali, a Calcutta, Bombay e Shanghai; nel 1859 vennero inaugurate quelle di Hong Kong e Singapore, seguite da quella di Karachi nel 1863. La Chartered Bank fu abile nello sfruttare l'espansione del traffico commerciale fra l'India e la Cina e gli altri territori britannici in Asia, nonché i profitti che potevano ottenersi finanziando i commerci fra l'Europa e l'Estremo Oriente. Perciò rivaleggiava con le altre banche britanniche operanti nell'area: la Oriental Bank Corporation, la Hong Kong and Shanghai Banking Corporation e la Mercantile Bank of India, London and China.
La sede di Shanghai della Chartered Bank aprì nel 1858. Inizialmente si occupava specialmente di scontare e riscontare effetti relativi al commercio di oppio e cotone. Da tali attività risultarono grossi profitti per la Banca[2]. Successivamente la Chartered Bank divenne uno dei principali banchi d'emissione di Shanghai.[3][4].
Nel 1859 la banca aprì una filiale anche a Hong Kong e una a Singapore. Nel 1861 la filiale di Singapore fu elevata ad agenzia. Dal 1862 la banca emette cartamoneta in dollari di Hong Kong[4], un privilegio che continua ad esercitare tuttora. Con l'apertura del canale di Suez nel 1869, ed il completamento della linea telegrafica fra l'India e l'Europa[5][6][7] da Londra a Calcutta, e la sua successiva estensione alla Cina nel 1871[8] favorì la Chartered Bank nello sviluppo dei propri affari.
L'espansione della Banca proseguì nel nuovo secolo, con l'apertura di nuove agenzie. I traffici tradizionali della banca riguardavano il cotone da Bombay, l'indaco e il tè da Calcutta, il riso dalla Birmania, lo zucchero da Giava, il tabacco da Sumatra, la canapa da Manila e la seta da Yokohama.
Nei primi anni del Novecento la Banca aprì rappresentanze a New York e Amburgo.
Nel 1927 la Banca acquisì la P&O Bank, che aveva agenzie a Colombo, Shanghai, Hong Kong, Singapore, e Canton.
Nel 1957 prese il controllo della Eastern Bank, con la sua rete di agenzie a Aden, in Bahrain, in Libano, in Qatar e nella Costa della Tregua. Inoltre, la Chartered acquisì le filiali cipriote della Ionian Bank.
La Standard Chartered Bank
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1969 la Chartered Bank si fuse con la sudafricana Standard Bank, dando vita alla Standard Chartered Bank. Il nuovo istituto decise di espandersi anche in Europa e negli Stati Uniti[9].
Nel 1986 la Lloyds Bank tentò una scalata ostile al gruppo[10], ma fu sconfitta. In ogni modo, l'episodio spinse la Standard Chartered a trasformarsi, effettuando, fra l'altro, una serie di cessioni, in particolare delle proprie attività negli USA e in Sudafrica. Così la Union Bank fu venduta alla Tōkyō Ginkō e la United Bank of Arizona alla Citicorp[11].
Nel 1987 la Standard Chartered vendette le ultime partecipazioni che aveva nella sudafricana Standard Bank, che da quel momento è completamente separata[12].
Nel 1992 scoppiò uno scandalo quando vari dipendenti della Standard Chartered di Mumbai furono accusati di aver illecitamente usato i depositi dei correntisti per operazioni speculative sul mercato borsistico. Le multe e le condanne provvisionali comminate dall'autorità bancaria indiana costarono alla Banca quasi 350 milioni di sterline, ovvero più di un terzo del capitale sociale dell'epoca[13].
Nel 2004 è stata fondata la controllata Standard Chartered (Hong Kong), che ha sostituito la capogruppo come banco d'emissione a Hong Kong[14].
Nello stesso anno la Standard Chartered Bank e il gruppo Jardine Matheson Holdings hanno preso il controllo della Bank Permata: la banca indonesiana ha la seconda più estesa rete di filiali del gruppo Standard Chartered[15].
Nel 2005 la Banca ha acquisito la Korea First Bank, prevalendo sulla rivale HSBC[16]. La banca coreana è stata conseguentemente ribattezzata SC First Bank.
Il maggior azionista, Khoo Teck Puat, è morto nel 2004; due anni dopo la finanziaria di stato di Singapore, la Temasek, è diventata la maggior azionista della Banca con il 11.55% comprato dagli eredi di Khoo Teck Puat[17][18][19].
Nel 2008 Standard Chartered PLC ha avuto il via libera per completare l'acquisto della American Express Bank Ltd (AEB) dalla American Express (AXP)[20][21][22][23][24]
Nello stesso anno la Standard Chartered Bank (Hong Kong) Limited ha concluso un accordo per comprare il 100% di Cazenove Asia Limited, una ditta asiatica di intermediazione borsistica, dalla J.P. Morgan Cazenove[25].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Feng, Bangyan; (1861). A Century of Hong Kong Financial Development. Joint Publishing Hong Kong. ISBN 962-04-2129-9.
- ^ Zhaojin Ji, A History of Modern Shanghai Banking, M.E. Sharpe, 2003, pp.44-5.
- ^ Horesh, Niv, Shanghai's Bund and Beyond[collegamento interrotto], Yale University Press, 2009
- ^ a b Collection of Historicla banknotes - Hong Kong, Shanghai, China Archiviato il 18 giugno 2013 in Internet Archive.
- ^ Niranjan Rajadhyaksha, The Rise of India: Its Transformation from Poverty to Prosperity, pag. 32
- ^ Indo-European Telegraph line and impact of rapid industrialisation, su siemens.com. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2017).
- ^ Steven Roberts, The Indo-European Telegraph Company
- ^ John E. Sandrock, The Opening of China to the Outside World, The foreign banks in China, Part I - (1850-1900)
- ^ Standard Chartered Bank History
- ^ Offer sweetened by Lloyds Bank, in The New York Times, 28 giugno 1986. URL consultato il 2 maggio 2010.
- ^ DOUGLAS FRANTZ, Japanese to Pay $750 Million for Union Bank, in Los Angeles Times, 17 febbraio 1988, ISSN 0458-3035 . URL consultato il 20 ottobre 2014.
- ^ Historical overview (PDF), su standardbank.com, Standard Bank. URL consultato il 26 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 13 gennaio 2012).
- ^ India Blames 4 Big Banks In Scandal, su nytimes.com, New York Times, 22 dicembre 1993. URL consultato il 26 marzo 2016.
- ^ Cap 65 - Legal tender notes issue Ordinance (PDF), su legislation.gov.hk. URL consultato il 7 settembre 2012.
- ^ PermataBank in Brief, su permatabank.com, 14 aprile 2011. URL consultato il 19 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2011).
- ^ Standard Chartered buys Korea First Bank, su standardchartered.com. URL consultato il 16 agosto 2012.
- ^ Liza Lin, Temasek Raises Bet on Financial Stocks With StanChart, Bloomberg, 25 novembre 2008. URL consultato il 19 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2010).
- ^ The Tan Sri Khoo Teck Puat Estate Agrees to Sell Shares in Standard Chartered to Temasek, su prnewswire.co.uk, prnewswire, 27 marzo 2006. URL consultato l'8 gennaio 2012.
- ^ Standard Chartered stake sold, BBC, 28 marzo 2006. URL consultato l'8 gennaio 2012.
- ^ Andrew Clark, Standard Chartered buys American Express Bank, in The Guardian, London, 18 settembre 2007. URL consultato il 2 maggio 2010.
- ^ Frequently Asked Questions on the Standard Chartered Bank acquisition of American Express Bank (PDF), in AmericanExpress.com. URL consultato l'11 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2013).
- ^ Auditors' Report on the financial statements of Standard Chartered Bank – India Branches under Section 30 of the Banking Regulation Act, 1949, p. 7, Economic & Political Weekly EPW 28 giugno 2008 (PDF), in standardchartered.co.in. URL consultato l'11 gennaio 2012.
- ^ Standard Chartered to Buy American Express Bank Unit (Update4), in Bloomberg.com, 18 settembre 2007. URL consultato l'11 gennaio 2012.
- ^ Standard Chartered completes acquisition of American Express Bank for $823 million, in standardchartered.com. URL consultato l'11 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2011).
- ^ Standard Chartered to acquire Cazenove Asia Limited (PDF), su standardchartered.com.hk. URL consultato il 16 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 10 marzo 2012).
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su sc.com.
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