Coordinate: 46°18′N 10°48′E

Val di Sole

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Disambiguazione – "Solandro" rimanda qui. Se stai cercando l'idioma, vedi dialetto solandro.
Val di Sole
Valdesól
Panorama della bassa Val di Sole da Dimaro
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione  Trentino-Alto Adige
Provincia  Trento
Località principaliCavizzana, Caldes, Terzolas, Malé, Rabbi, Croviana, Dimaro Folgarida, Commezzadura, Mezzana, Pellizzano, Ossana, Peio, Vermiglio
Comunità montanaComunità della Valle di Sole
FiumeNoce
Superficie610 km²
Abitanti15 725 (2016)
Altitudinedai 610 m s.l.m.
Nome abitantisolàndri
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Val di Sole Valdesól
Val di Sole
Valdesól
Mappa della Valle
Mappa della Valle
Sito web

La Val di Sole (Val de sól[1] in solandro) è una valle in Trentino, situata nella parte nord-occidentale della provincia autonoma di Trento, fra il gruppo delle Dolomiti di Brenta e il gruppo dell'Adamello a sud e la Catena delle Maddalene e il gruppo Ortles-Cevedale a nord. Dal punto di vista amministrativo, essa appartiene alla Comunità della Valle di Sole, una delle comunità di valle istituite in provincia nel 2010. La Val di Sole e l'adiacente Val di Non sono anche note come le "valli del Noce", essendo entrambe attraversate dal torrente Noce.

Il nome non ha alcuna relazione col sole come astro né con eventuali antichi culti solari. Secondo Quirino Bezzi, l'etimologia del toponimo Sol va fatta probabilmente risalire alla divinità celtica delle acque Sulis[2], che i Romani identificavano con Minerva. Ciò sarebbe corroborato dall'esistenza ancora oggi in valle, a Peio e a Rabbi, di fonti di acque termali. Queste fonti sono considerate terapeutiche per il sollievo procurato contro ogni tipo di malessere, essendo, infatti, ricche di zolfo e carbonio e dotate di effetti diuretici e positivi sui sistemi ematico e linfatico.

A partire dal Basso Medioevo, è inoltre attestato nelle cancellerie austriache l'esonimo tedesco Sulzberg (talora Sulztal), dalla stessa origine etimologica.[2][3]

La Val di Sole è situata nella parte nord-occidentale della provincia, lungo l'alto corso del torrente Noce. La valle è attorniata da diversi gruppi montuosi e catene alpine di grande rilevanza: il gruppo Ortles-Cevedale a nord, il gruppo del Brenta e l'Adamello-Presanella a sud; queste sono le principali catene montuose che racchiudono la valle. Sul corso del Noce s'innestano diversi torrenti e corsi d'acqua minori, come il Noce Bianco, la Vermigliana il Meledrio e il Rabbiés.

Il comprensorio solandro si sviluppa su una superficie di circa 610 km² e conta una popolazione residente di circa 15 000 persone. L'economia dell'alta valle si basa soprattutto sul turismo, sia estivo che invernale, in particolare nei centri di Peio, Passo del Tonale, Folgarida e Marilleva, ma, soprattutto in estate, anche di Rabbi. Altre risorse importanti sono la zootecnia e lo sfruttamento forestale. Nei comuni più bassi, che godono di un clima meno rigido, è molto diffusa la coltivazione di alberi da frutto. Vengono principalmente coltivati il melo[4] e il ciliegio, come nella vicina Val di Non.

Principale località e capoluogo della Val di Sole è il borgo di Malé, situato nella parte centrale della valle e rappresentante un punto di riferimento per le intere economia e attività della valle. Percorrendo la valle, s'incontrano tredici comuni, compresi quelli di Rabbi e Peio, che si trovano in due valli laterali.

Comune Frazioni Abitanti Estensione (km²)
Cavizzana (Chjavizana) - 257 3
Caldes (Chjaudes) Bozzana (Bociànå), Bordiana (Bordiànå), Samoclevo (Samocléf), San Giacomo (San Giacom), Cassana (Chjasana), Tozzaga (Tozzaghja) 1.087 20
Terzolas (Tergiolas) - 612 5
Malé Bolentina (Bolentìnå), Montes, Magras, Arnago (Dernàch) 2.122 26
Rabbi (Rabj) Bagni di Rabbi (Le Àque da Rabi), Piazzola (Plazölå), Pracorno (Pracòrn), S. Bernardo (San Bernàrt) 1.390 132
Croviana Liciasa, Carbonara 698 5
Dimaro Folgarida (Dimàr) Dimaro (Dimàr), Carciato (Carcià), Folgarida, Monclassico (Monclàsech), Presson (Presón) 2.206 37
Commezzadura (Comézadura) Almazzago (Delmazàch), Deggiano (Degjàn), Mastellina (Mastalìna), Mestriago (Mestriàch), Piano (Plàn) 1.002 22
Mezzana (Mezànå) Marilleva (Mariléva), Menas, Ortisé, Roncio (Ronc) 876 27
Pellizzano (Pliciàn) Castello (Castél), Termenago (Tremenàch) 860 39
Ossana (Osànå) Cusiano (Cusiàn), Fucine (Le Fosine) 848 25
Peio (Péi) Celentino (Cialantin), Celledizzo (Cialadic'), Cogolo (Cógol), Comasine (Comàsen), Peio Paese (Péj) 1.886 160
Vermiglio (Verméi) Pizzàno (Pizàn), Fraviàno (Fraiàn), Cortina, Passo del Tonale (El Tonal) 1.866 103

In Val di Peio, procedendo da Cogolo verso Comasine, sono ancora visibili le strade ferrate, dette feràre, cioè dei percorsi scavati nella roccia muniti di maniglie e appoggi in ferro per il trasporto di pietre e minerali estratto dalle predàre locali e oggi utilizzate per il trekking.[senza fonte]

Nell'area è parlato il dialetto solandro.

Il popolo solandro è da sempre un popolo di migratori. Gli uomini migravano stagionalmente in Germania a fare i segantini (svéleri) o nelle vecchie province a fare i parolòti o ciapére, ovvero i ramai. Essi parlavano un linguaggio denominato gájn ancora parlato dagli anziani.[senza fonte]

Vi sono alcuni aforismi che gli altri abitanti del Trentino applicano a nonesi e solandri:

  • Un primo detto famoso è l'applicazione alle due popolazioni dell'invocazione "libera nos domine" (A nonenis et solandribus libera nos Domine). Si tratta probabilmente di una memoria di alcune sollevazioni popolari durante le quali gli abitanti delle due valli avevano minacciato la sicurezza della città di Trento. Probabilmente, lo si può riferire al periodo della guerra rustica.
  • Un altro detto famoso nel dialetto di Trento dice: se l'é en nones dài, se l'é en solandro copel[5] ("se è un noneso picchialo, se è un solandro uccidilo"). Il detto - assai ambiguo - va interpretato come riconoscimento del fatto che farsi nemico un solandro è pericoloso. Così, se per dissuadere dal confronto un noneso può bastare un moderato uso della forza, la contesa con un solandro diventa uno scontro all'ultimo sangue.

Tipici della cucina solandra sono: la torta di patate, la minestra d'orzo, gli gnocchi di nosline (Silene vulgaris) o di comede (Chenopodium bonus-henricus), la minestra di fregolotti. Peculiare era, fino al secolo scorso, la torta di coloster (il coloster è il latte della mucca che ha appena partorito). Dolce caratteristico della vallata è la torta di frigolotti. Tra i formaggi emerge il casolet.[6]

Infrastrutture e trasporti

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La Val di Sole è raggiungibile attraverso le seguenti vie stradali:

Da Trento sale inoltre la linea ferroviaria Trento-Malé-Mezzana, inaugurata nel 1964 in sostituzione della preesistente tranvia, che attraversa interamente la Val di Non e risale la Val di Sole raggiungendo il capoluogo Malé; nel 2003 il percorso è stato prolungato fino alla stazione turistica di Marilleva portando a termine il progetto Dolomiti Express = Treno + Sci. Partendo dalla stazione di Trento si arriva a Daolasa o Marilleva. Questi sono anche punto di partenza di grandi comprensori sciistici; infatti, grazie alla stazione intermodale fune-rotaia di Daolasa si può arrivare direttamente sulle piste da sci di Folgarida-Marilleva anche in treno e da qui raggiungere con gli sci ai piedi le stazioni sciistiche di Madonna di Campiglio e Pinzolo, per un totale di 150 km di piste servite da 63 impianti a fune.[senza fonte]

La valle ha ospitato manifestazioni sportive di rilevanza mondiale. Nel 1993 sulle acque del torrente Noce si sono svolti i campionati mondiali di canoa e kayak. Nel 1999 si sono svolti sulle nevi delle stazioni sciistiche della valle i campionati del mondo di snowboard. Dal 2008, nella località di Commezzadura, nei mesi estivi, si svolgono gli allenamenti dei campionati del mondo di downhill in concomitanza con quelli di cross country. Solo per questa tappa si svolgono inoltre i mondiali monotappa di four-cross su una pista vicina a quella di downhill.

Il comprensorio sciistico della valle ha ospitato varie tappe della Coppa del Mondo di sci di fondo.

Galleria d'immagini

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  1. ^ Enrico Quaresima, Vocabolario anaunico e solandro, Firenze, Leo S. Olschki, 1991 [1964], p. 498, ISBN 88-222-0754-8.
  2. ^ a b Quirino Bezzi, Toponimi romani nella Val di Sole (PDF), in Atti della Accademia roveretana degli Agiati, vol. 19, 1979, pp. 88-89. URL consultato il 6 aprile 2017 (archiviato dall'url originale il 7 aprile 2017).
  3. ^ Maffei, p. 133.
  4. ^ La commercializzazione e la promozione della produzione di mele è coperta in larga misura dal consorzio Melinda, che riunisce produttori delle due valli contigue, vedi la presentazione Archiviato il 25 ottobre 2012 in Internet Archive.
  5. ^ Giovanni Ciccolini, Se l'è 'n Nones dai, se l'è 'n Solandro copel' : (leggenda popolare), in Strenna trentina, Trento, 1923, pp. 111-113.
  6. ^ Bezzi, Covi, Scaglia, pp. 122-123.
  • Giuseppe Arvedi, Illustrazione della Valle di Sole, 1986 [1888].
  • Quirino Bezzi, Italo Covi e Antonio Scaglia, Valle di Sole, Trento, Panorama, 1983.
  • Quirino Bezzi, Uomini illustri della Val di Sole, 1953
  • Quirino Bezzi, Racconti e leggende della Val di Sole, 1954
  • Quirino Bezzi, La Valle di Sole - guida storica (1959, 1965, 1975)
  • Quirino Bezzi, Appunti sui contributi della Val di Sole all'unità d'Italia, 1961
  • Quirino Bezzi, Con affetto dalla Val di Sole, 1985
  • Tommaso Bottea, Storia della Val di Sole, 1984 [1884].
  • Vigilio Inama, Storia delle Valli di Non e di Sole nel Trentino: dalle origini fino al secolo XVI, Trento, Zippel, 1905.
  • Jacopo Antonio Maffei, Periodi istorici e topografia delle valli di Non e Sole nel Tirolo meridionale, 2003 [1805].

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