Indice
HangarBicocca
Pirelli HangarBicocca | |
---|---|
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Milano Bicocca |
Indirizzo | Via Chiese 2, 20126 Milano |
Coordinate | 45°31′16.54″N 9°13′09.61″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Arte contemporanea |
Superficie espositiva | 15,000 mq m² |
Intitolato a | Bicocca |
Istituzione | 2004 |
Apertura | 2004 |
Direttore | Vicente Todolì |
Visitatori | 165 703 (2022) |
Sito web | |
Pirelli HangarBicocca[1], noto anche come HangarBicocca[2], è uno spazio espositivo dedicato all'arte moderna e contemporanea situato nel quartiere Bicocca di Milano. L'edificio era originariamente uno stabilimento industriale della società AnsaldoBreda poi acquisito dalla Pirelli nel 2004 e in seguito oggetto di riconversione in 15.000 metri quadri di gallerie espositive.[3]
Fin dalla sua apertura, Pirelli HangarBicocca ha ospitato mostre di Marina Abramović, Carsten Höller, Alfredo Jaar, Philippe Parreno, Laure Prouvost, Apichatpong Weerasethakul, Bruce Nauman. È anche il sito di un'installazione permanente di Anselm Kiefer.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'edificio noto come HangarBicocca è stato originariamente une delle prime zone industriali italiane di maggior rilievo del Novecento, in quanto collegato alla storia della Società Italiana Ernesto Breda. Quest'ultima rappresenta un'azienda storica del settore metalmeccanico lombardo, fondata nel 1886 dall'ingegnere padovano Ernesto Breda, il quale ha contribuito allo sviluppo della rete ferroviaria del Nord Italia attraverso la produzione di carrozze ferroviarie, locomotive a vapore ed elettriche[4].
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]Esternamente l'edificio ha conservato il carattere industriale dell'azienda alla quale apparteneva. Sono stati conservati i pavimenti originali in cemento grezzo e i soffitti alti tipici dello stile industriale del tempo: nella stanza che contiene l'installazione permanente I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer, sono ancora visibili le tracce delle rotaie che venivano utilizzate per la prova dei mezzi locomotivi[5].
Il complesso espositivo è costituito da tre corpi principali: lo "Shed", le "Navate" e il "Cubo".
Lo Shed
[modifica | modifica wikitesto]Costituisce il primo spazio con cui il visitatore viene a contatto subito dopo l'ingresso ed è stato costruito negli anni Venti del Novecento. Esso ospitava la sezione nella quale venivano fabbricate e assemblate locomotive, treni e macchine agricole. Il carattere industriale è ben visibile grazie alle pareti con mattoni a vista, tetti a doppio spiovente e ampi lucernari[6].
Le Navate
[modifica | modifica wikitesto]Passando attraverso lo Shed si accede alle "Navate": utilizzate come reparto trasformatori e risalenti agli anni Sessanta del Novecento. Questo è il corpo più celebre in quanto accoglie l'installazione permanente dell'artista tedesco Anselm Kiefer I Sette Palazzi Celesti, realizzata in occasione dell'apertura dello spazio espositivo ed ampliata nel settembre 2015 con l'aggiunta di cinque grandi tele. Il nome del copro di riferimento è al plurale in quanto suddiviso in tre navate di cui una, dal 2004, accoglie l'installazione permanente e site-specific dell'artista sopra citato. Nel giardino esterno antistante l'ingresso, ricavato grazie alla demolizione, nel 2000, di depositi e baracche è collocata La Sequenza, scultura del 1981 di Fausto Melotti[6].
Il Cubo
[modifica | modifica wikitesto]L'ultimo spazio espositivo della struttura è il "Cubo" ed è differente dai corpi già descritti in quanto caratterizzato da un soffitto a botte. Il suo scopo durante l'attività industriale era quello di testare le turbine elettriche, per questo motivo, infatti, è presente un'altra differenza rispetto alle Navate e allo Shed: è l'unica parte dell'edificio nella quale l'illuminazione è naturale[4].
Installazioni
[modifica | modifica wikitesto]Installazioni permanenti[4]
[modifica | modifica wikitesto]- Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti, 2004
- Fausto Melotti, La Sequenza, 1981
Installazioni temporanee[7]
[modifica | modifica wikitesto]- OSGEMEOS, Efêmero, in corso
- Trisha Baga, the eye, the eye and the ear, in corso
- Chen Zhen, short-circuits, in corso
- Cerith Wyn Evans, “....the Illuminating Gas”, 2020
- Daniel Steegmann Mangrané, A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand, 2020
- Sheela Gowda, Remains, 2019
- Giorgio Andreotta Calò, CittàdiMilano, 2019
- Mario Merz, Igloos, 2019
- Leonor Antunes, The last days in Galliate, 2019
- Matt Mullican, The Feeling of Things, 2018
- Eva Kot’átková, The Dream Machine is Asleep, 2018
- Vari artisti, Take me (I'm Yours), 2018
- Lucio Fontana, Ambienti, 2018
- Rosa Barba, From Source to Poem to Rhythm to Reader, 2017
- Miroslaw Balka, Crossover/s, 2017
- Laure Prouvost, GDM – Grand Dad’s Visitor Center, 2017
- Kishio Suga, Situations, 2017
- Carsten Höller, Doubt, 2016
- Vari artisti, Architecture as Art, 2016 (in occasione della XXI Triennale Esposizione Internazionale Milano 2016)
- Petrit Halilaj, Space Shuttle in the Garden, 2016
- Philippe Parreno, Hypothesis, 2016
- Damian Ortega, Casino, 2015
- Juan Muñoz, Double Bind & Around, 2015
- Céline Condorelli, Bau Bau, 2015
- Joan Jonas, Light Time Tales, 2015
- João Maria Gusmão & Pedro Paiva, Papagaio, 2014
- Cildo Meireles, Cildo Meireles. Installations, 2014
- Micol Assaël, ILIOKATAKINIOMUMASTILOPSARODIMAKOPIOTITA, 2014
- Dieter Roth Björn Roth, Islands, 2014
- Ragnar Kjartansson, The Visitors, 2014
- Mike Kelley, Eternity is a Long Time, 2013
- Apichatpong Weerasethakul, Primitive, 2013
- Tomás Saraceno, On Space Time Foam, 2013
- Carsten Nicolai, Unidisplay, 2013
- Emilia e Illja Kabakov, The Happiest Man, 2012
- Wilfredo Prieto, Equilibrando la curva, 2012
- Hans-Peter Feldmann, Shadow Play, 2012
- Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, NON NON NON, 2012
- Céleste Boursier-Mougenot, From here to ear, 2011
- Surasi Kusolwong, Ping—Pong, Panda, Povera, Pop—Punk, Planet, Politics and P—Art, 2011
- Vari artisti, Terre vulnerabili 4/4, 2011
- Vari artisti, Terre vulnerabili 3/4, 2011
- Vari artisti, Terre vulnerabili 2/4, 2011
- Vari artisti, Terre vulnerabili 1/4, 2011
- Phill Niblock, The movement of people working, 2010
- Christian Boltanski, Personnes, 2010
- Carlos Casas, End, 2010
- Vari artisti, Fuori Centro, 2010
- Anthony McCall, Breath: the vertical works, 2009
- Alfredo Jaar, It is difficult, 2009
- BLU, l'artista e i graffiti sui muri dell'Hangar, 2008
- Lucy e Jorge Orta, Antarctica, 2008
- Daniele Puppi, Fatica n.16, 2008
- Artisti contemporanei dall'India, Urban Manners, 2008
- Vari artisti del progetto Emergenze, Not afraid of the dark, 2007
- Vari artisti, Collateral, 2007
- Vari artisti con l'associazione START, Start@Hangar, 2007
- Marina Abramović, Balkan Epic, 2006
- Adelina von Fürstenberg, Playground & Toys, 2005
- Mark Wallinger, Easter, 2005
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Marilena Di Tursi, In HangarBicocca a Milano una mostra sta andando a ruba (letteralmente), in Artribune, 21 novembre 2017. URL consultato il 3 agosto 2018.
- ^ Pirelli HangarBicocca a Milano, in Archeologia Industriale. URL consultato il 3 agosto 2018.
- ^ (EN) Alicia Rosella Ghezzi, Hangar Bicocca ViviMilano, su vivimilano.corriere.it. URL consultato il 22 aprile 2018.
- ^ a b c Emanuele Gabardi, Vittoria Morganti, MUSEI DI MILANO. Lo spettacolo della cultura e della bellezza al tempo di Expo, FrancoAngeli, ISBN 9788891725967.
- ^ Fare arte. E industria, su fondazionepirelli.org.
- ^ a b Hangar Bicocca Milano (MI), su lombardiabeniculturali.it.
- ^ Fondazione Pirelli HangarBicocca: mostre d'Arte Contemporanea a Milano, su Pirelli HangarBicocca. URL consultato il 7 gennaio 2021.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su HangarBicocca
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su pirellihangarbicocca.org.
- HangarBicocca, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.
- (EN) HangarBicocca, su pirelli.com.
- (EN) HangarBicocca, su worldguide.eu. URL consultato il 12 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 265968616 · LCCN (EN) no2008034920 · GND (DE) 1050722787 · BNF (FR) cb16954482t (data) |
---|