Indice
Lazzaro Tavarone
Lazzaro Tavarone (Genova, 1556 – 1640[1]) è stato un pittore italiano. Fu specialista in affreschi e combinò un proprio gusto anticonformista con la tradizione manierista dell'epoca in cui si trovò ad operare, il Seicento.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Discepolo di Luca Cambiaso, nel 1583 si recò con questi in Spagna a lavorare per Filippo II.
Alla morte del maestro, avvenuta nel 1585, lavorò agli appartamenti reali dell'Escorial (affreschi della Sala de las Batallas) insieme a Orazio, figlio del Cambiaso, a Fabrizio Castello e a Nicola Granello.
Giulio Spinola, in quel tempo ambasciatore presso Filippo II, gli chiese di realizzare la decorazione (1592) di Palazzo Spinola in Strada Nuova.[2]
Fu poi Gianandrea Doria, da lui conosciuto a Madrid, che gli commissionò la decorazione a fresco della villa di Pegli, già appartenente ad Adamo Centurione, ereditata nel 1590.
Tra il 1606 e il 1608 decorò la facciata a mare del Palazzo San Giorgio, con una complessa iconografia imposta dai committenti.
Alla fine del primo decennio del Seicento iniziarono per lui le committenze religiose: nel 1612 dipinse gli affreschi della volta del nuovo presbiterio della basilica di Santa Maria delle Vigne: la Gloria di Maria, lo Sposalizio della Vergine, e la Circoncisione. Questi affreschi attestano un suo distacco dallo stile del Cambiaso, attraverso l'uso di inserti figurativi realistici e l'accentuazione degli elementi narrativi.
Nel 1614 realizzò ad Albaro la decorazione della Villa Paradiso di Giacomo Saluzzo; tale ciclo, molto apprezzato nell'opera del Soprani, presenta un programma decorativo ricco di figure allegoriche e denso di implicazioni concettuali, che si possono riscontrare ad esempio nella volta del salone con Alessandro Farnese alla conquista di Anversa.
È controversa la datazione del ciclo di affreschi di soggetto colombiano del palazzo di Francesco de Ferrari (oggi Palazzo Belimbau) di fronte alla basilica della Santissima Annunziata del Vastato[3].
È poi del 1615[4] il ciclo del palazzo Nicola Grimaldi in vico San Luca. A tale opera fece seguito la decorazione dei saloni dei due piani nobili del Palazzo Spinola di Pellicceria[5], eseguita su commissione del primo proprietario Francesco Grimaldi Cavalleroni.
Furono eseguiti nel 1622 due affreschi nella cattedrale di San Lorenzo: nel catino absidale, il Giudizio di san Lorenzo martire, dove il santo che indica al prefetto Valeriano i poveri e nella volta del presbiterio, il Martirio di san Lorenzo.
Nel 1626 realizzò un grande affresco con l'Ultima Cena nell'Ospedale di Pammatone, che al momento della demolizione dello stesso fu staccato e collocato nella navata destra della cattedrale di San Lorenzo.
Tra il 1627 e il 1634 fu attivo, anche se stancamente, nell'oratorio della Confraternita dei Santi Nazario e Celso di Multedo, in forza di un impegno assunto nel 1604.
In passato gli venne attribuita una Madonna del Carmine e i Santi Lorenzo e Giovanni Battista, conservata nella basilica di Santa Maria di Nazareth a Sestri Levante, ma un restauro ha rivelato la firma di Francesco Merano (1619-1657).
La data della morte è posta dal Soprani nel 1641. Probabilmente, però, è da anticipare al 1640: infatti nel marzo di quell'anno fece il suo ultimo testamento in favore della nipote. Sembra poi che il 26 novembre 1640 fosse già morto, perché i suoi esecutori testamentari chiedono una proroga di sei mesi per la vendita della sua casa.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Cristo cade sotto la croce, olio su tela, 99x70, Palazzo Bianco, Genova[6]
- I soldati si dividono le spoglie di Cristo, olio su tela, 99x70, Palazzo Bianco, Genova[6]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La data di nascita e di morte sono dubbie. Quella di nascita è tuttavia testimoniata dallo storico Raffaello Soprani[senza fonte].
- ^ Oggi sede della Deutsche Bank, via Garibaldi 5
- ^ La storiografia colombiana aveva ricevuto un nuovo impulso dal ritrovamento, nel 1610, di documenti autografi di Cristoforo Colombo nell'archivio del Banco di San Giorgio
- ^ La data è documentata dall'Alizeri, che la lesse sull'affresco.
- ^ Oggi sede della Galleria nazionale di palazzo Spinola.
- ^ a b SALA 1 Archiviato il 18 febbraio 2013 in Archive.is. Museidigenova.it
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., La pittura a Genova e in Liguria, Ed. Sagep, Genova, 1998, 2 voll.; I, Dagli inizi al '500; II, dal '600 al '900
- L. Alfonso, Lazzaro Tavarone, in "La Berio", n. 2, 1971
- L. Collobi Ragghianti, Lazzaro Tavarone disegnatore, in "Critica d'arte", n. 5, marzo 1954
- Elena Parma (a cura di), La pittura in Liguria. Il Cinquecento, Ed. Microart's, Recco, 1999, pp. 413–414
- Raffaello Soprani, Lorenzo Tavarone, in Le vite de pittori, scoltori, et architetti genovesi e de' forastieri, che in Genova operarono, con alcuni ritratti de gli stessi, Genova, Giuseppe Bottaro e Gio Battista Tiboldi Compagni, 1674, pp. 150-157.
- Federico Alizeri, Guida artistica per la città di Genova, Grondona, 1846-47
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Lazzaro Tavarone
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Pinacoteca di Voltaggio Sito della Pinacoteca di Voltaggio, che custodisce alcune opere del pittore.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 45390346 · ISNI (EN) 0000 0000 6682 5110 · CERL cnp00626010 · Europeana agent/base/11086 · ULAN (EN) 500001539 · LCCN (EN) nr2003028414 · GND (DE) 129743526 · BNE (ES) XX5165819 (data) |
---|