La 51ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino si è svolta a Berlino dal 7 al 18 febbraio 2001, con il Theater am Potsdamer Platz come sede principale.[1] Direttore del festival è stato per il ventiduesimo e ultimo anno Moritz de Hadeln.
L'Orso d'oro è stato assegnato al film Intimacy - Nell'intimità del regista francese Patrice Chéreau.
L'Orso d'oro alla carriera è stato assegnato all'attore Kirk Douglas mentre la Berlinale Kamera è stata assegnata al regista e sceneggiatore Kei Kumai e a Heinz Badewitz, direttore del Festival internazionale del cinema di Hof.[2][3]
Il festival è stato aperto dal film fuori concorso Il nemico alle porte di Jean-Jacques Annaud ed è stato chiuso dalla proiezione speciale di 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick.[4][5]
La retrospettiva di questa edizione è stata dedicata al cineasta austriaco Fritz Lang.[6] Tra i film mostrati anche la versione restaurata di Metropolis, con nuovo materiale d'archivio e l'accompagnamento musicale dal vivo della Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin diretta da Frank Strobl.[7]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]«È come se la Berlinale fosse un sogno in cui danesi disperati si avvicinano mentre imparano l'italiano, Michael Douglas finalmente capisce sua figlia e le ninfee crescono nel polmone di una donna giapponese. A volte il sogno si trasforma in un incubo, bisogna aspettartelo al cinema». (Frank Junghänel, Berliner Zeitung)[1]
Alla fine l'atmosfera era ottimista, dopotutto. Il 2001 è stato considerato un anno molto misto e macchinoso, eppure proprio per questo motivo di grande attualità per la Berlinale. L'ultima Berlinale di Moritz de Hadeln iniziò con un discorso rapido e confuso: la coproduzione franco-tedesco-americana Il nemico alle porte aprì il festival e fu un totale flop di critica e pubblico. Il dramma di Stalingrado da 180 milioni di marchi tedeschi, costellato di star, aveva lo scopo di mostrare la Germania e in particolare gli studi di Babelsberg come luogo di produzione internazionale. Questo tentativo fu interpretato come un inadeguato "guardateci, siamo tornati ad essere qualcosa".[1]
Per quanto riguarda il cinema tedesco, la discussione si era già accesa. L'anno precedente, il comitato di selezione della Berlinale aveva rifiutato Hanna Flanders, che era diventato un successo nei cinema. Invece, la coproduzione greco-tedesca My Sweet Home di Filippos Tsitos fu l'unico film tedesco in concorso. Con amara ironia, i commentatori hanno riflettuto su cosa si sarebbe potuto fare con i milioni di sussidi cinematografici tedeschi che erano stati investiti per Il nemico alle porte. Per prima cosa, film come Berlin Is in Germany di Hannes Stöhr, che vinse il Panorama Audience Award, o Mein langsames Leben di Angela Schanelec, proiettato nel Forum. Grandi budget non sono garanzia di qualità. In Germania, però, era triste dover dimostrare più e più volte come si potevano fare film con pochi o nessun denaro. «Il primo compito di Kosslick sarà quello di creare un forum per il cinema tedesco in concorso», osservò Michael Althen sulla Süddeutsche Zeitung. La discussione sulla poca o nessuna attenzione data al cinema tedesco è stata però per lo più limitata alla Germania.[1]
La percezione internazionale del festival è stata dominata da altri temi. Ad esempio, è stato sottolineato che nessuno dei contributi statunitensi proveniva da uno studio importante. Traffic (film) di Steven Soderbergh, uno dei primi momenti salienti del festival dopo il flop di apertura, è stato visto come un'opera ben prodotta e piena di carattere da un regista "indipendente". Il sarto di Panama di John Boorman e il dramma inquietante La forza della mente di Mike Nichols erano tutt'altro che prodotti semplici. Anche l'acceso dibattito che circonda lo shock calcolatore di Ridley Scott, Hannibal, ruotava più attorno alla questione di quanta violenza l'arte può tollerare, piuttosto che se fosse stato mostrato un film il cui successo al botteghino era già un dato di fatto.[1]
A parte questo dibattito, molti commentatori si sono concentrati sulla notevole presenza di corporeità, sesso e intimità nei film di quest'anno. Mentre film di sfida come Disco Pigs di Kirsten Sheridan sono normali per il Panorama, il concorso ha anche preso una direzione provocatoria con il vincitore dell'Orso d'oro Intimacy - Nell'intimità di Patrice Chéreau e A mia sorella! di Catherine Breillat. Altri favoriti dalla critica sono stati La ciénaga di Lucrecia Martel e Italiano per principianti di Lone Scherfig. Se Intimacy - Nell'intimità ha polarizzato l'opinione, il pubblico e la stampa hanno elogiato il dolce "film post-Dogma" della Scherfig. La drammaturgia in concorso ha colto nel segno, anche se nessun film si è imposto.[1]
L'Europa dell'Est era assente dal concorso. Mentre Paszport del regista ungherese Péter Gothár e Krajinka dello slovacco Martin Šulík hanno ricevuto il plauso della critica, in generale questa Berlinale è stata vista come un indicatore delle difficoltà economiche affrontate dall'industria cinematografica dell'Europa orientale. Molta attenzione è stata invece data alla forte presenza di giovani registi asiatici. Sia nel concorso che nel Forum promettenti registi provenienti da Cina, Thailandia, Giappone e Corea del Sud hanno presentato i loro lavori e una serie speciale è stata dedicata al Vietnam nel Forum. La ballata urbana Le biciclette di Pechino di Wang Xiaoshuai e Betelnut Beauty di Cheng-sheng Lin hanno ricevuto premi nel concorso e un ampio riconoscimento. Uno dei film più apprezzati del Forum è stato Love/Juice del giapponese Kaze Shindō e Platform di Jia Zhangke. Il giovane regista aveva appena fondato la prima casa di produzione indipendente in Cina e rappresentava quindi il nuovo, audace cinema cinese. La Berlinale aveva mantenuto in modo convincente la sua promessa di fornire una piattaforma per il cinema asiatico, e la stampa internazionale ha riconosciuto questo come un risultato considerevole di Moritz de Hadelns.[1]
Anche l'addio di un uomo che ha guidato il festival per due decenni è stato un grande argomento di discussione. In un articolo per il Wiesbaden Kurier, Gerd Klee ha sottolineato come la critica a de Hadeln fosse stata spesso esagerata. «Se fossero riusciti a renderlo responsabile del clima per lo più gelido o piovoso durante la Berlinale, sicuramente l'avrebbero fatto», ha osservato, notando tuttavia un lento cambiamento di umore, anche i critici più severi di de Hadeln avevano elogiato il suo lavoro. In effetti, la maggior parte dei commenti sulla partenza di de Hadeln erano obiettivi e avevano un tono conciliante. La serie speciale "Moritz' Favorites" ha ricordato la dedizione di de Hadeln alla Berlinale e al cinema internazionale: film che ha portato a Berlino, che hanno raccontato 22 anni di storia del cinema. Il successo, che era diventato un termine così relativo nel corso degli anni, era, una volta che tutto era stato detto e fatto, l'eredità di de Hadeln. Ha tramandato un festival intatto, rispettato a livello internazionale, dove il numero di visitatori ha superato ancora una volta il record dell'anno precedente. La stabilità finanziaria è stata garantita dalla decisione del governo federale di assumere la responsabilità del "Berliner Festspiele". Ciò fece sì che anche la Berlinale fosse da allora considerata un "evento culturale del governo federale a Berlino".[1]
Un ulteriore cambiamento è avvenuto quest'anno alla guida del Forum. Ulrich Gregor, cofondatore e "spirito" della sezione, ha passato la sua posizione al giornalista e critico cinematografico Christoph Terhechte, che era stato nel comitato di selezione del Forum dal 1997. Nessuna persona è stata collegata al Forum agli occhi del pubblico tanto quanto Ulrich Gregor. Tuttavia, il Forum era sempre stato uno sforzo collaborativo, che, più di tutti, Erika Gregor aveva contribuito a creare. Lo stesso si può dire per Erika de Hadeln, che ha eguagliato il marito in quanto a competenza e dedizione alla Berlinale. Le "due Erika" erano co-creatrici dei festival, un fatto non sempre riconosciuto. Il passaggio è stato cordiale e senza intoppi. Il successore di De Hadeln, Dieter Kosslick, era già presente al festival del 2001 come osservatore silenzioso e partecipava alle riunioni. Non si lasciò sfuggire una sola occasione per lodare il lavoro del suo predecessore e per mantenere modeste le aspettative. Nella migliore delle ipotesi avrebbe "scosso il cuscino e piegato le lenzuola", come ha affermato Kosslick in un'intervista riferendosi alla consegna. Anche il suo affascinante understatement non lo avrebbe protetto dal diventare l'incarnazione di grandi aspettative e l'oggetto di copiose speculazioni. Tuttavia, a giudicare dalla biografia di Kosslick, ci si poteva aspettare che lasciasse il suo segno unico al festival: da giovane critico cinematografico, organizzatore di festival ad Amburgo e infine, come direttore della Film- und Medienstiftung NRW, uno degli attori più influenti nel finanziamento cinematografico tedesco.[1]
«È indubbio», dice de Hadeln, «che in questa stagione il cinema italiano abbia mostrato segnali di vitalità che un anno fa non si erano visti».(stampa.7feb)
Thirteen Days fu inserito nel cartellone (fuori concorso) all'ultimo momento, dopo l'improvvisa cancellazione di La promessa di Sean Penn.(stampa.7feb)
A proposito del vincitore dell'Orso d'oro: «Per la Berlinale è una svolta... Premiando il film di un autore assolutamente europeo come Chéreau abbiamo dato una bella risposta a quei giornali italiani convinti che a Berlino vincono solo gli americani. Stavolta la giuria non era fatta di leccapiedi come negli anni scorsi, i premi sono stati dati tutti all'unanimità, con l'obiettivo di promuovere un cinema di ricerca e non di effetti speciali» (Dario Argento)(stampa.19feb)
Malena è stato «danneggiato dall'essere stato presentato nella versione tagliata dalla Miramax» (Dario Argento)(stampa.19feb)
«Sono riuscito a mantenere nella rosa dei cinque attori finalisti sia la Buy che Accorsi, ma nella votazione conclusiva le loro candidature sono cadute» (Dario Argento)(stampa.19feb)
Giurie
[modifica | modifica wikitesto]Giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Bill Mechanic, produttore (Stati Uniti) - Presidente di giuria[8]
- Diego Galán, regista, sceneggiatore e critico cinematografico (Spagna)
- Dominique Blanc, attrice (Francia)
- Xie Fei, regista e sceneggiatore (Cina)
- Kyōko Hirano, scrittrice e critica cinematografica (Giappone)
- Fatih Akın, attore, regista e sceneggiatore (Germania)
- Dario Argento, regista, sceneggiatore e produttore (Italia)
- Héctor Babenco, regista, sceneggiatore e produttore (Brasile)
- Jacqueline Bisset, attrice (Regno Unito)
Kinderjury
[modifica | modifica wikitesto]I premi riservati alla sezione Kinderfilmfest sono stati assegnati da una giuria composta da membri di età compresa tra 11 e 14 anni, selezionati dalla direzione del festival attraverso questionari inviati l'anno precedente.[8]
Selezione ufficiale
[modifica | modifica wikitesto]In concorso
[modifica | modifica wikitesto]- A mia sorella! (À ma soeur!), regia di Catherine Breillat (Francia, Italia)
- Bamboozled, regia di Spike Lee (Stati Uniti)
- Betelnut Beauty (Ai ni ai wo), regia di Cheng-sheng Lin (Taiwan, Francia)
- Le bianche tracce della vita (The Claim), regia di Michael Winterbottom (Regno Unito, Francia, Canada)
- Le biciclette di Pechino (Shiqi sui de dan che), regia di Wang Xiaoshuai (Francia, Taiwan, Cina)
- Chocolat, regia di Lasse Hallström (Regno Unito, Stati Uniti)
- La ciénaga, regia di Lucrecia Martel (Argentina, Francia, Spagna, Giappone)
- Le fate ignoranti, regia di Ferzan Özpetek (Italia, Francia)
- La forza della mente (Wit), regia di Mike Nichols (Stati Uniti)
- Gongdonggyeongbigu-yeok JSA, regia di Park Chan-wook (Corea del Sud)
- Intimacy - Nell'intimità (Intimacy), regia di Patrice Chéreau (Francia, Regno Unito, Germania, Spagna)
- Inugami - Le divinità maligne (Inugami), regia di Masato Harada (Giappone)
- Italiano per principianti (Italiensk for begyndere), regia di Lone Scherfig (Danimarca, Svezia)
- Kuroe, regia di Gō Rijū (Giappone)
- Little Senegal, regia di Rachid Bouchareb (Algeria, Francia, Germania)
- Malèna, regia di Giuseppe Tornatore (Itaia, Stati Uniti)
- My Sweet Home, regia di Filippos Tsitos (Germania, Grecia)
- Il sarto di Panama (The Tailor of Panama), regia di John Boorman (Stati Uniti, Irlanda)
- Scoprendo Forrester (Finding Forrester), regia di Gus Van Sant (Stati Uniti)
- Traffic, regia di Steven Soderbergh (Stati Uniti, Germania)
- Weiser, regia di Wojciech Marczewski (Polonia, Svizzera, Germania, Danimarca, Francia)
- You're the One - Una Historia de Entonces, regia di José Luis Garci (Spagna)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- The Art of Flying a Flag (Konsten att flagga), regia di Ingrid Rudefors e Peter Östlund (Svezia)
- Black Soul (Âme noire - Black Soul), regia di Martine Chartrand (Canada)
- Covered with Chocolate, regia di Ansgar Ahlers (Germania)
- Felix and Lola (Félix et Lola), regia di Patrice Leconte (Francia)
- Fifty-Fifty, regia di Peter Kern (Germania)
- Hua Yang de Nian Hua, regia di Wong Kar-wai (Hong Kong, Cina)
- Jungle Jazz: Public Enemy#1, regia di Frank Fitzpatrick (Stati Uniti)
- Kövek - Stones, regia di Ferenc Cakó (Ungheria)
- The Making of Angels (La fabrique d'anges), regia di Eva Visnyei (Belgio)
- A Short Film About Death (Doan chang), regia di Lin Jun-hong (Taiwan, Cina)
- To See a Boat at Sail (Å se en båt med seil), regia di Anja Breien (Norvegia)
- Trust Me, regia di Virginia Pitts (Nuova Zelanda)
Fuori concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Hannibal, regia di Ridley Scott (Stati Uniti, Regno Unito)
- Il nemico alle porte (Enemy at the Gates), regia di Jean-Jacques Annaud (Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito, Germania)
- Quills - La penna dello scandalo (Quills), regia di Philip Kaufman (Regno Unito, Germania, Stati Uniti)
- Super 8 Stories, regia di Emir Kusturica (Germania, Italia, Jugoslavia)
- Thirteen Days, regia di Roger Donaldson (Stati Uniti)
Proiezioni speciali
[modifica | modifica wikitesto]- 2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey), regia di Stanley Kubrick (Regno Unito, Stati Uniti)
- Una lunga lunga lunga notte d'amore, regia di Luciano Emmer (Italia)
- Metropolis, regia di Fritz Lang (Germania)
- Orizzonti di gloria (Paths of Glory), regia di Stanley Kubrick (Stati Uniti)
- Stanley Kubrick: A Life in Pictures, regia di Jan Harlan (Stati Uniti)
Panorama
[modifica | modifica wikitesto]- L'altra metà dell'amore (Lost and Delirious), regia di Léa Pool (Canada)
- Anita no perd el tren, regia di Ventura Pons (Spagna)
- Bad Luck Love, regia di Olli Saarela (Finlandia)
- Berlin Is in Germany, regia di Hannes Stöhr (Germania)
- Les blessures assassines, regia di Jean-Pierre Denis (Francia)
- Contenders serie 7 (Series 7: The Contenders), regia di Daniel Minahan (Stati Uniti)
- Controvento, regia di Peter Del Monte (Italia)
- Daresalam, regia di Issa Serge Coelo (Francia, Burkina Faso, Ciad)
- Darkness in the Light (Nippon no kuroi natsu - Enzai), regia di Kei Kumai (Giappone)
- Disco Pigs, regia di Kirsten Sheridan (Irlanda)
- Domenica, regia di Wilma Labate (Italia)
- Don's Plum, regia di R.D. Robb (Stati Uniti, Danimarca, Svezia)
- Family Secrets (Familjehemligheter), regia di Kjell-Åke Andersson (Svezia, Norvegia)
- The Fluffer, regia di Richard Glatzer e Wash Westmoreland (Stati Uniti)
- Forever and Ever (Dei gau tin cheung), regia di Raymond To (Hong Kong)
- From the Queen to the Chief Executive (Deng hou dong jian hua fa la), regia di Herman Yau (Hong Kong)
- Gente Ordinaria (Vtorostepennye lyudi), regia di Kira Muratova (Ucraina)
- The Girl, regia di Sande Zeig (Stati Uniti, Francia)
- Hedwig - La diva con qualcosa in più (Hedwig and the Angry Inch), regia di John Cameron Mitchell (Stati Uniti)
- Hotoke, regia di Jinsei Tsuji (Giappone)
- The Iron Ladies (Satree lek), regia di Yongyoot Thongkongtoon (Thailandia)
- Ivansxtc, regia di Bernard Rose (Regno Unito, Stati Uniti)
- Julie Johnson, regia di Bob Gosse (Stati Uniti)
- Just for Today (Sólo por hoy), regia di Ariel Rotter (Argentina)
- Kleistoi dromoi, regia di Stavros Ioannou (Grecia)
- Landscape (Krajinka), regia di Martin Sulík (Slovacchia, Repubblica Ceca, Italia)
- Lavender (Fan yi cho), regia di Kam-Hung Yip (Hong Kong)
- Late Night Shopping, regia di Saul Metzstein (Regno Unito, Germania)
- Latitude Zero, regia di Toni Venturi (Brasile)
- Lightmaker, regia di Dieter Meier (Svizzera, Polonia)
- Love Come Down, regia di Clement Virgo (Canada)
- Maelström, regia di Denis Villeneuve (Canada)
- Mortal Transfer (Mortel transfert), regia di Jean-Jacques Beineix (Francia, Germania)
- Nightshift (Trois huit), regia di Philippe Le Guay (Francia)
- Paszport, regia di Péter Gothár (Ungheria)
- Posthumous Memories (Memórias Póstumas), regia di André Klotzel (Portogallo, Brasile)
- Las razones de mis amigos, regia di Gerardo Herrero (Spagna)
- Riconciliati, regia di Rosalía Polizzi (Italia)
- Le roi danse, regia di Gérard Corbiau (Francia, Germania, Belgio)
- Song of Tibet (Yeshe Dolma), regia di Xie Fei (Cina)
- Tears (Nunmul), regia di Im Sang-soo (Corea del Sud)
- De zee die denkt, regia di Gert de Graaff (Paesi Bassi)
- Zoo, regia di Otto Alexander Jahrreiss (Germania)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- The Basement Girl, regia di Midi Onodera (Canada)
- The Basics (Lo básico), regia di José García Hernández (Spagna)
- Erè mèla mèla, regia di Daniel Wiroth (Francia, Lussemburgo)
- Et cetera..., regia di Andrey Osipov (Russia)
- Expecting, regia di Richard Press (Stati Uniti)
- Fair (Pout), regia di David Duponchel (Repubblica Ceca)
- Forbidden Fruit, regia di Sue Maluwa-Bruce (Germania)
- Helgoland, regia di Karin Westerlund (Danimarca)
- Historias Breves III: El séptimo día, regia di Gabriel Lichtmann (Argentina)
- Je t'aime John Wayne, regia di Toby MacDonald (Regno Unito)
- Memorie di una festa, regia di Laura Mandolesi Ferrini (Italia)
- Ode to a Hunter, regia di Per Fronth (Stati Uniti)
- On Sundays (Sonntags), regia di Ina Weisse (Germania)
- Palindrome (Palíndromo), regia di Philippe Barcinski (Brasile)
- Rebels (Los rebeldes), regia di Ariane Kessissoglou (Cuba, Germania)
- The Shooting Gallery (Tyr), regia di Taras Tomenko (Ucraina)
- Story Telling (Raconte), regia di Guillaume Malandrin (Belgio)
- Tom Clay Jesus, regia di Hoang A. Duong (Stati Uniti)
- Venkel's Syndrome, regia di Vito Rocco (Regno Unito)
- Veta, regia di Teona Strugar Mitevska (Repubblica di Macedonia)
- Wilde Ehe, regia di Kathrin Feistl (Germania)
Panorama Dokumente
[modifica | modifica wikitesto]- Aliens to Themselves (Extranjeros de sí mismos), regia di José Luis López-Linares e Javier Rioyo (Spagna)
- Berlin Babylon, regia di Hubertus Siegert (Germania)
- Blue End, regia di Kaspar Kasics (Svizzera)
- Chop Suey, regia di Bruce Weber (Stati Uniti)
- The Dark Side Of Daren, regia di Maximilian Moll (Germania)
- Gaea Girls, regia di Kim Longinotto e Jano Williams (Regno Unito)
- Gimme Shelter, regia di Albert e David Maysles e Charlotte Zwerin (Stati Uniti)
- Gotteszell - Ein Frauengefängnis, regia di Helga Reidemeister (Germania)
- In Search of the Papin Sisters (En quête des soeurs Papin), regia di Claude Ventura (Francia)
- Mein Boss bin ich, regia di Niki List (Austria)
- Southern Comfort, regia di Kate Davis (Stati Uniti)
- Der Traum ist aus - Die Erben der Scherben, regia di Christoph Schuch (Germania)
Forum internazionale del giovane cinema
[modifica | modifica wikitesto]Programma principale
[modifica | modifica wikitesto]- Alai Payuthey, regia di Mani Ratnam (India)
- The American Nightmare, regia di Adam Simon (Stati Uniti, Regno Unito)
- Le armonie di Werckmeister (Werckmeister harmóniák), regia di Béla Tarr (Ungheria, Italia, Germania, Francia)
- As I Was Moving Ahead Occasionally I Saw Brief Glimpses of Beauty, regia di Jonas Mekas (Stati Uniti)
- B-52, regia di Hartmut Bitomsky (Germania, Stati Uniti, Svizzera)
- Banchig-wang, regia di Kim Ji-woon (Corea del Sud)
- Bogowie sierpa i mlota, regia di Juri Chaschtschewatskij (Polonia)
- The Cabbie (Yun zhuan shou zhi lian), regia di Chang Hwa-Kun e Chen Yi-wen (Taiwan)
- Children: Kosovo 2000 (Deza-Femijet (Kosovo 2000)), regia di Ferenc Moldoványi (Belgio, Ungheria)
- Comeuppance (Tin yau ngan), regia di Derek Chiu (Hong Kong)
- Il commesso viaggiatore, regia di Francesco Dal Bosco (Italia)
- Crónica de un desayuno, regia di Benjamín Cann (Messico)
- Danach hätte es schön sein müssen, regia di Karin Jurschick (Germania)
- Departure, regia di Yosuke Nakagawa (Giappone)
- Devotion: A Film About Ogawa Productions, regia di Barbara Hammer (Giappone, Stati Uniti)
- Do It, regia di Sabine Gisiger e Marcel Zwingli (Svizzera)
- Eisenstein, regia di Renny Bartlett (Germania, Canada)
- Fei ya fei, regia di Ying Li (Giappone)
- A Fine Day (Der schöne Tag), regia di Thomas Arslan (Germania)
- Gaja Gamini, regia di M.F. Hussain (India)
- Help!!! (Lat sau wui cheun), regia di Johnnie To e Wai Ka-Fai (Hong Kong)
- Hole in the Sky (Sora no ana), regia di Kazuyoshi Kumakiri (Giappone)
- The House of Cain (To spiti tou Kain), regia di Hristos Karakepelis (Grecia)
- I Am Josh Polonski's Brother, regia di Raphaël Nadjari (Francia, Stati Uniti)
- I Love Beijing (Xiari nuanyangyang), regia di Ying Ning (Cina)
- The Inner Tour, regia di Ra'anan Alexandrowicz (Israele, Palestina)
- I.T. - Immatriculation temporaire, regia di Gahité Fofana (Francia, Guinea)
- Japanese Devils (Riben guizi), regia di Minoru Matsui (Giappone)
- Jiang Hu: The Triad Zone (Gong woo gau gap), regia di Dante Lam (Hong Kong)
- Kaza-hana, regia di Shinji Sōmai (Giappone)
- Klassikko, regia di Kari Väänänen (Finlandia)
- Konzert im Freien, regia di Jürgen Böttcher (Germania)
- Kurische Nehrung, regia di Volker Koepp (Germania)
- Die Legende vom Potsdamer Platz, regia di Manfred Wilhelms (Germania)
- Lost Killers, regia di Dito Tsintsadze (Germania)
- Love Inventory (Reshimat Ahava), regia di David Fisher (Israele)
- Love/Juice, regia di Kaze Shindō (Giappone)
- Lyubov i drugie koshmary, regia di Andrej Nekrasov (Russia)
- Maa, regia di Veikko Aaltonen (Finlandia)
- The New Country (Det nya landet), regia di Geir Hansteen Jorgensen (Svezia)
- Njet smerti dlja menja..., regia di Renata Litvinova (Russia)
- The Optimists, regia di Jacky Comforty (Stati Uniti)
- Pansion za kucheta, regia di Stephan Komandarev (Bulgaria)
- Passing Summer (Mein langsames Leben), regia di Angela Schanelec (Germania)
- Pathos (Karunam), regia di Jayaraaj (India)
- Pie in the Sky: The Brigid Berlin Story, regia di Shelly Dunn Fremont e Vincent Fremont (Stati Uniti)
- Platform (Zhantai), regia di Jia Zhangke (Hong Kong, Cina, Giappone, Francia)
- Quartet for Two (Rendan), regia di Naoto Takenaka (Giappone)
- Smell of Camphor, Fragrance of Jasmine (Booye kafoor, atre yas), regia di Bahman Farmanara (Iran)
- Spiegelgrund, regia di Angelika Schuster e Tristan Sindelgruber (Austria)
- The Sweetest Sound, regia di Alan Berliner (Stati Uniti)
- Text or Apologia of a Commentary (Tekst ili apologiya komentariya), regia di Ekaterina Kharlamova (Russia)
- Tocá para mí, regia di Rodrigo Fürth (Argentina)
- Trembling Before G-d, regia di Sandi Simcha DuBowski (Israele, Francia, Stati Uniti)
- Tutta la conoscenza del mondo, regia di Eros Puglielli (Italia)
- Vivre après - paroles de femmes, regia di Laurent Bécue-Renard (Francia)
- Wharf of Widows (Ben khong chong), regia di Trong Ninh Luu (Vietnam)
Il cinema in Vietnam
[modifica | modifica wikitesto]- Ai xuoi van ly, regia di Hoang Le (Vietnam)
- Chung cu, regia di Linh Viet (Vietnam, Francia)
- Ngã ba Dong Loc, regia di Trong Ninh Luu (Vietnam)
- Sandy Lives (Doi cát), regia di Nguyen Thanh Van (Vietnam)
- The Season of Guavas (Mùa oi), regia di Dang Nhat Minh (Vietnam, Francia)
- Tro lai Ngu Thuy, regia di Khanh Toan Do e Manh Thich Le (Vietnam)
- Vao nam ra bac, regia di Tien Son Phi (Vietnam)
Photography and Beyond: tre film di Heinz Emigholz
[modifica | modifica wikitesto]- Die Basis des Make-Up, regia di Heinz Emigholz (Germania)
- Maillart's Bridges (Maillarts Brücken), regia di Heinz Emigholz (Germania)
- Sullivan's Banks (Sullivans Banken), regia di Heinz Emigholz (Germania)
Il Nuovo cinema tedesco
[modifica | modifica wikitesto]- Alaska.de, regia di Esther Gronenborn (Germania)
- L'amour, l'argent, l'amour, regia di Philip Gröning (Germania, Svizzera, Francia)
- Anatomy (Anatomie), regia di Stefan Ruzowitzky (Germania)
- Asta e, regia di Thomas Ciulei (Germania, Romania)
- Bundle of Joy (LiebesLuder), regia di Detlev Buck (Germania)
- Cold Is the Breath of Evening (Kalt ist der Abendhauch), regia di Rainer Kaufmann (Germania)
- Conamara, regia di Eoin Moore (Germania, Irlanda)
- Crazy, regia di Hans-Christian Schmid (Germania)
- Dirt for Dinner (Dreckfresser), regia di Branwen Okpako (Germania)
- Eislimonade für Hong Li, regia di Dietmar Ratsch (Germania)
- Elefanten, regia di Karl Kels (Germania)
- England!, regia di Achim von Borries (Germania)
- Erfüllung, regia di Rosi S.M. (Germania)
- Frau2 sucht Happyend, regia di Edward Berger (Germania)
- Gripsholm, regia di Xavier Koller (Germania, Svizzera, Austria)
- Hanna Flanders (Die Unberührbare), regia di Oskar Roehler (Germania)
- Im Juli (Im Juli.), regia di Fatih Akın (Germania)
- Die innere Sicherheit, regia di Christian Petzold (Germania)
- Manila, regia di Romuald Karmakar (Germania)
- Mein Stern, regia di Valeska Grisebach (Austria, Germania)
- Milk and Honey from Rotfront (Milch und Honig aus Rotfront), regia di Hans-Erich Viet (Germania)
- Munich: Secrets of a City (München - Geheimnisse einer Stadt), regia di Dominik Graf e Michael Althen (Germania)
- Policewoman (Die Polizistin), regia di Andreas Dresen (Germania)
- La principessa + il guerriero (Der Krieger und die Kaiserin), regia di Tom Tykwer (Germania)
- Rivers and Tides, regia di Thomas Riedelsheimer (Germania, Regno Unito, Finlandia)
- Salamander, regia di Barbara Gebler (Germania)
- Secret Society, regia di Imogen Kimmel (Germania, Regno Unito)
- La storia di Erika e Klaus Mann (Escape to Life: The Erika and Klaus Mann Story), regia di Wieland Speck e Andrea Weiss (Germania)
- Venus Talking, regia di Rudolf Thome (Germania)
- Vergiss Amerika, regia di Vanessa Jopp (Allemagne)
Video
[modifica | modifica wikitesto]- Arruso, regia di Ciprì e Maresco (Italia)
- The Balcony, regia di Ruth Walk (Israele)
- The Diplomat, regia di Tom Zubrycki (Australia)
- Essere morti o essere vivi è la stessa cosa, regia di Gianluigi Toccafondo (Italia)
- Homemad(e), regia di Ruth Beckermann (Austria)
- Kalama Sutta: Seeing Is Believing, regia di Holly Fisher (Stati Uniti)
- Nous ne sommes plus morts, regia di François Woukoache (Belgio)
- La rabbia, regia di Davide Ferrario (Italia)
- Russkaja Palestina, regia di Aleksandre Rekhviashvili (Russia)
Kinderfilmfest
[modifica | modifica wikitesto]- Ali Zaoua, prince de la rue, regia di Nabil Ayouch (Marocco, Tunisia, Francia, Belgio, Stati Uniti)
- Anokha Moti, regia di Tapan Sinha (India)
- Bloody Nuisance (Der Mistkerl), regia di Andrea Katzenberger (Germania)
- Il cielo cade, regia di Andrea e Antonio Frazzi (Italia)
- Circleen: Mice and Romance (Cirkeline 2: Ost og kærlighed), regia di Jannik Hastrup (Danimarca)
- Heidi, regia di Markus Imboden (Svizzera)
- Hooves of Fire, regia di Richard Starzak (Regno Unito)
- Ikíngut, regia di Gísli Snær Erlingsson (Islanda, Danimarca, Norvegia)
- Jimmy Grimble (There's Only One Jimmy Grimble), regia di John Hay (Regno Unito, Francia)
- Lloyd, regia di Hector Barron (Stati Uniti)
- Mariken, regia di André van Duren (Paesi Bassi, Belgio)
- Miracle (Mirakel), regia di Natasha Arthy (Danimarca)
- Nagisa, regia di Masaru Konuma (Giappone)
- Il tempo dei cavalli ubriachi (Zamani barayé masti asbha), regia di Bahman Ghobadi (Iran)
- The Testimony of Taliesin Jones, regia di Martin Duffy (Stati Uniti, Regno Unito)
Cortometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Me and Dad, regia di Kara Harshbarger (Stati Uniti)
- Bully Dance, regia di Janet Perlman (Canada)
- Bicycle, regia di Ronen Menachem (Israele)
- The Color White (O Branco), regia di Angela Pires e Liliana Sulzbach (Brasile)
- Joyeux Noël, Rachid, regia di Sam Garbarski (Italia, Francia, Belgio)
- Losing Touch, regia di Sarah Gavron (Regno Unito)
- My Final Note (La nota final), regia di Maite Rivera Carbonell (Spagna, Cuba)
- Sanzhyra, regia di Nurbek Egen (Russia, Kirghizistan)
- Susanne Sillemann, regia di Cæcilia Holbek Trier (Danimarca)
- Yhä ylöspäin, regia di Heikki Prepula (Finlandia)
Fuori concorso
[modifica | modifica wikitesto]- Lalia, regia di Silvia Munt (Spagna)
Retrospettiva
[modifica | modifica wikitesto]- L'alibi era perfetto (Beyond a Reasonable Doubt), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Anche i boia muoiono (Hangmen Also Die!), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- L'angelo del male (La bête humaine), regia di Jean Renoir (Francia)
- Artificial Paradise (Umetni raj), regia di Karpo Acimovic-Godina (Jugoslavia)
- Bassa marea (House by the River), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Begegnung mit Fritz Lang, regia di Peter Fleischmann (Germania Ovest)
- La bestia umana (Human Desire), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- La cagna (La chienne), regia di Jean Renoir (Francia)
- La confessione della signora Doyle (Clash by Night), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Il covo dei contrabbandieri (Moonfleet), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Destino (Der müde Tod), regia di Fritz Lang (Germania)
- Il diabolico dottor Mabuse (Die 1000 Augen des Dr. Mabuse), regia di Fritz Lang (Francia, Italia, Germania Ovest)
- Dietro la porta chiusa (Secret Beyond the Door...), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Il disprezzo (Le Mépris), regia di Jean-Luc Godard (Francia, Italia)
- Doctor M., regia di Claude Chabrol (Germania, Italia, Francia)
- La donna del ritratto (The Woman in the Window), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Una donna nella luna (Frau im Mond), regia di Fritz Lang (Germania)
- Il dottor Mabuse (Dr. Mabuse, der Spieler), regia di Fritz Lang (Germania)
- Dr. Mabuse im Gedächtnis, regia di Thomas Honickel (Regno Unito)
- Duello mortale (Man Hunt), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Fred il ribelle (Western Union), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Fritz Lang Interviewed by William Friedkin, regia di William Friedkin (Stati Uniti)
- Furia (Fury), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Gardenia blu (The Blue Gardenia), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Il grande caldo (The Big Heat), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- I guerriglieri delle Filippine (American Guerrilla in the Philippines), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Harakiri, regia di Fritz Lang (Germania)
- Hilde Warren und der Tod, regia di Joe May (Germania)
- L'immagine errante (Das wandernde Bild), regia di Fritz Lang (Germania)
- L'inafferrabile (Spione), regia di Fritz Lang (Germania)
- Das indische Grabmal erster Teil - Die Sendung des Yoghi, regia di Joe May (Germania)
- Das indische Grabmal zweiter Teil - Der Tiger von Eschnapur, regia di Joe May (Germania)
- La leggenda di Liliom (Liliom), regia di Fritz Lang (Francia)
- M, regia di Joseph Losey (Stati Uniti)
- M - Il mostro di Düsseldorf (M - Eine Stadt sucht einen Mörder), regia di Fritz Lang (Germania)
- Maschere e pugnali (Cloak and Dagger), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Menschen untereinander, regia di Gerhard Lamprecht (Germania)
- Metropolis, regia di Fritz Lang (Germania)
- I Nibelunghi: Sigfrido (Die Nibelungen: Siegfried), regia di Fritz Lang (Germania)
- I Nibelunghi: la vendetta di Crimilde (Die Nibelungen: Kriemhilds Rache), regia di Fritz Lang (Germania)
- La peste a Firenze nel secolo XV (Die Pest in Florenz), regia di Otto Rippert (Germania)
- Il prigioniero del terrore (Ministry of Fear), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Quando la città dorme (While the City Sleeps), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- I ragni: Il lago d'oro (Die Spinnen, 1. Teil - Der Goldene See), regia di Fritz Lang (Germania)
- I ragni: La nave dei diamanti (Die Spinnen, 2. Teil - Das Brillantenschiff), regia di Fritz Lang (Germania)
- Rancho Notorious, regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Il sepolcro indiano (Das indische Grabmal), regia di Fritz Lang (Germania Ovest, Francia, Italia)
- Sono innocente (You Only Live Once), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- La strada scarlatta (Scarlet Street), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Il testamento del dottor Mabuse (Das Testament des Dr. Mabuse), regia di Fritz Lang (Germania)
- La tigre di Eschnapur (Der Tiger von Eschnapur), regia di Fritz Lang (Germania Ovest, Francia, Italia)
- Il vendicatore di Jess il bandito (The Return of Frank James), regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Vier um die Frau, regia di Fritz Lang (Germania)
- You and Me, regia di Fritz Lang (Stati Uniti)
- Zum Beispiel: Fritz Lang, regia di Erwin Leiser (Germania Ovest)
Premi
[modifica | modifica wikitesto]Premi della giuria internazionale
[modifica | modifica wikitesto]- Orso d'oro: Intimacy - Nell'intimità di Patrice Chéreau
- Orso d'argento, gran premio della giuria: Le biciclette di Pechino di Wang Xiaoshuai
- Orso d'argento, premio della giuria: Italiano per principianti di Lone Scherfig
- Orso d'argento per il miglior regista: Cheng-sheng Lin per Betelnut Beauty
- Orso d'argento per la migliore attrice: Kerry Fox per Intimacy - Nell'intimità di Patrice Chéreau
- Orso d'argento per il miglior attore: Benicio del Toro per Traffic di Steven Soderbergh
- Orso d'argento per il miglior contributo artistico: Raúl Pérez Cubero per la fotografia di You're the One - Una Historia de Entonces di José Luis Garci
- Premio l'angelo azzurro: Intimacy - Nell'intimità di Patrice Chéreau
- Premio Alfred Bauer: La ciénaga di Lucrecia Martel
- Piper Heidsieck New Talent Award alla migliore giovane attrice: Angelica Lee per Betelnut Beauty di Cheng-sheng Lin
- Piper Heidsieck New Talent Award al miglior giovane attore: ex aequo Lin Cui e Bin Li per Le biciclette di Pechino di Wang Xiaoshuai
- Orso d'oro per il miglior cortometraggio: Black Soul di Martine Chartrand
- Orso d'argento, premio della giuria: Jungle Jazz: Public Enemy#1 di Frank Fitzpatrick
Premi onorari
[modifica | modifica wikitesto]Premi della Kinderjury
[modifica | modifica wikitesto]- Orso di cristallo: Jimmy Grimble di John Hay
- Menzione speciale: The Testimony of Taliesin Jones di Martin Duffy
- Orso di cristallo per il miglior cortometraggio: Hooves of Fire di Richard Starzak
- Menzione speciale: The Color White di Angela Pires e Liliana Sulzbach
- Grand Prix per il miglior lungometraggio: Nagisa di Masaru Konuma
- Menzione speciale: Il cielo cade di Andrea e Antonio Frazzi
- Special Prize per il miglior cortometraggio: Hooves of Fire di Richard Starzak
- Menzione speciale: My Final Note di Maite Rivera Carbonell
Premi delle giurie indipendenti
[modifica | modifica wikitesto]- Premio della giuria ecumenica
- Concorso: Italiano per principianti di Lone Scherfig
- Menzione speciale: La forza della mente di Mike Nichols
- Panorama: Blue End di Kaspar Kasics
- Forum: The New Country di Geir Hansteen Jorgensen - Premio FIPRESCI
- Concorso: Italiano per principianti di Lone Scherfig
- Panorama: Maelström di Denis Villeneuve
- Forum: Danach hätte es schön sein müssen di Karin Jurschick - Guild Film Prize: Scoprendo Forrester di Gus Van Sant
- Premio CICAE Art Cinema
- Panorama: Late Night Shopping di Saul Metzstein
- Forum: Love/Juice di Kaze Shindō - Prix UIP Berlin: To See a Boat at Sail di Anja Breien
- Premio Caligari: Crónica de un desayuno di Benjamín Cann
- Premio Manfred Salzgeber: A mia sorella! di Catherine Breillat
- New York Film Academy Award: The Shooting Gallery di Taras Tomenko
- Menzioni speciali: Veta di Teona Strugar Mitevska e Je t'aime John Wayne di Toby MacDonald
- New York Film Academy Scholarship: Story Telling di Guillaume Malandrin
- Peace Film Prize: Vivre après - paroles de femmes di Laurent Bécue-Renard
- Menzione speciale: The Optimists di Jacky Comforty
- Premio NETPAC: Smell of Camphor, Fragrance of Jasmine di Bahman Farmanara
- Menzione speciale: Wharf of Widows di Trong Ninh Luu
- Premio Wolfgang Staudte: Love/Juice di Kaze Shindō
- Premio Don Quijote: Pathos di Jayaraaj
- Menzioni speciali: Trembling Before G-d di Sandi Simcha DuBowski e I Love Beijing di Ying Ning
- Teddy Award
- Miglior lungometraggio: Hedwig - La diva con qualcosa in più di John Cameron Mitchell
- Miglior documentario: Trembling Before G-d di Sandi Simcha DuBowski
- Miglior cortometraggio: Erè mèla mèla di Daniel Wiroth
- Premio della giuria: Forbidden Fruit di Sue Maluwa-Bruce
- Special Teddy Award: Moritz de Hadeln
- Menzioni speciali: The Iron Ladies di Yongyoot Thongkongtoon e Chop Suey di Bruce Weber
- Premio Else dei lettori di Siegessäule: The Iron Ladies di Yongyoot Thongkongtoon
Premi del pubblico e dei lettori
[modifica | modifica wikitesto]- Panorama Audience Award: Berlin Is in Germany di Hannes Stöhr
- Premio dei lettori della Berliner Morgenpost: Italiano per principianti di Lone Scherfig
- Premio dei lettori della Berliner Zeitung: Le armonie di Werckmeister di Béla Tarr
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i 51st Berlin International Film Festival - February 7-18, 2001, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 15 maggio 2023.
- ^ Awards 2001, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 16 marzo 2017.
- ^ Mar 14, 2016: The Berlin Iinternational Film Festival Mourns the Death of Heinz Badewitz, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ Fulvia Caprara, Berlino, esercito di film italiani, in La Stampa, 6 febbraio 2001.
- ^ Fulvia Caprara, Una Berlino di canti e balli, in La Stampa, 18 febbraio 2001.
- ^ Retrospectives Since 1977, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 5 gennaio 2020.
- ^ Gianni Rondolino, Lang, l'uomo che girò il futuro, in La Stampa, 7 febbraio 2001.
- ^ a b Juries - 2001, su berlinale.de, www.berlinale.de. URL consultato il 23 giugno 2022.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Wolfgang Jacobsen, 50 Years Berlinale - Internationale Filmfestspiele Berlin, Filmmuseum Berlin - Deutsche Kinemathek, 2000, ISBN 9783875849066.
Collegamenti esterni
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