Ruth Beckermann (Vienna, 1952) è una regista austriaca. È attiva fin dagli anni settanta prevalentemente nel cinema documentaristico[1]. Oltre a partecipare a numerosi festival internazionali, i suoi film sono oggetto di retrospettive in varie parti del mondo[2][3][4][5]. Nel 2018, il suo film Waldheims Walzer ha vinto il premio della giuria come miglior documentario al 68ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino[6]. Nel 1996 ha vinto il Vienna Film Award della Viennale col film Jenseits des Krieges.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlia di una coppia di sopravvissuti alla shoah[7], studia giornalismo e storia dell'arte a Vienna e Tel Aviv, e poi fotografia presso la School of Visual Arts di New York. Durante gli studi lavora come editor presso le riviste Die Weltwoche e Trend[8]. Nel 1977 gira il suo primo film, il documentario Arena besetz, insieme con Josef Aichholzer e Franz Grafl dell'Arena Videogroup. L'anno seguente, i tre fondano la società di distribuzione Filmladen[9]. Comincia anche l'attività di scrittrice.
Negli anni ottanta realizza una serie di tre documentari che spaziano dal politico (Wien retour, Nach Jerusalem) al personale (Die paperiene Brücke), e formano una trilogia su perdita, memoria e identità dal punto di vista della cultura ebraica[10].
Nel 1996 contribuisce alla Wehrmachtsausstellung con il film Jenseits des Krieges, che vince il Vienna Film Award della Viennale. Nel 2006, Zorros Bar Mizwa segue il Bar mitzvah di alcuni dodicenni. Il film è presentato, fra gli altri, al festival Cinéma du Réel[11] e alla Viennale[12]. Nel 2016 realizza il primo lungometraggio di finzione, Die Geträumten, basato sulla corrispondenza tra Ingeborg Bachmann e Paul Celan. Nel 2018, Waldheims Walzer vince il premio della giuria come miglior documentario al 68ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino.
Altre attività
[modifica | modifica wikitesto]È fra i membri fondatori della Dachverband der Österreichischen Filmschaffenden. Ha insegnato presso l'Università di Salisburgo, l'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign e l'Università di arti applicate di Vienna.
Filmografia
[modifica | modifica wikitesto]Documentari
[modifica | modifica wikitesto]- Arena besetz (1977)
- Wien retour (1983)
- Die paperiene Brücke (1987)
- Nach Jerusalem (1991)
- Jenseits des Krieges (1996)
- Ein flüchtiger Zug nach dem Orient (1999)
- Homemad(e) (2000)
- Zorros Bar Mizwa (2006)
- American Passages (2011)
- Jackson/Marker 4AM (2012)
- Those Who Go Those Who Stay (2013)
- Waldheims Walzer (2018)
- Mutzenbacher (2022)
Lungometraggi
[modifica | modifica wikitesto]- Die Geträumten (2016)
Pubblicazioni
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Ruth Beckermann, Jenseits des Krieges, Döcker, 1998, ISBN 9783851152555.
- (DE) Ruth Beckermann, Unzugehörig: Österreicher und Juden nach 1945, Löcker Verlag, 2005, ISBN 9783854094340.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ (EN) Ruth Beckermann, su Columbia University Press.
- ^ (EN) DocumentaMadrid pays tribute to Ruth Beckermann with a retrospective in collaboration with the Spanish Film Archive, su DocumentaMadrid. URL consultato il 31 gennaio 2022.
- ^ Retrospectiva Ruth Beckermann, su Filmoteca de Catalunya. URL consultato il 31 gennaio 2022.
- ^ Close-Up on Ruth Beckermann, su Close-Up Film Centre. URL consultato il 31 gennaio 2022.
- ^ Dokumentieren/Demonstrieren. Hommage an Ruth Beckermann, su Dubnow Institute. URL consultato il 31 gennaio 2022.
- ^ (EN) Ruth Beckermann, su berlinale.de. URL consultato il 31 gennaio 2022.
- ^ Die Geträumten | Ruth Beckermann, su Forum Austriaco di Cultura Roma. URL consultato il 2 febbraio 2022.
- ^ (EN) Hillary Hope, Vienna Is Different: Jewish Writers in Austria from the Fin-de-Siècle to the Present, Berghahn Books, 1º ottobre 2011, ISBN 978-0-85745-182-8. URL consultato il 2 febbraio 2022.
- ^ (EN) Ian Aitken, Encyclopedia of the Documentary Film 3-Volume Set, Routledge, 18 ottobre 2013, ISBN 978-1-135-20620-8. URL consultato il 2 febbraio 2022.
- ^ (EN) Katya Krylova, The Long Shadow of the Past: Contemporary Austrian Literature, Film, and Culture, Boydell & Brewer, 2017, ISBN 978-1-57113-939-9. URL consultato il 2 febbraio 2022.
- ^ Zorro's Bar Mitswa (Zorros Bar Mizwa), su Cinéma du réel, 25 luglio 2011. URL consultato il 2 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2011).
- ^ Viennale : Film : Zorros Bar Mizwa, su Viennale, 6 luglio 2011. URL consultato il 2 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Eszter Kondor, Michael Loebenstein, Alexander Horwath, Michael Omasta e Nick Pinkerton, Ruth Beckermann, Columbia University Press, 2019, ISBN 9783901644801.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ruth Beckermann
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ruth Beckermann, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Ruth Beckermann, su AllMovie, All Media Network.
- (DE, EN) Ruth Beckermann, su filmportal.de.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 93264137 · ISNI (EN) 0000 0001 0925 5841 · LCCN (EN) n85110453 · GND (DE) 130452092 · BNF (FR) cb13748625j (data) · J9U (EN, HE) 987007306352805171 · CONOR.SI (SL) 176036707 |
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