Piazza Brembana comune | |
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Panorama | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Bergamo |
Amministrazione | |
Sindaco | Leone Gervasoni (lista civica Uniti per cambiare) dall'11-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 45°56′50″N 9°40′30″E |
Altitudine | 518 m s.l.m. |
Superficie | 6,77 km² |
Abitanti | 1 186[1] (1-1-24) |
Densità | 175,18 ab./km² |
Comuni confinanti | Camerata Cornello, Lenna, Olmo al Brembo, Valnegra |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 24014 |
Prefisso | 0345 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 016164 |
Cod. catastale | G579 |
Targa | BG |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 831 GG[3] |
Nome abitanti | Piazzesi |
Patrono | san Martino |
Giorno festivo | 11 novembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Piazza Brembana nella provincia di Bergamo | |
Sito istituzionale | |
Piazza Brembana [ˈpjaʦːa bɾemˈbaːna] (Piassa [ˈpjasa] in dialetto bergamasco[4]) è un comune italiano di 1 186 abitanti[1] della provincia di Bergamo in Lombardia. Collocata a nord di Bergamo e alla confluenza tra i due rami del fiume Brembo, è circondata dalle Prealpi Orobie ed è il comune capoluogo della Comunità Montana della Valle Brembana.
Origini del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il nome Piazza Brembana sembrerebbe derivare dal nome stesso del fiume che percorre il paese: il fiume Brembo. Infatti sembrerebbe che, etimologicamente, il significato della radice brem, in una lingua pre-romana, stava per "risuonare". Molto probabilmente per il corso torrentizio che sembrava "risuonare" chiacchierino nella Valle.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'età antica
[modifica | modifica wikitesto]I primi insediamenti umani risalgono al II secolo a.C. quando i Romani inclusero il paese, unitamente ai borghi limitrofi, in un pagus denominato pagus brembanus.
I nuovi colonizzatori sfruttarono le risorse minerarie (principalmente ferro) presenti nei monti circostanti, e crearono numerose vie di collegamento con il vicino pagus Saturnius (posto in Val Seriana), anch'esso con una florida attività estrattiva.
Il Medioevo
[modifica | modifica wikitesto]Questa attività fece sì che l'intera zona prosperasse anche durante il Medioevo, quando il borgo venne interessato da un crescente sviluppo demografico dovuto alle migliorate condizioni di vita, ma anche all'immigrazione di numerosi nuclei in fuga dalle lotte fratricide tra guelfi e ghibellini. In queste zone, soggette alla dominazione della famiglia dei Visconti in cui era notevole l'influenza ghibellina, non si verificarono scontri tra le opposte fazioni.
Con l'avvento della dominazione veneta i commerci ebbero un ulteriore incremento, anche grazie alla costruzione della Via Priula, strada che collegava Bergamo con il Canton Grigioni.
L'età contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]La Serenissima inoltre pose Piazza (che restò il nome del paese fino al 1866) come centro commerciale e amministrativo del dipartimento Oltre la Goggia, di cui facevano parte tutti i paesi dell'alta valle Brembana. Anche i regimi che si succedettero in seguito mantennero nel paese le principali istituzioni a livello amministrativo.
Un ulteriore impulso all'economia e ai trasporti venne dato dalla costruzione, avvenuta nel 1926, della tratta della Ferrovia della Valle Brembana, che da San Pellegrino portava il capolinea a Piazza Brembana. La linea fu soppressa nel 1966.
Nel 1927 il regime fascista fece una grande opera di accorpamento tra parecchi comuni del Regno d'Italia. Fu il caso anche di Piazza Brembana, che si trovò aggregato ai vicini Valnegra, Lenna e Moio de' Calvi in un unico comune denominato San Martino de' Calvi[5]. Soltanto nel 1956 i comuni si separarono nuovamente, assumendo l'attuale conformazione[6].
Tra i personaggi celebri nati nel paese meritano una citazione: Giacomo Calegari (1848-1915), noto pittore, Gerolamo o Girolamo Calvi (1801-1848), musicista e letterato, e i quattro fratelli Calvi: Attilio, Santino, Natale e Giannino, eroi della prima guerra mondiale.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma e il gonfalone di Piazza Brembana sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 20 ottobre 1998.[7]
«Di rosso, al platano di verde, fustato al naturale, nodrito nel rettangolo d'argento, a guisa di fascia scorciata, posto in ombilico, il tronco attraversante; al capo di argento, caricato dell'aquila di nero, rostrata e armata d'oro, allumata di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma attuale riprende il vecchio simbolo effigiato nel palazzo comunale e presente nei documenti ufficiali. Il rettangolo, posto nel centro dello scudo, allude al nome del paese Piazza, derivante dalla sua conformazione particolare, essendo posto su un'altura pianeggiante circondata dai monti. L'aquila è un animale tipico del territorio alpino.[8]
Il gonfalone è un drappo di verde.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Architetture religiose
[modifica | modifica wikitesto]Duomo di San Martino
[modifica | modifica wikitesto]Il duomo, dedicato a san Martino, riedificato nel XIX secolo in luogo di un precedente edificio di culto risalente all'anno 1000, è in comune con il vicino paese di Lenna. In stile neogotico, al proprio interno presenta un polittico di notevole fattura eseguito da Lattanzio da Rimini, statue di Andrea Fantoni, nonché opere di Carlo Ceresa.
Chiesa di San Bernardo
[modifica | modifica wikitesto]La chiesa di San Bernardo, edificata nel XV secolo, situata nel centro del paese, custodisce opere di Andrea Vicentino, di Palma il Giovane e di Carlo Ceresa.[9] A fianco di questo edificio venne successivamente costruito un convento di monache francescane.
Percorso Museale "Fratelli Calvi"
[modifica | modifica wikitesto]Il Percorso Museale fu inaugurato il 24 maggio 2015, nel centenario della prima guerra mondiale, per ricordare e onorare i quattro fratelli Calvi caduti nella Grande Guerra.
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[10]
Infrastrutture e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]La stazione di Piazza Brembana, inizialmente denominata Stazione di San Martino de' Calvi Nord, rappresentava il capolinea settentrionale della ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966.[11]
L'impianto disponeva di un fascio merci dotato di magazzino ed era raccordato con un'impresa che spediva il legname proveniente dall'alta valle[12].
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario di Carmelo Francia, Emanuele Gambarini (a cura di), Dizionario italiano-bergamasco, Torre Boldone, Grafital, 2001, ISBN 88-87353-12-3.
- ^ Regio Decreto 10 agosto 1927, n. 1522.
- ^ Decreto del Presidente della Repubblica 28 giugno 1956, n. 867.
- ^ Piazza Brembana, decreto 1998-10-20- DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico, Fascicoli comunali, busta 279, fascicolo 4534.6. URL consultato l'11 agosto 2021.
- ^ Piazza Brembana, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato l'11 agosto 2021.
- ^ Enrico De Pascale, restauri 1990-1995, provincia di Bergampo, 1996, pp. 32-33.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it. - ^ La linea ferroviaria Bergamo - San Giovanni Bianco, completata nel 1906, venne estesa fino a Piazza Brembana nel 1926. Cfr. Il sogno Brembano. Centro storico culturale Valle Brembana, 2006.
- ^ Giulio Leopardi, Carlo Ferruggia, Luigi Martinelli, Treni e tramvie della Bergamasca, Clusone, Editrice Cesare Ferrari, 1988.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Piazza Brembana
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.piazzabrembana.bg.it.
- Piazza Brembana, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 305129243 · LCCN (EN) no98120689 · J9U (EN, HE) 987007538179205171 |
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