Isole Falkland | |
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Motto:
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Dati amministrativi | |
Nome ufficiale | Falkland Islands Islas Malvinas |
Dipendente da | Regno Unito |
Lingue ufficiali | Inglese |
Capitale | Stanley |
Politica | |
Status | Territorio d’oltremare britannico |
Re | Carlo III |
Capo dell'esecutivo | Andy Keeling |
Superficie | |
Totale | 12173 km² (162º) |
Popolazione | |
Totale | 3398 ab. (2016) (240º) |
Densità | 0,26 ab./km² (241º) |
Nome degli abitanti | falklandesi[1], malvinesi |
Geografia | |
Continente | America meridionale |
Fuso orario | UTC−3 |
Economia | |
Valuta | Sterlina delle Falkland (1 FK£ = 1 GB£) |
PIL (nominale) | 283,4 milioni di GBP (2016) (223º) |
PIL pro capite (nominale) | 93 300 GBP (2016) |
PIL (PPA) | 281,8 milioni di USD (2012) |
PIL pro capite (PPA) | 96 200 USD (2012) |
ISU (2016) | 0,846 (53º) |
Fecondità | 10,9 |
Varie | |
TLD | .fk |
Prefisso tel. | +500 |
Sigla autom. | FX |
Inno nazionale | God Save the King |
Festa nazionale | 14 giugno |
Le Isole Falkland (in inglese Falkland Islands, AFI: /ˈfɔːklənd/; in spagnolo Islas Malvinas) o Malvine[2] (oggi antiquato Maluine /maluˈine/[3]) sono un territorio d'oltremare del Regno Unito il cui capoluogo è Stanley. Si tratta di un arcipelago dell'oceano Atlantico meridionale rivendicato dall'Argentina, che lo considera parte integrante del proprio territorio nazionale.
Nel 1982 la dittatura militare argentina occupò l'arcipelago - precedentemente occupato dal Regno Unito nel 1833 - dando origine a un conflitto con il Regno Unito noto come Guerra delle Falkland, che vide il Paese sudamericano sconfitto.
Etimologia
[modifica | modifica wikitesto]Falkland
[modifica | modifica wikitesto]Il nome ufficiale in lingua inglese Falkland deriva dal capitano inglese John Strong che nel 1690 chiamò lo stretto tra due isole "Falkland Sound", in onore dell'ufficiale di bordo Anthony Cary, quinto visconte di Falkland, che a sua volta prende il nome dal paese di Falkland (Fáclann) in Scozia; il nome è poi passato ad indicare le isole principali oltre che lo stretto[4].
Malvine
[modifica | modifica wikitesto]Il nome Malvine (in spagnolo Malvinas, utilizzato in Argentina e in tutti i Paesi ispanofoni[5]) deriva dal nome in lingua francese Îles Malouines coniato nel 1764 dal navigatore francese Louis Antoine de Bougainville; il nome deriva dal fatto che i primi colonizzatori europei delle isole si riteneva fossero provenienti dalla cittadina francese di Saint-Malo (Bretagna), e detti quindi Malouin; a sua volta il nome della cittadina francese derivava da san Maclovio - in francese Malo o Maclou - un monaco peraltro di natali britannici (Mac Low, dal Galles)[4][6].
Geografia
[modifica | modifica wikitesto]L'arcipelago delle Falkland è formato dall'isola di Falkland Occidentale (Gran Malvina/West Falkland), dall'isola di Falkland Orientale (Isla Soledad/East Falkland) e da circa 200 isole minori, tra cui l'isola dei Leoni Marini (Isla de los Leones Marinos/Sea Lion Island). Il territorio delle due isole principali, separate dallo stretto di Falkland (Estrecho de San Carlos/Falkland Sound), è montuoso-collinare (le cime più alte sono: il Monte Adam (Monte Independencia/Mount Adam), 698 m, nell'isola Occidentale e il Monte Usborne (Cerro Alberdi/Mount Usborne), 705 m, nell'isola Orientale), con fasce costiere pianeggianti, a tratti paludose. Le coste sono molto articolate.
Clima
[modifica | modifica wikitesto]Il clima presenta aspetti di transizione tra il tipo atlantico e quello subartico. L'escursione termica stagionale è limitata; la temperatura media giornaliera, durante i mesi centrali dell'inverno, si mantiene attorno ai 2 °C mentre quella del mese di gennaio, il più caldo dell'anno, non supera gli 11 °C, le precipitazioni sono tendenzialmente regolari e non si registrano minimi o massimi stagionali significativi, ma i quantitativi pluviometrici medi si mantengono da moderati a modesti, anche se possono variare da località a località a seconda della posizione dei rilievi rispetto alla costa e quindi dall'esposizione degli stessi alle correnti prevalenti (occidentali e meridionali). A causa della forte influenza delle temperature superficiali oceaniche (di qualche grado sopra gli 0 °C anche nel pieno dell'inverno australe) le precipitazioni cadono prevalentemente sotto forma di piogge.
Le nevicate tuttavia sono relativamente frequenti e si possono verificare per gran parte dell'anno (diventando eccezionali solo nel periodo centrale dell'inverno australe), gli accumuli però sono di regola scarsi e il manto nevoso ha una durata breve e incostante, in genere limitata a pochi giorni lungo le coste, mentre la persistenza della neve può mantenersi a lungo solo sui rilievi più elevati e in generale solo al di sopra dei 400 m. Nel complesso i regimi termici e precipitativi si presentano del tutto simili a quelli della vicina regione della Terra del Fuoco distinguendosene solo per alcuni tratti di maggiore marittimità. I forti venti, le basse temperature medie giornaliere (inferiori ai 10 °C per 10-11 mesi all'anno), la modestissima eliofania, fanno sì che la stagione vegetativa sia molto breve e non consentono la crescita di vegetazione arborea.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Storia antica e arrivo degli europei
[modifica | modifica wikitesto]Recenti ritrovamenti dimostrano che le popolazioni indigene provenienti dalla Patagonia arrivarono sulle isole in tempi antichi. Ciò è verificato dalla presenza di reperti quali punte di frecce e resti di una canoa[7].
Sulla scoperta da parte degli europei vi sono numerose ipotesi: nel 1520 il navigatore portoghese Esteban Gómez, disertando la prima circumnavigazione di Magellano, avrebbe avvistato le isole[8]; oltre a lui altri navigatori come Simón de Alcazaba y Sotomayor (prima del 1540), John Davis (che nel 1592 si limitò alla sola annotazione sulle carte nautiche) e Richard Hawkins avrebbero le credenziali per accreditarsi la scoperta dell'arcipelago. Solo 170 anni dopo, nel 1690, John Strong vi mise piede, denominandole Falkland in onore del politico Anthony Cary, 5º Visconte di Falkland.
I primi coloni francesi giunsero nel 1763, guidati da Louis Antoine de Bougainville. Essendo quasi tutti dei malouins, provenienti cioè dal porto di Saint-Malo, le isole assunsero il nome francese di Îles Malouines, da cui è poi derivata la denominazione usata dalla maggior parte delle lingue romanze. Già nel 1766, comunque, la colonia fu ceduta dalla Francia alla Spagna dopo la sua partecipazione a fianco della Francia nella Guerra dei sette anni contro il Regno Unito, usciti poi vincitori dal conflitto.
Rivendicazione argentina delle isole
[modifica | modifica wikitesto]Le Provincias Unidas del Rio de La Plata (odierna Argentina), dichiarando la propria indipendenza nel 1810, rivendicarono la sovranità alle isole e l'Argentina si considerò in seguito (assieme con altri paesi residui ai possedimenti spagnoli) continuatrice dei territori spagnoli in quella parte del continente.
Nell'anno 1820 il governo di Buenos Aires inviò una nave militare argentina sulle isole a prenderne possesso, subentrando alla Spagna. Successivamente, nel 1823, Luis María Vernet fu nominato governatore dell'arcipelago, ottenendo concessioni riguardanti diritti commerciali e industriali, quindi dai territori argentini giunsero autonomamente nelle isole dal 1825 alcuni gruppi di coloni, che praticarono in massima parte la pastorizia come mezzo di sostentamento. Il 10 giugno 1829 venne istituito il Governatorato con base sull'isola Soledad "Comandancia Política y Militar de las islas Malvinas", con giurisdizione sulle isole adiacenti al Cabo de Hornos, un ente di controllo che sorvegliava la regione di pesca marina, e la regolamentava[9][10]. Il 30 di agosto del 1829 Vernet proclamò la fondazione di Puerto Luis.
Arrivo dei britannici
[modifica | modifica wikitesto]Successivamente fu la volta dei britannici che, nel 1833, occuparono le isole espellendo i militari argentini e il loro comandante designato, José María Pinedo[11]. Dichiararono inoltre la propria sovranità su tutto l'arcipelago, occupando e rivendicando la sovranità anche sulle isole Georgia del Sud e le isole Sandwich Australi, che erano disabitate[12]. Una volta espulsa la guarnigione militare, restavano sull'isola principale una trentina di persone di origine varia (argentini, uruguaiani, brasiliani, uno scozzese). Dopo la conquista britannica, due di queste (un uruguaiano e un brasiliano) decisero di abbandonare l'isola, mentre tutti gli altri accettarono l'invito dei nuovi occupanti a rimanere (l'ultimo morì nel 1871)[13].
Prima guerra mondiale
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1914, durante la prima guerra mondiale, fu combattuta la battaglia navale delle isole Falkland tra alcuni incrociatori tedeschi comandati dall'ammiraglio Maximilian von Spee e una preponderante flotta britannica, comandata dal viceammiraglio Sir Frederik D. Sturdee. I tedeschi avevano intenzione di passare dall'Oceano Pacifico all'Atlantico, ma furono fermati e vinti dai britannici.
Guerra delle Falkland
[modifica | modifica wikitesto]Il 2 aprile 1982 le isole furono occupate da una spedizione militare argentina inviata dalla dittatura militare al governo. Con risoluzione 502 del 3 aprile 1982, approvata a maggioranza, l'ONU chiese l'immediato ritiro dell'Argentina dalle isole.[14]
La reazione del governo britannico all'invasione fu assai decisa: il primo ministro Margaret Thatcher inviò navi da guerra, un sottomarino nucleare, aerei e truppe che in alcune settimane riconquistarono il territorio. Questa sconfitta contribuì alla crisi e alla fine della dittatura militare in Argentina (1976-1983).[14]
Oggi le isole sono uno dei territori non autonomi sottoposti alla supervisione del Comitato speciale di decolonizzazione (Comité de descolonización o Special Committee on Decolonization) delle Nazioni Unite, che ha lo scopo di controllare annualmente il rispetto delle azioni tese a evitare il colonialismo. A questo comitato, tuttavia, partecipavano nel 2017 solo 29 membri delle Nazioni Unite.
Vicende recenti
[modifica | modifica wikitesto]La misura principale presa dal governo britannico, nel senso di escludere relazioni di subordinazione delle isole[non chiaro], è stato il ripristino e il perfezionamento, per i cittadini residenti, dello status di cittadini britannici a pieno titolo, senza ricorrere ad autonomia di governo. Per il resto, come reazione ai trascorsi, è stata sensibilmente aumentata la presenza militare britannica sulle isole e nei mari circostanti. Il Regno Unito rivendica per i cittadini delle isole, in grandissima parte di origine britannica, il diritto di autodeterminazione.
L'Argentina ha promosso in varie sedi alcuni pronunciamenti internazionali per la questione delle isole, alcuni di merito, altri di natura simbolica. Nel 2007 l'Uruguay negò l'accesso al porto di Montevideo a una nave militare britannica che era di pattuglia presso le Falkland, l'HMS Gloucester, e che aveva richiesto assistenza e rifornimento[15]. Il 19 febbraio 2010 il presidente venezuelano Hugo Chávez ha dichiarato che il Regno Unito deve restituire le Falkland/Malvine all'Argentina, aggiungendo "che l'occupazione britannica delle isole è antistorica e dovuta unicamente all'avidità dei britannici in quanto nel sottosuolo delle Malvine si trova un ricchissimo giacimento di petrolio e gas naturale".[16][17][18] Il 3 luglio dello stesso anno le autorità della Siria si sono dette impegnate nel difendere il diritto di sovranità argentino sulle Falkland[19]. Inoltre, dall'agosto 2010 il Mercosur, l'Unasur, l'Alleanza Bolivariana per le Americhe, l'Organizzazione degli Stati americani e il Marocco appoggiano il reclamo argentino delle isole[20][21]. Da parte sua il governo della Repubblica Argentina continua a ribadire la propria sovranità sulle isole, sia in forma ufficiale[22] che nella comunicazione sui social media[23].
Tra gli stati membri del Commonwealth, in alcuni dei quali è sovrano il re Carlo III del Regno Unito, vi sono molti che hanno aderito alla petizione argentina riguardo all'invito delle Nazioni Unite, di stabilire un dialogo tra i due contendenti delle isole. Tali paesi (Bahamas, Barbados, Dominica, Grenada, Guyana, Giamaica, Saint Lucia, Saint Kitts e Nevis e Saint Vincent e Grenadine), avendo partecipato al XXII vertice della Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi (CELAC), tenutosi nel 2010 a Playa del Carmen, Messico, hanno approvato l'ordine del giorno nel quale era presente la rivendicazione argentina.[24][25] Nel febbraio del 2012, un gruppo di intellettuali argentini ha chiesto una revisione della politica del governo in carica, che ha rivendicato nuovamente la sovranità sull'arcipelago.[26][27] Per tutta risposta il governo di Buenos Aires ha emesso una moneta che commemora il tentativo di conquista delle isole da parte della giunta militare nel 1982.[28]
Con il referendum del 10 marzo 2013 il 99,8% della popolazione locale ha votato per mantenere sull'arcipelago lo status politico di territorio britannico d'oltremare. Infatti dei 1517 votanti (il 92% degli aventi diritto), solo tre hanno risposto in modo negativo alla richiesta di conferma della situazione attuale[29][30]. Il governo argentino ha reagito al risultato disconoscendo la validità dell'esito del voto,[31] giudicato dalla presidente argentina Kirchner come una "parodia".[32]
Società
[modifica | modifica wikitesto]Le isole contavano 3 398 abitanti nel 2016; in massima parte di origine britannica (in particolare scozzese). A differenza dei residenti in altri territori d'oltremare del Regno Unito, e nel Commonwealth, che hanno varie forme di autonomia, in risposta alla respinta invasione argentina, gli abitanti delle Falkland hanno ora la piena cittadinanza britannica in virtù del British Nationality (Falkland Islands) Act 1983[33] (Legge sulla Nazionalità[34] Britannica (Isole Falkland) del 1983).
Religioni
[modifica | modifica wikitesto]La Chiesa anglicana, principale denominazione cristiana nelle isole Falkland/Malvine, è presente nell'arcipelago attraverso la parrocchia anglicana delle Isole Falkland. La Chiesa cattolica conta circa 300 fedeli, che fanno capo alla prefettura apostolica delle Isole Falkland o Malvine.
Lingua
[modifica | modifica wikitesto]La lingua ufficiale delle Isole Falkland è l'inglese. Ci sono anche ispanofoni per via della vicinanza geografica con l'Argentina.
Politica
[modifica | modifica wikitesto]Il Capo di Stato del territorio è il Sovrano britannico rappresentato dal Governatore, che, dal luglio 2022, è Alison Mary Blake.
Il parlamento delle Isole Falkland è, unicamerale, l'Assemblea legislativa; in funzione dal 1845 con il Consiglio legislativo che dal 2009 cambia la denominazione con la riforma della Costituzione. I membri sono undici, di cui otto eletti ogni quattro anni e due membri del Consiglio dell'esecutivo cioè il Capo dell'esecutivo, il Direttore delle finanze ed il Presidente dell'Assemblea.
Il Capo dell'esecutivo (o governatore) ha un ruolo simile al Primo ministro. Dal 2021 è Andy Keeling.
Le elezioni vengono convocate ogni quattro anni. Non esistono dei partiti politici.
Le materie di cui il governo locale non può occuparsi, secondo la costituzione delle isole, sono la difesa e i rapporti con l'estero.
Economia e trasporti
[modifica | modifica wikitesto]Le principali fonti di sostentamento dell'arcipelago sono la pesca e l'allevamento; si ritiene inoltre che nel sottosuolo dell'area vi siano giacimenti petroliferi.
Grazie anche alla base militare costruita dai britannici dopo il 1982 e allo sviluppo turistico, l'economia dell'arcipelago è in costante miglioramento.
I collegamenti aerei regolari dall'Europa per le Isole Falkland sono gestiti dalla Royal Air Force britannica tramite la compagnia di leasing aereo AirTanker, con due voli settimanali dalla base aerea di Brize Norton, accessibili anche a passeggeri civili. I collegamenti aerei regolari dal Sud America sono invece gestiti dalla compagnia aerea cilena LATAM Airlines, con un volo settimanale da Santiago del Cile via Punta Arenas, che una volta al mese aggiunge uno scalo a Río Gallegos per i passeggeri argentini. Non esistono collegamenti navali regolari, anche se le isole sono scalo relativamente frequente di navi mercantili e occasionalmente da crociera.[35]
Sport
[modifica | modifica wikitesto]Calcio
[modifica | modifica wikitesto]Le Isole Falkland hanno un proprio campionato di calcio.
Galleria d'immagini
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Cattedrale di Stanley.
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Veduta dell'interno.
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Isole Falkland/Malvine con toponomastica spagnolo-argentina.
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Veduta di Stanley.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ falklandese, su Treccani.
- ^ Flavio Fiorani, Falkland, o Malvine, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1992. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Malvine", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
- ^ a b (EN) The Falklands/Malvinas: a History, su argentinaindependent.com. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2016).
- ^ (ES) Malvinas, in Diccionario panhispánico de dudas, 1ª ed., Madrid, Real Academia Española y Asociación de Academias de la Lengua Española, 2005. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) Etimología de Malvinas, su etimologias.dechile.net. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (EN) Barrie Fieldgate, The Captain's Steward: Falklands, 1982, Melrose Press, 2007, p. 305, ISBN 1-905226-46-2.
- ^ (EN) Gomes, Estevão, su Dictionary of Canadian Biography Online, biographi.ca. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) Escuela de las Malvinas, su mininterior.gov.ar, Ministerio de los Interior. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2007).
- ^ (ES) Historia de las Islas Malvinas Argentinas, su saber.golwen.com.ar. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2007).
- ^ Ferrer Vieyra: 159.
- ^ Sandwich Australi, Isole nell'Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 6 febbraio 2018.
- ^ (ES) El bloqueo refuerza el sentimiento antiargentino en las islas Malvinas, in El País, 2 marzo 2012. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ a b II GM: La Guerra delle Falkland (1982), su icsm.it, It.Cultura.Storia.Militare on-line. URL consultato il 3 aprile 2017.
- ^ (ES) Uruguay niega abastecimiento a buque de guerra inglés, su pagina12.com.ar, Página/12. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) Malvinas.- Chávez exige a Reino Unido devolver las Malvinas a Argentina porque están "violando el derecho internacional", in El Diario. URL consultato il 22 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2010).
- ^ Falkland Malvinas: questa volta c'entra il petrolio, in Limes. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (EN) Falkland oilands, in The Sun. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) Argentina y Siria dieron mutuo respaldo a reclamos sobre Malvinas y Golán, su correodelorinoco.gob.ve, Correo del Orinoco. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) El país - Apoyo del continente por Malvinas, su pagina12.com.ar, Página/12, 23 febbraio 2010. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) Timerman agradeció al canciller de Marruecos el apoyo por Malvinas, in La Prensa. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2014).
- ^ (ES) Cuestión Islas Malvinas, su cancilleria.gob.ar. URL consultato il 30 luglio 2021.
- ^ (ES) Argentina renueva reclamo por Las Malvinas, 39 años después de la guerra, su dw.com. URL consultato il 30 luglio 2021.
- ^ (ES) Nuevo consenso latinoamericano detrás del reclamo por las Malvinas, su opalc.org, 26 febbraio 2010. URL consultato il 6 dicembre 2022 (archiviato dall'url originale il 13 settembre 2012).
- ^ El país - El Mercosur no modifica su posición, su pagina12.com.ar, Página/12, 11 gennaio 2012. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (ES) Malvinas: un grupo de intelectuales pide cambiar la política, in La Nación, 21 febbraio 2012. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2016).
- ^ (ES) Una visión alternativa sobre la causa de Malvinas, in La Nación. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 6 dicembre 2016).
- ^ (ES) Argentina pone en circulación el billete de Evita y la moneda de las Malvinas, in El País, 21 settembre 2012. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (EN) Falklands referendum: islanders vote on british status, su bbc.co.uk, BBC News, 14 marzo 2013. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ Referendum Falkland, tutti con Londra tranne tre, in Il Sole 24 Ore, 14 marzo 2013. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ (EN) Falkland Islands: respect overwhelming 'yes' vote, Cameron tells Argentina, in The Guardian, 12 marzo 2013. URL consultato il 3 aprile 2016.
- ^ Falkland: Kirchner, referendum è parodia, in Corriere della Sera, 14 marzo 2013. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2015).
- ^ (EN) British Nationality (Falkland Islands) Act 1983, su legislation.gov.uk. URL consultato il 4 aprile 2016.
- ^ Più correttamente si parla di "cittadinanza" (citizenship) e non di "nazionalità"
- ^ (EN) Getting to the Falkland Islands., su falklands.gov.fk. URL consultato il 30 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 30 luglio 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) L.L. Ivanov et al., The Future of the Falkland Islands and Its People, Sofia, Manfred Wörner Foundation, 2003, ISBN 954-91503-1-3. (ES) Capitolo principale in spagnolo.
- (ES) Carlos Escudé e Andrés Cisneros, Historia general de las relaciones exteriores de la República Argentina, in Obra desarrollada y publicada bajo los auspicios del Consejo Argentino para las Relaciones Internacionales (CARI), Buenos Aires, GEL/Nuevohacer, 2000, ISBN 950-694-546-2. URL consultato il 9 giugno 2006 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2007).
- (EN) Graham Pascoe e Peter Pepper, Getting it right: The real history of the Falklands/Malvinas (PDF), maggio 2008 (archiviato dall'url originale il 16 febbraio 2012). (ES) Versione in spagnolo (PDF), su falklandshistory.org. URL consultato il 3 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2011).
- (EN) D.W. Greig, Sovereignty and the Falkland Islands Crisis (PDF), in Australian Year Book of International Law, vol. 8, 1983, pp. 20–70, ISSN 0084-7658 . URL consultato il 3 aprile 2016.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni sulle isole Falkland
- Wikinotizie contiene notizie di attualità sulle isole Falkland
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle isole Falkland
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche sulle isole Falkland
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Sito ufficiale del governo delle Isole Falkland, su falklands.gov.fk. URL consultato il 10 settembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2016).
- Cronaca delle Falklands / Malvinas Storia e guerra del 1982.
- Isole Falkland, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 3 febbraio 2012.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 155354899 · LCCN (EN) n80001218 · GND (DE) 4071109-2 · BNE (ES) XX451371 (data) · J9U (EN, HE) 987007557241005171 · NDL (EN, JA) 00629103 |
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