Gino Sarrocchi | |
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Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXIV, XXV, XXVI, XXVII |
Collegio | Montepulciano (XXIV legislatura) Siena (XXV, XXVI legislatura) Collegio unico nazionale (Toscana) (XXVII legislatura) |
Sito istituzionale | |
Senatore del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 24 gennaio 1929 – |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Ministro dei lavori pubblici | |
Durata mandato | 1º luglio 1924 – 5 gennaio 1925 |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | Gabriello Carnazza |
Successore | Giovanni Giuriati |
Dati generali | |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Professione | Avvocato |
Gino Sarrocchi (Siena, 28 aprile 1870 – Firenze, 27 maggio 1950) è stato un politico italiano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Figlio di Tito Sarrocchi, laureato in giurisprudenza, esercitò la professione di avvocato e fu un grande studioso di fisiocrazia e divenne per questo socio dell'Accademia dei fisiocritici. Membro del Partito Liberale Italiano, iniziò la sua carriera politica venendo eletto deputato alle elezioni politiche del 1913; confermò il suo seggio dopo le consultazioni del 1919 e del 1921.
In particolare va ricordato l'episodio dell'assalto fascista alla Casa del Popolo di Siena, spalleggiato dalle forze dell'ordine, il 4 marzo 1921. Guglielmo Boldrini (1872-1932), presente ai fatti, rivolse proprio a Sarrocchi un pamphlet "Gli unni moderni", pubblicato subito dopo i fatti, che è una fedele ricostruzione dell'accaduto, in quanto in Parlamento Sarrocchi stesso aveva mentito sui fatti senesi. Ed aveva mentito per avvicinare il suo partito a Mussolini che per ricompensa lo nominò ministro[1].
Si candidò alle elezioni politiche del 1924 con il listone Mussolini e successivamente passò al Partito Nazionale Fascista. Il 1º luglio del 1924 venne nominato ministro dei lavori pubblici nel governo Mussolini ma si dimise dall'incarico il 5 gennaio del 1925, due giorni dopo il famoso discorso in cui il Duce si assumeva la responsabilità del delitto Matteotti.
In seguito continuò a sostenere il regime fascista ed il 24 gennaio del 1929 venne nominato senatore del Regno. Dopo il 25 luglio del 1943 e la caduta del gabinetto Mussolini, si trasferì a Firenze dove si ritirò a vita privata. Al termine della Seconda guerra mondiale venne deferito presso l'Alta Corte di Giustizia per le Sanzioni contro il Fascismo, ma non venne condannato.
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Guglielmo Boldrini, Gli Unni Moderni, in ristampa fotostatica dell'edizione originale del 1921 con introduzione di Paolo Leoncini, febbraio 2021.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikiquote contiene citazioni di o su Gino Sarrocchi
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Gino Sarrocchi
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Opere di Gino Sarrocchi, su Open Library, Internet Archive.
- Gino Sarrocchi, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- SARROCCHI Gino, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4701149619452804010004 · LCCN (EN) no2017062801 · J9U (EN, HE) 987007341564005171 |
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