Francesco Ercole | |
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Ministro dell'educazione nazionale | |
Durata mandato | 20 luglio 1932 – 24 gennaio 1935 |
Capo di Stato | Vittorio Emanuele III |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | Balbino Giuliano |
Successore | Cesare Maria De Vecchi |
Rettore dell'Università degli Studi di Palermo | |
Durata mandato | 1924 – 1932 |
Predecessore | Salvatore Di Marzo |
Successore | Michele La Rosa |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Titolo di studio | Laurea in giurisprudenza |
Università | Università degli Studi di Parma |
Professione | Docente universitario |
Francesco Ercole (La Spezia, 30 marzo 1884 – Gardone Riviera, 25 maggio 1945) è stato uno storico e politico italiano, ministro dell'educazione nazionale nel governo Mussolini.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Laureato in giurisprudenza nel 1907 a Parma, insegnò dal 1912 Storia del diritto italiano all'Università di Urbino. Quindi fu professore nelle università di Sassari e di Cagliari fino al 1920. Quell'anno si trasferì a Palermo, dove aderì al partito nazionalista divenendo membro del Comitato centrale. Dal 1924 al 1932 è stato Rettore della Università di Palermo[1] e ordinario di Storia moderna.
Nel 1923, con lo scioglimento dell'ANI passò al PNF. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti, redatto da Giovanni Gentile.
Fu eletto in Sicilia deputato del partito fascista nel 1929 e nel 1934 fino al 1939,
Fu nominato ministro dell'educazione nazionale nel governo Mussolini, tra il 1932 e il 1935. Nel 1934 il ministro Francesco Ercole escluse dai programmi scolastici ogni dialetto o idioma o lingua diversi dall'italiano standard avendo il regime fascista imboccato la strada del cieco nazionalismo linguistico[2].
Nel 1935 passò alla cattedra di storia moderna dell'università Sapienza di Roma e fu Presidente dell'Istituto storico italiano per l'età moderna. Fu socio dell'Accademia dei Lincei dal 18 giugno 1936. [3]
Considerato uno storico delle istituzioni giuridiche e del pensiero politico medievale, studiò in particolare le problematiche riguardanti il passaggio dal comune alla signoria e la nascita del principato. Noti anche i suoi numerosi studi su Dante politico, a proposito delle cui tesi intervennero con giudizi discordanti Bruno Nardi e Giovanni Gentile.
Opere principali
[modifica | modifica wikitesto]Tra le opere si ricordano:
- La politica di Machiavelli, (1926)
- Il pensiero politico di Dante (1927)
- La morale del fascismo (1927)
- Dal Comune al Principato (1928)
- Da Carlo VIII a Carlo V (1932)
- La rivoluzione fascista (1936)
- Giuseppe Mazzini (1938)
- Storia del fascismo (1939)
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Annuario dei Rettori della Università di Palermo
- ^ Silvia Demartini, Dal dialetto alla lingua negli anni Venti del Novecento, 2010, Pisa Roma, Fabrizio Serra Editore; pag.78
- ^ Dizionario biografico Treccani
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikisource contiene una pagina dedicata a Francesco Ercole
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Francesco Ercole
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Èrcole, Francesco, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ERCOLE, Francesco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932.
- ERCOLE, Francesco, in Enciclopedia Italiana, II Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1948.
- Luca Lo Bianco, ERCOLE, Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 43, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1993.
- Opere di Francesco Ercole, su MLOL, Horizons Unlimited.
- Francesco Ercole, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 113407038 · ISNI (EN) 0000 0000 8181 273X · SBN RAVV039386 · BAV 495/76203 · LCCN (EN) n85221356 · GND (DE) 117511560 · J9U (EN, HE) 987007275208405171 |
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