Convenzione sui diritti politici della donna | |
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Tipo | trattato universale, aperto |
Firma | 31 marzo 1953 |
Luogo | New York, Stati Uniti |
Efficacia | 7 luglio 1954 |
Parti | 123 |
Depositario | Segretariato delle Nazioni Unite |
Lingue | cinese, francese, inglese, russo e spagnolo |
UNTC | 2613 |
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La Convenzione sui diritti politici della donna fu approvata dall'assemblea generale delle Nazioni Unite durante la 409ª sessione plenaria del 20 dicembre 1952 e adottata il 31 marzo 1953.
Lo scopo della convenzione è di codificare uno standard internazionale di base per i diritti politici delle donne[1].
Contesto
[modifica | modifica wikitesto]Al termine della seconda guerra mondiale, molti paesi ancora non garantivano la piena libertà politica delle donne[2]: infatti, ancora nel 1952 (anno precedente all'adozione della convenzione), il suffragio femminile era garantito in meno di 100 paesi nel mondo[1].
Il maggior impulso per la legislazione e gran parte della sua redazione vennero dalla Commissione delle Nazioni Unite sullo status delle donne[3], che realizzò una ricerca sui diritti politici delle donne dei suoi stati membri. Il dibattito seguito ai risultati della ricerca divenne la base per il testo della convenzione[2].
La convenzione fu adottata il 31 marzo 1953[4].
Contenuto
[modifica | modifica wikitesto]Preambolo
[modifica | modifica wikitesto]Il preambolo della convenzione riporta i principi contenuti dell'articolo 21 della dichiarazione universale dei diritti umani, che dichiara che tutti gli uomini hanno diritto a partecipare al governo del proprio paese e di accedere agli incarichi pubblici. La Convenzione sui diritti politici della donna ribadisce e protegge specificatamente questo diritto per le donne[4].
Articoli
[modifica | modifica wikitesto]I primi tre articoli della convenzione affermano il diritto delle donne a votare (articolo I), ad essere eleggibili nelle elezioni (articolo II) e ad accedere ai pubblici impieghi (articolo III); ognuno di tali articoli termina con la specificazione "in condizioni di parità con gli uomini, senza discriminazione alcuna".
I rimanenti articoli (articoli IV–XI) sono relativi al mero meccanismo legislativo, specificando come e quando la convenzione entri in vigore[4].
Effetti della convenzione
[modifica | modifica wikitesto]La convenzione entrò in vigore il 7 luglio 1954[3]. Nel 2015 aveva 123 membri contraenti, di cui 122 stati membri delle Nazioni Unite oltre allo Stato di Palestina[5].
La convenzione fu la prima legislazione internazionale a proteggere lo status di eguaglianza della donna nell'esercizio dei diritti politici[3]. Inoltre, fu il primo trattato internazionale ad obbligare gli stati a proteggere i diritti politici dei propri cittadini[2]. La convenzione fu uno degli sforzi delle Nazioni Unite nel periodo postbellico per istituire una serie di standard antidiscriminazione contro le donne; altri trattati furono la Convenzione sulla nazionalità della donna sposata, la Convenzione sul consenso al matrimonio, età minima per il matrimonio e la registrazione dei matrimoni, entrate in vigore rispettivamente nel 1958 e 1964[2].
I diritti stabiliti nella convenzione furono successivamente incorporati nella successiva e più sostanziale Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna[3]. Quest'ultima convenzione, approvata all'unanimità nel 1967, ha una portata più ampia e stabilisce generali principi di antidiscriminazione[2].
Ratifica in Italia
[modifica | modifica wikitesto]La convenzione venne ratificata dall'Italia con legge 24 aprile 1967 n. 326 ed entrò in vigore il 16 giugno 1967[6]. In sede di adesione, il governo italiano dichiarò di riservarsi il diritto di applicare le disposizioni di cui all'articolo III per quanto riguarda il servizio nelle forze armate e in corpi armati speciali entro i limiti stabiliti dalla legislazione nazionale[7].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Feryal M. Cherif, Myths About Women's Rights: How, Where, and Why Rights Advance, Oxford, Oxford University Press, 2015, p. 271.
- ^ a b c d e Leanne Dustan, Convention on the Political Rights of Women, in Lynne E. Ford (a cura di), Encyclopedia of Women and American Politics, New York, Facts On File, 2008, p. 131.
- ^ a b c d Winston Langley, Encyclopedia of Human Rights Issues Since 1945, Westport, CT, Greenwood Press, 1999, pp. 70–1.
- ^ a b c Convention on the Political Rights of Women (PDF), New York, United Nations, 1953.
- ^ Convention on the Political Rights of Women, in United Nations Treaty Collection, United Nations. URL consultato il 12 agosto 2015 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2011).
- ^ Legge 24 aprile 1967, n. 326, in materia di "Adesione alla Convenzione sui diritti politici della donna, adottata a New York il 31 marzo 1953, e sua esecuzione."
- ^ Status della Convenzione, su treaties.un.org. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 19 maggio 2019).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Cittadinanza
- Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna
- Diritti legali delle donne nella storia
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Testo completo della Convenzione sui diritti politici della donna (PDF), su treaties.un.org.
- Sottoscrizioni e ratificazioni, su treaties.un.org. URL consultato il 16 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2011).