Wilhelm Johnen

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Wilhelm Johnen
Soprannome"Wim"
NascitaHomberg-Meiersberg, 9 ottobre 1921
MorteÜberlingen, 7 gennaio 2002
Dati militari
Paese servitoGermania (bandiera) Germania
Forza armataLuftwaffe
SpecialitàCaccia notturna
UnitàNJG 1
Anni di servizio1940-1945
Gradohauptmann
Guerreseconda guerra mondiale
Comandante diIII./NJG 6
Decorazionivedi qui
dati tratti da De Haguenau à Dübendorf: Un Messerschmitt bien encombrant[1]
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Wilhelm Johnen (Homberg-Meiersberg, 9 ottobre 1921Überlingen, 7 gennaio 2002) è stato un militare e aviatore tedesco che prestò servizio nella Luftwaffe durante e dopo la seconda guerra mondiale. Asso dell'aviazione da caccia notturna ottenne 33 vittorie aeree, tra cui 24 bombardieri quadrimotori, in 200 missioni[1].

Un caccia notturno Messerchmitt Bf 110 G-4 esposto presso il RAF Museum di Londra.

.

Nacque a Homberg-Meiersberg il 9 ottobre 1921. Arruolatosi nella Luftwaffe come fahnenjunker iniziò il suo addestramento a Pardubitz, Cecoslovacchia, in seno al Fliegerausbildungsregiment 32.[2]

Il 1º aprile 1940 fu promosso gefreiter, il 1º giugno unteroffizier e il 1º settembre 1940 fähnrich.[2] Dopo l'addestramento basico trascorse diversi mesi volando su velivoli monomotore e conseguì il brevetto di pilota il 21 settembre 1940.[2] Il 1 febbraio 1941 fu promosso oberfähnrich e fu successivamente inviato a Zeltweg, Austria, presso la C-Schule per l'addestramento al pilotaggio di velivoli plurimotore.[2] Qui volo sui cacciabombardieri Messerschmitt Bf 110. Al momento del conseguimento del brevetto di pilota di plurimotori, il 1 aprile 1941, fu promosso tenente.[2] Il 18 maggio si offrì volontario per l'assegnazione alla caccia notturna, e dopo sei settimane di addestramento al volo senza visibilità, fu assegnato alla al 3° staffel dello Nachtjagdgeschwader 1 (NJG 1)), insieme al suo operatore radio/radar, il gefreiter Albrecht Risop.[2]

Ottenne la sua prima vittoria aerea nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1942, quando abbatté un bombardiere bimotore della Vickers Wellington della Royal Air Force.[1] Dopo aver abbattuto un altro Wellington il 17 giugno, attaccò quindi un bombardiere quadrimotore Short Stirling della RAF ma il suo Bf 110 D-3 (W.Nr. 4224) “G9+FL” fu colpito dal fuoco di risposta dei mitraglieri del bombardiere, che uccise il suo operatore radio/radar e lo ferì alla gamba sinistra.[1] Riuscito a uscire dall'aereo in fiamme, si lanciò con il paracadute salvandosi.[1] Trascorrere molto tempo in ospedale per curare le ustioni e la ferita alla gamba, ritornando in servizio nel luglio 1942.[1] Il 1º ottobre lo 3./NJG 1 fu rinominato 1./NJG 5, e nel mese di dicembre 5./NJG 5.[1] Nel corso del 1943 conseguì ulteriori sei vittorie aeree, a spese di un Wellington, due Stirling, due Handley Page Halifax e un Avro Lancaster.[1]

Nel gennaio 1944 conseguì altre sette vittorie, fra cui tre bombardieri quadrimotori Lancaster della RAF abbattuti nella notte tra il 27 e il 28 gennaio.[1] Conseguì un'altra tripletta nella notte del 15/16 febbraio (16-18) a spese di altrettanti Lancaster.[1] Il 3 marzo 1944 fu nominato Staffelkapitän del 6./NJG 5.[1] Nella notte tra il 27 e il 28 aprile abbatté un bombardiere quadrimotore Lancaster della RAF.[1] Preso contatto con un altro Lancaster sul Lago di Costanza diretto a ovest, verso la Svizzera, non esitò ad attaccare il bombardiere ma il suo Bf 110 G-4 (W.Nr. 740 055) "C9+EN" fu colpito dal fuoco del Lancaster e il motore di babordo si incendiò.[3] Condotto verso terra dai proiettori della difesa contraerea svizzera, e con un motore spento, fu costretto ad atterrare all'aeroporto di Zurigo-Dübendorf, venendo internato insieme agli altri membri dell'equipaggio.[4] Vennero rimpatriati alcuni giorni dopo in mezzo a molte manovre politiche e di spionaggio, in quanto il Bf 110 G-4 e il suo radar erano considerati modelli i cui segreti erano da proteggere ad ogni costo.[5] Nominato Staffelkapitän della 8./NJG 6 il 10 maggio 1944, con sede in Ungheria, in poco più di due mesi conseguì ulteriori 11 vittorie, inclusi quattro bombardieri bimotori North American B-25 Mitchell sovietici. Il 23 luglio, promosso oberleutnant, venne insignito della Croce di Cavaliere della Croce di Ferro (Ritterkreuz) per aver conseguito 33 vittorie.[1] Nell'autunno di quell'anno venne nominato Gruppenkommandeur del III./NJG 6, comandando questa unità fino alla fine della guerra.[1] Fu promosso hauptmann nel febbraio 1945.[1] Dopo la fine del conflitto riprese a studiare frequentando l'università e conseguendo una laurea in ingegneria. Nel 1952 lavorò con il professor Willy Messerschmitt prima di intraprendere con successo una propria attività nel campo dell'ingegneria edile[1] Si spense a Überlingen il 7 febbraio 2002.[1]

Croce di Ferro di II classe - nastrino per uniforme ordinaria
— 26 luglio 1942.
Croce di Ferro di I classe - nastrino per uniforme ordinaria
— 23 agosto 1943.
Coppa d'onore della Luftwaffe - nastrino per uniforme ordinaria
— 24 aprile 1944.[8]

Pubblicazioni

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  • Duell unter den Sternen. Tatsachenbericht eines deutschen Nachtjägers 1941–1945, Flechsig, Würzburg, 2009, ISBN 978-3-8035-0003-8.


  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Gasztych 2020, p. 21.
  2. ^ a b c d e f Luftwaffe.
  3. ^ Gasztych 2020, p. 12.
  4. ^ Gasztych 2020, p. 14.
  5. ^ Gasztych 2020, p. 20.
  6. ^ Fellgiebel 2000, p. 245.
  7. ^ Patzwall, Scherzer 2001, p. 212.
  8. ^ Patzwall 2008, p. 111.
  • (DE) Walther-Peer Fellgiebel, Die Träger des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939–1945 – Die Inhaber der höchsten Auszeichnung des Zweiten Weltkrieges aller Wehrmachtteil, Friedberg, Podzun-Pallas, 2000, ISBN 978-3-7909-0284-6.
  • (DE) Klaus D. Patzwall e Veit Scherzer, Das Deutsche Kreuz 1941 – 1945 Geschichte und Inhaber Band II, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2001, ISBN 978-3-931533-45-8.
  • (DE) Klaus D. Patzwall, Der Ehrenpokal für besondere Leistung im LuftkriegI, Norderstedt, Verlag Klaus D. Patzwall, 2008, ISBN 978-3-931533-08-3.
  • (DE) Veit Scherzer, Die Ritterkreuzträger 1939–1945 Die Inhaber des Ritterkreuzes des Eisernen Kreuzes 1939 von Heer, Luftwaffe, Kriegsmarine, Waffen-SS, Volkssturm sowie mit Deutschland verbündeter Streitkräfte nach den Unterlagen des Bundesarchives, Jena, Scherzers Miltaer-Verlag, 2007, ISBN 978-3-938845-17-2.
  • (EN) Jerry Scutts, German Night Fighter Aces of World War 2, Oxford, Osprey Aerospace, 1998, ISBN 1-85532-696-5.
  • (DE) Janusz Piekałkiewicz, Luftkrieg 1939–1945, Augsburg, Bechtermünz Verlag, 1998, p. 348, ISBN 3-8289-0303-7.
Periodici
  • (FR) Christophe Gasztych, De Haguenau à Dübendorf: Un Messerschmitt bien encombrant, in Avions, n. 236, Le Vigen, Editions Lela Press, septembre-octobre 2020, p. 6-23.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN102447410 · ISNI (EN0000 0000 8035 0553 · LCCN (ENn95068540 · GND (DE118558110